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Keynes non era mica tanto de sinistra - GZ  

  By: GZ on Giovedì 30 Ottobre 2014 17:12

da quando sono bambino sento fare convegni e scrivere libri e articoli intitolati "Marx, Keynes e il..." implicando che Marx e Keynes siano simili o complementari o compatibili tra loro. Credo che esistano migliaia di articoli, libri e convegni intitolati ^"Marx e Keynes#https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&ion=1&espv=2&es_th=1&ie=UTF-8#q=marx%20e%20keynes^" Peccato solo che Keynes ritenesse Marx un pensatore privo di qualunque valore, che dicesse che leggerlo fosse solo una perdita di tempo, tanto è vero che in tutta la sua vasta produzione non si è mai degnato di prenderlo in considerazione. Se leggi qualunque biografia di Keynes ci sono tutte le lettere a Shaw o Russell o Sraffa e tutti gli altri a Cambridge che trovavano Marx importante per cui assillavano il povero Keynes incitandolo a studiare Marx. E il nostro John rispondeva sempre "... mi sono sforzato ancora una volta visto che me lo chiedevi tanto di leggere qualcosa d'altro di Marx, ma continuo a non capire cosa ci trovi..." Viceversa Keynes trattava con rispetto la visione politica di Hayek, il padre del "liberalismo puro", benchè sulla teoria monetaria e macro avessero polemizzato aspramente. Ci sono le lettere di Keynes a Hayek del 1946 quando uscì il famoso libro di Hayek contro il comunismo "The Road to Serfdom" in cui il nostro John Maynard lo loda e dice che è in gran parte accordo con Hayek nella sua critica dell'economia pianificata socialista Se leggi gli intellettuali italiani sembrerebbe che Keynes era una para-socialista avverso al liberalismo e un alleato di Marx nella storia del pensiero...quando in realtà Keynes disprezzava Marx come qualcuno che non che valeva nemmeno la pena di leggere e viceversa era in molte cose d'accordo con il bau bau degli intellettuali di sinistra italiani, "il cattivo" Frederik von Hayek Keynes era un personaggio eclettico come si suol dire, cioè difficile da definire, ma una cosa è abbastanza certa: che non era "de sinistra" nell'accezione solita del termine: era per un maggiore intervento dello stato nell'economia e per reprimere la rendita finanziaria. Ma era anti-comunista, non era affatto socialista e nemmeno laburista, era anche protezionista (dal 1937 in poi), abbastanza nazionalista ed era persino presidente della società di Eugenetica. Se metti assieme queste cose, interventismo dello stato nell'economia per sostenere la domanda e dare sussidi, repressione della rendita finanziaria e degli interessi, protezionismo, un certo nazionalismo (britannico), un tocco di eugenetica.... avresti oggi... forse la Lega o la LePen...

IL COSTO DEL DEBITO PUBBLICO E' 10 VOLTE MAGGIORE IN ITALIA CHE IN GIAPPONE - GZ  

  By: GZ on Giovedì 30 Ottobre 2014 13:22

Se la Banca Centrale del Giappone riesce da 15 anni a tenere il costo dei titoli pubblici tra 0% e 0,5% (0% le scadenze a 1 anno, 0,45% le scadenze a 10 anni...) non è la stessa cosa che annullasse il debito pubblico ? Anche perchè l'inflazione è ora sopra l'1% quindi a tenere titoli pubblici giapponesi perdi qualcosa ora. Che è un altro modo di dire che #F_START# size=3 color=blue #F_MID# in Giappone i titoli di stato NON COSTANO NIENTE ALLO STATO#F_END# La Banca Centrale del Giappone sta comprando debito pubblico giapponese, titoli di stato sul mercato al ritmo di più di 100 miliardi di dollari al mese... e in questo modo ha ottenuto che l'inflazione risalisse ora oltre l'1% e però i titoli di stato a lunga scadenza (10 anni) scendessero come rendimento alla metà dell'inflazione (0,45%). Cioè al momento tutti #F_START# size=3 color=BLUE #F_MID#i titoli pubblici giapponesi (delle varie scadenze) rendono da -0,5% a -1% AL NETTO DELL'INFLAZIONE#F_END# #i# (volendo essere precisi, al momento il costo medio del debito pubblico in Giappone è infatti intorno a 0,4% (perchè ci sono anche emissioni di anni precedenti con cedole un poco più elevate). Questo in termini nominali ovviamente, ma intanto l'inflazione è salita ed è più alta di un 1% circa...)#/i# In Italia invece al momento il costo medio del debito pubblicoè intorno al 4% (perchè ci sono anche emissioni di anni precedenti con cedole un poco più elevate...) QUINDI IL COSTO DEL DEBITO PUBBLICO E' 10 VOLTE MAGGIORE IN ITALIA CHE IN GIAPPONE (come rendimento). Tu dirai che però il debito totale in Giappone in % del PIL è quasi il doppio che in Italia per cui pagano poco ma su un debito enorme. E tu dirai una stupidaggine. Prima di tutto un 20% e rotti del debito giapponese è ora nella pancia della Banca Centrale che gira le cedole al governo Poi abbiamo parlato solo di rendimenti NOMINALI. L'inflazione in italia è ora negativa -0,3% circa, per cui al netto dell'inflazione, #F_START# size=3 color=blue #F_MID# il costo reale del debito pubblico italiano è del 4% circa. In Giappone il costo reale del debito pubblico è del -1% circa#F_END#, come si è appena mostrato sopra. C'è una fottuta differenza di CINQUE PUNTI PERCENTUALI TRA IL COSTO DEL DEBITO PUBBLICO IN GIAPPONE E IN ITALIA. Perchè 'azzo non lo dice nessuno ? Il Giappone ha un enorme "debito pubblico", ma è come se non esistesse perchè lo stato paga, in termine reali, NIENTE (anzi meno di zero) e in Italia invece lo stato paga in termini reali un 4% e rotti l'anno (e se l'inflazione continua a scendere al ritmo degli ultimi mesi paga un 5%). Grazie all'eurozona, l'euro, i trattati di Maastricht, il Patto Fiscale e tutto l'armamentario tossico in cui l'"Europa" ci ha imprigionato lo stato italiano si dissangua per pagare tra il 4 e 5% l'anno sul denaro (perchè i Bot e Btp sono in realtà denaro) che ha stampato... Il debito pubblico non è vero debito, sono crediti fiscali, è denaro che lo stato crea e su cui paga interesse. Il debito pubblico è semplicemente denaro già stampato, perchè è più sicuro del resto del denaro che esiste ed è in banca. Per cui non ha alcun senso che paghi rendimenti per generazioni e generazioni del 4% superiori all'inflazione, richiedendo tasse su tasse fino a quando l'economia muore... In realtà, lo stato creando Bot e BTP, fornisce un servizio ai cittadini, fornisce loro un modo per tenere il loro denaro al sicuro, più al sicuro che nel conto bancario, dove il denaro esiste solo nella finzione e in realtà è garantito solo dalla promessa che in caso di bisogno lo stato ne stamperà. Di conseguenza è logico fare come i giapponesi e farne comprare dalla Banca centrale in quantità tale da tenere il suo rendimento a zero. Il debito pubblico deve essere sicuro, cioè non oscillare di prezzo, e pagare più o meno zero. Come il denaro....in Giappone di fatto il debito pubblico è quindi denaro... ----#i# Oct 30 (Reuters) - Japanese government bond prices eased slightly on Thursday after U.S. Treasuries retreated on an upbeat economic assessment from the Federal Reserve. The 10-year JGB yield rose 0.5 basis point to 0.465 percent , from 1 1/2-year low of 0.460 percent hit earlier this month. The 30-year JGB yield rose 1.0 basis point to 1.635 percent. #/i#

Prodi firma il piano "PADRE"! (cioè stampare moneta e darla ai creditori) - GZ  

  By: GZ on Venerdì 24 Ottobre 2014 19:43

il Manifesto, quotidiano comunista della grande finanza, si entusiasma assieme al resto del popolo di sinistra per ^Prodi che firma l'appello dei 340 economisti del piano "PADRE" per ridurre il debito#http://ilmanifesto.info/e-anche-prodi-firma-lappello-per-una-nuova-bretton-woods/^ pubblico in Europa. La sigla "PADRE" sta per (tradotta) "Ristrutturazione del Debito Politicamente Accettabile", cioè è un piano disegnato apposta per piacere ai politici come Prodi. Di conseguenza i politici come Prodi lo accettano. #ALLEGATO_1# Il piano "PADRE" suona complicato se provi a leggerlo, ma si può sintetizzare in modo molto semplice: a) #F_START# size=3 color=blue #F_MID#i detentori di titoli pubblici non devono perdere una sola lira#F_END# ....e per ottenere questo risultato... b)#F_START# size=3 color=blue #F_MID#.... la BCE stamperà moneta e la userà per rimborsare loro i bonds quando scadono e per pagare loro tutte le cedole#F_END# Non sto scherzando. ^Il piano PADRE#https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&ion=1&espv=2&es_th=1&ie=UTF-8#q=padre%20plan%20debt^ è esattamente questo (se non riuscite a leggerlo e a capirlo poi ovviamente si farà lo sforzo di descriverlo in dettaglio, ma è solo un paio di pagine e non è difficile). Questo è in linea con tutto quello che le Banche Centrali occidentali stanno facendo da anni che consiste in: #F_START# size=3 color=blue #F_MID# stampare moneta e darla ai creditori, alle banche e agli investitori in bonds#F_END# , a chi presta soldi insomma. E ^i "cheinesiani" nostrani si entusiasmano#http://keynesblog.com/2014/10/15/appello-per-una-bretton-woods-europea/#more-5796^ per la politica di mettere lo stato al servizio della finanza Nel piano "PADRE" è scritto esplicitamente che "in questo modo non si crea moneta", perchè appunto le passività che la Banca Centrale Europea si assume vanno a comprare bonds, quindi il denaro creato esce dalla BCE e va sul mercato finanziario, ma non nell'economia reale. Quindi chi ha comprato BTP non deve mai più temere niente, la BCE gli fornisce ora un suo bond equivalente. Dietro tutte queste politiche delle Banche Centrali che senti sui giornali che sembrano complicate c'è un idea semplice: le Banche centrali stampano moneta e la danno a quelli che prestano soldi, per evitare che debbano mai soffrire delle perdite e per garantire loro sempre un rendimento sopra l'inflazione. Cioè il business di prestare soldi deve essere senza alcun rischio e con un rendimento garantito sempre e dallo stato, il quale stampa moneta per pagarli quando i debitori non ce la facciano #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Chi ha un impresa agricola, commerciale, di servizi, industriale o qualunque altra attività individuale può fallire e perdere soldi. Chi lavora come dipendente può perdere il lavoro. E lo stato non deve intervenire stampando moneta per evitare loro la perdita del loro reddito. Ma quando si tratta degli "investitori", del "mercato finanziario", di chi detiene bonds e delle banche, di chi presta soldi insomma, allora si stampa tutta la moneta che si vuole e la si usa per garantire loro il rimborso delle rate e il pagamento di tutte le cedole. #F_END# Diciamo che si è fatta molta strada dai tempi in cui Shakespeare, trattando dell'attività degli "investitori" nel debito (Shylock), prevedeva invece che subissero delle perdite (nel "Mercante di Venezia", se ricordi, chi presta soldi al mercante che subisce un rovescio e non può pagare alla fine non riscuote alla fine il suo credito. E' la storia di un "default") #i#(il tasso di interesse sarà però più basso ? sicuro, se sono garantiti dalla BCE pagheranno una via di mezzo tra i Bund e i BTP. Ma visto che questo piano prevede che in questo modo poi aumenti la spesa pubblica perchè ti sei liberato, dal punto di vista dei singoli stati, di 4500 miliardi di debito, ovviamente l'inflazione dallo 0% salirà ad esempio al 3% e quindi anche i nuovi bonds dovranno pagare i soldi 2 punti sopra l'inflazione, cioè il 5%. E come faranno le nazioni europee a garantire in eterno questi rendimenti sicuri e sopra l'inflazione ? Stampando moneta. Ovviamente una volta si capisca che in Eurozona la BCE garantisce lei tutto il debito pubblico per questa via e che il debito pubblico aumenta e anche l'inflazione e i rendimenti ci sarà un flusso di capitali verso l'eurozona che sosterrà il cambio dell'euro...i paesi del sudeuropa ovviamente con gli aumenti di spesa pubblica e di inflazione andranno tutti in deficit con l'estero, i crediti "Target" del nord-europa verso il sud-europa esploderanno di nuovo...la Germania se anche avesse accettato per miracolo il Piano andrà fuori dai gangheri...Il risultato finale sarà un aumento di debito, un aumento di spesa pubblica e la rottura dell'euro. La quantità di bonds sul mercato aumenterà in modo esponenziale facendo felice la grande finanza e la rendita finanziaria. Ma sicuramente per un paio d'anni si avrebbe sollievo dalla crisi... cioè si sposterebbe in avanti il momento della resa dei conti )#/i# ----Comitato promotore: Leonardo Becchetti (Università di Roma Tor Vergata) Roberto Cellini (Università di Catania) Paolo Pini (Università di Ferrara) Alberto Zazzaro (Università Politecnica delle Marche) Primi firmatari: Alessandrini Piero (Università Politecnica delle Marche) Ardeni Pier Giorgio (Università di Bologna) Bagella Michele (Università Roma Tor Vergata) Baglioni Angelo Stefano (Università Cattolica del Sacro Cuore) Baravelli Maurizio (Università Roma La Sapienza) Belussi Fiorenza (Università di Padova) Boitani Andrea (Università Cattolica del Sacro Cuore) Bollino Andrea (Università di Perugia) Brondoni Silvio (Università Milano Bicocca) Camagni Roberto (Politecnico di Milano) Capasso Salvatore (Università Napoli Parthenope) Cappellin Riccardo (Università Roma Tor Vergata) Carillo Maria Rosaria (Università Napoli Parthenope) Ciciotti Enrico (Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza) Corniani Margherita (Università Milano Bicocca) Corsi Marcella (Università Roma La Sapienza) Costabile Lilia (Università di Napoli Federico II) Cozzi Terenzio (Università di Torino) D’Adda Carlo (Università di Bologna) Danielis Romeo (Università di Trieste) De Arcangelis Giuseppe (Università Roma La Sapienza) Del Monte Alfredo (Università di Napoli Federico II) Destefanis Sergio (Università di Salerno) Dosi Giovanni (Scuola Superiore S. Anna Pisa) Ferri Giovanni (Università Roma LUMSA) Fratianni Michele (Università Politecnica delle Marche) Frey Marco (Scuola Superiore S. Anna Pisa) Gallegati Mauro (Università Politicnica delle Marche) Giannola Adriano (Università di Napoli Federico II) Giunta Anna (Università Roma 3) Gnesutta Claudio (Università Roma La Sapienza) Granaglia Elena (Università Roma 3) Leon Paolo (Università Roma 3 e CLES Roma) Lucarelli Stefano (Università di Bergamo) Marelli Enrico (Università di Brescia) Mutinelli Marco (Università di Brescia) Paci Raffaele (Università di Cagliari) Papi Luca (Università Politecnica delle Marche) Pareglio Stefano (Università Cattolica Sacro Cuore) Perrotta Cosimo (Università di Lecce) Piga Gustavo (Università Roma Tor Vergata) Porta Pierluigi (Università Milano Bicocca) Rizzi Paolo (Università Cattolica del Sacro Cuore) Romano Roberto (CGIL Regionale Lombardia e Università di Pavia) Roncaglia Alessandro (Università Roma La Sapienza) Rullani Enzo (Venice International University) Saltari Enrico (Università Roma La Sapienza) Salvadori Neri (Università di Pisa) Salvati Michele (Università Statale di Milano) Santarelli Enrico (Università di Bologna) Saraceno Francesco (OFCE, Observatoire français des conjonctures économiques) Scalera Domenico (Università Sannio Benevento) Simonazzi Annamaria (Università Roma La Sapienza) Stirati Antonella (Università Roma 3) Terzi Andrea (Università Cattolica del Sacro Cuore) Travaglini Giuseppe (Università di Urbino) Valletti Tommaso (Università Roma Tor Vergata) Valente Marco (Università dell’Aquila) Vitale Marco (Fondo Italiano d’Investimento – LIUC)

E più importante nel mondo di oggi avere la Banca Centrale che l'esercito - GZ  

  By: GZ on Venerdì 24 Ottobre 2014 12:30

#i# [Hobi: Nel momento in cui l' Italia esce dall'Euro tutte le banche italiane perdono l'accessibilità alla BCE ( e quindi le riserve ).]#/i# -- Bisogna convincersi del fatto che la Banca Centrale è onnipotente, come Dio (in ambito economico finanziario). Questo è il motivo per cui aver rinunciato ad avere la sua Banca Centrale è la radice dei mali attuali dell'Italia. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Senza la Banca Centrale uno stato e quindi una nazione è come se fosse castrata.#F_END# E più importante nel mondo di oggi avere la Banca Centrale che l'esercito, perchè le guerre vere oggi (salvo che in medio oriente), sono di tipo finanziario. Nel momento in cui l'Italia esce dall'euro la Banca d'Italia torna ad essere una Banca Centrale con i poteri di una banca centrale, tra cui quella di creare dal niente, senza costi, solo digitando degli zeri nella colonna del passivo del suo bilancio, tutte le "RISERVE" che vuole. Quindi non esiste problema di fornire "riserve" alle banche italiane in lire. E con le lire le banche possono comprare Euro. Se gli servono riserve in euro con le lire che gli da Banca d'Italia le comprano. Conseguenze negative ? beh... chiaro che questo mette un poco di pressione sul cambio della lira/euro, ma se torni alla lira dai per scontato che si svaluti no ? Cioè #F_START# size=3 color=red #F_MID#se torni alla tua valuta questa funziona come valvola di sfogo#F_END# (il tasso di cambio che fluttua è una valvola di sfogo) Non si faranno mai progressi in queste discussioni fino a quando non ci convince una volta per tutte che #F_START# size=3 color=blue #F_MID#le Banche Centrali creano il denaro senza costi dal niente#F_END#. E quindi risolvono tutti i problemi di "mancanza di risorse", "mancanza di fondi" o "mancanza di riserve" Facciamo un esempio concreto per mostrare che non sono elucubrazioni mie. I 340 economisti che questa settimana hanno lanciato un appello a Renzi e alla UE parlano di adottare un ^piano chiamato "PADRE" per risolvere il problema del debito pubblico nella UE#http://www.voxeu.org/article/padre-plan-politically-acceptable-debt-restructuring-eurozone^. Il piano consiste nel far comprare il debito pubblico che eccede il 60% del PIL (nel caso dell'Italia quindi più di metà del debito e circa 1,100 miliardi di euro) dalla BCE E cosa succede a questi titoli pubblici italiani che la BCE dovrebbe comprare ? Il piano PADRE dice che la BCE li "scambia" con altri titoli perpetui che non pagano interesse. Magia ? Un trucco del mago Merlino ? La persona normale legge queste frasi e si domanda con sospetto se sia così facile e se non ci sia sotto un trucco. Ma è invece un fatto normale: come spiegano gli economisti (340) che hanno firmato la BCE assorbirebbe 4,500 miliardi in totale di debito pubblico, di cui più di 1,000 miliardi dell'Italia e li farebbe "SPARIRE" per sempre nel suo bilancio. In teoria la BCE avrà perdite per centinaia di miliardi, come spiegano i 340 economisti. Ma in pratica la BCE se ne infischia perchè è una banca centrale e non deve risondere a nessuno se non alle leggi dei governi. E queste leggi dicono che se ne può infischiare. Le ^"Riserve" (delle banche)#https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&ion=1&espv=2&es_th=1&ie=UTF-8#q=riserve%20bancarie^ di cui parla Hobi sono conti correnti che le banche tengono presso la Banca Centrale, allo stesso modo in cui cittadini tengono dei conti correnti presso Unicredit o Banco Popolare. Ma a differenza di Unicredit o Banco Popolare la Banca d'Italia può permettersi di aumentare o ridurre le sue passività e quindi anche le sue perdite senza limiti perchè non deve rendere conto a nessuno. In pratica il suo bilancio è finto, può segnare al suo passivo 1 miliardo come 100 miliardi come 1000 miliardi e le leggi non le impongono di restituire questi soldi a nessuno, può creare passività senza limiti perchè sopra la banca centrale non c'è nessuno, se non il governo e il parlamento e questi hanno stabilito, già da un secolo e in tutti i paesi, che la Banca Centrale può creare tutto il denaro che vuole Nel momento in cui l'Italia esce dall'euro la Banca d'Italia torna ad essere in grado di creare dal niente tutto il denaro che vuole, nella forma di accrediti appunto al Tesoro o alle banche, in questo caso ovviamente accrediti in Lire. Se quindi l'Italia non avrà accesso alle riserve in euro ne creerà in lire. No problem. Una volta che l'Italia abbia di nuovo la sua banca centrale questa può ricapitalizzare le banche italiane come vuole (o fornire loro "riserve", in lire certo) ----- ^"The PADRE plan: Politically Acceptable Debt Restructuring in the Eurozone" Pierre Pâris, Charles Wyplosz 28 January 2014#http://www.voxeu.org/article/padre-plan-politically-acceptable-debt-restructuring-eurozone^ #F_START# size=2 color=darkred #F_MID#The plan involves an agency that acquires at face value a share of existing public debts and swaps them into zero-interest perpetuities. In practice, therefore, the corresponding debts are wiped out. To that effect, the agency borrows on the financial markets the amount needed to acquire the debts. ^As it pays interest on its obligations and receives no interest on the perpetuities, the agency makes losses. As it rolls over its obligations, its losses are forever. This is where the costs of the debt restructuring are borne#http://www.voxeu.org/article/padre-plan-politically-acceptable-debt-restructuring-eurozone^. Existing bondholders are fully protected, eliminating any risk of banking crisis. The agency best suited for the task is the ECB, for three main reasons. First, it is the only institution that can mobilise the required resources (in our main example, we assume that half of existing debts are bought and swapped, which amounts to some €4.5 billion). Second, ^because central banks do not have to worry about their capital, they have a unique credibility and can sustain large losses#http://www.voxeu.org/article/padre-plan-politically-acceptable-debt-restructuring-eurozone^. Third, the ECB passes on its profits to Eurozone member countries. This applies to losses as well. The way to eliminate politically unacceptable inter-country transfers requires that the ECB acquires and swaps public debts of all Eurozone member countries in proportion to each country’s share of its capital, which determines how profits and losses are passed on to governments. This feature means that over the indefinite future, each government will ‘pay back’ the ECB in the form of reduced distributed profits the total amount – in the present value sense – of the initial debt cancellation. The debt restructuring thus amounts to a transfer of the debt burden from current to future generations within each country, without any transfer from one country to another or from current debt holders. It is just a restructuring, without any giveaway. The main, and only merit is that a portion of public debts is not traded anymore. The remaining portion is moderate enough to dispel the threat of a run. ^The PADRE plan is not inflationary because it is not a monetisation of public debts#http://www.voxeu.org/article/padre-plan-politically-acceptable-debt-restructuring-eurozone^. It does not involve any money creation. The ECB borrows to acquire public debts. In practice, the ECB might use its money creation capacity to buy the public debts and then fully sterilise the money created in the first place, but the order of actions is immaterial.... #F_START# size=3 color=red #F_MID# ---- Perchè non funziona un piano del genere ? 1) alla Germania, Olanda, Austria, Finlandia non andrà mai bene (non a caso raramente trovi economisti germanici che firmano questi appelli). Perchè ovviamente la BCE dovrà comprare tonnellate di debito greco, italiano, portoghese...in proporzione maggiore di quello tedesco, olandese, finlandese... (e poi il costo che viene spalmato nel tempo indefinitivamente di rinuncia al signoraggio, quindi in qualche modo sulle future generazioni come scrivono, ricade maggiormente su alcuni paesi che altri...) 2) come scrivono i buoni 340 economisti del piano PADRE in questo modo NON ci crea moneta (ma qui bisognerebbe aprire un altra discussione...)

le obiezioni dei professori (.. bisogna creare moneta con un "escamotage"...yes) - GZ  

  By: GZ on Martedì 21 Ottobre 2014 03:53

^Il prof. Claudio Gnesutta#http://www.sbilanciamoci.info/Chi-scrive/Claudio-Gnesutta-1795^ dell'università di Roma sulla nostra proposta di ridurre le tasse creando moneta, rispondendo a Grazzini (30 anni fa insegnava a me a Modena, non ricordo più bene ora cosa. Provo ora correggere qualcosa anche io al mio ex-prof...in blu) ---- Caro Enrico, non ho letto il libro di Cattaneo-Zibordi e quindi mi scuso se interpreto male il loro pensiero (di cui comunque ho qualche notizia nel tempo). Mi permetto di far loro alcune osservazioni attraverso il testo che mi hai sottoposto perché ritengo che possa chiarire la mia personale freddezza alla loro proposta. Con queste osservazioni non voglio coinvolgere l’intera redazione. Innanzitutto, le motivazioni della proposta mi trovano più che pienamente d’accordo: qualsiasi intervento che riesca veramente ad allentare il vincolo fiscale è una essenziale e urgente. Nessun dubbio su questo, come del resto sostengo e sosteniamo costantemente. Due sono però le considerazione critiche che il tuo testo solleva. (1) La prima formale, ovvero la validità dell’affermazione “La soluzione dei CCF sarebbe giuridicamente ineccepibile”. Mi sembra che così si trascuri che l’emissione di carta moneta sia monopolio della banca centrale (europea) e che le esperienze di moneta complementare sono “tollerate” in quanto realtà (molto) locali; non credo che lo sarebbero se fossero generalizzate a un’intera nazione. Non devi trascurare che, per la nostra politica economica europea, il controllo della moneta è altrettanto stringente quanto il controllo fiscale (e non facciamoci abbagliare da Draghi). #F_START# size=3 color=blue #F_MID# E' difficile dire se emettere crediti fiscali, differiti nel tempo per il loro incasso, non possa essere impugnato in qualche sede legale a livello europeo. Il motivo però per cui sono stati pensati come crediti "differiti" (che incassi solo due anni dopo) è per evitare, per i primi due anni, che risultino in un deficit. Fino a quando non sono incassati esistono solo come certificato in tasca a qualcuno. Lo stato deve lo stesso però segnarli nel suo bilancio fin da ora in qualche modo ? Non è facile stabilirlo, quello che è certo è che non creano esborsi di cassa per due anni. Dopo due anni l'enorme stimolo che darà all'economia ridurre le tasse del 30% a chi lavora farà aumentare, probabilmente, il PIL molto più della riduzione di tasse iniziale. Non è certo, è probabile. In termini del vincolo del 3% di deficit dopo due anni può essere che il deficit aumenti in % del PIL (perchè parte del denaro non viene speso o investito, ma usato per ripagare debiti..). E in quel caso il governo italiano dirà alla UE: "..ci spiace, la previsione non era del tutto esatta, il deficit alla fine è salito oltre il 3%, sapete com'è però, le previsioni non sono mai una cosa certa.... Intanto l'economia italiana si è ripresa alla grande...Quindi non stiamo a recriminare, quello che è stato è stato...". In altre parole, devi giocare a poker con questa gente e bluffare un poco...ma per vincere devi anche avere delle carte in mano e noi cerchiamo di spiegare quali sono le carte che l'Italia può giocare #F_END# (2) Dal punto di vista sostanziale, sono d’accordo che lo stato italiano (e altri stati in difficoltà) possano emettere un “titolo” variamente definito (tasso nullo, rimborso delle imposte, ecc.) come quello previsto dai nostri due autori; ma questo non significa che sia comunque un titolo di debito e vada ad aggiungersi al debito pubblico – alla stessa stregua dei “BTP dovrebbero essere accettati dallo stato al loro valore nominale per pagare le tasse” – e quindi ricadere sotto la mannaia del fiscal compact. Per questo non comprendo le ragioni dell’affermazione che l’emissione di 200 miliardi di CCF implichi che il “rapporto deficit pubblico/PIL sarebbe positivo” In sostanza, sostenere una tale proposta può avere effetti distorsivi nel conflitto di politica economica in atto poiché fa ritenere che con qualche artificio formale sia possibile trovare una rapida soluzione alla questione sostanziale (il mix consapevolmente recessivo della politica economica europea), ma questo è un mio giudizio.. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# non so neanche io qui cosa intendesse Grazzini o Cattaneo parlando del deficit, ma la questione è quella descritta al punto precedente: si cerca di rispettare formalmente per due anni il vincolo del 3% con un escamotage. Perchè vergognarsene o averne paura ? La UE e la BCE sono sei anni che mettono in piedi "fondi salva-stati" e "programmi di liquidità" che sono degli escamotage. E non funzionano perchè si risolvono nel dare soldi alle banche o al mercato finanziario. Il nostro funzionerà perchè, spiace per il populismo qui, darà soldi alla gente direttamente. Sembra di fare ingegneria finanziaria, trucchi contabili, escamotage di bilancio ? E in che cosa consiste tutto il gioco delle Banche Centrali che ora governa il mondo... Bisogna solo giocare al gioco per vincerlo #F_END# Alcune questioni al margine. Devo ammettere che, se potesse funzionare, sarei del tutto favorevole alla proposta (personalmente ritengo che qualcosa di simile dovrebbe essere adottato nel caso dovessimo uscire dall’euro, ma questo è un altro discorso). Tuttavia due considerazioni che mi lasciano perplesso. Hanno pensato Cattaneo e Zibordi che se i BTP fossero accettati (al valore nominale!) per pagare le tasse occorrerebbe emettere altri titoli (al valore di mercato!) per coprire il deficit pubblico? #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Una volta che lo stato decreti che i BTP (o come regola permanente o come clausola da invocare in caso di bisogno) sono accettati per pagare le tasse e sempre al loro valore iniziale NON TE NE IMPORTA PIU' UN FICO SECCO DI QUANTI BTP DEVI VENDERE. Perchè il loro valore si inchioda intorno alla parità, cioè un BTP emesso a 100 quoterà anche sul mercato intorno a 100 se la gente sa che può consegnarlo sempre a 100 all'Agenzia delle Entrate. Tutti i BTP quoteranno anche a Londra o Francoforte solo con un piccolo sconto rispetto al prezzo che lo stato italiano paga, cioè 100 (quello di emissione) #F_END# Inoltre, quale significato sostanziale di politica economica assume la proposta di “assegnare gratuitamente … ai lavoratori dipendenti e autonomi … e ai datori di lavoro del settore privato” parte sostanziosa di quei 200 miliardi. Una sorta di Renzi-beneficienza al quadrato, quando il problema è l’occupazione che il settore privato non riesce a garantire; non comprendono forse che al fondo della politica economica europea è la convinzione che il settore privato (e solo lui) sia il motore della crescita e che al fondo della politica di Renzi è la sicurezza (di fatto, non a parole che quelle ne dice tante) che lo Stato nulla può fare per l’occupazione. Ma anche questo è un altro discorso. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# In Italia le imprese e gli autonomi pagano dal 60 al 70% di tasse (se le computi tutte) e i lavoratori ricevono meno del 50% dello stipendio che paga l'azienda. In Asia e presso le multinazionali le tasse sono sul 20%-25% per le imprese e fuori dall'europa le tasse sul lavoro sono circa la metà che in Italia. I costi di fare qualunque cosa in Italia sono elevati soprattutto perchè ci sono tasse ovunque specie sull'energia. Perchè non tagliarle dai 750 miliardi attuali a 600 miliardi, una volta che ci si liberi dal tabù della moneta, cioè si ridia allo stato il potere di crearne (e non solo alle banche come adesso) ? Lo stato deve però avere un ruolo maggiore nell'economia, assolutamente. Deve nazionalizzare le banche invece di "salvarle", deve tornare a dividerle in tante banche locali con l'antitrust, deve imporre che le banche abbiano non il 5% di capitale come adesso (e 95% di debito), ma almeno 30% e meglio ancora 50% di capitale in modo che non ricattino più tutti con le loro crisi dovute solo all'eccesso di leva finanziaria. Deve controllare la Banca Centrale (quando sarà possibile nell'euro e altrimenti quando si possa tornare alla nostra valuta) e imporre che questa imponga i "plafond" di credito alle banche, dirigendo il credito verso i settori produttivi e non come adesso per il 75% agli immobili, al credito consumo e ai derivati. Lo stato deve imporre far pagare tasse alle multinazionali come google, apple, yahoo, amazon che non pagano niente...Deve mettere restrizioni al commercio con la Cina. Deve fermare l'immigrazione di massa che riduce il potere contrattuale dei lavoratori... Deve anche tassare la terra e la ricchezza finanziaria cumulata e non il reddito prodotto...Lo Stato deve fare molto più e deve essere molto più forte. L'unica dannata cosa deve fare di meno è prelevare come adesso due terzi del reddito delle imprese e più di metà di quello dei lavoratori! #F_END# Per quanto mi riguarda, non ho preclusioni contro alcun strumento che possa essere utilizzato per realizzare l’obiettivo di una occupazione più ampia e più stabile, ma credo che lo si debba sempre valutare con il riferimento al contesto in cui si opera e alla sua specifica efficacia (rispetto all’obiettivo). A mio avviso – ma in queste cose gli errori sono sempre possibili – la proposta non mi sembra tenga conto né del contesto politico e istituzionale in cui si inserisce, né, laddove dovesse (con molta improbabilità) trovare applicazione, in grado di raggiungere gli obiettivi (che io ritengo rilevanti). Mi scuso per la lunghezza del mio commento e, sempre con stima per il tuo impegno, ti saluto con molta cordialità. Claudio

Una riduzione di tasse funziona solo se è PERMANENTE - GZ  

  By: GZ on Martedì 21 Ottobre 2014 03:34

come tradurre in pratica i concetti economici (quelli corretti, non le solite palle sul debito e l'euro che vedi sui giornali) ? Ridurre le tasse innanzitutto. Come, che non abbiamo le risorse, i soldi, e poi il debito... ? Ehi... sveglia, lo sai che lo stato avrebbe il potere di creare moneta ? (tramite la banca centrale se ce l'ha, oppure creando crediti fiscali, oppure nazionalizzando delle banche e facendole prestare allo stato...) Questa è la risposta corretta in prima battuta, ma in seconda battuta è una risposta #F_START# size=3 color=blue #F_MID#"statica"#F_END# , mentre in realtà l'economia e la vita sono #F_START# size=3 color=blue #F_MID#dinamiche#F_END# , si muovono nel tempo con effetti cumulativi e dipendono anche dalle aspettative o idee che la gente si fa, ad esempio sulle intenzioni del governo e il pubblico (perlomeno quello con del denaro) cerca di anticipare l'inflazione, la svalutazione o il default, complicando così le cose e dando motivo di scrivere papers di economia. Negli ultimi 30 anni in economia si sono infatti vinte le cattedre e pubblicati papers e libri studiano queste due cose: gli effetti dinamici e le aspettative. La visione Keynesiana standard e naive, che basta fare deficit e aumentare la spesa pubblica facendo così aumentare la domanda per tenere su l'economia è stata criticata a fondo perchè non terrebbe conto della #F_START# size=3 color=blue #F_MID# dinamica delle aspettative#F_END# (e del debito). (Non che interessi qui, ma la conseguenza di questa critica è che i "keynesiani" noti di oggi, tipo Krugman, se guardi i loro modelli in realtà non seguono più Keynes ...) Andiamo al pratico: se il governo fa deficit sempre maggiori e accumula debito e poi tassa sempre di più e le famiglie e imprese pure accumulano debito... quando per la prima volta provi a ridurre un poco le tasse scopri che non funziona come pensi. Perchè la gente non usa i soldi per spendere e investire, ma li risparmia o usa per ripagare i debiti... Come si deve fare allora ? Ok, noi proponiamo innanzitutto di ridurre le tasse non di mezzo miliardo come Renzi con il bonus famiglie di ieri, ma di 150 o 200 miliardi. C'è una soglia oltre la quale il denaro che circola nell'economia di nuovo è sufficiente a restituire la fiducia e la gente lo spende. Il problema comunque esiste. Supponiamo che un nuovo governo riduca di 150 mld nel 2015 le tasse, emettendo 150mld di crediti fiscali, differiti al 2017 come incasso (la proposta dei CCF). L'effetto sul PIL nell'anno successivo può essere di far aumentare il PIL solo di 100 miliardi ("moltiplicatore fiscale, come si sul dire, < 1"). Questo perchè le famiglie e le imprese italiane, che hanno accumulato circa 2,000 miliardi di debiti ora, quanto lo stato, e hanno sofferto sei anni di depressione, non si fidano all'inizio a spendere e investire i soldi che si ritrovano. E' possibile e sarebbe comprensibile che quando un nuovo governo annunci questo clamoroso taglio delle tasse le famiglie e le imprese non credano del tutto a quello che viene promesso . Per cui gli italiani preferiscano utilizzare buona parte dei soldi che si ritrovano grazie alla mega riduzione di tasse di 150 miliardi, per ripagare debiti o anche risparmiare. Questo è più o meno quello che è successo in Giappone, dove si sono fatti enormi deficit pubblici, finanziati a tassi di interesse vicini a zero, ma l'effetto "moltiplicativo" sull'economia è stato debole. Supponiamo che questo accada anche in Italia e accada più o meno anche il secondo anno, nel 2016 (perchè la riduzione di tasse di 150 mld che si propone non è una tantum, è permanente, quindi sia nel 2015 che nel 2016) Bene, in questo caso, l'effetto di emettere 150 mld di crediti fiscali in un anno, non sarà sufficiente per riportare l'economia al livello di produzione e occupazione che si ipotizzava e quando i 150 mld di crediti emessi nel 2015 vanno all'incasso, cioè la gente li utilizza per pagare le tasse nel 2017, in quell'anno, il 2017, si aprirà un buco nel bilancio, un deficit pubblico molto maggiore di quello ipotizzato, diciamo ad esempio di 90 miliardi di euro, invece dei 45 miliardi circa attuali. Che male c'è ? Nei confronti della UE questo ovviamente sarà un problema, ma solo di facciata. Il governo italiano dirà che #F_END# #F_START# size=3 color=blue #F_MID#:"oops... ci spiace tanto, ma il taglio delle tasse non era sufficiente come dimensione o più probabilmente non si è riusciti a convincere il pubblico che è un taglio di tasse permanente, per cui gli italiani temendo che non si ripetesse l'anno dopo e non fidandosi, hanno usato i soldi per ripagare debiti o li hanno risparmiati in percentuale maggiore di quella prevista...Dite che ora il deficit pubblico è al 6% ? Fateci controllare...Beh è vero.... ma di previsioni non esatte però anche voi della UE e BCE ve ne intendete parecchio, no ? finora non ne avete mai azzeccata una... per cui non metteteci in croce ora per un piccolo scarto di deficit... Non vedete che l'economia però è migliorata di colpo ? Fidatevi di noi....basta che insistiamo e vedrete che una volta che gli italiani si convincono che il taglio delle tasse è permanente e non verrà cancellato questi soldi verranno utilizzati...fidatevi..."#F_END# Nei confronti del mercato finanziario invece il problema sarebbe più serio, perchè questi lupi mannari potrebbero vedere nel 2017 (o prevedere fin da adesso) deficit pubblici dell'8% o 10% del PIL per l'Italia e scatenare un attacco speculativo ai BTP. Ma come si è spiegato, abbiamo la contromossa pronta: lo stato italiano avrà anche dichiarato per decreto che i BTP sono accettati alla pari per ripagare le tasse, per cui la loro quotazione non di discosterà di molto dalla parità. E se non bastasse, lo stato italiano può nazionalizzare un paio di banche, ritirandole dalla borsa e far comprare loro titoli di stato, contando sul fatto che questo non richiede, per le regole di Basilea, di mettere da parte più riserve o più capitale. Cioè in pratica una banca pubblica (non quotata in borsa) può comprare titoli pubblici senza vincoli, perchè le vengono conteggiati a bilancio come "asset" a rischio zero e che di conseguenza non richiedono più capitale o riserve. E se la nazionalizzi te ne puoi infischiare delle "reazioni del mercato" perchè non è più quotata in borsa. Bisogna mettersi in testa che SE I BTP E I TITOLI BANCARI NON FLUTTUANO DI PREZZO ALLORA TE NE PUOI FREGARE DI QUELLO CHE DICONO ALL'ESTERO E per l'economia reale italiana, se il primo o secondo annno il mega taglio di tasse da 150 mld viene usato in buona parte per ripagare debiti e risparmiere vuole solo dire che devi insistere, che devi continuare, forse anche aumentarlo, ma soprattutto devi convincere la gente che è una riduzione di tasse permanente. Tra parentesi, la differenza tra quello che propongono Giavazzi e Tabellini ora quando dicono di fare deficit pubblici addizionali di 80 miliardi e rotti facendoli finanziare dalla BCE non è solo che la loro idea è utopistica (la BCE non lo farà...). Se li leggi, vedi che da bravi economisti ortodossi, dicono che è una riduzione di tasse TEMPORANEA, non permanente. E quindi non ha molto senso, perchè la gente la userà più che altro per ripagare debiti e risparmiare un poco di soldi, sapendo che poi dopo un paio di anni si ritorna all'oppressione fiscale attuale Conclusione: è ovvio che una drastica riduzione di tasse, la prima tra l'altro della storia dell'Italia moderna, sarebbe un fatto i cui effetti sono difficili da prevedere perchè appunto NON ESISTONO PRECEDENTI NELLA STORIA o quasi. Finora tutti gli aumenti di moneta dello stato finivano in spesa pubblica, erano più graduali e la gente non era indebitata come adesso. Può benissimo essere che nel primo o secondo anno l'effetto sulla produzione, reddito e occupazione sia attenuato dal fattore di aspettative, dal pessimismo della gente. Ma questo significa solo appunto che devi essere convincente ed insistere e spiegare che si tratta di un aumento di moneta PERMANENTE

Se riduci le tasse di 150 miliardi il reddito nazioale aumenta di più di 150 miliardi ? - GZ  

  By: GZ on Martedì 21 Ottobre 2014 02:03

IL nostro amico ^Enrico Grazzini#http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/egrazzini/^ si chiede:#F_START# size=3 color=verde #F_MID# " come assicurare i nostri interlocutori che "il moltiplicatore fiscale è davvero maggiore di uno" in modo che i CCF non si trasformino in debito? Questo è ovviamente un altro grande punto critico, forse il maggiore..."#F_END# [traduzione dal gergo economico all'italiano: #b#se riduci le tasse di 150 mld, ma il reddito nazionale non aumenta di più 150 mld, allora il deficit pubblico aumenterà in % del PIL. Ma non hai promesso che invece tagliando le tasse il PIL aumenta tanto da coprire il deficit ?...] #/b# La risposta sintetica sarebbe che NON HA NESSUNA IMPORTANZA, perchè #F_START# size=3 color=blue #F_MID#come dice Warren Mosler i titoli di stato sono solo "crediti fiscali non spesi"#F_END# . Se riduci le tasse emettendo crediti fiscali differiti (non spendibili subito), stai creando in pratica "moneta", ma anche i BTP in pratica sono "moneta". Bisogna spiegare la radice dell'imbroglio: perchè 'azzo lo stato deve andare a trovare denaro per ripagare i BTP, quando in realtà sono loro stessi "denaro" ? Cosa si intende con questo ? Che il denaro che hai in banca vale sempre 100 quando ne depositi 100 solo perchè sotto sotto lo stato "garantisce" le banche. Altrimenti i tuoi 100 euro in banca possono valere 50. Ma i titoli di stato pagano interesse... EHI... #F_START# size=3 color=BLUE #F_MID#TI SEI ACCORTO CHE IN TUTTO IL MONDO ORA I TITOLI PUBBLICI NON PAGANO INTERESSE O QUASI ? SAI PERCHE' ? PERCHE' CI SI E' RESI CONTO CHE SONO MENO RISCHIOSI CHE TENERE IL DENARO IN BANCA !#F_END# Ma in realtà i 1,4000 miliardi di soldi in banca (nei conti correnti) in Italia sono una finziona contabile che mantiene il suo valore di 1,400 miliardi solo perchè si suppone che in qualche modo in caso di bisogno lo stato li fornisca alle banche. E prima della crisi era solo una teoria, ora si è visto che è una realtà. Di conseguenza la gente non chiede più interessi in pratica sui titoli di stato dei paesi che hanno una banca centrale. E ne chiede un poco sui titoli pubblici di paesi come l'Italia solo perchè non hanno più una banca centrale Cioè lo stato alla fine garantisce sia i BTP che il tuo saldo in banca. Perchè nel caso non lo avessi ancora capito i tuoi soldi una volta depositati in banca non ci sono più, sono stati prestati in giro... L'unico denaro vero sono i contanti, poi i titoli pubblici e ultimi i saldi in banca. La cosa ridicola è che con i saldi del conto in banca si suppone che finanzi lo stato !!!! 'azzo, il tuo saldo in banca mantiene il suo valore solo perchè c'è dietro lo stato... Se, come proponiamo noi, lo stato emette 150 mild l'anno di crediti fiscali differiti come nuovo tipo di "euro" ("euro-italiani"), lo stato è come se avesse emesso BTP. BTP di tipo speciale, che mantengono sempre il loro valore iniziale, emessi a 100 valgono sempre 100, ma non pagano interesse e non fluttuano di prezzo. Se allora lo stato dichiara che anche i BTP veri e propri mantengono sempre il loro valore, perchè li accetta per pagare le tasse alla parità, allora hai chiuso il cerchio. #F_START# size=3 color=red #F_MID#Finanzi i deficit con moneta#F_END#, cioè una finzione contabile che mantiene sempre il suo valore iniziale per lo stato, emessa a 100 vale sempre 100 (in Italia per lo stato) e non fluttua di valore. E non paga interessa. Ehi... #F_START# size=3 color=red #F_MID#vogliamo che si emetta moneta e non debito! OK ? Moneta e non Debito#F_END#. Stiamo solo inventando dei modi per creare moneta all'interno della struttura dell'Euro!

di quale disturbo della personalità soffrono ? - GZ  

  By: GZ on Domenica 19 Ottobre 2014 01:27

Ieri la Lega ha portato ^40mila persone in piazza contro l'immigrazione di massa#http://www.lastampa.it/2014/10/18/italia/politica/lega-nord-migliaia-in-piazza-contro-i-migranti-JEgw8Q7FJ9YuUIJKwNXm3K/pagina.html^. La Lega è l'unico partito (rilevante) che manifesta contro l'invasione dell'Italia da parte di milioni di africani, cinesi, arabi, nordafricani, pakistani, ecuadoregni e ogni altra etnia del pianeta che si sta riversando sulla nostra penisola. Gli italiani che invece ieri hanno manifestato assieme ad africani, cinesi, arabi, nordafricani, pakistani, ecuadoregni... sotto sigle come ^"Milano Meticcia e Antirazzista"#http://www.ilgiorno.it/milano/manifestazione-antirazzista-milano-meticcia-1.315186^, di quale disturbo della personalità soffrono ? Bisogna essere più precisi: gli italiani CHE#F_START# size=4 color=black #F_MID# PUR NON ESSENDO RICCHI#F_END#, invece manifestano assieme agli africani, cinesi, arabi, nordafricani, pakistani, ecuadoregni... a favore dell'immigrazione di massa di quale sindrome o disturbo soffrono ? Perchè se sei ricco, se ad esempio impieghi molte persone per servizi domestici o per il tuo business, il fatto di avere a disposizione in abbondanza di manodopera di tutte le razze fa sì che li puoi pagare quattro euro all'ora. Se non ci fosse l'immigrazione ci sarebbe meno manodopera a disposizione e dovresti pagarla di più. Se sei ricco e vuoi arricchirti ancora è quindi comprensibile che tu sia a favore dell'immigrazione #ALLEGATO_3# Il problema è che l'Italia (e l'occidente) sono sotto il dominio di mass media che ripetono ogni giorno che senza immigrati manca la manodopera e l'economia ne soffre... Se provi a studiare la storia economica scopri che alla fine del 1300 la peste nera ridusse di un terzo la popolazione in Europa e quindi ridusse di un terzo e improvvisamente la manodopera disponibile. La malattia uccideva le persone ma non distruggeva il capitale e gli storici hanno rilevato che di conseguenza i salari aumentarono in modo drammatico in Europa dalla fine del 1300 alla fine del 1400, prima che la popolazione tornasse ad aumentare e la scarsità di manodopera creata dalla peste nera si attenuasse. #i#(se guardi ad esempio questo studio in Inghilterra vedi ^aumenti medi dell'80% dei salari dal 1350 in poi a causa della scarsità di manodopera#https://politicalscience.stanford.edu/sites/default/files/workshop-materials/cp_peters.pdf^, tabella 5).#/i# Come tutti dovrebbero sapere il 1400 fu l'epoca del "Rinascimento" forse il periodo più fortunato e felice che l'Italia ad esempio abbia mai conosciuto. Per cui non sembra che la scarsità di manodopera e il conseguente aumento dei salari (per la legge della domanda e dell'offerta) sia una disgrazia. Quindi ripetiamo la domanda: gli italiani CHE PUR NON ESSENDO RICCHI, invece manifestano assieme agli africani, cinesi, arabi, nordafricani, pakistani, ecuadoregni... ecc... a favore dell'immigrazione di massa di quale sindrome o disturbo soffrono ? Il Masochismo sicuramente, questo è ovvio, ma il masochismo va contro la legge dell'evoluzione della specie, una specie che si comporti in modo masochista scompare. Quindi resta l'interrogativo: è possibile che una maggioranza di una specie umana si comporti in modo masochista e voglia inconsciamente la propria autodistruzione ? #ALLEGATO_1# #ALLEGATO_2#

Se continua così o fai default o ritorni alla lira - GZ  

  By: GZ on Venerdì 17 Ottobre 2014 12:50

Il piccolo assaggio di crash sui titoli bancari, sugli indici di borsa e sui bonds greci e portoghesi (e i primi scricchiolii sui bonds italiani e spagnoli) degli ultimi giorni indica che il conto alla rovescia è iniziato. Per chi fosse distratto: #i# ...il governo parla di TFR e poi se lo rimangia, di privatizzazioni e poi le lascia perdere, di "spending review" per tagliare sprechi e poi il commmissario incaricato, Cottarelli, si dimette e se ne va perchè non se ne fa niente, di mitici interventi da 1,000 mld della BCE e poi Draghi ammette che non sa quanti siano e le banche alla fine ne prendono 30 o 40 e ci comprano solo BTP.... Grillo dal palco invita a vendere bonds delle banche italiane e togliere soldi dalle banche oltre il limite garantito dallo stato e si butta per il ritorno alla Lira. In Grecia provano a dire che forse possono togliersi di dosso la Troika e due giorni dopo il debito greco è schizzato dal 6% al 9% e si devono rimangiare tutto...gli arabi comprano proprietà e aziende, si svendono aziende buone e aziende cattive italiane a tutti, ^i cinesi passano, comprano 8 miliardi di aziende italiane a prezzi di saldo#http://www.formiche.net/2014/10/15/cina-italia-forchielli/^ e il cazzaro giubila#/i# E' evidente leggendo queste notizie e anche guardando le prime crepe che si aprono nei famigerati "Mercati", che #F_START# size=3 color=black #F_MID#il conto alla rovescia è iniziato#F_END#. Draghi con le sua promesse e "misure di liquidità" lo ha solo rimandato di due anni. Si possono fare allora due cose: 1) andare al ribasso degli "asset" europei (banche, borse, bonds, euro..ma specie i bonds) 2) spiegare in giro che è veramente venuto il momento di darsi una mossa. Per il punto 1) si consiglia sempre di comprare e tenere fino a marzo qualcosa come il Lyxor ETF BTP short e in genere vendere short di nuovo appena questo rimbalzo tra una settimana finisce. Per il punto 2), assieme a: ^Marco Cattaneo#http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/^ con cui si è scritto questo libro, ^Biagio Bossone#http://www.economonitor.com/blog/author/bbossone/^ (che continua a pubblicare paper e articoli, pur andando in giro per il mondo per il Fondo Monetario, vedi ^qui su EconoMonitor ieri#http://www.economonitor.com/blog/2014/10/to-g-20-leaders-urgent-need-to-boost-demand-in-the-eurozone/^ e anche ^qui su Vox.eu#http://www.voxeu.org/article/helicopter-money-today-s-best-policy-option^ due settimane fa), ^Enrico Grazzini#http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/egrazzini/^ (che scrive sul "Fatto", "Micromega" e ha diverse pubblicazioni e saggi all'attivo di politica ed economia), ^Stefano Sylos Labini#http://www.syloslabini.info/online/author/sylos-labini-s/^ (di cui vedi ad esempio il suo ^bel libro con Giorgio Ruffolo del 2012#http://www.einaudi.it/libri/libro/giorgio-ruffolo-stefano-sylos-labini/il-film-della-crisi/978880621426^ con Einaudi) e anche aLl'ottimo Mosler (che si è appena prodotto in una sorta di ^"Manifesto per il tasso di interesse a zero"#http://moslereconomics.com/2014/10/13/there-is-no-right-time-for-the-fed-to-raise-rates/^ tre giorni fa, stiamo provando a scrivere un "Manifesto" che indichi un Alternativa per l'Italia. Il punto di partenza è rendersi conto che oggi in sud-Europa e in Italia ci sono due alternative reali alla politica attuale di austerità distruttiva:: #F_END# il default parziale sul debito o il ritorno alla lira#F_END# e devi partire da queste per spiegare perchè invece ne proponi un alternativa nuova, diversa e migliore (In teoria ci sarebbe anche quella del "aumentiamo i deficit pubblici dal 3 al 6% o 8% chiedendo alla BCE di finanziarli inj qualche modo, con il consenso di tutti", ma è utopistico e velleitario perchè i paesi nordici non hanno mai dato il minimo segno di voler socializzare i debiti e anzi vanno nella direzione contraria). Quello che invece è probabile anzi certo che accada con Renzi, Padoan e soci è una di queste due cose: 1) #F_START# size=3 color=blue #F_MID#non pagare il debiito, "la ristrutturazione del debito". il default parziale#F_END# come propone Syriza che è la lista di sinistra di riferimentio oira nel sud-europa e come propone Lucrezia Reichilin che è stata la capo economista della BCE ed è forse l'economista italiano più prestigioso (Padoan e Giavazzi sono vecchiotti, Allesina eZingales sono in realtà economisti AZIENDALI se guardi ai loro lavori, la Reichlin è un economista monetaria) ^Lucrezia Reichlin: «Il debito pubblico va ristrutturato e, in parte, anche cancellato»#http://www.alanfriedman.it/il-debito-pubblico-va-ristrutturato-e-in-parte-anche-cancellato-proposta-choc-di-lucrezia-reichlin-2/#sthash.8ArXGznI.dpuf^. Se leggi cosa hanno detto anche al convegno sul debito del Corriere delle Sera di fine giugno anche altri come Tabellini ne hanno parlato. Alla Germania una soluzione del genere, ora che le banche tedesche non hanno più quasi debito greco, spagnolo, italiano e portoghese, in ultima analisi può anche andare bene, perchè l'alternativa è.... 1).... #F_START# size=3 color=blue #F_MID# la rottura dell'Euro e ritorno a valute nazionali#F_END# (o blocchi di valute omogenee), come propongono Alternative fur Deutschland, la Marine Le Pen, la Lega, e la Meloni e ora anche il M5S. Ora che Grillo e Casaleggio ^si sono buttati sul referendum e contro l'euro#http://vocidallestero.blogspot.it/2014/10/telegraph-in-italia-e-cominciata-la.html^ hai tre partiti con il 35% circa dei voti per il ritorno della Lira. Questi sono i partiti in crescita oggi e nei sondaggi in Italia circa il 40% è per il ritorno alla lira (vedi quello PEW del Wall Street Journal recente), per cui sta piano piano diventando una possibilità reale. Soprattutto però perchè ad un certo punto ci si renderà conto che l'alternativa è il default. Questa è la situazione e queste saranno alla fine le alternative reali che il governo, la UE e i partiti maggiori non vogliono ammettere e che cercano di postporre, tergiversando, menando in can per l'aia e lasciando incacrenire tutto. In parole semplici semplici, se continui così, con Renzi che parla di un 2,9% invece di un 2,2% di deficit come grande obiettivo, entro due anni massimo hai il crac e #F_START# size=3 color=red #F_MID#o fai default o ritorni alla lira#F_END# Se capisci che sei avviato o al default o al ritorno alla lira (e in modo molto traumatico) e sei un cittadino italiano con residenza, affetti e effetti personali in Italia, dovresti darti una mossa per trovare una terza alternativa, realistica, che possa essere proposta subito. Che sia meglio del ritorno alla lira e che, restando invece ancora nell'euro (PER ORA), consenta di evitare il default. Bisogna però partire dal fatto che queste, date le poltiche distruttive seguite finora, al momento sono le due uniche alternative reali per l'Italia Bisogna spiegare bene che se si continua così, si dilaziona solo il giorno in cui fai un default, come dice la Reichlin o Siryza oppure ritorni alla lira come dicono Bagnai, Borghi,Salvini, Meloni e Grillo.... #F_START# size=3 color=blue #F_MID#(perchè il ritorno alla lira proposto dai politici e professori di cui sopra non è la soluzione buona ? Perchè l'Euro in realtà, se capisci come funziona veramente il suo meccanismo, può essere utilizzato dall'italia per espandere la moneta (e ridurre le tasse), venendo però appunto protetti dalla moneta unica. Questo richiede un azione in proprio da parte del governo italiano senza chiedere niente alla BCE, semplicemente utilizzando il suo potere fiscale, di accettare pagamenti per le tasse. Una volta che un governo emetta crediti fiscali dilazionati e accetti i BTP per pagare le tasse di fatto ha creato "euro-italiani"... Per altri dettagli vedi le centinaia di post pubblicati qui a riguardo, nonchè anche il libro con Hoepli di sei mesi fa.... Questo "piano" è molto più semplice, meno rischioso e più immediato da attuare che non il ritono alla lira#F_END# )

Giorgio Ruffolo e Sylos Labini hanno avuto la stessa nostra idea (ispirandosi a Hjalmar Schacht nella Germania degli anni '30...) - GZ  

  By: GZ on Lunedì 06 Ottobre 2014 23:37

Alla BCE e alla UE NON PIACE PER NIENTE un piano con cui l'Italia crei 200 o anche 100 o anche solo 50 mld di moneta e vi si opporrà, citando qualche interpretazione della lettera o dello spirito trattati. Del resto, se non fosse così, la BCE e la UE avrebbero autorizzato già da tempo la creazione di moneta per finanziare deficit no ? Invece, come si è visto anche questo mese, autorizzano solo la creazione di moneta DA PRESTARE (da parte delle banche), cioè autorizzano in pratica solo più debito. E' esattamente perchè alla BCE e alla UE NON VA che un paese come l'Italia crei moneta che occorre inventarsi un sistema per farlo anche senza dover prima tornare alla lira e avere di nuovo Banca d'Italia in grado di creare lire. Il nostro libro illustra #F_START# size=3 color=blue #F_MID#come fare a creare moneta da parte dello stato italiano anche senza che la BCE e la UE siano d'accordo#F_END# . In che modo ? Beh... semplice, lo stato italiano può accettare come tasse quello che vuole e dato che lo stato assorbe di tasse metà del PIL, se lo stato riduce le tasse del 10% del PIL ha creato moneta... e se accetta i BTP per pagare le tasse ha creato moneta.... Questa moneta saranno "euro italiani", quotati ovviamente in euro, ma valevoli solo in Italia perchè con questi crediti fiscali e i BTP "a valenza fiscale" ci paghi le tasse in Italia e non li puoi usare per pagare un albergo a Parigi ad esempio #F_START# size=3 color=blue #F_MID#La STESSA IDEA nostra l'hanno avuta GIORGIO RUFFOLO E STEFANO SYLOS-LABINI due anni fa in un libro di Einaudi. #F_END#. Anche loro si sono ispirati al metodo adottato da Hjalmar Schacht nella Germania degli anni '30. Ruffolo (ex ministro socialista) e Sylos Labini (figlio del celebre economista Paolo) sono più noti di noi e lo stesso finora sono stati ignorati, tanto è vero che, pur leggendo parecchio, io mi accorto solo oggi del loro libro (perchè Enrico Grazzini, che ha scritto questa lunga recensione del "Fatto" sul nostro libro, me lo ha segnalato). Bisogna solo aspettare un altro poco che la crisi raggiunga il punto di cottura e poi si sarà costretti in Italia a trovare veramente una soluzione alla crisi economica e, a logica, #F_START# size=3 color=BLUE #F_MID#l'unica è CREARE MONETA PER RIDURRE LE TASSE#F_END# --- ^"E i Bot come moneta complementare per rilanciare l'economia ?"#http://www.huffingtonpost.it/daniele-scalea/e-i-bot-come-moneta-complementare-per-rilanciare-leconomia_b_4351960.html^, 28/11/2013 Huffington Post La contestazione più frequente in cui incappa chi critica l'attuale modello economico del capitalismo finanziarizzato (vedi qui e qui), è quella secondo cui non vi sarebbe comunque alcuna alternativa preferibile o misura concreta che si possa prendere per cambiare lo status quo. Non è così. Ad esempio #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini #F_END# , nel loro Il film della crisi, pubblicato esattamente un anno fa da Einaudi, hanno accennato a una possibile soluzione basata sul concetto di moneta complementare. Andiamo però con ordine. La mutazione del capitalismo cui si riferisce il sottotitolo del libro è quella occorsa, tra gli anni '70 e gli anni '80 del secolo scorso, quando secondo gli Autori si ruppe l'intesa tra capitalismo e democrazia. Quell'intesa, che aveva garantito la ricostruzione postbellica e il più sostenuto ciclo di sviluppo economico della storia, si fondava su due compromessi. Il primo era che alla libera circolazione delle merci non corrispondeva la libera circolazione dei capitali, permettendo così allo Stato e al Lavoro di trattare alla pari col Capitale. Il secondo si sostanziava nell'interpretazione dell'impresa come ente socialmente responsabile. La mutazione ha dunque luogo nel ripudio di quei due compromessi da parte del Capitale. (Si potrebbe ricordare qui la celebre battuta di Warren Buffett, uno degli uomini più ricchi del mondo, secondo cui la lotta di classe c'è, ma la sta conducendo - e vincendo - la classe dominante). Forzando la mano alla Politica e stimolando un mutamento culturale profondo nella società, il Capitale è riuscito a ottenere la libera circolazione dei capitali e la deresponsabilizzazione delle imprese votate solo alla massimizzazione del valore per gli azionisti (e non più alla produzione di ricchezza reale). Di fronte alla crisi del modello finanziarizzato basato sul debito (descritto dagli Autori ma su cui qui non ci soffermiamo, avendone già parlato di recente), Ruffolo e Sylos Labini cercano nella storia un modello da cui trarre ispirazione. Vi fu infatti un paese che, in preda a una crisi finanziaria, economica e sociale apparentemente esiziale, riuscì in pochissimi anni a riprendersi, raggiungere la piena occupazione (dal 20% di disoccupati che aveva) ed affermarsi come una delle prime potenze produttive e tecnologiche del mondo. Purtroppo quell'esempio non è tra i più facili da proporre, trattandosi della Germania anni '30. Tuttavia, né Ruffolo (ex ministro socialista) né Sylos Labini (figlio del celebre economista Paolo) sono sospettabili di simpatie per l'estrema destra. Inoltre, come osservò Keynes proprio commentando questo caso, il fatto che un "un metodo sia stato usato a servizio del male non deve impedirci di vedere il vantaggio tecnico che offrirebbe al servizio di una buona causa". #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Il metodo in questione è quello adottato da Hjalmar Schacht, ministro tedesco dell'economia tra il 1934 e il 1937#F_END# (per la cronaca, Schacht cadde poi in disgrazia agli occhi di Hitler, che lo fece anche imprigionare nel 1944, e fu assolto a Norimberga). La Germania doveva affrontare allora sia la recessione - disoccupazione al 20%, casse statali vuote - sia la crisi mondiale - fine degl'investimenti dall'estero, richiesta di pagamento delle riparazioni, attacchi speculativi sulla moneta - sia vincoli esterni - le potenze vincitrici avevano imposto a Versailles una serie di parametri finanziari che la Germania doveva rispettare. Sia per aggirare i vincoli imposti dall'esterno, sia per stimolare la domanda senza creare inflazione, Schacht ricorse alle obbligazioni MEFO. La MEFO altro non era che una compagnia statale di facciata, inesistente in realtà ma necessaria per emettere queste obbligazioni per conto della Banca Centrale. Le obbligazioni servirono a pagare commesse statali all'industria: grazie all'escamotage il programma d'investimento non richiedeva né di drenare risorse dall'economia, già depressa, con nuove tasse, né d'indebitarsi sui mercati finanziari internazionali. Grazie alla fiducia verso lo Stato, le obbligazioni MEFO furono anzi rinnovate alla loro scadenza e cominciarono ad essere usate dalle imprese per i pagamenti reciproci, alleviando così la carenza di liquidità. Schacht provvide anche a rendere inconvertibile il marco, sottraendolo alla speculazione (le obbligazioni MEFO erano già utilizzabili solo in Germania). Il commercio estero coi paesi fornitori di materie prime era comunque condotto in marchi (la crisi internazionale della domanda permetteva a Berlino di trattare da una posizione di forza), sicché i paesi che commerciavano con la Germania si trovavano poi a reinvestire i marchi (non convertibili) nell'acquisto di prodotti finiti tedeschi - un rapporto che si configurava come una sorta di baratto internazionale. Ispirandosi anche alla politica di Schacht in un contesto di forza lavoro inutilizzata, scarsità di moneta nell'economia reale e vincoli di bilancio imposti dall'esterno, Ruffolo e Sylos Labini ipotizzano di utilizzare i Bot come moneta complementare negli scambi e negli investimenti. Prerequisito è che il debito sia trasformato in debito interno, per non dipendere più dai mercati finanziari; una dinamica già in atto dal momento che la quota di debito pubblico italiano collocato all'estero sta crollando rapidamente. Che tale proposta sia davvero praticabile e risolutiva o meno, ciò che davvero colpisce è come le ricette alternative per uscire dalla crisi siano ad oggi ancora escluse dal dibattito pubblico. Quasi che le ricette ortodosse, che la crisi l'hanno provocata e continuano ad aggravarla, siano le sole mai formulate.

Micromega dice che la nostra soluzione è la più convincente e praticabile - GZ  

  By: GZ on Giovedì 02 Ottobre 2014 01:06

^Micromega#http://temi.repubblica.it/micromega-online/^, la rivista della sinistra intellettuale, che tra parentesi è parte di Repubblica, ha in prima pagina ^un lungo articolo di Enrico Grazzini#http://temi.repubblica.it/micromega-online/come-uscire-dalla-crisi-senza-uscire-dalleuro/^, giornalista economico e saggista che ha scritto sul Corriere e il Manifesto tra gli altri e ha ora un blog ora sul Fatto. L'articolo è dedicato al nostro libro e inizia dicendo: #i# "... la proposta avanzata nel libro “Soluzione per l'euro. 200 Miliardi per rimettere in moto l'economia Italiana” di Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi (Hoepli) #F_START# size=3 color=black #F_MID#è forse la più convincente e praticabile finora suggerita#F_END#. Vediamo perché...."#/i# leggi qui l'articolo di Grazzini ------ ... La proposta dei Certificati di Credito Fiscale In tutta Europa, e in particolare nei paesi del sud Europa, c'è crisi di domanda e di liquidità. Per uscire dalla trappola della liquidità è necessario creare nuova moneta che arrivi all'economia reale, al mondo del lavoro e delle imprese. Secondo Cattaneo e Zibordi, lo Stato italiano dovrebbe riprendere almeno parte della sua sovranità monetaria confiscata dall'euro grazie ai poteri che gli rimangono nel campo della fiscalità: dovrebbe quindi emettere miliardi di Certificati di Credito Fiscale da far valere dopo un certo periodo di tempo ma con valore immediato come moneta (cioè come mezzo di pagamento). L'iniezione di liquidità servirebbe a contrastare l'austerità imposta dalla UE e dal sistema bancario. Infatti le banche – che creano il 95% della moneta in circolazione – hanno smesso di fornire liquidità. Solo la BCE cerca di dare ossigeno alla moribonda economia europea per salvare l'euro e sé stessa: ma la BCE distribuisce soldi solo alle banche. Il problema è che le banche trattengono i denari e li investono in titoli finanziari. In questo contesto è lo stato nazionale che nei paesi più deboli, come l'Italia, dovrebbe intervenire emettendo i CCF, cioè una sorta di buoni sconto fiscali ad uso differito. La nuova moneta creata dallo stato per alleviare il peso fiscale dovrebbe arrivare direttamente e gratuitamente al lavoro e alle aziende senza passare dalle banche. Lo shock monetario creerebbe immediatamente nuova domanda senza provocare nuovi debiti e iper-inflazione perché rilancerebbe la produzione e l'occupazione sfruttando tutte le risorse che sono gravemente sottoutilizzate a causa della politica deflattiva dell'euro; e alla fine anche il debito pubblico diventerebbe sostenibile. Per l'Italia in particolare Cattaneo e Zibordi propongono una terapia d'urto, ovvero di rilanciare la domanda grazie all'emissione di CCF per 200 miliardi all'anno nel 2015 e nel 2016 in modo che l'economia possa riprendersi dalla crisi verticale in cui è precipitata, pur rimanendo vincolata da un sistema rigido ed iniquo come quello dell'euro. Infatti l'euro è strutturalmente inefficiente e genera inevitabilmente crisi e deflazione: secondo gli autori (e anche per chi scrive) la crisi dell'euro, partita nel 2010, ci sarebbe stata comunque, anche senza l'innesco della crisi dei subprime scoppiata negli USA nel 2008. Cattaneo e Zibordi, che si ispirano a J. M. Keynes e ai più avanzati studiosi della moneta e della finanza, hanno bene in mente che la moneta unica tra 18 paesi molto diversi tra loro genera intrinsecamente disastri, e che è la causa di gran lunga prevalente del disastro europeo. L'Italia – come gli altri paesi mediterranei – è tragicamente regredita a causa dell'ingresso nell'eurozona, e la crisi rischia di diventare irreversibile. Purtroppo i problemi monetari e finanziari sono spesso stati sottovalutati dalla sinistra, per scarsa competenza specifica o per le illusioni europeiste. L'euro non è – come ha affermato perfino uno dei più autorevoli maître à penser della sinistra, Fausto Bertinotti – solamente la “cornice” di una politica europea liberista e reazionaria. L'euro è invece la causa primaria della crisi europea e italiana ed è lo strumento di gran lunga principale della dominazione dei paesi forti verso i paesi deboli, del capitale finanziario sul lavoro. La moneta e la finanza non sono sovrastrutture dell'economia reale ma costituiscono il cuore del capitalismo speculativo odierno e della dominazione capitalista sull'economia e la società. La sinistra (ma anche la destra) ha molto da imparare dalle proposte di Cattaneo e Zibordi. L'euro è il problema: l'attuale crisi monetaria, la crisi dell'euro, va quindi curata come tale, cioè con nuova moneta. Quando la febbre raggiunge i 42 gradi occorre diminuire subito la temperatura senza aspettare di risolvere i malanni che l'hanno provocata. Solo dopo avere abbassato la febbre è possibile cercare di risolvere i “problemi reali”. Attualmente però occorre trovare soluzioni meno dirompenti dell'uscita unilaterale dall'euro. Infatti non è possibile rompere facilmente la gabbia della moneta unica per i duri contraccolpi economici e politici internazionali che la rottura di questa valuta internazionale provocherebbe, e perché l'uscita dall'euro provocherebbe disorientamento e contrasti nell'opinione pubblica. Molti hanno timore di vedere svalutati i loro risparmi ritornando alla lira. Uscire unilateralmente dall'euro non avrebbe comunque automaticamente le stesse conseguenze positive che ebbe nel 1992 l'uscita dell'Italia dal Sistema Monetario Europeo[4]. La soluzione dei CCF progettata da Cattaneo e Zibordi si presenta più morbida ma nello stesso tempo efficace. E sarebbe facilmente accettata dall'opinione pubblica e dalle imprese. Anzi, le imprese e i lavoratori sarebbero molto felici di avere più reddito grazie a strumenti monetari gratuiti di credito fiscale (meno tasse). Così come per Keynes la crisi decennale nata nel 1929 era soprattutto una crisi monetaria e il meccanismo poteva ripartire se lo stato si faceva carico dell'espansione monetaria grazie agli investimenti pubblici, anche per Cattaneo e Zibordi la crisi va affrontata innanzitutto a partire dalla (mancanza di) moneta, dalla trappola della liquidità, dalla carenza di domanda e di credito per le imprese. Per rilanciare l'Europa e i paesi del sud, occorre innanzitutto creare nuova moneta e rilanciare la domanda, cioè aumentare innanzitutto i redditi da lavoro. Tutto il contrario di quello che propongono Germania, UE, BCE e Matteo Renzi. La crisi attuale è soprattutto crisi monetaria: la trappola della liquidità E' dai tempi di Bismarck che l'Italia ha un gap di competitività verso la Germania e tuttavia la crisi verticale dell'Italia è scoppiata solo a partire dalla crisi dell'euro. In effetti da quando è stato creato l'euro la Germania ha potuto accumulare surplus enormi a spese dei paesi del sud Europa e della stessa Italia. Precedentemente la situazione era molto diversa: la Germania era il malato d'Europa, e l'Italia aveva invece buone eccedenze commerciali. La situazione europea era relativamente equilibrata. Intendiamoci: è chiaro che la radice dei problemi monetari affonda sempre nell'economia reale, nella distribuzione ineguale dei redditi, nell'insufficienza dei salari e nei gap di produttività e competitività. La crisi dell'euro nasce innanzitutto a causa degli squilibri delle bilance commerciali tra i paesi forti e deboli. I problemi di finanza pubblica sono invece molto minori se non inesistenti. Ma la moneta unica approfondisce ed estende gli squilibri non permettendo aggiustamenti. Una volta il meccanismo che riequilibrava almeno temporaneamente i differenziali di competitività era quello automatico della svalutazione/rivalutazione monetaria. Ma da quando esiste l'euro per i paesi deboli è possibile una sola strada: la svalutazione da esterna è diventata interna, cioè non è più svalutazione della moneta nazionale verso quella estera, ma svalutazione del lavoro, del patrimonio pubblico e anche del capitale privato nazionale. A causa della moneta unica, non potendo più svalutare la valuta nazionale, e non potendo (per fortuna) svalutare rapidamente il lavoro – per le ovvie resistenze sindacali, sociali e politiche –, i paesi deboli diventano sempre meno competitivi, aumentano i deficit commerciali e si indebitano sempre di più verso l'estero. Il meccanismo dell'euro è tanto assurdo quanto infernale. La moneta e il credito defluiscono dai paesi meno competitivi caratterizzati da costanti deficit commerciali e affluiscono nell'altra area forte. Si crea un circolo vizioso, un meccanismo asimmetrico e perverso che spinge verso la meridionalizzazione dei paesi periferici (come denunciano Emiliano Brancaccio, Riccardo Realfonzo e altri valenti economisti [5]), che non raggiunge mai stabili punti di equilibrio ma punta decisamente verso la depressione e infine il probabile baratro. L'intera eurozona soffre per una domanda depressa che implica alti livelli di disoccupazione: ma la depressione della domanda è fortissima nella periferia mentre al centro, in Germania e negli altri paesi dell'ex area marco, la situazione è relativamente migliore. I paesi deboli non dispongono più di liquidità perché l'emissione di moneta è monopolio della BCE. Le banche nazionali che hanno in pancia titoli di stato dal valore incerto, rischiano anch'esse il default e sono molto caute a prestare denaro all'economia. E la spesa pubblica è bloccata perché gli avanzi di bilancio pubblico servono a pagare gli interessi sul debito. Creare nuova moneta senza passare per le banche e la BCE E' necessario quindi emettere nuova moneta, soprattutto nei paesi deboli: il problema però è che la moneta ufficiale, l'euro, può ovviamente essere emessa solo dalla BCE. Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi propongono una soluzione originale ma apparentemente semplice. La nuova moneta deve essere creata “dal nulla” direttamente dallo stato senza passare per le banche, e dovrebbe venire distribuita direttamente e gratis all'economia reale dei paesi che sono soffocati dalla crisi di liquidità, che mancano di salari e di credito, e che soffrono quindi di sottoutilizzazione delle risorse produttive. Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi suggeriscono che lo Stato nazionale emetta dei Certificati di Credito Fiscale, i CCF, riprendendosi almeno una parte del suo potere monetario. I CCF sarebbero utilizzabili dopo un certo periodo di tempo (due anni) per pagare ogni tipo di tassa e servizio alla pubblica amministrazione sia nazionale che locale: per esempio, Irpef, Irap, ticket sanitari, contributi pensionistici, multe eccetera. I CCF non sono però titoli di Stato che devono essere venduti al pubblico, non sono obbligazioni che offrono dei rendimenti e che generano debito pubblico: al contrario sono assegnati dallo stato gratuitamente in primo luogo ai lavoratori e alle imprese. Sono nuova moneta creata dalla stato per aumentare la domanda e per ridurre i costi del lavoro e quindi ridare competitività alle aziende. Nel caso italiano gli autori propongono che lo stato distribuisca 200 miliardi di CCF all'anno per due anni, nel 2015-16, da utilizzare per pagare il fisco dopo due anni dalla loro emissione: quindi per esempio, se emessi nel gennaio 2015, i CCF potrebbero essere usati come buono-sconto fiscale solo a partire dal gennaio 2017. In pratica i CCF servono per pagare meno tasse ma possono circolare immediatamente come mezzo di pagamento. I CCF sarebbero moneta a tutti gli effetti anche se alla luce dei trattati europei non possono essere emessi sotto forma di moneta di conio o di banconota; possono però legittimamente essere emessi come titoli pubblici e scambiati sul mercato finanziario ed essere utilizzati per i pagamenti elettronici, per esempio mediante carta di credito. La loro emissione è legale e, non essendo titoli di debito ma titoli di sconto fiscale, non sono soggetti a fallimento o a brusche svalutazioni, come i titoli di debito pubblico. I CCF potrebbero finanziare lo sviluppo e allentare la morsa del debito e dei prelievi forzati dalle tasche dei cittadini italiani a favore delle grandi banche e dei fondi speculativi esteri. I CCF possono inoltre essere usati per cominciare a riequilibrare la competitività tra i paesi forti e quelli deboli. Solo creando nuova moneta si potranno rilanciare investimenti pubblici e privati, e con questi nuova occupazione e benessere. Le riforme strutturali proposte dalla Troika (per esempio recentemente il Fondo Monetario Internazionale ha proposto di ridurre le pensioni italiane per superare la crisi!!!) sono invece, secondo gli autori del libro (e secondo chi scrive) assolutamente controproducenti perché deprimono il costo del lavoro e le spese pubbliche, e quindi deprimono la domanda interna. Austerità significa prolungare, estendere e approfondire la crisi. Le riforme strutturali sono solo fumo negli occhi e ideologia reazionaria, e provocano ancora più disastri e conflitti sociali. Senza domanda interna niente investimenti; e senza investimenti né ripresa né occupazione. Ma senza crescita è anche difficile ripagare i debiti alle grandi banche estere e ai fondi speculativi. Il default e l'uscita dall'euro diventano sempre più probabili. Il progetto italiano dei CCF I due autori suggeriscono di assegnare a partire dal primo gennaio 2015 circa 70 miliardi di CCF ai lavoratori dipendenti e autonomi; di dare gratuitamente ai datori di lavoro del settore privato 83 miliardi; infine di emettere 47 miliardi di CCF per altre forme di sostegno alla domanda, per esempio per favorire le aree del Sud Italia e i settori industriali con maggiore potenzialità. Il complesso dei CCF ammonterebbe a un totale di 200 miliardi nel 2015 e ad altri 200 miliardi nel 2016 su un totale di prelievo fiscale pari a circa 800 miliardi all'anno. Lo shock sarebbe quindi potente. La proposta prevede di assegnare i CCF sulla base di un meccanismo proporzionalmente più favorevole ai livelli di reddito inferiori: per fare un esempio un lavoratore dipendente con un reddito netto di 20.000 euro riceverebbe un'integrazione pari al 20% della sua retribuzione. Per quanto riguarda le imprese, gli 83 miliardi verrebbero assegnati in maniera proporzionale al numero dei dipendenti e ai costi retributivi sopportati dalle aziende, e si confrontano con 466 miliardi di euro del monte totale delle retribuzioni in Italia. Gli 83 miliardi abbatterebbero quindi il costo del lavoro del 18% circa: questa percentuale è all'incirca equivalente al maggiore costo del lavoro che l'economia italiana ha accumulato nei confronti della Germania dall'introduzione dell'euro ad oggi. Gli scenari – costruite sulla base delle previsioni governative per il 2014 (che si sono però rivelate sbagliate) e sul moltiplicatore keynesiano rielaborato recentemente da Olivier Blanchard, pari a 1,3 – indicano una forte crescita del Pil, pari a oltre il 7% nel periodo 2015-2017. L'economia potrebbe finalmente tornare a correre: si raggiungerebbe un PIL di 2080 miliardi nel 2017. Grazie all'aumento del PIL, il rapporto deficit pubblico/PIL sarebbe positivo fino al 2016, per poi tornare di nuovo a crescere del 3,2% nel 2017, quando lo Stato dovrà accettare anche i CCF e non più solo gli euro come forma di pagamento fiscale. Nonostante i 200 miliardi di euro di sconto fiscale, il deficit pubblico sarebbe contenuto grazie al forte sviluppo del PIL derivato dallo stimolo monetario dei CCF. Il calo delle entrate pubbliche legato allo sconto fiscale verrebbe compensato dall'aumento dei ricavi derivato dalla crescita del PIL. La disoccupazione crollerebbe a poco più del 5% rispetto al 12% attuale. L'inflazione crescerebbe intorno all'1,9% all'anno (quindi sotto il 2%). Infatti l'aumento dei prezzi legato alla forte crescita dell'economia sarebbe contenuto grazie al maggiore utilizzo delle risorse produttive oggi sottoutilizzate. Il commercio estero sarebbe in sostanziale equilibrio grazie all'aumento di competitività da parte delle imprese italiane, e anzi potrebbe segnare un leggero attivo. È certo che le previsioni formulate dagli autori siano da rivedere, anche perché si basano, come abbiamo visto, su quelle formulate dal governo nel settembre 2013, le quali si sono rivelate, come tutte le previsioni governative, troppo ottimistiche. Tuttavia è possibile affermare che i CCF potrebbero davvero risollevare l'economia italiana e portarci ad un calo molto significativo della disoccupazione. E potrebbero ridare competitività alla nostra economia. Il progetto dei CCF non può però essere scambiato per una bacchetta magica; non fa infatti ripartire lo sviluppo sempre e comunque. È utile solo quando le risorse produttive sono sottoutilizzate, il livello di pressione fiscale è eccessivo ed è necessario espandere la domanda. La proposta dei CCF non può neppure essere confusa con una pura e semplice riduzione delle tasse, come propongono Berlusconi e soci, i quali ormai hanno come unico slogan politico ed elettorale l'eliminazione del peso fiscale (che peraltro è effettivamente troppo elevato e strozza l'economia). Infatti lo sconto fiscale proposto dagli autori non ha effetti immediati ma può essere riscosso solo in tempi posticipati (due anni); inoltre è concesso in forma di moneta e in dosi massicce; e non ha come necessaria contropartita economica, a differenza delle proposte berlusconiane, la riduzione della spesa pubblica, ovvero lo slogan gridato dai conservatori di tutto il mondo. In effetti il progetto dei CCF consente di stabilizzare la spesa pubblica e di riqualificarla nel senso della maggiore efficienza ed equità, senza però tagliare quelle spese che rappresentano conquiste sociali irrinunciabili. Moneta come bene comune La proposta dei CCF ha un merito eccezionale: quello di prospettarci la possibilità di non rimanere soffocati da una montagna di debiti e da una forzata e suicida politica di austerità come quella prevista dal fiscal compact per ripagare le banche straniere. Se il governo Renzi avesse un po' più di coraggio e di indipendenza dai poteri forti europei e nazionali, e se fosse meno occupato ad attaccare i diritti dei lavoratori, dovrebbe esaminare attentamente il progetto di emettere CCF. Ne trarrebbe merito e vantaggi. I governi di destra, quelli tecnici e quelli di centrosinistra, cioè quelli di Monti, Letta e Renzi, hanno finora aumentato le tasse e tagliato le spese per tentare di ripagare il debito pubblico: si tratta di una politica controproducente, iniqua e insostenibile che ci porterà alla rovina. E' una menzogna che gli italiani abbiano vissuto e vivano al di sopra delle loro possibilità a causa di una spesa pubblica impazzita da tagliare a tutti i costi. Dai primi anni '90 lo stato italiano ha quasi sempre incassato più tasse di quanto ha speso per i servizi pubblici, e usa l'avanzo di bilancio per pagare gli interessi sul debito. Viviamo quindi ben al di sotto delle nostre possibilità. Dal 1992 fino ad oggi abbiamo pagato 1400 miliardi di interessi sul debito pubblico, di cui circa 600-700 agli investitori esteri: e questo debito continua a crescere. Di questo passo siamo destinati a fallire. La soluzione è una sola: gli Stati, ovviamente sotto il controllo democratico dei parlamenti e della società civile, devono riprendersi almeno parte della la loro sovranità monetaria senza cederla completamente alle banche o ad organismi sovranazionali come la UE e la BCE. La moneta deve ritornare a essere un bene pubblico, un bene comune governato democraticamente. Attualmente quasi tutta la moneta è creata dalle banche private. Il 95% della moneta utilizzata consiste infatti di depositi bancari. Solo il 5% della moneta circola come banconote o monete di conio emesse dalla banca centrale o dagli stati. Al tempo presente non sono quindi né gli stati né le banche centrali a creare moneta, come comunemente si pensa: sono invece le banche private che creano “moneta dal nulla”. Infatti le banche non sono dei puri intermediari finanziari; le banche non prestano i soldi già ricevuti sotto forma di depositi, come viene fatto credere dalla maggioranza dei testi accademici. Come spiegava Augusto Graziani[6], e come ha affermato recentemente la Banca d'Inghilterra[7], sono le banche a creare i depositi sotto forma di scrittura elettronica. Sono le banche ad avere l'enorme privilegio di creare denaro dal nulla sotto forma di credito per il loro profitto privato. Nel capitalismo attuale la moneta è quindi essenzialmente debito verso le banche private. Più moneta circola più le economie sono indebitate. Per questo motivo le economie sono piene di debiti. Ma anche le dinamiche dell'indebitamento sono squilibrate. Quando c'è il boom economico le banche si spingono a concedere troppi prestiti, producono troppa moneta – come la moneta falsa dei derivati – e alimentano euforia, inflazione e bolle; quando c'è la crisi economica, come quella che stiamo vivendo oggi in Europa, le banche ritirano credito e moneta e creano deflazione e recessione. E allora deve intervenire lo stato per “creare dal nulla” la sua moneta. La sovranità monetaria è indispensabile per uscire dalla crisi economica. Ricordiamoci che senza sovranità monetaria non c'è sovranità nazionale, e senza sovranità nazionale non c'è sovranità democratica. Senza moneta comune sono le grandi banche d'affari internazionali e i paesi più forti a dirigere il gioco. NOTE [1] Luciano Gallino, “Se la Ue diventa una dittatura” Micromegaonline, da Repubblica, 23 settembre 2014 [2] Joseph Stiglitz, “La crisi dell’euro: cause e rimedi” Micromegaonline, da il Manifesto, 26 settembre 2014 [3] Cattaneo Marco, Zibordi Giovanni “Soluzione per l'euro. 200 miliardi per rimettere in moto l'economia italiana - creare mometa, ridurre le tasse e rilanciare la domanda” con prefazione di Warren Mosler e introduzione di Biagio Bossone, Hoepli, marzo 2014 [4] Enrico Grazzini “L’Italia può uscire dall’euro? Problemi e difficili soluzioni” Micromegaonline, 17 settembre 2014 [5] Vedi per esempio “Lettera aperta degli economisti” 15 giugno 2010 [6] Graziani Augusto “Teoria del circuito monetario” Editore Jaca Book 1996 [7] Bank of England “Money creation in the modern economy”, di M. McLeay, A. Radia e R. Thomas, Quarterly Bulletin 2014 Q1. Vedi anche: Positive Money: http://www.positivemoney.org; vedi anche Andrea Baranes “Le banche e il potere di creare moneta”, Sbilanciamoci.info, maggio 2014 (30 settembre 2014)

Bill Mitchell sulla nostra proposta di creare 200 mld e ridurre le tasse - GZ  

  By: GZ on Martedì 30 Settembre 2014 16:33

Bill Mitchell, l'economista australiano "di scuola MMT" che sta per pubblicare un massiccio libro sull'euro e l'eurozona, ^ha dedicato qualche giorno fa un articolo a noi sul suo blog#http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=29092^. In fondo trovate anche le risposte di Cattaneo, Mosler (che è un suo amico) e il sottoscritto. (Nota Bene: Bill Mitchell non è un economista qualunque: oltre a insegnare economia suona la chitarra in due bands di blues e rock e suona mica male) --- ...The design of the Eurozone is flawed at the most elemental level and in the book I recommend Italy or France taking the lead and negotiating a way to leave the common currency so that the other smaller nations, which do not enjoy the same clout as these large economies, can also leave without pernicious penalties being imposed. So up until now I have not been enamoured with any of what I termed hybrid solutions which aim to address the consequences of austerity by keeping it. Recently, another solution has been proposed, which comes close to the Californian solution that I outlined above, and also includes the additional feature that would have given that American state a separate currency within the UD dollar zone. An article #F_START# size=3 color=blue #F_MID#in EconoMonitor (July 3, 2014) – Which Options for Mr. Renzi to Revive Italy and Save the Euro? – by Biagio Bossone, Marco Cattaneo and Giovanni Zibordi#F_END# calls on the Italian Prime Minister, Matteo Renzi to introduce what they call “Tax Credit Certificates” to allow the Italian economy to come out of its austerity-induced recession yet stay within the Eurozone rules. They begin by documenting the collapse of Italy’s industrial production, which is now 25 per cent smaller than it was in 2008. A catastrophe by any stretch of imagination. Private investment is also down by 26 per cent and the “capacity loss in manufacturing hovering around 15 per cent”. Yet, Italy’s public debt continues to rise as a proportion of GDP even though the austerity-obsessed government is now running the largest primary fiscal surplus in the Eurozone. A primary fiscal balance excludes interest servicing payments so reflects the difference between spending and taxation revenue net of interest payments on outstanding debt. They argue that the situation is impossible – Italy cannot create new jobs (net) and reduce its massive pool of unemployment under these circumstances. There has to be more spending and it is unlikely to come from the private sector, given the jobless rate and the falling incomes. They also correctly argue that: Structural reforms (such as in justice, education, governance, and doing business), while necessary to modernize the country and improve the economic environment, won’t jumpstart any recovery any time soon, if at all. They might have also said that these reform processes are more effective when the economy is growing strongly because resources are more mobile then. Structural change always involved the necessity to shift productive resources from one use to another. Imposing these processes when there is substantially depressed demand for labour and slack sales, typically means that resources displaced from one sector under reform will become idle rather than be absorbed into growing sectors. Try telling that the Eurozone elites who only think in terms of scorched Earth. The authors also reject the idea that monetary policy innovations (such as the recent ECB move to negative interest rates) will provide any stimulus. That conclusion is sound. The bias towards monetary policy as the solution since the outset of the GFC reflects the neo-liberal antagonism towards fiscal policy. They emphasise monetary policy because they hate fiscal policy despite the obvious fact that the former is not a suitable policy tool to deal with a massive spending collapse. Sure interest rates can be cut and central banks can pump cash into bank reserves out of thin air. But that doesn’t ensure people will access more credit and spend more. That has been another neo-liberal myth – that rising central bank reserves would stimulate credit and allow banks to lend easier. It doesn’t work like that. Please read the following blogs – Building bank reserves will not expand credit and Building bank reserves is not inflationary – for further discussion. The authors, instead, draw on a plan that they trace to Hitler’s Germany in the early 1930s where the central bank and finance ministry created an imaginary ‘company’ – the Metallurgische Forschungsgesellschaft (Mefo) whose sole task was to issue – Mefo bills. The operation of the Mefo is outlined in this – Drittes Gesetz zur Neuordnung des Geldwesens (Umstellungsgesetz) (If you read German). The Nazis realised they would not be able to reconstruct Germany with tax revenue nor issue sufficient public debt given how poor the nation was after the Versailles Treaty. It also was fearful of igniting inflation again. The solution was to establish Mefo as the major vehicle for rebuilding Germany’s military capacity. They also knew this had to be a secret process so they used the front of the Mefo to accomplish that aim. Essentially, the system worked as such. First, the government ordered German armament manufacturers to build new weapons. Second, the companies would draw Mefo bills of exchange (promissory notes) which the Mefo Company accepted. It was a system of deferred payments. Third, the drawer of the bills could then present them to German banks at a discount who could also rediscount the bills with the Reichsbank (central bank). Fourth, the government (Reich) guaranteed the bills for a period of five years after they were issued. Effectively, while the central bank was prevented from directly funding the treasury, the Mefo bills allowed the latter to acquire huge loans from the former, which allowed it to fund the build up to 1939. Our Eurozone authors channel the same idea although one could dispute the historical accuracy of their conclusion that the scheme was abandoned when full employment was reached. In fact, the scheme brought the German Finance Ministry into direct conflict with the central bank and in 1939, the person who designed the scheme, Hjalmar Schacht – resigned from his position as Minister of Economics. He would later turn up at Nuremberg and was set free as he had also been jailed by Hitler after the July 20 plot to assassinate the Fuhrer. The authors also do not mention the covert nature of Mefo as a way to hide the build up of armaments in Germany from its eventual belligerents. But those observations are by the way. What they propose is that: … the Italian government could issue new bills called CCF (Certificati di Credito Fiscale = Tax Credit Certificates) by amounts necessary to gradually close the economy’s output gap, taking into consideration plausible values of the fiscal multiplier for an economy with large unutilized capacity where monetary policy operates under the zero lower bound. And, the CFC would have the essential capacity that renders a currency sovereign: The CCF represent government bills of exchange: the government has no obligation to reimburse them in the future. Rather, two years after issuance, they are accepted to fulfill any financial obligation towards the Italian state (taxes, public pension contributions, national health system contributions, etc.). The deferral allows for output to start recovering and generate resources to offset the shortfall of the euro-denominated tax receipts that follows when CCF start being accepted by the State for payments of taxes and other obligations. In other words, the CCFs would be equivalent to the euro in the sense that they could be used to pay all taxes and other statutory obligations. In that sense, they would be immediately acceptable in exchange within the non-government sector. How would the government issue these bills? The authors propose that the State would give them out freely to “private sector enterprises and employees” and “may assign an additional CCF allocation to itself, which it will use to implement further demand-support actions (e.g., supplementing income to financially distressed families, improving the national health system, speeding up payments of overdue bills to government suppliers, etc.).” While the authors do not say this, it is obvious that the Italian government could introduce a Job Guarantee scheme immediately and fund it with CCFs. The workers would treat the bills as income as they would be exchangeable for euros which would then stimulate spending overall. The authors note that the “market will discount them like any zero-coupon two-year (default-free) government bonds” while those who hold them as portfolio items “past the deferral date” would use them “to pay taxes and obligations to the State”. The authors believe the scheme would not violate the “State aid” provisions under EU law. I cannot comment on that without further scrutiny of the law and I prefer to leave those discussions to the lawyers. What is clear is that the scheme would work just like the IOUs could have worked in California. The fact is that Italy and all the rest of the Eurozone Member States are like the states of America or Australia, although the latter have considerably more fiscal autonomy given the lack of anything like a SGP. Sure enough states in the US have elected to introduce balanced budget rules but they are products of their own legislation and they could alter the law without being ejected from the US dollar zone (which we call America). There is no doubt that the scheme would provide the necessary stimulus to engender growth. But the authors are still wedded to the Eurozone and the SGP constraints as ‘normal’ parameters for Italy. They characterise the Tax Credit Scheme as an “unconventional measure for extraordinary times”. They say: The use of CCF should be intended for very critical situations only, such as the economic depression that Eurozone crisis countries have faced for too long now, characterized by huge resource slack, deflationary tendencies, no autonomous monetary policy, and heavily constrained fiscal policy. Obviously, recourse to CCF issuance should not be abused. Issuance should take place under specific law provisions, strict and transparent parliamentary control, and a predetermined framework specifying the target to be achieved and the related timeframe. I don’t agree with that conceptualisation. The ability of a country to have currency discretion is the hallmark of sovereignty. Without it, the government is incapable of fulfilling its responsibilities to promote full employment and equity and meet challenges that arise like climate change etc. To claim that a scheme that restores that sovereignty should be temporary only and only be introduced when output to depression levels or there is “huge resource slack” is, in itself, extraordinary. The current, on-going crisis in the Eurozone and Italy, in particular, is not that extraordinary, given the design of the monetary system that they introduced. It was always going to converge on recession and stagnation. The current performance of the Eurozone is more or less exactly what was foreseen back in the early 1990s by those who opposed the creation of the monetary union. Sovereignty is intrinsic to responsible government. It shouldn’t be restored when there is a deep recession and then withdrawn again. Conclusion What is not disclosed by these authors and others who propose these hybrid schemes is why they are so wedded to hanging onto the euro. Italy would be much better off if they left the Eurozone behind and established currency sovereignty unconditionally. Not just when it is depression! Why is all the effort being taken to devise ‘ingenious schemes’ that retain the euro and all the baggage that makes it unworkable as a monetary system? ----- ^Warren Mosler says#http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=29092^: Thursday, September 25, 2014 at 20:27 They worked closely with me on this as well ;) ---- ^Marco Cattaneo says#http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=29092^: Friday, September 26, 2014 at 23:52 By saying that CCF issuance shouldn’t be abused, we are just implying that, in a system where euro and CCF exist together, it may be possible that euro are around in a quantity such, and demand is enough, that CCF are not necessary. But you still have the ability to issue CCF and support demand if this is not the case (as today). Which is the monetary sovereignty you need. Please also note the following (sorry for the links being in Italian, Google translator should suffice to make them understandable for English speakers :) ) “What is not disclosed by these authors and others who propose these hybrid schemes is why they are so wedded to hanging onto the euro.” We are not “wedded to hanging onto the euro”… we just realize that engineering a euro breakup is very complex from a political standpoint, dangerous as concerns potential “chain effects” in the financial market, and creates unnecessary damages to foreign creditors and to foreign trading partners. See this for a few comments ^on the complications involved in a breakup process#bastaconleurocrisi.blogspot.it/2013/10/claudio-borghi-sagge-parole-ma-serve-un.html this, for additional ^problems that the CCF avoids (and a breakup doesn’t):#http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2014/04/la-riforma-morbida-e-la-soluzione-per.html^ and this, which explains how the ^CCF solutions leave a path open to reintroduce national, circulating currencies later on#http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2014/04/dalleuro-alla-lira-fiscale-passando-per.html^ --- ^giovanni Zibordi says#http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=29092^: Tuesday, September 30, 2014 at 21:31 We are trying to put forward a compromise solution, something workable now In the 390 pages book we published in march 2014 to detail the idea (http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html) there are 2 chapters to explain why the Euro does not make sense and at least 100 pages about MMT and sovereign money creation. Also the full proposal is Fiscal Credit + Tax Based or “Mosler” bonds, because to issue 200 billions of “Euro-CCF” would crash the italian bond market and you need something else to protect it. I personally do not agree with the passage you quote about being an extraordinary tool, but as I say we try get published first and even watering down a bit che concepts it is not easy, ft.com, wsj.com and the italian financial press so far did not accept to publish us (in spite of the fact that we put together a tick book with a university publishing house) In Italy the main issue is that is equivalent to “money printing” and giving the money to peple instead of the banks and that would create some inflation, although less than if it would be used to fund public expenditure. Since a month or two some establishment economists have come around to this concept, see Giavazzi e Tabelllini who propose coordinating a monetary and fiscal expansion in the Eurozone through a money-financed temporary tax cut of 80 billions. Leaving aside that they still want the ECB to agree and we say Italy can act alone, they are faced with the “but the bond market will panic” objection, see http://www.voxeu.org/article/eurozone-recovery-there-are-no-shortcuts Wether you create 200 billions through credit certificates “Hjialmar Schacht style”, hope to persuade the ECB to buy the extra debt or return to the lira that is major obstacle --- #b# giovanni Zibordi says:#/b# Tuesday, September 30, 2014 at 21:57 Beside of thanking you to take the time to look at our article I would like to add that we well aware that the Euro can function only if the ECB would fund whatever deficits were required at the federal level and in absence of that the only alternative is to have, eventually, sovereign defaults (“debt restructuring”). We offer a pratical solution (down to the detail of the law required to be passed by the Italian parliament) to stop the depression allowing an EU country to act without assistance from the ECB. We say that even inside the EU framework the Italian state can create its own money and finance a massive tax cut (albeit in a roundabout fashion). This would create a conflict inside the EU with Germany, but Italy would have the upper end and it would be up to Germany to make the decision to break up the Euro to stop us. Note also that there is actually an advantage to create money by issuing tax credits inside the Euro because with Target2 the external deficit that 150-200 billions of tax cuts would create would be absorbed by the Eurosystem (Bundesbank forced to credit Bank of Italy). To create unilaterally money (“CCF-Euros”) inside the Eurozone framework would initially be something that minimize the “markets” (currency and bond) reaction and the inevitable crash of the bond market (yields are now between 1% and 2,3% even in Spain and Italy). I have no doubt that such policy would be eventually incompatible with the Eurozone structure and would lead at its implosion. But in Italy (and Spain, Portugal..) we have to do something NOW, we cannot wait and we need a practical plan to submit to the electorate to create money and cut taxes right now

L'ostacolo all'uscita dell'Italia dalla depressione sono "i mercati finanziari" - GZ  

  By: GZ on Venerdì 26 Settembre 2014 14:03

Dopo sei anni di crisi gli economisti italiani ufficiali hanno cambiato "un poco" idea (^Luigi Zingales: "perché ho cambiato un po’ idea su euro e Merkel" 21 sett 2014#http://www.formiche.net/2014/09/21/luigi-zingales-perche-ho-cambiato-idea-euro-merkel/^). Anche Draghi come noto un mese fa #i# ha cambiato un poco idea#/i# visto che ha dichiarato che bisognerebbe trovare il mondo di spendere un poco di più e che bisogna far risalire un poco l'inflazione. Draghi ha detto solo "un poco" (solo qualche decina di mld in infrastrutture e forse un punto e mezzo di inflazione in più, perchè punta sempre a dare soldi alle banche perchè li prestino...) Giavazzi e Tabellini (che erano per l'austerità) a fine agosto hanno fatto un voltafaccia e ^scritto che si deve creare della moneta per finanziare i deficit#http://www.voxeu.org/article/how-jumpstart-eurozone-economy^, invece di finanziarli sempre con debito. L'obiezione che subito hanno ricevuto da altri economisti italiani noti è che ^creare moneta spaventa i mercati finanziari, vedi Roberto Perrotti#http://www.voxeu.org/article/eurozone-recovery-there-are-no-shortcuts^. Perrotti scrive: "sì, in teoria è giusto creare 80 mld e ridurre le tasse,... ma nel mondo reale i bond hanno un rischio, se stampi 80 mld provochi panico dei mercati, crash dei titoli di stato... poi le banche che ne sono piene vanno sotto.." (#i# in the real world, government debt can be and is risky, and markets do not like to see it increase – particularly in countries with a high initial level of debt or spending. Without a commitment to decreasing spending in the future, financial markets might panic.."). #/i# #F_START# size=5 color=black #F_MID#Questa obiezione è corretta, i mercati finanziari non vogliono che si crei moneta#F_END#, come ho sottolineato più volte, per il semplice e fondamentale motivo che i mercati finanziari sono essenzialmente mercati del DEBITO. Semplificando al massimo, più moneta crei e meno occorre indebitarsi, meno bonds occorrono e in più i bonds calano di valore. Questo non va bene perchè il business delle banche, dei mega fondi, degli hedge funds e altre istituzioni finanziarie è IL DEBITO Questo è il problema oggi fondamentale che gli economisti accademici, da Giavazzi a Zingales ad Allesina a quelli keynesiani anti-austerità a quelli per il ritorno alla lira non sembrano capire (perchè lo stesso vale ovviamente anche per il ritorno alla lira). Ci sono di mezzo i "mercati finanziari" globali, i quali se necessario spazzano via i governi in pochi giorni (Berlusconi docet) Ora come rispondono Giavazzi e Tabellini all'obiezione di Perrotti, che si incarica di spiegargli che al mercato finanziario non va che si crei moneta per ridurre le tasse e far uscire l'Italia dalla Depressione ? Dicono che agli inglesi e americani il gioco è riuscito, hanno aumentato i deficit pubblici finanziandoli con moneta dal 2009 e non c'è stato nessuna "destabilizzazione", come pudicamente chiamano la reazione dei mercati Giavazzi e Tabellini (^"Un’unica via per la ripresa dell’Eurozona"#http://www.lavoce.info/ununica-via-per-ripresa-delleurozona/^, 19 sett 2014) #ALLEGATO_1# Sorvolano però sul fatto che c'è stata inflazione tra il 3 e il 4% dal 2010 in poi in USa e UK, i rendimenti reali dei loro bonds sono andati negativi perchè la FED e la BCE ne comprava tonnellate e sono tuttora rendimenti negativi cioè pagano l'1% e rotti (a cinque anni) con inflazione al 2% e rotti. I "mercati finanziari" con gli inglesi e americani non hanno fatto una piega, per ora, per cui potrebbero sopportare un 3-4% inflazione anche da noi ? Il New York Times ad es. ha reportage dedicato ai benefici dell'inflazione, citando tutti quelli che la vedono necessaria ora come soluzione, con gente come ^Ken Rogoff che parla di un +6% di inflazione per gli USA come obiettivo#http://www.nytimes.com/2013/10/27/business/economy/in-fed-and-out-many-now-think-inflation-helps.html?pagewanted=2&_r=2&emc=eta1^ (per gli USA!, immagina per l'Italia). Come si sa i keynesiani "de sinistra" sono in genere un poco inflazionisti, inutile negarlo, Krugman, Rogoff, Stiglitz.. mentre quelli di "Chicago" (Lucas, Cochrane...) e i tedeschi invece no, preferiscono un inflazione zero o quasi. Come si sa però anche TUTTE LE BANCHE CENTRALI HANNO DA 25 ANNI UN OBIETTIVO DI INFLAZIONE INTORNO AL 2%, cioè la teoria e la prassi ufficiale è che l'inflazione zero faccia male. Ci sono paesi come il Canada dove da 20 anni la Bank of Canada ogni singolo anno centra il 2% di inflazione, (a volte 2,2% a volte 1,8%...non sbagliano mai un anno). Ora Draghi dichiara che vuole far salire l'inflazione EU, così come ha fatto il Giappone l'anno scorso e come hanno fatto inglesi e americani, che avevano inflazione 0% nel 2009 e l'hanno fatta risalire tra 2% e il 4% successivamente creando moneta. Perchè ovviamente non ci piove#F_START# size=3 color=magenta #F_MID# che creando moneta puoi creare inflazione e il problema è solo la percentuale giusta#F_END#, a seconda delle circostanze quello che prescrive il dottore sarà un 2% o un 3% o un 4% o un 5%... C'è chi dice che in certi casi anche un 6% è necessario (come Ken Rogoff) e come ho mostrato quando l'Italia aveva inflazione vicina al 10% negli anni '70 il suo PIL cresceva lo stesso anche del 3-4% l'anno. Ma negli anni '70 i movimenti dei capitali erano vincolati e limitati in tanti modi, oggi invece sono totalmente liberi. Tra parentesi i keynesiani di oggi non si ricordano mai che il loro Keynes a partire dal 1936 circa si era convertito al protezionismo e ai controlli sui capitali. In più, oltre a liberalizzare completamente i movimenti di capitale si è anche impedito, negli anni '80, agli stati di creare moneta. Risultato: il debito è triplicato e chi ha in mano il debito (i bonds) oggi comanda il mondo Dato che il debito ora è tre volte e mezzo il PIL medio in occidente e che il mercato del debito (bonds) è senza vincoli e senza limiti e muove migliaia di miliardi attraverso il mondo nello spazio di ore... sai qual'è infatti la conseguenza ? Oggi chi detiene il debito, chi ha e muove i bonds sui mercati finanziari, tiene per le palle i governi e le nazioni #F_START# size=3 color=magenta #F_MID#Se non neutralizzi allora i "mercati finanziari" globali non puoi fare niente#F_END# , perchè questi sono in pratica un eufemismo per i creditori, chi vive con gli interessi del debito. L'ostacolo vero all'uscita dell'Italia dalla depressione sono "i mercati finanziari", cioè "I CREDITORI", quelli che vivono di debito, incassando interessi (e speculando sul debito). Lasciamo da parte il fatto che questi a loro volta si indebitano e usano leva finanziaria, cioè non è vero che sono "risparmi" che vengono investiti (vedi Pimco, che ha rivelato quest'anno di aver comprato 70 MILIARDI DI DOLLARI DI FUTURES per aumentare la sua leva). #F_START# size=3 color=black #F_MID# Nel mondo dei mercati finanziari (del debito) non vogliono i default non vogliono l'inflazione non vogliono la svalutazione#F_END# Vogliono ricevere i loro interessi in valuta che non si svaluta, con interessi di 2 o 3 punti sopra l'inflazione e senza rischio, come hanno fatto per gli ultimi 30 anni. Dal loro punto di vista è comprensibile, così come è comprensibile che i dipendenti del Senato vogliano mantenere i loro stipendi da 300mila euro l'anno, i magistrati della Corte Costituzionale i loro 500mila euro, quelli della Regione Sicilia... #F_START# size=3 color=black #F_MID# Nel mondo invece del lavoro, delle imprese, della produzione, delle famiglie... la svalutazione, l'inflazione o anche il default possono essere utili.#F_END#, dato che in aggregato e in maggioranza invece hanno debiti Il fatto è che oggi mercati finanziari sono colossali, 80 mila miliardi di bonds che circolano ovunque, senza limiti, di continuo, trattati e in mano a mega istituzioni finanziarie che assumono i politici e funzionari di stato. Per cui oggi "i mercati" effettivamente dominano la politica economica e quindi dominano le nazioni Riassumiamo: finalmente, dopo soli sei anni, gli economisti ufficiali si accorgono che si può creare moneta, se ne manca in giro, che non è vero che "non ci sono i soldi", perchè i soldi possono essere creati senza alcun costo dalla banca centrale o dallo stato (e anche le banche in realtà li creano dal niente senza costo..). E' un passo avanti, ma ovviamente data la depressione in cui son cadute Spagna, Italia, Portogallo, Grecia e la crisi della Francia stessa occorrerebbe ora creare centinaia di miliardi e quindi inevitabilmente l'inflazione può salire anche lei, diciamo dallo 0% al 4%. Draghi parla di tornare al 2%, ma se fai dei deficit ora in Italia di 80 miliardi addizionali (oltre i 45 mld attuali di deficit annuo), lo stato spenderà sempre per 800 mld, ma incasserà di tasse meno di 680 mld per un deficit di 125 mld circa l'anno. I "mercati finanziari" accetteranno che l'Italia faccia deficit annui di 125 miliardi (e Spagna, Francia ecc.. anche loro per numeri simili) ? Notare che se torni alla lira il problema è peggiore, perchè in quel caso un inflazione del 6% o anche 8% è probabile e hai anche una perdita secca del 20 o 30% causa svalutazione per i detentori esteri di BTP, per cui la probabilità di un crash del mercato obbligazionario è maggiore Sia che cerchi di creare moneta all'interno dell'Euro (sperando che la BCE finanzi lei comprando BTP con moneta che lei crea dal niente), sia che pensi di ritornare alla Lira il problema alla fine è sempre lo stesso: un "panico dei mercati finanziari" cioè un crash dei bonds... ---#i# Giavazzi e Tabellini rispondono tre giorni fa ^"Un’unica via per la ripresa dell’Eurozona"#http://www.lavoce.info/ununica-via-per-ripresa-delleurozona/^ 19 sett 2014 Francesco Giavazzi e Guido Tabellini L’affermazione che una politica fiscale anticiclica accompagnata da quantitative easing sia economicamente destabilizzante non è giustificata alla luce delle esperienze di Stati Uniti e Regno Unito. Resta l’unica strategia con più probabilità di successo nella situazione attuale. POLITICHE FISCALI ANTI-CICLICHE: STABILIZZANTI O DESTABILIZZANTI? In un recente articolo su lavoce.info, Roberto Perotti scrive di non essere d’accordo con la nostra proposta di una espansione monetaria e fiscale coordinate nell’area dell’euro, attuate tramite #F_START# size=4 color=magenta #F_MID#una temporanea riduzione delle tasse finanziata con emissione di moneta#F_END# . Roberto Perotti non mette in discussione l’efficacia della proposta nello stimolare la domanda aggregata. Ma sostiene che un’espansione temporanea del deficit di bilancio dell’ordine del 5 per cento del Pil non possa essere riassorbita in modo credibile attraverso un piano di tagli futuri della spesa. E afferma che riassorbire un taglio delle tasse di oggi attraverso aumenti di tasse future sarebbe destabilizzante, economicamente e politicamente. Le politiche avviate negli Stati Uniti e nel Regno Unito durante la grande recessione contraddicono la seconda parte dell’argomentazione di Perotti, come mostra la tavola qui sotto. Gli Stati Uniti hanno fatto crescere il loro deficit di bilancio di quasi il 7 per cento del Pil in un anno, attraverso una combinazione di maggiori spese e minori entrate. Meno della metà di questo aumento è dovuta all’effetto degli stabilizzatori fiscali, il resto riflette scelte politiche discrezionali. Negli anni successivi questa espansione del bilancio federale è stata riassorbita. In parte perché l’aumento del deficit era riconducibile a misure “una tantum”, adottate per salvare alcune istituzioni finanziarie; in parte, il riequilibrio è avvenuto in modo automatico con la ripresa dell’economia; e in parte è stato ottenuto attraverso cambiamenti nella politica di bilancio, come ad esempio il “Sequester” del 2013. Al netto degli effetti degli stabilizzatori automatici, le spese federali si sono ridotte di più del 2,5 percento del Pil tra il punto più basso del ciclo economico e oggi, mentre le entrare federali (sempre al netto degli stabilizzatori automatici) sono cresciute di circa il 3 per cento del Pil durante lo stesso periodo (fonte: Congressional Budget Office). Nel Regno Unito l’espansione del deficit è stata simile a quella degli Stati Uniti: + 6,4 per cento in un solo anno, anche in questo caso ottenuta attraverso una combinazione di maggiore spesa e minori entrate fiscali, e per i due terzi dovuta a decisioni di policy. L’espansione fiscale è stata poi completamente riassorbita nel periodo 2010-2013, con circa metà della contrazione (56 per cento) dovuta a misure di policy, quasi interamente sul lato della spesa. Nell’Eurozona l’espansione fiscale del 2008-2009 è stata minore – con il disavanzo complessivo dell’area che ha registrato un aumento del 4,2 per cento del Pil, circa due terzi di Stati Uniti e Regno Unito. Metà di questa espansione è stata ottenuta attraverso misure di policy. Come nel Regno Unito, l’espansione fiscale è stata in seguito completamente riassorbita, ma con due differenze significative. Le misure discrezionali prese per realizzare la contrazione sono state di un ordine di grandezza doppio rispetto a quelle che hanno accompagnato l’espansione: una contrazione del 4 per cento del Pil nel periodo 2010-2014 rispetto a una espansione discrezionale pari al 2 per cento del Pil nel 2008-2009. Ma quello che è ancora più importante è che lo stimolo di politica fiscale è stato pro-ciclico, in quanto è stato attuato nel mezzo della crisi di debito sovrano che ha ristretto il credito e aumentato l’incertezza economica nel Sud dell’Europa. Inoltre, in molti paesi ha preso solo la forma di un’impennata delle tasse. Il risultato sono stati due anni di recessione che hanno eroso parte dei miglioramenti di bilancio. C’è un consenso quasi unanime tra gli economisti sul fatto che le politiche anti-cicliche messe in atto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, accompagnate da un eccezionale allentamento monetario, abbiano contribuito a stabilizzare le fluttuazioni cicliche e spieghino la ripresa molto più veloce di queste economie rispetto all’Eurozona (sebbene l’epicentro della crisi finanziaria sia stato proprio nei paesi anglosassoni e non nell’Europa continentale). L’affermazione che, nelle condizioni attuali, una politica fiscale anticiclica accompagnata da quantitative easing sia economicamente destabilizzante è quindi difficile da comprendere, anche se fosse realizzata interamente attraverso riduzioni di imposte non accompagnate da tagli di spesa futuri. Come si è visto, nei paesi anglosassoni il ritorno della crescita ha contribuito in maniera rilevante a riassorbire i disavanzi. E questo è esattamente il punto: accadrebbe lo stesso anche nell’Eurozona. Tra il 2009 e il 2013, dopo che l’output gap nell’Eurozona è passato dal +3,2 per cento al -3 per cento, il saldo di bilancio complessivo aggiustato per il ciclo si è ridotto di circa 4 punti percentuali di Pil. In alcuni paesi, la restrizione pro-ciclica è avvenuta principalmente attraverso tagli alla spese (in Spagna in particolare) ed è stata più innocua. Altrove, come in Italia, si è basata interamente su un inasprimento delle tasse e ha prodotto una grave e duratura recessione. Parte del taglio alle tasse che proponiamo semplicemente cancellerebbe gli aumenti pro-ciclici delle imposte varati in questi paesi al culmine della crisi del debito sovrano. Quando redditi e prezzi cominceranno di nuovo a salire, una parte dell’espansione di bilancio si ridurrà automaticamente senza la necessità di alcun intervento, come è avvenuto negli Usa e nel Regno Unito. Se l’elasticità del bilancio al ciclo fosse simmetrica (non è necessariamente così) e utilizzando i numeri del deterioramento di bilancio sperimentato nell’area euro tra il 2007 e il 2009 (un calo ciclico del bilancio, cioè al netto degli interventi, del 2 per cento del Pil, a fronte di un peggioramento dell’output gap del 6,6 per cento), un azzeramento dell’output gap dal livello attuale (-3,8 per cento alla fine del 2013) migliorerebbe automaticamente il deficit dell’Eurozona dell’1,2 per cento del Pil, un numero relativamente piccolo, ma non trascurabile. AZZARDO MORALE E CREDIBILITÀ DI FUTURI TAGLI ALLA SPESA Roberto Perotti ripropone inoltre la tesi secondo la quale politiche monetarie e fiscali non stringenti creerebbero un azzardo morale, in particolare nei paesi del Sud Europa. Non c’è dubbio che i Governi cdi Italia e Francia potrebbero non avere la volontà politica, o la maggioranza in Parlamento, per portare avanti le importanti riforme strutturali che sarebbero nell’interesse di lungo periodo di questi paesi. Ma non è per niente certo che prolungare la depressione sia la ricetta migliore per favorire una maggiore disponibilità a realizzare le riforme. Anzi, è molto probabile che sia vero il contrario, per due motivi. Primo, una stagnazione ancor più lunga e un più alto tasso di disoccupazione possono solo rafforzare i partiti più radicali e populisti in tutta Europa. La recente crescita del Movimento 5 Stelle in Italia e dei sentimenti anti-euro in Francia non sono avvenuti per caso, sono la conseguenza dei fallimenti economici del progetto europeo. Secondo, l’opposizione politica ai tagli alla spesa e alle riforme strutturali tende a essere più forte quando l’economia è depressa, perché gli elettori percepiscono tali misure come veicoli di un ulteriore abbassamento della domanda aggregata e di un aumento dei licenziamenti. La sequenza corretta, dal punto di vista sia economico che politico, è dunque una sostituzione intertemporale: tagli alle tasse espansivi ora per far ripartire la crescita e tagli alla spesa via via che l’economia si riprende. Per dare credibilità alle misure future, i tagli di spesa potrebbero essere votati subito dal Parlamento, rimandandone però avanti nel tempo l’entrata in vigore, e con un impegno di legge (una clausola di salvaguardia) ad alzare le tasse di un ammontare corrispondente se i tagli alla spesa dovessero essere abbandonati. ESISTE UNA STRATEGIA ALTERNATIVA? La strategia alternativa suggerita da Perotti – passi incrementali e simultanei per ridurre spesa e tassazione allo stesso tempo – può funzionare in tempi normali, ma è politicamente troppo difficile da percorrere nelle attuali circostanze. Inoltre, e più importante, non coglie assolutamente il punto centrale: in questo momento abbiamo bisogno di un importante sforzo coordinato per far ripartire la domanda aggregata nell’Eurozona. Non si può lasciare questo compito alla sola Bce, pena il fallimento. Il nuovo presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha proposto di aumentare gli investimenti pubblici per un totale cumulato di 300 miliardi di euro nei prossimi anni. Tuttavia, è probabile che anche questa strategia non riesca nell’intento, perché la spinta alla domanda aggregata arriverebbe troppo tardi e perché le risorse sono troppo scarse per fare la differenza (il ministro delle Finanze della Germania, Schauble, ha già ridotto la cifra totale, lasciando intendere che la somma complessiva dovrebbe includere i fondi strutturali e dovrebbe essere finanziata anche dal settore privato). L’intervento di Mario Draghi a Jackson Hole, il suo riconoscimento che la crescita in Europa è vincolata dalla carenza di domanda, che la politica appropriata per allentare i vincoli è uno sforzo coordinato di politica monetaria e fiscale, e che la politica monetaria può giocare solo il ruolo di accompagnare la crescita, ma può difficilmente esserne il motore, ha cambiato il panorama politico. Se i governi dell’area euro non colgono questa opportunità e continuano a cercare scappatoie, passeranno alla storia come i responsabili della distruzione dello sforzo, che dura da sessanta anni, per costruire un continente senza guerre. Sfortunatamente sembrano proprio determinati a farlo.#/i#

Il vero problema delle banche - GZ  

  By: GZ on Lunedì 15 Settembre 2014 12:56

#i# 2) Poiché nessuno si fiderebbe del "pagherò" emesso da me ci sta un ente terzo, il sistema bancario inteso nel suo complesso, che emette il denaro garantendolo con il suo capitale (se non te ne sei accorto le banche hanno un capitale sociale e se i prestiti non ritornano falliscono, o meglio dovrebbero fallire ma poi ci sono i "salvataggi")#/i# --- Non è così. Il 99% della gente pensa che le banche abbiano i soldi che vengono depositati, nessuno pensa che la banca garantisca i soldi che tu le depositi con un suo capitale.... #F_START# size=3 color=black #F_MID#perchè il capitale delle banche è una cifra ridicola.. anche adesso... anche con "Basilea"#F_END#. Le grandi banche hanno in media, in Europa oggi, il 5% di capitale, sul totale dei loro asset o impieghi (in USA un poco di più). Quindi con un capitale del 5% ad esempio, anche solo un 2,5% dei crediti non viene pagato o degli investimenti subiscono una perdita del -2,5% sparisce metà del loro capitale. E se le perdite arrivano al 5% degli impieghi la banca è già fallita. Avere un capitale pari solo al 5% (del bilancio) significa che l'altro 95% del passivo è ...debito!. In altre parole #F_START# size=3 color=red #F_MID#le banche sono aziende che operano con debito pari al 95% del bilancio.#F_END#. In pratica sono nella stessa condizione di chi costruisce immobili o li compra mettendo solo un 5% di soldi suoi e prendendo il resto a debito. Basta una perdita del 5% e ha perso tutto. Le banche funzionano esattamente così. Come tutti sanno, nel bilancio a sinistra ci sono gli impieghi e investimenti vari (ATTIVO) e a destra le passività o debiti o finanziamenti, tra cui il capitale (PASSIVO). Giusto ? Il capitale o mezzi propri è una fonte di finanziamento delle attività, assieme al debito. Un azienda in media ha il 50% del capitale a bilancio, cioè se ha un bilancio con attivi per 100 (e passivi per 100) metà di questo 100 è capitale sociale, mezzi propri, equity (in media) e l'altro 50% debito. Nei casi in cui il capitale scende al 30% e quindi il debito sale al 70% l'azienda vede il suo rating ridotto a "junk" (spazzatura) e se ha dei bonds questi vengono degradati a B- o CCC ecc....Se poi il capitale scende al 20% o meno (e il debito sale all'80% o più) allora l'azienda si prepara a portare i libri in tribunale. Bene: le grandi banche operano anche adesso con capitale del 5% e debito del 95% del totale Prima della crisi del 2008 le grandi banche in europa avevano, in media, solo un 3-4% di capitale e un 96-97% di debito, alcune grandi banche come Deutsche Bank meno del 3% di capitale. Tutta la crisi finanziaria globale del 2008 è dovuta al fatto che le perdite delle banche sono aumentate (tra il 2007 al 2009) dal 2% al 4% circa dei loro impieghi. E questo è bastato a metterle quasi tutte sull'orlo della bancarotta. Non so se è chiaro: se un impresa usa quasi solo debito per finanziari e quasi niente capitale, bastano poche perdite perchè il capitale sparisca e sia fallita. Ripetiamo: #F_START# size=3 color=black #F_MID#nel caso delle banche un capitale del 5% e un debito pari al 95% è la norma!#F_END# Questo è il motivo per cui c'è stata la crisi finanziaria, perchè alla base del sistema economico ci sono le banche e queste operano con un debito pari al 95% e un capitale quasi inesistente, per cui bastano poche perdite per metterle in pericolo e con loro però poi è in pericolo tutta l'economia Tu dirai che ora però sono stati adottati i famosi ^"criteri di Basilea"#http://it.wikipedia.org/wiki/Basilea_II^ I, Basiela II e Basilea III che impongono alle banche di tenere una percentuale più alta.... DI LIQUIDITA! Le nuove regole di Basilea non hanno imposto alle banche di aumentare il capitale in pratica (^se le leggi bene)#http://en.wikipedia.org/wiki/Capital_requirement^), hanno imposto loro di aumentare la liquidità o riserve in tanti modi complicati, ma sul capitale la lobby bancaria ha tenuto duro. #i# [nota tecnica: Basilea dice il capitale deve essere l'8%, ma dei "risk weighted assets" cioè non del bilancio totale che per Unicredit ad es è di 900 mld, ma solo dei crediti e investimenti rischiosi. I BTP e titoli di stato NON sono considerati rischiosi, per cui non vengono contati e voilà, tu puoi avere un capitale anche solo del 4 o 5%...diciamo sui 50 mld. Poi se i BTP però crollano del 20% e ne hai per 100 mld i 20 mld che perdi ti spazzano via quasi metà del capitale...]#/i# Perchè ? Se tu puoi operare con un capitale quasi nullo questo significa che ad una banca basta un utile dell'1% sugli impieghi per avere un rendimento del capitale del 20% (1/5 = 0,2). Perchè quasi tutto il suo bilancio è debito e il capitale è così piccolo che basta poco per remunerarlo. Un azienda che abbia capitale pari al 50% del bilancio invece con un utile dell'1% sul fatturato ci fa la birra, perchè 1/50 = 0,02 cioè ottiene un rendimento sul capitale solo del 2%. Di conseguenza le banche possono pagare da sempre dividendi molto elevati e poi stock options e bonus ai manager molto più facilmente delle aziende normali. Se dovessero tenere un capitale del 30% invece che del 5% non potrebbero pagare dividendi, stock options e bonus, dovrebbero tenere questi soldi e accumularli per accrescere il capitale Da almeno un anno c'è un movimento a livello accademico e non solo per riformare radicalmente le banche, il cui merito va soprattutto a Anat Admati un economista israeliana ora a Stanford e Martin Hellwig un economista tedesco, che oltre a scrivere ^questo libro "The Bankers’ New Clothes"#http://bankersnewclothes.com/^ si sono messi a girare ogni conferenza e dibattito e bussare alla porta di senatori e deputati (specie la Admati che è un fenomeno). E oltre a loro ci sono ora pezzi grossi come John Cochrane o Bob Lucas o Lord Turner o Martin Wolf che parlano tutti di imporre alle banche di tenere capitale pari almeno al 30% (e idealmente anche molto di più) video ^Anat Admati: "The Bankers' New Clothes"#https://www.youtube.com/watch?v=ZDRpZvCOVrc^

Anche Renzi vuole 200 miliardi per l'economia italiana - GZ  

  By: GZ on Giovedì 11 Settembre 2014 20:37

l'unico modo di far uscire l'Italia dalla Depressione è di creare 200 miliardi di euro come spiegato qui da parecchio tempo. E Renzi è d'accordo #i# «Draghi ha messo a disposizione ^200 miliardi di euro e non li dà a me, ma alle banche; ma alle banche dice che vanno dati agli imprenditori#http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-09-09/renzi-draghi-mossa-la-svolta-politica-monetaria-gufi-elencano-solo-problemi-io-provo-risolverli--184811.shtml^ e non per prendere soldi a meno dell'1 per cento e poi fare lavoro sui titoli di Stato senza rischi. È un passaggio importante che potrebbe fare la svolta della politica monetaria europea...»#/i# Anche Renzi nota ora che a tagliare delle spese circolano meno soldi #i# «Non subito verranno fuori dati positivi, perché quando tagli la spesa tagli dei denari che circolano, magari all’inizio si balbetta un po’»#/i# (Matteo Renzi ieri intervistato in TV) Come abbia fatto Renzi a calcolare che dei supposti 750 o 1,000 miliardi dei nuovi programmi di liquidità della BCE alle banche italiane ne arriveranno 200 miliardi non si sa, perchè nessuno lo ha indicato finora. Avrà visto la copertina del libro che recita ^"200 MILIARDI PER RIMETTERE IN MOTO L'ECONOMIA ITALIANA ..."#http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^ #F_START# size=3 color=magenta #F_MID#Supponiamo che le banche ora prestino davvero 200 miliardi di euro addizionali. Cosa succederebbe ?#F_END# Come noto è altamente improbabile che avvenga, ma supponiamo che invece succeda, Draghi crea 200 miliardi, li gira alle banche che li prestano tutti, 200 miliardi, in un anno, un poco alle famiglie e un poco alle imprese. Dopotutto in USA e UK è quello che è successo, le banche centrali hanno pompato talmente il mercato finanziario che alla fine sia le banche da una parte sono state stimolate a prestare di nuovo che le imprese e (una parte delle) famiglie dall'altra sono state spinte a indebitarsi. E' così che hanno avuto la ripresa. Perchè non noi allora ? 200 miliardi di euro sono una cifra enorme... Ora, le famiglie e le imprese in Italia hanno attualmente debiti per 2mila miliardi circa, esattamente quanto lo stato. Se questi 200 miliardi in più di cui parla Renzi arrivassero da una riduzione delle tasse lo stato avrebbe aumentato il suo deficit di 200 miliardi. Dato che invece arrivano da prestiti di banche al settore privato il deficit di questo, famiglie e imprese, aumenterà di 200 miliardi. #ALLEGATO_1# Il debito dei privati aumenterà da 2,000 miliardi a 2,200 miliardi. Se invece i 200 miliardi fossero venuti dallo stato il suo debito sarebbe aumentato a 2,200 miliardi e rotti. In pratica Draghi, Renzi e gli esperti della EU dicono che bisogna aumentare il deficit (e il debito) dei privati di 200 miliardi invece che quello dello stato.#F_START# size=3 color=black #F_MID# La scelta è tra aumentare il deficit del settore pubblico o del settore privato e Draghi e Renzi dicono che è meglio aumentare quello del privato. Noi sosteniamo che bisogna aumentare invece il deficit dello stato, ma perlomeno sulla cifra, 200 miliardi, siamo ora d'accordo!#F_END# Ok, ma cosa succede allora all'economia italiana se le banche effettivamente prestano di colpo 200 miliardi di euro ? Una parte verrebbero usati per rifinanziare vecchi debiti che le famiglie hanno in scadenza, una parte verrebbe usata per comprare immobili e una parte verrebbe spesa, in consumi o capannoni o materiali o salari. Supponiamo che dei 200 miliardi che famiglie e imprese ricevono dalle banche se ne usino 50 per rifinanziare debiti, 75 per comprare immobili e 75 miliardi vengano spesi. La posizione di liquidità di alcuni migliora, il valore degli immobili di altri sale un poco e poi aumenta anche la produzione, l'occupazione, le importazioni e anche un poco l'inflazione. Dopotutto sono 200 miliardi, il 13% del PIL, è i prestiti e i mutui sono soldi che vengono dati perchè vengano utilizzati. Se ricevi soldi tout court puoi anche metterli tutti via in Bot, ma se prendi un prestito sei in qualche modo costretto ad usare i soldi, non avrebbe senso pagare un 3 o 4% per avere liquidità con cui compri obbligazioni no ? Bene, anche se è una cifra enorme l'inflazione non aumenterà molto (perchè partiamo da un economia depressa), ma comunque dallo 0% attuale può ritornare alla percentuale media degli ultimi 20 anni che era sul 2,5%-3%. Dopotutto negli anni 2004-2007 le banche aumentavano il credito al ritmo di 120-150 miliardi l'anno circa e l'inflazione era al 3% e rotti. Se ora in un anno aumentano il credito di 200 miliardi l'inflazione può tornare al 2,5% ? Mi sembra ragionevole no ? Bene, abbiamo allora immaginato che nel prossimo anno arriveranno 200 miliardi a famiglie e imprese sotto forma di prestiti delle banche e questo risolleva abbastanza l'economia. Con l'unica conseguenza negativa di far aumentare il deficit estero (problema che tralasciamo) e l'inflazione, ma non tanto, diciamo un 3%... Se risollevi l'economia dalla depressione, rilanci i consumi e gli investimenti, anche far aumentare il debito privato, il deficit estero e un poco l'inflazione sono dei prezzi da pagare che valgono la pena no ? E' una soluzione che può funzionare allora ? OK, quindi #F_START# size=4 color=black #F_MID#alla fine Draghi e Renzi vogliono anche loro aumentare di 200 miliardi il denaro che circola, riconoscono che ci vuole più moneta e in una quantità enorme, e l'unica differenza è che loro preferiscono aumentare il deficit del settore privato e noi del settore pubblico#F_END#. Dato che in America e UK sembra abbiano seguito la prima strada (il "quantitative easing!") e ha abbastanza funzionato finora, perchè allora non dare un poco di fiducia e sperare nei 200 miliardi di Draghi ? Dopotutto sono sempre soldi, sono a debito per cui poi ci sono le rate e gli interessi, ma sono sempre miliardi di euro intanto che arrivano. #i# [Nota Bene: sottolineo ancora che abbiamo tralasciato il fatto che le banche italiane NON presteranno se non in misura minima la liquidità che la BCE ora fornirà, per vari motivi discussi già da tanti altri, essenzialmente perchè alle banche inglesi e americane la Banca Centrale aveva assorbito lei i crediti marci e lo stato garantiva lui tutti i mutui... Stiamo ora immaginando uno scenario ultra-ottimista, che la BCE faccia un miracolo, vogliamo provare ad avere tutta la fiducia possibile nella BCE, Draghi e Renzi..]#/i# OK, c'è però un problema. Come tutti sanno i titoli di stato sotto i tre anni pagano lo 0,5%, sotto i cinque anni l'1% e a dieci anni il 2,4% (^il tasso del Btp 3 anni maggio 2017, è sceso a 0,52%#http://www.corriere.it/economia/14_settembre_11/btp-titolo-tre-anni-segna-nuovo-minimo-storico-a54e6070-3999-11e4-99d9-a50cd0173d5f.shtml^ ). Sono i tassi di interesse più bassi della storia moderna e antica e lo stesso accade in Spagna, Francia, Germania, Olanda, Portogallo... IN TUTTA EUROPA I TASSI DI INTERESSE SONO I PIU' BASSI DELLA STORIA. Questo è un fatto storico appunto, ed è molto molto importante da notare per vedere quello che succederà Se allora per effetto di questi 200 miliardi di credito, l'inflazione,sale dallo 0% anche solo al 2,5% le quotazione di molti titoli di stato ...si dimezzano...cioè i BTP che quotano 130 crollano a 70. Ora ci sono tante scadenze di titoli di stato e tante durate e fare un calcolo esatto è complicato, ma diciamo che sui 1,900 miliardi e rotti di debito pubblico attualmente nelle mani del pubblico (il resto lo hanno bankitalia, bce...) puoi avere perdite dai 500 miliardi in su. Un crollo del genere dei titoli di stato ha conseguenze: - per le banche che attualmente ne hanno più di 400 miliardi e che vanno salvate dalla BCE creando forse 200 miliardi, solo per l'Italia.... - per le famiglie italiane che avrebbero uno shock pari o maggiore di quello della peggiore patrimoniale o del ritorno alla lira, per cui si ritroverebbero ad essersi indebitate di più e poi a subire una perdita patrimoniale ingente - per gli investitori esteri che tuttora hanno circa 400 mld di titoli italiani e li usano spesso per "reipotecarli" (cioè con 1 miliardo di BTP si fanno prestare 1 miliardo e poi chi gli presta a sua volta usa il miliardo di BTP per farsi prestare...) Conclusione Io e Renzi siamo arrivati alla stessa conclusione (finalmente): ci vogliono 200 miliardi di nuova moneta per risollevare l'economia italiana. Renzi e il resto della classe politica di governo li aspettano dalla BCE che li giri alle banche che li prestano alle famiglie e imprese. Nell'ipotesi improbabile che questo possa accadere avresti però un crollo dei titoli di stato che creerebbe uno shock a tutto il sistema attuale. Per cui è impossibile che i banchieri centrali lo faranno...e infatti ^se guardi bene poi in realtà quello di Draghi è solo fumo#http://vocidallestero.blogspot.it/2014/09/telegraph-il-piano-della-bce-non-fara.html^ (E perchè allora in USA e UK con queste manovre di QE della Banca Centrale hanno evitato la recessione ? Questo è un discorso più lungo. In sintesi: perchè in realtà hanno avuto deficit pubblici del 10 o 12% del PIL per diversi anni di fila tra il 2008 a il 2012. Non hanno ammazzato l'economia con l'austerità. Non hanno lasciato andare l'inflazione a zero. Hanno combinato deficit pubblici molto ampi con acqusti enormi di titoli, sia di stato che ipotecari pompando su in tutti modi il mercato finanziario e immobiliare.... Hanno creato però altro debito per circa 10 mila miliardi e ricchezza finanziaria per 20 mila miliardi (dal 2008). Hanno creato una nuova piramide del debito se vogliamo, e non è detto che non gli crolli alla fine )

ai narcos non puoi aumentare l'IVA o mettere l'IMU - GZ  

  By: GZ on Martedì 09 Settembre 2014 19:50

Sono alla frutta. Se tu vai in banca e dici "mi dovete prestare più soldi" e loro: "ma lei ha solo questo immobile da ipotecare" e tu dici: "eh... ma poi ho un giro di moldave e gestisco tutti questi pusher di coca..." loro cosa fanno, mettono un ipoteca sulle moldave e sui tuoi pusher ? E poi se non paghi cartolarizzano le moldave e le vendono alla BCE ? Questo è esattamente quello che fanno Renzi e la UE ora. Dal 22 settembre l'Istat aumenterà il PIL di 59 miliardi inserendo droga e prostituzione e poi mettendo gli investimenti in tecnologia non più come un costo, ma come prodotto ! (cioè più spendi in computer o banda larga e più ora aumenta il PIL italiano). Notare che solo gli USA e UK lo fanno, non la Francia. La cosa ridicola è che lo fanno perchè così migliora il rapporto tra Debito e PIL. Il motivo per cui si guarda al PIL è perchè indica la capacità di pagare tasse con le quali a sua volta paghi le rate e gli interessi dei BTP, cioè il #F_START# size=3 color=red #F_MID#Il PIL è una misura della "capacità contributiva" di un paese nel pagare i debiti!#F_END# In paesi come la Grecia, l'Argentina, l'Ukraina, il Guatemala, il Senegal il sommerso va dal 40 o 70% del PIL, quindi in pratica sarebbero più ricchi di quanto mostrano delle statistiche ufficiali, ma questi paesi hanno dato spesso default sul loro debito e anche adesso non ci si fida molto a prestargli soldi, perchè appunto il PIL sommerso non da soldi con cui pagare il debito estero. Se poi si inserisce persino l'economia criminale è l'assurdo completo. I trafficanti di droga, i mafiosi e le prostitute moldave e nigeriane non solo non contribuiscono a pagare le tasse, ma il loro non è "sommerso" che può emergere perchè sono attività che lo stato vuole azzerare. Il Messico ha da sempre un PIL criminale enorme, ma se anche lo avessero addizionato a quello ufficiale avrebbe dato default lo stesso (nel 1994), perchè ai narcos non potevi aumentare l'IVA o mettere l'IMU!!! ----#i# ^Il Fatto Quotidiano | 9 settembre#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/09/pil-istat-economia-illegale-e-sommersa-vale-200-miliardi-124-del-prodotto/1115509/^ La tanto attesa revisione del Prodotto interno lordo sulla base del nuovo sistema di contabilità pubblica Esa 2010, è iniziata. Portando con sé, come previsto, un aumento del prodotto interno lordo, che ora include i proventi di droga, prostituzione e contrabbando, e un calo del rapporto deficit/Pil. L’Istat ha cominciato a ricalcolare i dati a partire dal 2011, mentre quelli sul 2013, attesi dal governo Renzi per mettere a punto la revisione del Documento di economia e finanza, arriveranno il 22 settembre. Le prime indicazioni, comunque, confermano e addirittura superano le aspettative: #F_START# size=3 color=red #F_MID#il “nuovo” Pil 2011 è di 1.638,9 miliardi, 59 in più rispetto al livello precedente#F_END# . L’incremento è del 3,7%, superiore rispetto alle attese che davano il prodotto in aumento di una percentuale compresa tra l’1 e il 2% per effetto della revisione. L’inclusione dell’economia illegale, da sola, contribuisce per l’1% e vale in tutto (compreso l’indotto legale) 15,5 miliardi di euro: 10,5 dalla commercializzazione di droga, 3,5 dall’attività di prostituzione e 0,3 dal contrabbando di sigarette. #b#L’istituto di statistica dà anche una nuova stima dell’economia sommersa, cioè il nero: 187 miliardi, pari all’11,5% del prodotto 2011#/b#. Sommando l’illegalità, il totale dell’economia “non osservata” è di oltre 200 miliardi, il 12,4% del Pil. La sorpresa è che #b#la voce “ricerca e sviluppo“, che entra per la prima volta nel calcolo perché finora era considerata una spesa e non un investimento#/b#, vale più di stupefacenti e prostitute: 20,6 miliardi, 1,3 punti percentuali di Pil. E’ solo un effetto contabile, naturalmente, ma ossigeno puro per la finanza pubblica. Un prodotto interno più alto, infatti, si traduce in una riduzione del rapporto di indebitamento. Che passa, per il 2011 (anno in cui l’Italia ha sforato i parametri del patto di Stabilità), dal 3,7 al 3,5%. #b#Ottime notizie per il ministero dell’Economia, alle prese con le nuove stime da inserire nel Def e con la preparazione della Legge di Stabilità. Non per niente il dicastero di Pier Carlo Padoan ha fatto slittare di dieci giorni la presentazione del Def aggiornato, in modo da poter contare su cifre un po’ più “rotonde”#/b# proprio grazie a Esa 2010 (in italiano Sec, da “Sistema europeo di contabilità). Che darà una grossa mano soprattutto sul fronte del rapporto debito/Pil, con il primo salito, in base alle ultime rilevazioni, a 2.120 miliardi di euro. #/i# ---- Da un articolo su Vox di Marcello Esposito, di oggi A partire da settembre un certo numero di paesi europei, tra cui l’Italia (ma non la Francia), inseriscono nel calcolo del Pil alcune forme di economia “criminale”(contrabbando, prostituzione e droga). Il Pil, tra tutte le statistiche economiche, è una delle più importanti e ha assunto una valenza sancita da trattati internazionali che vincolano i comportamenti dei paesi membri, influenzando reciprocamente la vita, le speranze e il benessere di 500 milioni di persone. Ci riferiamo principalmente al Trattato di Maastricht e agli accordi successivi, attraverso i quali è stata creata la moneta unica e si sono coordinate le finanze pubbliche dei paesi membri. In questi accordi e nella loro applicazione pratica, il Pil svolge un ruolo determinante perché è da una sua corretta misurazione che discende un’interpretazione appropriata di alcuni rapporti chiave, come quello del deficit/Pil e quello del debito/Pil. Perché in Maastricht si è deciso di usare il Pil e non qualche misura alternativa di benessere o di felicità? Perché non sono state incluse forme di attività come il lavoro casalingo?Il motivo è che serve una misura della potenziale “base imponibile” su cui i governi possono contare per rispettare gli impegni assunti nei confronti degli investitori, privati e istituzionali, che, acquistando il loro debito, hanno finanziato la quota di spesa pubblica non coperta dalle tasse. Il Pil, se calcolato correttamente, rappresenta la misura più affidabile della capacità di un’economia di produrre reddito “imponibile”. Visto nell’ottica dell’investitore, basta anche solo l’inserimento dell’economia “sommersa” (attività perfettamente legali ma non dichiarate, come le somme versate in nero al dentista o all’idraulico) nel calcolo del Pil per sporcarne la capacità segnaletica:il reddito dell’economia sommersa per definizione sfugge alle autorità fiscali del paese e quindi è inutile ai fini della determinazione della sostenibilità delle finanze pubbliche. Se gli abitanti di Evadolandia hanno tutti la Mercedes, ma risultano nullatenenti per il fisco, il ministero del Tesoro pagherà uno spread salato sui suoi titoli di Stato anche se sulla carta il deficit/Pil dovesse risultare inferiore al 3 per cento a causa di un Pil gonfiato dalla stima del reddito evaso. Forse qualcuno ricorderà che nel 2006 la Grecia rivalutò nottetempo del 25 per cento il proprio Pil, includendo stime fantasiose circa la dimensione dell’economia sommersa e dell’economia criminale. In quel modo riuscì a mascherare lo sforamento nel rapporto deficit/Pil che era in atto. Come è andata a finire, lo sanno tutti. Per la cronaca, anche l’Italia (“una faccia, una razza”) è famosa per un’operazione analoga voluta da Bettino Craxi nel 1987, limitata tuttavia all’economia “sommersa”, che ci illuse per qualche anno di aver spezzato le reni alla Gran Bretagna. La differenza tra ‘sommerso’ e ‘criminale’ Se oltre all’economia “sommersa”, si include anche (una stima) dell’economia “criminale” all’interno del Pil, si rischia invece di compiere un vero e proprio errore di logica economica. Se il “sommerso” potrà venire alla luce del sole con una più efficiente lotta all’evasione e con una legislazione fiscale più semplice, l’economia “criminale”, invece, non potrà mai emergere. L’economia “criminale” viene combattuta ogni giorno dalle forze di polizia, dalla magistratura, dalle istituzioni. L’obiettivo è quello di azzerarla, non di farla emergere, perché il nostro comune sentire ha decretato che quelle attività sono dannose e distruggono capitale umano, sociale ed economico. Tra l’altro, questo implica che anche le attività lecite che dipendono dall’economia “criminale” sono a rischio. Quanto maggiore la quota di Pil criminale, tanto più fragile è l’economia “lecita” del paese. Volendo usare una metodologia di ponderazione presa a prestito dai modelli di risk management delle banche, l’economia “lecita” dovrebbe avere un peso del 100 per cento nel Pil, la stima dell’economia “sommersa” un peso inferiore al 100 per cento, a testimonianza della difficoltà di farla emergere. La stima dell’economia criminale dovrebbe invece entrare nel calcolo del Pil con un peso negativo. Per capirne il motivo, facciamo un semplice esempio. Prendiamo il caso di una cosca mafiosa che impiega i soldi del traffico di droga nell’economia del proprio territorio acquistando auto di lusso, ristrutturando ville, pagando vitto e alloggio alle famiglie dei carcerati, e così via. Cosa succederebbe se un magistrato come Giovanni Falcone o Paolo Borsellino, arrestando la cupola della cosca, azzerasse l’afflusso di denaro? Il Pil del territorio si sgonfierebbe non solo per l’ammontare “criminale” ma anche per quello “lecito” che le attività criminali avrebbero reso possibile. E veniamo all’arte divinatoria che devono applicare i poveri sventurati a cui tocca il compito impossibile di inventarsi una stima del valore aggiunto delle attività criminali. Prendiamo il caso della dimensione internazionale del traffico di droga. Alcune, come l’eroina e la cocaina, non sono prodotte in Italia, ma sono importate dall’America Latina o dall’Asia. Bisognerebbe dedurre dalla spesa dei consumatori domestici il costo della merce alla frontiera. Una parte della merce che entra in Italia viene poi esportata in altri paesi europei. Il margine nell’attività di import-export, che pare rappresenti una parte importante dei guadagni delle mafie italiane, in quale settore del Pil sarà inclusa? Per quanto assurdo possa sembrare, stando allo studio recente dell’inglese Office for National Statistics, il margine degli spacciatori nella rivendita di droga importata dall’estero dovrebbe essere classificato tra i proventi dell’industria farmaceutica. E come fa l’Istat a calcolare quale parte del valore aggiunto creato con il traffico di droga o la prostituzione rimane in Italia? Se i soldi spesi dai consumatori italiani, in droga o prostitute, vengono spediti all’estero per sfuggire ai controlli della polizia e della magistratura italiana, questi non dovrebbero entrare nel Pil italiano se non per la parte relativa al sostentamento della “rete di distribuzione” e dell’apparato “militare” in loco. Sarebbe poi curioso capire come l’Istat aggiornerà le stime del Pil in base alle operazioni di polizia e all’azione della magistratura. In teoria, l’Istituto di statistica dovrebbe poi mettere in correlazione il livello dell’attività criminale in Italia con l’attività legislativa in materia (“svuota carceri”, “Severino”, “41bis”, per esempio) o con fenomeni come l’imporsi di nuove droghe e trend di consumo. L’inclusione dell’economia criminale o di parti di essa all’interno del Pil avrebbe quindi un senso “economico” solo se l’Europa avesse intenzione di legalizzare quel tipo di attività. Poiché non è così rappresenta solo una fonte di errori statistici incommensurabili. E, quel che è peggio, rappresenta il frutto di una interpretazione “ideologica”, spesso errata anche dal punto di vista scientifico, del concetto di “domanda di mercato” e “comune accordo tra le parti” per discriminare tra le attività criminali che fanno parte del Pil e quelle escluse.(

è solo un caos - GZ  

  By: GZ on Lunedì 08 Settembre 2014 16:18

nei blog seri il tizio che lo tiene non lascia scadere la discussione, intervenendo, filtrando i post, cazziando....ma ci vuole tempo... e poi soprattutto non ne vale così tanto la pena perchè non esiste, che io sappia, un solo blog o forum dove la gente di diverse estrazioni, preparazioni e "scuole" si incroci a discutere in Italia. E' solo a compartimenti stagni per cui le persone digiune di macroeconomia che vi si interessano vengono confuse. S seconda del sito in cui capitano sentono tutto e il suo contrario e non hanno modo di fare confronti: i) quelli #i# keynesiani-per-la-spesa-pubblica#/i# stanno nei loro siti e ora ^raccolgono firme per il referendum (fronda PD-CGIL e SEL) per proprio conto#http://www.referendumstopausterita.it/^ (ignorati dai media in modo scandaloso perchè è un iniziativa lodevole e ignorati anche da tutti gli altri qui sotto) ii) quelli #i# liberisti-Chicago-taglia-la-spesa-guai-stampare-moneta#/i# restano nel loro siti dove dicono che ^la deflazione-fa-bene#http://noisefromamerika.org/articolo/dissezione-deflazione-italia-sguardo-ai-dettagli^ e poi hanno i due pezzi grossi Zingales e Allesina che scrivono sul corriere e vanno in TV e basta, non si abbassano... iii) quelli del #i#il ritorno-alla-lira-unica-soluzione#/i#, cioè Bagnai più che altro che è instancabile e produce 100 pagine al mese, curate anche nelle virgole, perchè gli altri Borghi, Caracciolo e Rinaldi...non hanno la voglia o il tempo di tenere discussioni e blog .. per cui in pratica ora è appaltato a Bagnai.. iv) quelli #i# andiamo-a-stare-all'estero-compra-oro-bitcoin-evviva-la-Scuola Austriaca#/i# ...che sono un poco appannati visto che il famoso stampare moneta non ha creato inflazione, ha migliorato le cose e fatto crollare l'oro, ma sono impermeabili più di prima al ragionamento v) quelli del M5S discutono (forse) nei loro forum interni...ma hanno Casaleggio e il blog di Grillo che dicono cose contradditorie e anche opposte tra loro di continuo, lasciando perplessi e confusi i milioni che gli hanno dato il voto vi) quelli della MMT si sono divisi in pezzi ora, con Barnard che parla di se stesso e per il resto stramaledice tutti...per cui se Mosler non si installa in Italia non vanno avanti vii) quelli del PD, Forza Italia, Lega, scelta civica che non esistono come dibattito e discussione, questo da sempre perchè sono entità di potere, enti locali, consigli di amministrazione... viii) i giornali che censurano in pratica i pezzi di critica all'austerità e all'euro (con Mosler, che non è proprio nessuno se vuoi, ne abbiamo mandati io, Bossone e Cattaneo a tutti i giornali e nessuno ha voluto pubblicare un solo articolo). Fanno scrivere invece gente che dice cose strampalate e opposte tra loro, vedi il Fatto...tanto per creare polverone Morale: è solo un caos. In Italia oggi, con la peggiore crisi economica della sua storia la "discussione" non esiste e la gente che prova a leggere di economia per capire come mai di questo disastro si confonde solamente. Bisogna solo aspettare un altro poco per il crac finanziario in arrivo, solo quando arriva il crac come nel 2008 (e in parte nel 2011), quando c'è il panico, la gente ritira i soldi e vuole mandarli all'estero, le banche sono in pericolo, i BTP crollano ecc... si potrà fare un poco di pulizia e ottenere l'attenzione della gente

Draghi sta cercando di metterci una pezza - GZ  

  By: GZ on Giovedì 04 Settembre 2014 23:02

Oggi Draghi quando gli chiedevano dettagli su questo nuovo programma di acquisto di bonds ipotecari ha detto: "sentite, vogliamo riportare il bilancio della BCE alla dimensione che aveva nel 2012..." (cioè aumentarlo di quasi 750 miliardi di euro). Poteva aggiungere: #i# "perchè abbiamo causato una depressione e ora vorremmo metterci una pezza imitando un poco giapponesi, inglesi ed americani che hanno fatto il contrario..."#/i# America ed Europa (eurozona) sono sempre andate avanti pari come produzione, solo negli ultimi tre anni di colpo e per la prima volta gli USA sono andati su e l'eurozona è andata giù #ALLEGATO_1# [Considera che dentro il grafico dell'eurozona c'è dentro la Germania, Olanda e Austria le quali hanno un andamento più debole degli USA, ma non di tanto. Tuttavvia anche inglobando i paesi nordici l'europa nel suo complesso affonda mentre l'America va avanti (perlomeno come dato aggregato di produzione e di PIL, poi come viene distribuito questo prodotto come si sa in America è disuguale)] Cosa è che è cambiato dal 2011 ? Di colpo l'europa è diventata meno produttiva ed efficiente, la burocrazia ha asfissiato, la casta si è magnata tutto, "non si sono fatte le riforme strutturali",....? Pensa bene, tutto è successo dal 2011 circa e riguarda l'intera eurozona, non stiamo parlando dell'Italia o della Spagna... Cosa può mai essere che per la prima volta nella storia ha affondato solo l'europa di colpo ? Ok, è per chi non ci è arrivato ecco la risposta: #ALLEGATO_2# Occorre commentare ? la BCE ha contratto il suo bilancio e gli altri lo hanno pompato ancora di migliaia di miliardi. Della serie : la moneta!.... Avendo fiaccato l'economia europea ora Draghi dice che la BCE cambia linea e comprerà debito fino a tornare ad un livello come quello di tre anni fa, cioè per circa 750 mld (si sono accorti che inglesi e americani con questo sistema hanno evitato la depressione e ormai tutto il mondo glielo sta urlando dietro). Draghi ha però insistito oggi che i vincoli di bilancio del patto fiscale vanno sempre rispettati e cioè niente deficit pubblici del 10% del PIL come gli americani, inglesi e giapponesi. E allora a cosa serve comprare ora del debito ? Non molto. Come hanno fatto infatti in America ? grazie al fatto che la FED ne comprava per 4mila miliardi il debito pubblico e privato è aumentato di circa 17 mila miliardi (10mila pubblico e 7 mila privati) e il costo del debito viene tenuto basso appunto dal fatto che questo mega compratore (la FED) sempre in agguato. Quindi hanno creato una quantità di debito pari al PIL e questo denaro (in parte spesa pubblica, in parte credito privato) ha fatto crescere il PIL. Ma se non vuoi che gli stati aumentino i deficit ("il patto fiscale...") allora stai cercando solo far indebitare di più le famiglie e le imprese. Questo non è facile qui ora in Europa, perchè hai lasciato affondare l'economia e l'hai strangolata di tasse con l'austerità.

Giavazzi propone di stampare moneta per ridurre le tasse (mi ha copiato) - GZ  

  By: GZ on Giovedì 04 Settembre 2014 02:31

Francesco Giavazzi mi ha copiato. Assieme ad un altro top professore della Bocconi, Guido Tabellini, ha appena pubblicato un articolo sulla rivista degli economisti per proporre di stampare moneta e usarla per ridurre le tasse. ^"How to jumpstart the Eurozone economy, Quantitative easing should take place, but together with fiscal easing"#http://www.voxeu.org/article/how-jumpstart-eurozone-economy^, Francesco Giavazzi, Guido Tabellini 21 August 2014, Vox.eu L'articolo è semplice: dice che bisogna ridurre le tasse del 5% del PIL in tutta l'eurozona e quindi il deficit sale dal 3 all'8% del PIL e che la BCE deve finanziare lei il deficit comprando i bond che vengono emessi e girando le cedole ai singoli governi. In pratica è come se stampassi moneta, ma per mantenere la finzione prima fai emettere i bonds e poi li fai comprare e sparire nel bilancio della BCE. Ovviamente stampare moneta per un 5% del PIL farà aumentare l'inflazione, ma questo sarà utile per ridurre il peso del debito... In altre parole Giavazzi si è messo a leggere questo sito. Ok, ammetto la possibilità che abbia notato anche Wilem Buiter ad esempio, che ha appena pubblicato un elegante paper matematico per dimostrare come "il denaro dall'elicottero" funziona sempre per uscire da una depressione (^"The Simple Analytics of Helicopter Money: Why It Works – Always"#http://willembuiter.com/helifinal.pdf^) Francesco Giavazzi nel 2011 diceva che bisognava fare l'austerità ( tagliando la spesa più che aumentando le tasse) e non dava segno di sapere che invece si poteva evitare l'austerità creando moneta (NON debito!). Dopo tre anni sembra quindi che si stia accorto che nella teoria e nella storia economica si sa che si può variare la quantità di moneta. Perchè, a differenza della quantità di terra, di moneta se ne può creare quanta si vuole (ed è meglio che aumentare il debito che costa interessi...) Questo concetto, #F_START# size=4 color=black #F_MID#creare moneta (NON debito!) e usarla per ridurre le tasse#F_END# è quello che dal 2011 qui si è cercato di spiegare in venti modi diversi e su cui si è pure scritto un libro per mostrare come implementarlo (condito con la storia e la teoria economica della moneta) La proposta di Giavazzi e Tabellini è quindi ottima, però è debole dal punto di vista pratico perchè: a) chiede che sia la BCE a farlo rimanendo nell'euro e che si taglino le tasse del 5%, in misura uguale, per tutti i paesi europei. Assume quindi che che i tedeschi, gli austriaci e gli olandesi siano d'accordo e quindi che l'Italia sia sempre vincolata a fare come gli altri e ne dipenda. b) tagliare le tasse stampando moneta per il 5% del PIL ugualmente in Grecia e in Austria, in Portogallo e in Germania ecc.. nei primi è insufficiente e nei secondi provoca inflazione oltre il 2% a cui sono abituati. Di conseguenza è improbabile che gli austriaci o i tedeschi lo accetteranno... c) anche assumendo che per miracolo i paesi nordici accettino, Giavazzi e Tabellini propongono però che questo sia solo una misura di emergenza temporanea e questo (come insegnano in tanti) crea l'aspettativa di investitori e imprenditori che si ritorni al vecchio regime di emissione di debito per cui l'effetto può essere di far tesaurizzare molti dei soldi creati... d) non si pongono il problema del deficit estero che, rimanendo nell'euro, inevitabilmente ne nascerebbe per paesi come spagna, portogallo e italia e quindi degli accumuli su Target2 di crediti della Germania verso di noi... (ma non complichiamo ora) Detto questo, è un grande progresso che (con soli tre anni di ritardo) anche i prof. della Bocconi scrivano ora che si può anche aumentare la moneta (e non il debito) C'è poi il problema di fondo che la rende irrealizzabile: al momento i BTP sono saliti da 90 a 130 e i Bund da 100 a 140 (all'incirca) ecc.. in corrispondenza al crollo dei rendimenti di tutti i bonds dell'eurozona, per cui hai addirittura bonds tedesche a 4 anni con rendimento di -0,1% e così francesi a 2 anni... Questo perchè l'inflazione è praticamente zero e in Spagna e Italia ora sottozero... Bene, #F_START# size=3 color=black #F_MID#se stampi ora moneta per ridurre le tasse e risollevare l'economia e in misura massiccia (5% del PIL), l'inflazione sale di colpo, diciamo di 3-4 punti percentuali. E i BTP crollano da 130 a 90 e i Bund da 140 a 100.... cioè provochi un crollo del mercato obbligazionario governativo#F_END# E questo crollo fa fallire le banche italiane ad esempio che al momento hanno in pancia 350 miliardi di BTP e che devono essere quindi salvate dalla BCE, la quale però poi ha i tedechi che dicono ma perchè creare ora altri soldi per gli italiani...ecc... Non solo. A sua volta il crac dei bonds governativi che provochi si porta dietro una frana di altre obbligazioni, dei loro derivati e con loro dei "carry trade" basati su "tripla reipoteca" di questi bonds da parte di hedge, mega banche e compagnia... In parole povere provochi un crollo del castello della finanza globale maggiore di quello dei mutui subprime e di Lehman. #F_START# size=6 color=black #F_MID#E quindi non te lo faranno fare.#F_END# (chi ? JP Morgan, Goldman Sachs, SocGen, Deutsche Bank, Barclays, Blacrock, Fidelity... il "big money") (e allora ? allora, #F_START# size=3 color=magenta #F_MID#devi agire per tuo conto, l'Italia deve fare da sè e devi creare anche BTP a valenza fiscale come abbiamo spiegato noi per neutralizzare la speculazione. E devi essere pronto a mettere controlli sui capitali e nazionalizzare banche...#F_END#. Queti però sono discorsi troppo complessi per dei tranquilli professori, per adesso ci accontentiamo che siano arrivati al concetto che si può creare moneta al posto di debito...)

La Germania stampa moneta ! (Milton Friedman e Warren Mosler) - GZ  

  By: GZ on Sabato 23 Agosto 2014 00:19

(Aug 19, "Germany Set to Issue Bonds at 0% as Investors Seek Refuge") ^"La Germania si prepara ad emettere titoli di stato con rendimento dello 0%"#http://blogs.wsj.com/moneybeat/2014/08/19/germany-set-to-issue-at-0-as-investors-seek-refuge/^ #F_START# size=4 color=black #F_MID#La Germania stampa moneta !#F_END# #ALLEGATO_1# Se uno stato, la Germania come vedi oggi, emette titoli di stato che pagano un rendimento dello 0%, questo è esattamente lo stesso che emettere moneta, euro. "Stampare" o emettere bonds che non pagano niente di rendimento è identico a "stampare" o emettere moneta, euro. E a questo punto anche i più ciechi e sordi dovrebbero ammettere la verità, che #F_START# size=3 color=magenta #F_MID#il debito pubblico non è altro che moneta "stampata" e che la moneta non è altro che debito pubblico, cioè sono per loro natura intercambiabili#F_END#. #i# [Nota Bene: questo è un concetto difficile da capire, per cui anche se lo metto giù nel modo più facile possibile occorre impegnarsi un attimo]#/i# Se la Germania ora emettesse ogni anno solo titoli di stato di questo tipo, che NON pagano nessun interesse, cosa succederebbe al suo debito pubblico ? Ovviamente... scomparirebbe! perchè emettere 100 di titoli di stato in euro che pagano 0% è identico ad emettere 100 euro e se emetti "moneta" al posto di "debito" dopo un poco questo scompare... #F_START# size=4 color=black #F_MID#La Germania stampa ora moneta !#F_END# #F_START# size=4 color=black #F_MID#La Germania stampa ora moneta e fa scomparire così il suo debito e nessuno se ne accorge !#F_END#...diavoli di alemanni.. Questa notizia "clamorosa" non è in realtà tale perchè sono anni, che prima in Giappone e poi Gran Bretagna, Stati Uniti ed Eurozona si emettono titoli di stato che pagano meno dell'1% e in alcuni casi lo 0,1% o 0,2% per cui che differenza c'è con la "moneta" ? (in molti casi pagano meno dell'inflazione, ma questo lasciamolo per ora da parte che già così è difficile per quasi tutti capire questo primo fatto elementare) Questa bella notizia dalla Germania ci consente di tornare a spiegare da un angolo diverso cosa sia in realtà il "debito pubblico", cioè una passività dello stato verso il settore privato su cui si paga un interesse. Ma anche la moneta comunemente intesa, la banconota o il saldo di conto corrente (nella misura in cui è convertibile in banconote) è una passività dello stato, solo che non paga interesse. Ergo: debito pubblico e moneta sono equivalenti e lo stato può scegliere di emettere l'uno o l'altro indifferentemente E' importante ? Certo! Vuole dire che per risolvere il problema del debito pubblico basterebbe che lo stato emettesse ad esempio come proponiamo crediti fiscali e piano piano in questo modo riassorbirebbe il debito (oppure la Banca d'Italia o la BCE li comprasse lei e li tenesse anche quando scadono...). Siccome però è una soluzione troppo semplice e indolore bisogna provare in cento modi diversi e da dieci angoli diversi di farla capire. Perchè quasi tutti sono vittime di un bombardamento mediatico (e accademico) che fa considerare i BTP e i titoli di stato un finanziamento da parte dei privati allo stato che "ha bisogno di soldi", per cui i soldi esistono in natura come la terra, l'acqua, il petrolio, il legname o il frumento o i pomodori e lo stato ne ha bisogno e i privati che ne dispongono glieli prestano. #i# Quella che si espone è una teoria keynesiana, monetarista, neoliberista, classica, neoclassica...neo-keynesiana... Mah... intanto chi se ne frega visto che descrive la realtà attuale. Poi se proprio vogliamo puoi chiamarla "quasi-monetarista" e anche "paleo o post-keynesiana" (dipende come interpreti...vedi qui sotto con anche Friedman che spesso suona come Mosler che suona come Ray Dalio che suona come Keynes..Non è nè di destra nè di sinistra, spiace per chi si affezioni o la odi perchè la associa con uno supposto schieramento o tradizione, ci trovi dentro Friedman e Keynes....)#/i# Ok. Pronti per un concetto non facile ? Pronti... via!.... Esistono tanti mercati, della terra, del petrolio, del legname, del frumento, dei pomodori, dei semiconduttori, degli Iphone, delle prostitute ecc..in cui si scambiano questi beni e servizi in cambio di moneta. Da una parte quantità di questi beni e servizi e dall'altra quantità di denaro, la quale deve essere prodotto anche lui come i pomodori o i divani da qualcuno. E se ne viene prodotto troppo hai inflazione al 10% ad esempio e se ne produci troppo poca hai inflazione 0% o anche del -2%... E come viene prodotto ? Il denaro si presenta in due forme, il denaro vero e proprio o moneta, che non paga interessi e il credito (debito) che paga interessi. Il secondo viene prodotto dalle banche e quando queste ne "stampano" troppo hai un boom e un inflazione, specialmente della terra e degli immobili, e quando ne "stampano" troppo poco hai una recessione o depressione. Come negli anni '30 e come oggi nell'eurozona. Una depressione da scarsità di moneta, perchè #F_START# size=3 color=black #F_MID#se il "medium" per le transazioni economiche scarseggia le transazioni si riducono e si riduce il pil, i consumi, gli investimenti, l'occupazione dato che vengono generati da transazioni monetarie, da scambi contro moneta #F_END# Ce l'abbiamo fatta ad arrivare fino qui ? Speriamo. Tiremm Innanz. E le banche allora ? Il debito pubblico e "la moneta" sono equivalenti, perchè il credito(debito) che le banche producono alla fine ha valore in quanto promette di essere scambiato su richiesta in moneta emessa dallo stato. Di fatto le banche producono il 95% della moneta oggi, ma poi questa diventa una loro passività, cifre che in teoria devono convertire su richiesta in moneta dello stato (ma sperano sempre che nessuno chieda di convertirle se non per qualche piccolo prelievo del bancomat). In più, dal 2009 la Banca Centrale si è messa a pagare interessi alle banche sulla moneta che queste ricevono da lei (chiamata "riserve bancarie") in cambio dei titoli che la banca centrale compra dalle banche stesse. Quindi hai anche simultaneamente che della "moneta" dello stato, creata dalla Banca Centrale dal niente quando compra titoli, viene ora trasformata in "debito" perchè ci si paga ora interessi. Quindi hai un "incrocio", i titoli di stato (debito) che NON pagano interessi ora ad esempio in Germania o USA o Giappone e le riserve bancarie (moneta) che pagano ora interessi. Dal 2009 hai quindi che la "moneta" che diventa debito e il debito che diventa "moneta" (Ok, qui viene il mal di testa, lo so, per cui ora lasciamo perdere le banche e la banca centrale e torniamo solo al deficit...) #F_START# size=3 color=magenta #F_MID#In un mondo allora come quello degli ultimi anni in cui il debito pubblico paga quasi 0% la distinzione tra debito pubblico e moneta scompare del tutto e anche i più ottusi dovrebbero ora notarlo#F_END# , ma scompare perchè sono in realtà all'origine la stessa cosa, due passività dello stato. E allora ? E quindi ? Allora bisogna capire che #F_START# size=3 color=black #F_MID# la quantità di moneta conta eccome, come spiegava Milton Friedman, che non era poi così lontano dalla MMT#F_END# anche se stando a Draghi, Padoan, Giavazzi, Allesina e praticamente il 90% degli esperti è irrilevante, perchè la moneta si produce miracolosamente quando l'economia cresce...(e se non cresce è sempre per qualche motivo "reale") Friedman invece, quando nel 1948 i tassi di interesse nel mondo occidentale erano tutti vicino a 0% (come oggi) e si parlava allora (come oggi) di una stagnazione globale, perchè appunto il costo del capitale vicino a zero avrebbe indicato una domanda di capitale bassa ecc... il giovane Milton Friedman rispondeva: " se il volume di investimenti che da la piena occupazione è inferiore al volume di risparmi che sono generati a questo livello di reddito e di prezzi... allora... #F_START# size=3 color=black #F_MID# quello che occorre è un livello di deficit (pubblico) tale da compensare la moneta tesaurizzata e non spesa..#F_END# .L'aumento della quantità di moneta che seguirebbe a questo deficit pubblico farebbe aumentare la posizione finanziaria del pubblico e poi anche la frazione di reddito che viene spesa... e ci sarebbe poi anche un aumento dei prezzi e del reddito e prodotto nazionale monetario e una graduale riduzione poi del deficit..." Milton Friedman, che sembra Warren Mosler (o viceversa)! #i# “I do not put much credence in the doctrine of secular stagnation or economic maturity that is now so widely held. But let us assume for the sake of argument that this doctrine is correct, that there has been such a sharp secular decline in the demand for capital that, at the minimum rate of interest technically feasible, the volume of investment at a full-employment level of income would be very much less than the volume of savings that would be forthcoming at this level of income and at the current price level. The result would simply be that the ' equilibrium position would involve a recurrent deficit sufficient to provide the hoards being demanded by savers. Of course, this would not really be a long-run equilibrium position, since the gradual increase in the quantity of money would increase the aggregate real value of the community's stock of money and thereby of assets, and this would tend to increase the fraction of any given level of real income consumed. As a result, there would tend to be a gradual rise in prices and the level of money income and a gradual reduction in the deficit.” Milton Friedman 1948 #/i#

E' come Indiana Jones, basta tirare fuori la pistola e sparare - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 20 Agosto 2014 02:09

..^non c'è bisogno di vendere gli ospedali (per poi doverli riaffittare)#http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/23/piemonte-regione-a-rischio-default-vende-anche-ospedali-con-consulenze-doro/453372/^ come fa la Regione Piemonte... non c'è bisogno di cartolarizzare e vendere nel mondo il patrimonio dello stato come propongono ora gli esperti del Sole24ore, MilanoFinanza e anche Savone e Rinaldi (!)... non c'è bisogno di vendere le muncipalizzate come stanno ora proponendo Padoan e soci .... non c'è bisogno di privatizzare e poi vendere le Poste come sta facendo il governo... non c'è bisogno di vendere le quote di Eni, Enel, Hera... come sta progettando il governo Renzi non c'è bisogno di ^vendere ai cinesi la Cassa Depositi e Prestiti (il 35%)#http://vitolops.blog.ilsole24ore.com/2014/07/24/litalia-vende-il-35-della-cassa-depositi-e-prestiti-reti-alla-cina-per-2-miliardi/^ come ha fatto il governo il 31 luglio ...nella situazione data dell'Italia... #F_START# size=6 color=black #F_MID#Basta creare più moneta! #F_END# ... in quantità sufficiente...non troppa ovviamente, ma circa 150 miliardi...e usarla per tagliare le tasse a tutti e su tutto...c'è scarsità di moneta a causa della BCE e delle banche...e ci sono troppe tasse... tutto qui il problema delle depressione... Perchè combattere all'arma bianca se si ha una pistola ? E' come Indiana Jones, (ricordi la scena in cui arriva il guerriero che agita la scimitarra e lui gli spara) ? il mercato finanziario agita la scimitarra della spread e del default ? E tu fai creare moneta dallo stato e lui stramazza. ^Basta (che lo stato) tiri fuori la pistola e spari"!#https://www.youtube.com/watch?v=3I_Ds2ytz4o^. #ALLEGATO_1# #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Ohhh.... ma come sei semplicista! Ma figurarsi se basta stampare moneta, ahahaha.... ma fammi il piacere....vuole le stampanti!...lo zimbabwe-weimar-largentina... #F_END#. Ok cari imbecilli, lasciamo perdere che qui si sono scritti centinaia di post e pure un libro, se volete rinfrescarvi su quello che si sa oggi sulla politica monetaria e la macroeconimia leggete qui ad esempio: ^"When is helicopter money optimal?"#http://worthwhile.typepad.com/worthwhile_canadian_initi/2014/07/when-is-helicopter-money-optimal.html^, Nick Rowe, July 29, 2014. Oppure qui una superba sintesti del problema della moneta e politica monetaria dall'Economist: ^"Monetary policy, An unfinished revolution"#http://www.economist.com/blogs/freeexchange/2013/08/monetary-policy-0?fsrc=rss^ Aug 9th 2013 by R.A. the Economist ) Ma voi anche sapendo l'inglese e provandoci non capite quello che leggete di economia monetaria ? Ok, qui li riassumiamo. Devi ragionare con i valori monetari, i quali includono l'inflazione (comunque questa venga calcolata), come fanno le famiglie e le aziende, le quali non calcolano i loro budget in euro "deflazionati", come il PIL dello stato e gli altri famosi "dati economici", che vengono ottenuti sottraendo una stima di inflazione dai numeri rilevati in euro. Oggi si parla infatti in economia sempre di più in termini di PIL nominale, (vedi ^"Understanding NGDP targeting", the Economist, 2011#http://www.economist.com/blogs/freeexchange/2011/10/monetary-policy-3^), cioè valori in euro (o in dollari)m senza ricalcolarli togliendo l'inflazione. Il succo del discorso è che PIL nominale deve crescere del 5% circa l'anno, di cui un un 2 o 3% di inflazione e il resto "crescita". E se non c'è la dannata crescita allora bisogna lo stesso farlo crescere però sempre del 5% annuale, in euro (o in dollari). Con l'inflazione...fino a quando non torna anche la crescita... C'è anche una teoria dietro che in sostanza dice che alla fine #F_START# size=4 color=black #F_MID#il governo, tramite la Banca Centrale, deve avere come obiettivo un +5% circa di PIL annuo, costi quello che costi, cioè se non ci riesci con la crescita allora con l'inflazione#F_END# , ma ogni anno il reddito o prodotto nazionale deve salire, ad esempio da 1,500 a 1,570 miliardi nel caso dell'Italia e così via. E' semplice da capire se si pensa che le nostre economie hanno in media debito totale, privato e pubblico, che è il triplo del PIL. L'unico modo per farle stare in piedi è se il PIL cresce del 5% annuo in qualche modo, perchè ogni anno gli interessi crescono almeno del 10% del PIL! OK ? #F_START# size=3 color=red #F_MID#Le nostre economie necessitano un 5% l'anno di crescita del reddito NOMINALE, (anche solo di inflazione), perchè gli interessi annui sono dal 10 al 13% del PIL#F_END# (lo so è un concetto di cui sembra parli solo io, gli altri se glielo fai notare dicono che è "implicito"...). Draghi e la BCE sono dei criminali perchè lasciano che per cinque anni il PIL monetario nominale non cresca, ben sapendo che il debito cresce lo stesso automaticamente perchè è una grandezza monetaria, i creditori non fanno uno sconto perchè l'inflazione cala! E gli economisti italiani, anche quelli benintenzionati, sono vittima del pregiudizio che la moneta sia una quantità fissa come la terra e non si possa aumentare, per cui appunto ^suggeriscono che lo stato venda la terra#http://www.monetazione.it/blog/defaultEconomia.php?topicGroupID=1&idr=123561097#123561097^ e gli altri suoi beni. Sono tutte balle. ^E' come Indiana Jones, basta tirare fuori la pistola e sparare"!#https://www.youtube.com/watch?v=3I_Ds2ytz4o^. #ALLEGATO_2# ...nella situazione data dell'Italia... #F_START# size=5 color=black #F_MID#Basta creare moneta! #F_END# in quantità sufficiente....non troppa ovviamente, ma almeno 150 miliardi in più perchè adesso la moneta è scarsa (o trovare il modo di far circolare più velocemente quella che c'è che ha lo stesso effetto....) Dite che io non conto tanto come economista e al Sole24 ore ne sanno di più ? Anche gli articoli e studi che vi cito... mah... chissà... in giro ce ne sono dozzine di ogni genere in economia.... magari altri dicono diversamente ? OK, per farvi vedere che invece è come dico sono andato nel forum nel mondo oggi credo più seguito per l'economia monetaria e quando c'era una discussione sul ^"Denaro dall'Elicottero" (Helicopter Money)#https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&ion=1&espv=2&es_th=1&ie=UTF-8#q=helicopter+money^ come si dice in gergo, cioè sulla politica di aumentare la moneta direttamente da parte dello stato sono intervenuto a spiegare che in italia oggi si può fare esattamente questo, ad esempio emettendo crediti fiscali e BTP utilizzabili per pagare le tasse... Chi ci scrive sono tutti o quasi professori, dal Canada, USA, UK, Australia e altri paesi. Sono stato sbeffeggiato al grido #i# "ahaha... vuole stampare moneta... .vuole le stampanti!...lo zimbabwe-weimar-largentina..?"#/i# No, Nick Rowe che dirige la discussione ed è uno che Krugman e ogni altro economista al mondo rispetta e legge su questi temi monetari e fiscali, mi ha detto che funzionerebbe.... #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Posted by: Gzibordi | July 31, 2014 at 06:18 AM I have been waiting for a while to have an excuse to ask NR take on our (helicopter) solution for a large southern european beleaugered country, which cannot ask for its CB money, because of EU treaties restrictions and teutonic money views. I know the title here is "WHEN IS the Helicopter...", but maybe it is possibile to enlarge it a bit ? We (me, my colleague Cattaneo, an ex-FMI economist Biagio Bossone and Warren Mosler who is known over here) just published a book to argue that the Italian government should unilaterally go with the following helicopter scheme, (which is actually a remake of Hjialmar Schacht's successful solution for Germany in the Thirties to exit the Great Depression) Italy could issue (free-of-charge, electronic) Tax Credit Certificates to enterprises and workers. As bills of exchange, tax credits would not require future reimbursement from the State. Rather, two years after issuance, the State would accept them for the payment of all taxes and financial obligations to itself. Deferred Tax Credit would be deferred money. Yet, their recipients could immediately convert them in euro (by selling them in the financial market at a discount comparable to that on a two-year, zero coupon government bond), and use them for cutting taxes. The two-year deferral provision would allow output to respond to increased demand and generate the revenues to (somehow) offset the shortfalls that payments in CCF would cause to tax receipts in euro. Facing a €300 billion gap vis-à-vis its pre-crisis output trend, and assuming estimates of the fiscal multiplier (I know...that is tricky..), Italy could close the gap in 3 to 4 years by issuing tax credits at a €200 billion yearly rate (13% of GDP), without (maybe) exceeding the Maastricht treaty 3% budget deficit limit and steadily reducing the debt/GDP ratio, as required by the fiscal compact. With current output slack, even a 200 billions money issuances would not impact inflation much (maybe 4% max...like the UK with its 12% deficit in 2011 ?), expecially since allocations to enterprises would deflate gross labor costs. (BTW, No additional public expenditure for us, only huge tax cuts! maybe they will like it in Chicago!). Since 200 billions euros is a huge chunk of money and markets and could spooke markets (I am a professional trader BTW), we add Warren Mosler's brilliant idea to issue a new type of government debt: the “tax-backed bond”, similar to current government bonds except that they would contain a clause stating that if the country failed to make its payments when due—and only if this happens—the bonds would be acceptable to make tax payments within the country in question. This tax backing, (the Gov that values them at par), would set a floor below which the value of Italian BTP could not fall, assuring investors that Italy's bonds are always “money good” and dwarfing an attack like the one of the summer of 2011 Basically we would create 200 billions of "new euros", only for Italy, through deferred tax credit and use the money to cut 200 billions of taxes. Plus we would somehow transform Italian gov bonds into "money" (10 year bonds accepted at par to pay taxes). Sorry to be so long, for the poor English and to be maybe off topic, but it is an ingenuos, Helicopter, "quasi monetary solution" to the EU crisis and maybe NR would be interested enough to tell us which flaws he sees in it --- See our post at www.economonitor.com/blog/2014/07/which-options-for-mr-renzi-to-revive-italy-and- save-the-euro/ and http://www.levyinstitute.org/publications/tax-backed-bondsa-national-solution-to-the-european-debt-crisis http://www.amazon.it/soluzione-miliardi-rimettere-leconomia-italiana/dp/8820359162 #F_END# #F_START# size=3 color=magenta #F_MID# Posted by: Nick Rowe | July 31, 2014 at 10:31 AM Gzibordi: Yanis Varoufakis is the Greek economist I was thinking of. A very quick answer: I think it all depends on whether the TCCs would or would not actually be used as media of exchange. (How would Gresham's Law play out?). If people do not use them as a medium of exchange, then they are just bonds. And even if they can always be used to pay taxes when they mature, so can regular bonds, in effect, be used this way. Provided the government does not default. When the bond matures, the government gives you money, and you can use that money to pay your taxes. If people do use them as a medium of exchange, then it is as if the individual EU countries can print their own money, at a floating exchange rate. Then they might work. #F_END# C'è bisogno della traduzione ? Dai, forza che ci arrivate:...nella situazione data dell'Italia... #F_START# size=6 color=black #F_MID#Basta creare più moneta! #F_END# ... in quantità sufficiente...non troppa ovviamente, ma circa 150 miliardi... non c'è bisogno di vendere gli ospedali (per poi doverli riaffittare) per la madonna

aumenta il rumore di fondo... - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 20 Agosto 2014 01:34

^"Debito pubblico, il dilemma di Renzi. Ecco tutte le ipotesi in campo per tagliarlo"#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/18/debito-pubblico-il-dilemma-di-renzi-ecco-tutte-le-ipotesi-in-campo-per-tagliarlo/1093000/^ Fatto Quotidiano | 18 agosto 2014 ^Lucrezia Reichlin: "Ristrutturare il debito deprezzando i Bot"#http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11671633/Lucrezia-Reichlin---Ristrutturare-il.html^, 12 agosto 2014 Sta arrivando, guardate che ora sta arrivando. Quando ? non so esattamente, ma da adesso in poi può arrivare in qualsiasi momento. Ricordate che fino all'ultimo giorno non possono avvertire, devono per forza preparare queste cose senza spaventare. Dopo due anni e mezzo sta per essere chiamato il bluff di Draghi (#F_START# size=2 color=blue #F_MID#"sono pronto a comprare il debito pubblico per difendere l'Euro"#F_END# ). Come si sa Draghi non ha comprato un solo BTP o bond spagnolo o greco e lo stesso il loro rendimento si è dimezzato "miracolosamente". In realtà il trucco era farlocco perchè #F_START# size=3 color=black #F_MID# Se l'inflazione collassa dal 3% a 0% un calo del rendimento del BTP dal 5,5% al 2,5% in realtà PEGGIORA LA SITUAZIONE#F_END# del debito pubblico, perchè risparmi di minori interessi meno di quanto perdi di PIL. Inflazione zero significa che tutto il PIL italiano di 1,550 mld non aumenta nemmeno per l'inflazione, cioè perdi un 45 miliardi di euro nominali, mentre comunque il debito di 2,000 miliardi deve sempre pagare interessi nominali... In soldoni (non sto a rifare tutti i conti) Draghi ha evitato circa 10-15 mld di interessi annui, ma il collasso dell'inflazione ha ridotto il PIL di 45 miliardi annui, per cui come si legge ora il rapporto debito (aumentato di 200 mld) e PIL (rimasto fermo) è salito!...Come mai non ci hanno pensato due o tre anni fa e "non lo hanno previsto" ? Bene, richiamato il problema di fondo (vedi articolo a fianco per altri dettagli), cosa succede ora ? Se leggi le pagine economiche #F_START# size=3 color=black #F_MID#aumenta ogni giorno il rumore di fondo sulla ristrutturazione del debito pubblico italiano#F_END# . Le due soluzioni che vedi ovunque in diverse salse sono: la ristrutturazione tout court, cioè imporre perdite ai detentori di BTP per decreto (vedi Lucrezia Reichlin) e la ristrutturazione via cartolarizzazione di beni pubblici, cioè allungare le scadenze e ridurre i rendimenti in cambio di "warrant" e altri strumenti garantiti da immobili e beni pubblici. Sulla seconda strada la proposta più articolata e anche intelligente è quella di Savona, Fratianni e Rinaldi di un anno fa ^"UNA PROPOSTA PER RIDURRE IL FARDELLO DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO"#http://docs.dises.univpm.it/web/quaderni/pdfmofir/Mofir081.pdf^ luglio 2013 Con tutto il rispetto per Savona e Rinaldi (che sono contro l'euro) e Fratianni (che ha scritto la migliore storia monetaria di Italia) anche loro ci spingono su una strada senza uscita. Per chi non vuole una discussione complicata basta vedere questa notizia di oggi che da un idea (parziale) della sostanza della questione della cartolarizzazione di beni pubblici #i# "...la Regione Piemonte ha affidato l’incarico ... per la vendita del patrimonio immobiliare della Regione, comprese le proprietà di Aziende ospedaliere e Asl. ^Con grandi operazioni di ingegneria finanziaria gli ospedali presto non solo dovranno cedere il loro patrimonio immobiliare ma pagheranno anche l’affitto al fondo che sarà istituito dalla Regione e il patrimonio sarà gestito da un’altra società esterna...."#http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/23/piemonte-regione-a-rischio-default-vende-anche-ospedali-con-consulenze-doro/453372/^#/i# -- #i# Economisti e opinionisti si sbizzarriscono nel mettere sul tavolo proposte più o meno risolutive per scalfire la montagna di un disavanzo salito a 2.168 miliardi, oltre il 135% del Pil. Si va dalla "parziale ristrutturazione" ipotizzata da Lucrezia Reichlin alla creazione, sostenuta dal sottosegretario Angelo Rughetti e dall'imprenditore vicino al premier Marco Carrai, di fondi garantiti dal patrimonio pubblico. Ma Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del board della Bce, gela gli entusiasmi: "Non esistono soluzioni miracolose" Che la vera emergenza italiana sia la zavorra del debito pubblico non è certo una notizia. Ma in questa seconda metà di un agosto caldissimo sul fronte dell’economia è diventato evidente che, più del paletto del 3% per il rapporto deficit/Pil, la partita cruciale che il governo Renzi si prepara a giocare con Bruxelles è proprio quella sullo stock del debito, che ha appena toccato i 2.168 miliardi di euro. Così, mentre qualcuno (subito smentito da Palazzo Chigi) ipotizza negoziati più o meno segreti per ottenere dalla Commissione sconti sul “rientro” imposto a partire dal prossimo anno dal Fiscal compact, economisti e opinionisti si sbizzarriscono nel mettere sul tavolo proposte più o meno risolutive per scalfire la montagna di un disavanzo salito oltre il 135% del Prodotto interno lordo. Le trovate qui sotto. Si va dalla “parziale ristrutturazione” ipotizzata da Lucrezia Reichlin, ex direttore della ricerca della Bce e ora docente alla London Business School alla creazione, sostenuta dal sottosegretario Angelo Rughetti e dall’imprenditore vicino al premier Marco Carrai, di fondi garantiti dal patrimonio pubblico le cui quote andrebbero vendute a investitori istituzionali e famiglie. Il ricavato andrebbe, appunto, a tagliare il debito. Meccanismo simile per i “mattone bond” lanciati dal Sole 24 Ore e da affiancare a “un ritocco contabile” sui versamenti dell’Italia al Fondo europeo di stabilità finanziaria. Peccato che dalle pagine del Corriere della Sera Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea e oggi nel consiglio di amministrazione di Morgan Stanley international, geli chi “si illude” di poter “effettuare operazioni di riconversione o ristrutturazione del debito in modo ordinato”: “Non esistono soluzioni miracolose”, è l’ammonimento. E l’Italia, diversamente da Atene nel 2011, “di alternative, ancora (per un po’) ne ha”. Tesi che probabilmente il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sottoscriverebbe. Non è un mistero infatti che via XX Settembre punti sulle (seppur lente e difficoltose) privatizzazioni, da cui spera di ricavare ogni anno lo 0,7% del Pil, e sia invece contraria a qualsiasi intervento shock che possa spaventare gli investitori esteri. Non per niente il Tesoro nei primi sei mesi dell’anno, approfittando dei bassi tassi di interesse, ha anzi “messo fieno in cascina”, emettendo più titoli di Stato del necessario e accumulando liquidità per oltre 105 miliardi. La linea Rughetti: un fondo con immobili e società statali – Il sottosegretario alla Pubblica amministrazione Angelo Rughetti ha detto al Messaggero che “con il solo avanzo primario non usciremo mai” dalla spirale del debito. Per questo l’esecutivo dovrebbe dare “un segnale” collegando alla Legge di Stabilità “un’operazione che contenga un piano a 20 ani a per la riduzione del debito pubblico con la creazione di un fondo dove immettere il patrimonio pubblico, mobiliare e immobiliare, e poi cedere il 49% delle quote del fondo stesso”. La misura “potrebbe essere inserita in un disegno di legge ad hoc” e “dovrebbe riportarci sotto il 100% del rapporto tra debito e Pil”. Da notare che per riuscirci occorrerebbe ricavare oltre 500 miliardi di euro, cioè appunto la differenza tra l’ammontare del “rosso” italiano e il valore del prodotto interno. Facile a dirsi. Anche perché è ben noto che i “gioielli” italiani, soprattutto quelli immobiliari che il Demanio e i governi di ogni colore da anni tentano di piazzare, non presentano particolare appeal agli occhi degli investitori. Il fondo Patrimonio Italia di Carrai – L’idea del renziano Carrai riprende quella avanzata nel 2005 (ma all’epoca il debito era al 106,6% del Pil) dal giurista Giuseppe Guarino: creare un maxi-fondo a cui conferire “gli asset morti dello Stato per estrarne valore”. “L’immenso patrimonio immobiliare pubblico”, ha scritto su Mf il presidente del Cambridge Management Consulting Labs, “si può considerare dal punto di vista reddituale patrimonio morto”, “per non parlare del patrimonio spesso in capo agli enti locali o al forze armate non utilizzato e non a reddito”. Gli attivi del fondo verranno venduti “una parte a investitori istituzionali e fondi sovrani ma anche al cosiddetto Bot People”. Con il risultato di “abbattere di circa 2-300 miliardi il debito pubblico dello Stato”. La ristrutturazione invocata da Reichlin e Mody – Lucrezia Reichlin e l’economista indiano Ashoka Mody, ex funzionario del Fondo monetario internazionale e oggi ricercatore del think-tank Bruegel, propugnano una vera e propria ristrutturazione del debito. Mody è arrivato a dichiarare al Telegraph che le autorità italiane dovrebbero iniziare a consultare “brillanti avvocati esperti in debito sovrano” per capire come non ripagare interamente gli interessi ai possessori di titoli di Stato. Anche Reichlin, in una recente intervista a Repubblica, ha rispolverato quello che da sempre è il suo cavallo di battaglia: una “redenzione” di parte del debito. “Assumiamo che per l’Italia il 40% del debito sia dovuto alle crisi: questa parte viene cartolarizzata e acquistata a sconto da una bad bank europea che poi la rimette sul mercato”, ha spiegato al quotidiano di Largo Fochetti. “Con un debito così alleggerito l’Italia può finanziare le iniziative di rilancio”. Il taglio da 200 miliardi in tre mosse proposto dal Sole – Il quotidiano di Confindustria, alla vigilia di Ferragosto, ha messo sul piatto una proposta articolata in tre mosse per ridurre il debito di 300 miliardi: una società-veicolo con in pancia immobili per 60 miliardi, un “ritocco contabile” sul contributo di Roma al fondo salva-Stati e la privatizzazione delle società municipalizzate già contenuta nel piano del commissario alla spending review Carlo Cottarelli. Il primo punto prevede la nascita di una società ad hoc a cui trasferire attivi per 60 miliardi. Quest’ultima venderebbe poi le proprie quote a investitori privati e utilizzerebbe l’incasso per acquistare gli immobili riducendo il debito pubblico per la stessa entità. Per pagare gli interessi potrebbe contare sul “pagamento dell’affitto che lo Stato andrebbe a pagare sugli immobili”. Secondo il Sole, la proposta risulterebbe appetibile per l’investitore privato “a caccia di rendimenti sicuri con una remunerazione più elevata rispetto ai Bot e ai Btp”. Il secondo comparto del pacchetto consiste nel trasferimento al nuovo Meccanismo europeo di stabilità (Esm) delle passività del Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf) nato nel 2010, perché i titoli emessi dal primo non vanno a pesare sui debiti pubblici nazionali. La decisione, tuttavia, spetta a Bruxelles. Infine la privatizzazione delle municipalizzate, processo “che attiverebbe anche risparmi da 800 milioni l’anno”. Il piano di Mediobanca con il coinvolgimento di Cdp- Non si contano, d’altronde, le proposte taglia-debito avanzate negli anni da economisti e esponenti politici e rimaste nel libro dei sogni: dagli “eurobond” di Alberto Quadrio Curzio e Romano Prodi, di recente rilanciati anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio ma avversati strenuamente da Angela Merkel, al ^piano di Paolo Savona e Angelo Maria Rinaldi basato su fondo partecipato da Cassa depositi e prestiti e Fintecna#http://docs.dises.univpm.it/web/quaderni/pdfmofir/Mofir081.pdf^. La Cdp è stata chiamata in causa anche da Antonio Guglielmi, capo analista di Mediobanca Securities, che nel 2012 ha illustrato al Cnel un’operazione di dismissione di partecipazioni statali, immobili e riserve auree di Bankitalia per un valore di 200 miliardi. La Cassa, a cui sarebbero state trasferite, avrebbe poi dovuto finanziarsi emettendo obbligazioni “garantite” da quegli stessi “gioielli” e dunque meritevoli di un rating superiore anche a quello dei titoli sovrani italiani. #/i# ---- Paolo Savona e Angelo Maria Rinaldi con Fratianni e Antonio Guglielmi sono persone competenti e non hanno particolari interessi da proteggere, non sono a Morgan Stanley come ad esempio Lorenzo Bini Smaghi o il ministro delle finanze di Monti a JP Morgan. Ma non comprendono bene l'economia monetaria. ^E' come Indiana Jones, basta tirare fuori la pistola e sparare#https://www.youtube.com/watch?v=3I_Ds2ytz4o^. #F_START# size=5 color=black #F_MID#Basta creare moneta! #F_END# ...nella situazione data dell'Italia e in quantità sufficiente.... (è troppo semplicista ? qui si sono scritti centinaia di post e pure un libro, ma se vuoi rinfrescarti leggi qui ad esempio: ^"When is helicopter money optimal?"#http://worthwhile.typepad.com/worthwhile_canadian_initi/2014/07/when-is-helicopter-money-optimal.html^, Nick Rowe, July 29, 2014. Vuoi altro ? Qui una superba sintesti del problema della moneta e politica monetaria dall'Economist: ^"Monetary policy, An unfinished revolution"#http://www.economist.com/blogs/freeexchange/2013/08/monetary-policy-0?fsrc=rss^ Aug 9th 2013 by R.A. the Economist )

l'abbandono dell'austerità non serve ?! (basta con il terrorismo del deficit estero di Bagnai) - GZ  

  By: GZ on Sabato 16 Agosto 2014 01:38

Bullfin#i# - Vorrei fare notare che l'articolo dice paro paro quello che dice Bagnai. Pero' lei GZ introduce Bagnai solo per sollevare critiche (le poche che puo') sull'argomentazione concettuale del Prof. Ora penso sia dettato da un certo fastidio visto che il Prof è inequivocabilmente la bandiera dell'antieurismo che forse vorrebbe fosse sua.... --- #/i# Lasciamo perdere i lati personali che non ho tutto il tempo di un professore...ti sei almeno accorto che #F_START# size=4 color=black #F_MID#dice che aumentare il denaro che circola in Italia non serve ?!#F_END# Non lo trovi un tantino...bizzarro ? #i# (giovedì 14 agosto 2014, da ^goofynomics#http://goofynomics.blogspot.it/2014/08/qed-37-la-germania-riassunto-per-i.html^) Non è esattamente come dice Evans-Pritchard: l'euro non è un problema solo per l'Italia. L'euro è un problema per l'Europa, e quindi per l'Europa non c'è altra soluzione che l'abbandono dell'euro. Vi prego, ^non date retta ai ciarlatani che vi propongono soluzioni miracolose come l'abbandono dell'austerità!#http://goofynomics.blogspot.it/2014/08/qed-37-la-germania-riassunto-per-i.html^ Per loro un po' di spesa pubblica in più risolverebbe tutto. Una soluzione semplicistica e contraria alla teoria economica. Con prezzi fissi, un aumento di reddito comporta un aumento di importazioni. Se facessimo spesa pubblica ora, senza riallineare il cambio, rimetteremmo semplicemente in crisi i nostri conti esteri, cioè apriremmo la strada alla troika. Vi scongiuro, non ascoltate queste voci sconsiderate, che vogliono farvi credere che l'euro sia buono, e la "Germania" cattiva, per cui tutto si risolverebbe con un po' di spesa! #/i# -- Non senti "qualcosa che tocca" anche così, intuitivamente ? (Per la precisione, qui si riferisce alla spesa pubblica perchè sta maltrattando a sinistra la gente come "Sbilanciamoci" e gli economisti come Realfonzo, Brancaccio e altri che vogliono: a) la fine dell'austerità, b) rimanere nell'euro e c) aumentare la spesa pubblica (non ridurre le tasse). Ovviamente si applica anche a qualunque proposta di aumentare il deficit pubblico rimanendo nell'euro, anche a quelli come noi per cui ^l'abbandono dell'austerità significa invece ridurre massicciamente le tasse #http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^) Sostenere che creare oggi in Italia un ampio deficit, ad esempio di 100 0 150 miliardi addizionali, non servirebbe a niente perchè "aprirebbe la strada alla Troika", #F_START# size=5 color=black #F_MID#dire che 150 miliardi in più di denaro non servirebbero è una cazzata #F_END#. Come si fa a scrivere cose del genere senza provocare dileggi dal pubblico (forse perchè nel blog in questione esiste il filtro verso i commenti...) Qui Repetita NON Iuvant, visto che è stato discusso tante volte, ma l'economia monetaria, ora devo ammetterlo, è meno semplice di quello a me sembrava quando tre anni fa ho cominciato a scriverne qui. Uno dirà, chi sono perchè mi si debba dar retta (anche se ho pubblicato un tomo di 390 pagine con una casa universitaria e altre tre autori, di cui due noti...) ? Ok, il sito di ^discussione di economia monetaria oggi forse più rispettato è quello di Nick Rowe#http://worthwhile.typepad.com/worthwhile_canadian_initi/2014/07/when-is-helicopter-money-optimal.html^, uno che discute con ed è trattato con molto rispetto da: Paul Krugman, Brad DeLong, Noah Smith, Frances Coppola, Tyler Cowen, Scott Summer, John Cochrane, David Beckworth, Simon Wren-Lewis il nostro Warren e Scott Fulwiler... insomma gli economisti americani che discutono sul web (trovi anche discussioni fitte fitte, ogni tanto, con i nostri della MMT). Bene, come verifica, sono andato ^da Nick Rowe, ho spiegato la nostra proposta chiedendo che difetti vi trovava e mi ha detto che funzionerebbe#http://worthwhile.typepad.com/worthwhile_canadian_initi/2014/07/when-is-helicopter-money-optimal.html^ #F_START# size=3 color=red #F_MID#Nick Rowe Gzibordi: Yanis Varoufakis is the Greek economist I was thinking of.A very quick answer: I think it all depends on whether the TCCs would or would not actually be used as media of exchange. (How would Gresham's Law play out?). If people do not use them as a medium of exchange, then they are just bonds. And even if they can always be used to pay taxes when they mature, so can regular bonds, in effect, be used this way. Provided the government does not default. When the bond matures, the government gives you money, and you can use that money to pay your taxes. If people do use them as a medium of exchange, then it is as if the individual EU countries can print their own money, at a floating exchange rate. Then they might work.#F_END# Non ha risposto: #i# "nahhhh.... creare miliardi di euro da parte dell'Italia non serve... dei ciarlatani propongono soluzioni miracolose come l'abbandono dell'austerità nell'euro...un po' di spesa in più risolverebbe tutto, una soluzione semplicistica e contraria alla teoria economica. ...un aumento di reddito comporta un aumento di importazioni...senza riallineare il cambio, rimetteremmo semplicemente in crisi i nostri conti esteri, ...è sconsiderato... pensare che tutto si risolverebbe con un po' di spesa!.."#/i#. Rowe ha letto il mio riassunto della proposta (Crediti Fiscali+Mosler Bonds per ridurre le tasse di 200 mld) e ha risposto che può funzionare. Uno dei tizi al mondo più rispettati nella macroeconomia monetaria, sul cui sito passano metà delle discussioni al mondo sul tema e scrivono ogni giorno decine di economisti... E non mi sembra ignori cosa sia un deficit di bilancia dei pagamenti. (con questo Rowe è per ^smantellare l'euro alla fine#http://worthwhile.typepad.com/worthwhile_canadian_initi/2011/09/is-and-ought-for-the-eurozone.html^ e ritornare a valute nazionali, come me, Mosler e qualunque persona di buon senso. Ma non perchè l'essenziale è il tasso di cambio svalutato, per controllare la creazione di moneta ^vedi Gennaro Zezza ad esempio#http://gennaro.zezza.it/?p=1078&lang=it^) A proposito, ti rendi conto che il motivo per cui svalutare tornando alla lira è utile è che esportando di più e importando di meno ricevi più denaro ? Tu invii merci all'estero e loro ti mandano moneta in cambio... #F_START# size=3 color=red #F_MID#Ma se esiste una drammatica e artificiale scarsità di moneta in un paese, come in Italia, perchè non crearne direttamente, che si fa prima e costa meno ?#F_END#. Chi ha detto che l'unico modo per avere più moneta è avere saldi esteri in attivo ? L'esempio storico da cui Cattaneo ha tratto l'idea, i Mefo bonds di Schacht, mostra un paese che, rimanendo con un pareggio commerciale con l'estero, e creando moneta all'interno, ottiene una crescita del PIL del 10% annuo dal 1935 al 1939. Stimolare un economia depressa creando moneta e riducendo le tasse, è meglio che svalutare (anche perchè in Italia la svalutazione ha sempre funzionato da surrogato al taglio delle tasse...). Dato che quasi tutti sanno però poco di economia monetaria (giustamente) e quindi si affidano anche all'"Autorità" nel decidere a chi dare retta (giustamente), sono costretto a dire: "ehi.. oltre a Warren Mosler, abbiamo anche Nick Rowe, qui hai due esperti che citati da tutti nel mondo su temi macro monetari che dicono che la nostra soluzione funzionerebbe! E uno come Nick Rowe ha un peso nel dibattito, spiace usare questi argomenti, maggiore di un ordine di grandezza rispetto ai nostri pur bravi docenti del #i# o-si-ritorna-alla-lira-o-si-muore#/i#" Molto molto sinteticamente (ma fareste bene a ^leggervi tutta la discussione dell'"Helicopter Money" di Nick Rowe e altri#http://worthwhile.typepad.com/worthwhile_canadian_initi/2014/07/when-is-helicopter-money-optimal.html^ in cui mi sono inserito): con uno schema di emissione di crediti fiscali corredato da emissione di BTP a valenza fiscale, #F_START# size=3 color=black #F_MID#un singolo paese della UE creerebbe della moneta per proprio conto, (degli "euro italiani") ad un tasso di cambio fluttuante e questo può funzionare... (Rowe)#F_END# La mia sintesi di tutta la questione ora. Aumenterebbe il deficit verso l'estero ? Oh Yes. Ma se capisci come funziona l'euro, allora sai anche che #F_START# size=3 color=black #F_MID#la Germania sarebbe costretta, pena la disintegrazione istantanea dell'eurosistema, a finanziare i nostri deficit esteri tramite Target2#F_END#, automaticamente e contro voglia. Sarebbe d'accordo ? Certo che no. Potrebbe farci qualcosa se l'Italia implementasse per proprio conto una riduzione di tasse di 150 mld o sfondando i parametri del 3% o usando lo schema da noi suggerito di emettere crediti fiscali ? No. Perchè l'Italia non chiederebbe niente alla BCE, farebbe tutto da sola. L'unico modo pratico e legale per la Germania di impedirlo sarebbe manovrare per buttarci lei fuori dall'Euro (cosa su cui concordo con Bagnai che sarebbe auspicabile) OK ? Non è ancora convincente ? Andiamo allora ora passo passo per una risposta un poco più analitica (senza dimenticare ^le 390 pagine del nostro libro...)#http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^ (ma chi ha esaurito il suo tempo max, può saltare all'ultimo paragrafo...) Se l'Italia ora riducesse le tasse di 150 mld, ad esempio, finanziando il deficit che ne segue (12% circa del PIL, il 3% attuale + un 10% addizionale) con euro "italiani" chiamati "crediti fiscali", si creerebbe un deficit estero. Siamo d'accordo, #F_START# size=3 color=black #F_MID# il deficit estero dell'Italia aumenterebbe e non di poco (inizialmente)#F_END#. Riassumiamo per l'undicesima volta (ma ^costa tanto un libro di 19 euro ?#http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^, manca proprio il tempo per applicarsi ad un argomento serio ?) 1) Abbandonando l'austerità seguendo la soluzione qui proposta (con l'appoggio di Warren Mosler...), ci sarebbero 150 mld o 200 mld addizionali di denaro, potere d'acquisto, soldi creati "dal niente". Come ? emettendo certificati fiscali a scadenza differita si è inventato il mio amico Marco Cattaneo (o anche comprando 150 mld di BTP da parte della BCE, nel caso fossero folgorati dalla luce divina o sequestrati da un commando di Lagunari che gli puntasse la pistola alla testa dicendo "digita questi dieci zeri nel tuo computer..."). Dato che l'Italia importa oggi per circa 430 mld di euro l'anno, su un PIL di 1,550 mld, probabilmente, ragionando a spanne, diciamo che magari 40 mld andrebbero in maggiori importazioni, mentre le esportazioni non aumenterebbero (inizialmente, perchè poi tagliando le tasse alle imprese queste sarebbero più competitive e esporterebbero di più, ma di quanto è difficile dire perchè non si è mai provato a ridurre le tasse alle imprese in modo significativo) #F_START# size=3 color=black #F_MID#Nel primo anno, anche nei primi due anni, ci sarebbe sicuramente un deficit commerciale#F_END# di forse 30-40 miliardi l'anno, diciamo nel caso peggiore anche di 50-60 miliardi l'anno (al momento l'Italia è in leggero surplus, quindi ipotizziamo un peggioramento drammatico). Come si sa però, il deficit/surplus di bilancia dei pagamenti è dato anche dai movimenti di capitale. Qui facciamo finta per semplicità, che questi non varino (anche se è logico pensare che un enorme taglio di tasse, (non aumento di spesa pubblica!) probabilmente attirerebbe maggiori flussi di capitale in Italia. Assumiamo quindi lo scenario peggiore possibile, in cui per un paio di anni la drammatica riduzione di imposte che noi proponiamo (150 mld e più...), che #F_START# size=3 color=black #F_MID# ridurrebbe molto i costi del fare impresa in italia e quindi migliorerebbe la "competitività"#F_END#, non abbia un impatto sulle esportazioni. Vogliamo essere pessimisti al massimo. Assumiamo anche che i flussi di capitale non migliorino. Vogliamo rovinarci. Notare che sto assumendo il peggiore scenario possibile, che non è nemmeno realistico, dato che #F_START# size=3 color=black #F_MID# ridurre le tasse drammaticamente sicuramente migliorerebbe la competitività e migliorerebbe l'attrazione di investire in Italia#F_END#. Ma vogliamo dare a Bagnai e soci il vantaggio dello scenario peggiore possibile, per noi (non a caso però i nostri si confrontano sempre con l'ipotesi che l'abbandono dell'austerità significhi aumentare la spesa pubblica, perchè questo invece veramente NON migliora la competitivà e preoccupa gli investitori esteri.... Fanno finta che non si possano ridurre le tasse, come qui si propone...) 2) Bene, in questo scenario, che sarebbe il più avverso alla nostra soluzione di taglio di tasse, avrai un deficit annuo di bilancia dei pagamenti annuo di 50 miliardi. Forse 60 miliardi. E per almeno due anni di seguito. E chi lo finanzierà questo deficit con l'estero, rimanendo nell'euro ? Come spiegato in una decina di post anche dettagliati qui sopra, nel sistema dell'Euro perchè i pagamenti in euro tra banche di diversi paesi possano funzionare la BCE è costretta ad attivare, #F_START# size=3 color=black #F_MID#tramite Target2, degli accrediti da paesi in cui si accumulino riserve bancarie a paesi in cui si perdano riserve bancarie#F_END# . Cioè Germania e Olanda si ritroverebbero a finanziare questi 50 o 60 miliardi l'anno di nostri deficit esteri, in prarica. Automaticamente. Ora, ^cosa era successo nel 2011 quando il saldo complessivo di Target2 era salito da circa zero a circa 1,000 mld ?#http://www.cobraf.com/forum/coolpost.php?reply_id=123517820^? Che oltre a deficit commerciali cronici in Grecia, Portogallo, Spagna e (ma più piccoli) in Italia c'erano flussi in uscita di capitali, quasi solo dai primi tre paesi, per cui nel giro di due anni appunto Germania e Olanda si erano ritrovate a finanziare con crediti all'interno del sistema di banche centrali quasi 1,000 mld E allora, la Merkel e soci, istigati da loro economisti come il famigerato Herbert Sinn dell'IFO, avevano scatenato una campagna mediatica e politica per imporre l'austerità e di conseguenza far ridurre i deficit pubblici e le importazioni ai paesi del sud-europa. E questo è quello che è avvenuto, ma se guardi bene la grande riduzione da 1,000 mild di saldo di Target2 nel 2011 a meno di 400 mld ora è stata dovuta per più di metà al "riflusso di capitali" in Spagna in particolare e negli altri paesi, più che ai saldi positivi commerciali. Questo perchè sono i movimenti di capitali oggi che in prevalenza determinano le bilance dei pagamenti. Per quanto riguarda l'italia l'impatto della variazione del saldo commerciale sul saldo di Target2 è stato forse di 100 mld, su un totale di 1,000 mld che aveva terrorizzato i tedeschi e gli olandesi. Conclusione: a) l'impatto di un aumento di importazioni dovuto ad un gigantesco taglio di tasse, per l'Italia sarebbe forse di 100 mld in due anni, quindi solo 1/10 dei 1,000 mld di saldo Targe2 del 2011 complessivi. Ergo, non sarebbe dell'ordine di grandezza di quello che nel 2011 ha innescato la furibonda reazione alemanna b) come spiegato qui, in altri post, in maggiore dettaglio e in fondo pagina, nel sistema dell'Euro esiste comunque un meccanismo automatico (all'interno di Target2) che scatta tra banche e banche centrali per far funzionare ogni giorno il flusso di centinaia di miliardi di pagamenti transfrontalieri. Chi lo ha studiato sa che in pratica questo meccanismo fa sì che un deficit estero, ad esempio italiano, venga finanziato da crediti che vengono dalla Germania o Olanda. Più precisamente dal sistema bancario germanico tramite la Bundesbank, al sistema bancario italiano tramite la Banca d'Italia (vedi lo schema contabile che ho messo assieme qui in fondo...) c) E se la dimensione più limitata dell'accumulo di crediti su Target2 (in caso in cui l'Italia crei miliardi di una sua moneta tramite crediti fiscali che funzionano come denaro in Italia...e poi spenda e import di più...) facesse inbufalire lo stesso i teutoni ? OK, in questo caso, simile al 2011, non ci possono fare niente! Se vogliono fermare questo meccanismo di pagamenti fanno saltare ipso facto tutto l'Euro ! (e su questo esito finale concordo con Bagnai e gli altri del ritorno alla lira che sarebbe auspicabile). Perchè, come abbiamo spiegato, #F_START# size=3 color=red #F_MID#se emetti crediti fiscali ed emetti in parallelo BTP a valenza fiscale NON DEVI CHIEDERE IL PERMESSO ALLA BCE, NON HAI BISOGNO DI DRAGHI. Abbiamo scritto un libro di 390 pagine per spiegare come aggirare la BCE e Draghi#F_END#, per la madonna. Come ha sintetizzato Nick Rowe:" If people do use them as a medium of exchange, then ^it is as if the individual EU countries can print their own money, at a floating exchange rate. Then they might work..."#http://worthwhile.typepad.com/worthwhile_canadian_initi/2014/07/when-is-helicopter-money-optimal.html^ d) detto tutto questo è ovvio anche che se dei politici italiani non capiscono questo meccanismo di Target2, sono troppo pavidi, ignoranti o comprati da interessi finanziari e accettano la propaganda sul deficit, sia pubblico che estero niente può essere fatto. Ma un conto è la propaganda sul deficit pubblico ed estero e un conto è come veramente funzionano e Bagnai alimenta il terrore del deficit estero, come altri alimentano il terrore del deficit pubblico Last but not least. Ma perchè è meglio sfruttare il meccanismo dell'euro, per creare moneta da parte dell'Italia e tagliare le tasse di 150 o 200 miliardi, subito, invece che puntare sul ritorno alla lira visto che consentirebbe poi a Banca d'Italia di finanziare deficit...ecc.. ? Per tutti gli altri dettagli si prega di ^leggere i capitoli 19 e 20 e poi 27, 28, 29 del libro#http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^, anche se non sono tutto sommato poi così facili come mi sono poi reso conto, ma di ferragosto magari uno ha più tempo... #ALLEGATO_1# #ALLEGATO_2# #ALLEGATO_3#

ho dovuto lanciare: "#FermiamoilCazzaro" - GZ  

  By: GZ on Giovedì 14 Agosto 2014 22:49

Dopo l'ennesima fregnaccia di oggi qualcosa andava fatto. #i# #F_START# size=2 color=blue #F_MID#“Fino a qualche giorno fa – spiega – si diceva che l’Italia era il problema dell’eurozona per il semplice motivo che l’Italia – dovendo fare la prima della classe – aveva già presentato i dati sul pil una settimana prima rispetto agli altri. Per questo ho chiesto formalmente all’Istat di dare i dati economici una settimana dopo. Perchè, se dobbiamo stare una settimana a sentirci dire che da noi va tutto male e verificare, poi, che gli altri Paesi sono messi come noi se non peggio, è evidente come dobbiamo fare un passo in avanti anche nella comunicazione” #/i# #F_END# ^Renzi, Il Fatto Quotidiano 14 agosto 2014#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/14/crisi-renzi-italia-e-stata-vagone-di-coda-ma-ora-e-tutta-leuropa-in-stagnazione/1090951/^ Come è possibile che non sia sbeffeggiato su tutti i giornali e TV, come è possibile che non venga trattato come un pagliaccio uno che nemmeno in Argentina prenderebbero sul serio ? Un primo ministro che si vanta oggi del fatto che: #i# #F_START# size=3 color=red #F_MID#"ho chiesto formalmente all’Istat di dare i dati economici una settimana dopo#F_END#, rispetto agli altri paesi europei. "L'Italia era il problema dell’eurozona per il semplice motivo che – dovendo fare la prima della classe – aveva già presentato i dati sul pil una settimana prima rispetto agli altri..."#/i#. Come è possibile che qui invece i giornalisti restino seri quando riportano le sue dichiarazioni da premier guatemalteco in esilio ? Non ha sua madre, sua sorella o un amico di infanzia che glielo spieghino ? L'antropologa Amalia Signorelli lo aveva definito correttamente già dopo pochi giorni che era premier: ^"Renzi, un cretino vestito da bambino"#http://www.dailymotion.com/video/x1e57v4_l-antropologa-amalia-signorelli-definisce-matteo-renzi-come-un-cretino-vestito-da-bambino_news^. Ho sentito oggi il dovere civico di "lanciare un hashtag", come si dice, cioè di lanciare un tema su Twitter. Si invitano tutti a collaborare, basta scrivere su Twitter #F_START# size=5 color=black #F_MID##FermiamoilCazzaro #F_END# e di seguito riportare le sparate di Renzi, come questa di oggi: #i# #F_START# size=2 color=blue #F_MID# “Oggi l’Italia è nelle condizioni di poter essere, nei prossimi anni, la guida dell’Europa. Facendo le riforme che deve fare l’Italia è nelle condizioni di poter trascinare l’Europa fuori dalla crisi"...."Perché l’Italia, aggiunge, potrà essere competitiva “con la motivazione”." #F_END# ^Renzi, 14 agosto 2014#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/14/crisi-renzi-italia-e-stata-vagone-di-coda-ma-ora-e-tutta-leuropa-in-stagnazione/1090951/^ #/i# La mia "motivazione" è stata creare l'"hashtag" intitolato ^"FermiamoilCazzaro"#https://twitter.com/gzibordi^ in cui si riportano le peggiori fanfaronate e panzane del cretino vestito da premier, che in pochi mesi è riuscito è riuscito a battere ogni altro politico italico della storia in cialtronaggine. E' con dei clown come Matteo Renzi che una nazione fa default.

La maggioranza degli italiani non ha problemi di denaro - GZ  

  By: GZ on Martedì 12 Agosto 2014 00:29

Non è mai successo che un banchiere centrale in Inghilterra, Giappone, Francia o persino Spagna dicesse che la nazione di cui è cittadino, e il cui governo eletto lo ha nominato, debba cedere il potere ai banchieri a lui. Ma Draghi ha dichiarato la settimana scorsa che l'Italia deve cedere la sua sovranità, a lui e la Troika. Renzi dopo alcuni giorni è stato costretto a dire qualcosa, al Financial Times che lo ha intervistato e a differenza dei giornali italiani glielo ha chiesto. #i# «Sono d'accordo con Draghi quando dice che l'Italia ha bisogno di fare riforme ma come le faremo lo deciderò io, non la Troika, non la Bce, non la Commissione Europea». Lo afferma il premier Matteo Renzi in un'intervista al Financial Times, commentando le parole del presidente della Banca centrale europea che ha lanciato un appello agli Stati affinché rinuncino a parte della propria sovranità sulle riforme strutturali. «Farò io le riforme perché l'Italia non ha bisogno di qualcuno che le spieghi cosa fare». Il deficit ? #F_START# size=3 color=BLUE #F_MID# «Non ho intenzione di superare il tetto del 3%.#F_END# Speriamo di aver una crescita migliore nella seconda metà» e chiudere con un deficit al 2,9%, prosegue Renzi, sottolineando che l'Italia non sforerà il 3%, «è un regola vecchia ma #F_START# size=3 color=BLUE #F_MID# è una questione di credibilità e reputazione per l'Italia anche se altri lo supereranno»#F_END#.#/i# Gli italiani hanno votato in massa (41%) Renzi che dichiara che deve obbedire a Draghi e ai banchieri centrali (Troika, BCE, Commissione...). Perchè sono loro che impongono che lo Stato da noi incassi di tasse più di quello che spende (questo significa il limite del 3% del PIL, dato che gli interessi sono il 4% del PIL) e quindi soffochi lentamente. #F_START# size=3 color=red #F_MID#Il limite del 3% significa che ogni anno la moneta si riduce #F_END# #F_START# size=3 color=red #F_MID#Il limite del 3% significa che ogni anno la moneta si riduce #F_END# #F_START# size=3 color=red #F_MID#Il limite del 3% significa che ogni anno la moneta si riduce #F_END# (c'è ancora qualcuno almeno qui su questo forum che non c'è ancora arrivato ?). I banchieri, come Draghi, vogliono che la moneta sia scarsa, per la stessa ragione per cui i petrolieri vorrebbero che il petrolio fosse scarso, che gli agricoltori che il vino o il latte fosse scarso, che le mignotte vorrebbero che ci fossero meno mignotte dell'est che aumentano l'offerta.... Ci vuole tanto ? Draghi è un banchiere e i banchieri vogliono che la materia prima che loro offrono sia scarsa... #F_START# size=3 color=red #F_MID#Draghi è un banchiere e i banchieri vogliono che la moneta sia scarsa. #F_END# #F_START# size=3 color=red #F_MID#Draghi è un banchiere e i banchieri vogliono che la moneta sia scarsa. #F_END# #F_START# size=3 color=red #F_MID#Draghi è un banchiere e i banchieri vogliono che la moneta sia scarsa. #F_END# (mi scuso con i più istruiti per il formato a slogan, ma ho notato che bisogna semplificare al massimo e solo ripetere il concetto essenziale, possibilmente in caratteri grandi e colorati) Se allora lo stato italiano da 30 anni riduce la moneta e ora, dal 2009 le banche non compensano aumentando il credito... l'economia... si contrae!. Fine. Qui hai tutta l'Economia che devi sapere. #F_START# size=3 color=BLUE #F_MID# L'economia di un paese è come uno stagno, se ogni anno riduci l'acqua lo stagno si riduce. Il denaro (debito e moneta) è l'acqua.#F_END# Non è nemmeno vero che il problema è il tasso di cambio della moneta. Il problema essenziale è la pura e semplice quantità di denaro che circola Evidentemente però la popolazione italiana è composta in maggioranza di persone che non hanno problemi di denaro: - redditieri, che vivono di reddito fisso e locazioni (Monti e Letta hanno ridotto le tasse su chi affitta immobili dal 43% al 10% !!) e loro figlie e figlie di papà - gente in un impiego pubblico, -esportatori di borsette in Asia, -curatori fallimentari e commercialisti, - politici, portaborse e amministratori pubblici, - calciatori, allenatori e gente del mondo del calcio, - pensionati con buone pensioni, - promotori di fondi obbligazionari, - trader di derivati, - farmacisti, - medici - gestori di centri di accoglienza per immigrati... non lo so, sto pensando a tutte le categorie di persone che in Italia oggi se la cavano bene e sono contente. Se avete dei suggerimenti anche voi sono ben accetti, perchè anche elencando questi qui sopra ho la sensazione che non arrivo alla maggioranza della popolazione, ma dato che nessuno protesta e anzi quando c'è l'occasione si vota il Partito del Debito (PD), dell'Euro e del limite del 3% al Deficit... devono essere per forza la stragrande maggioranza...

Professori Imbecilli - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 06 Agosto 2014 11:42

#i# ^parla Pier Carlo Padoan #http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/padoan-economia-peggiora-attesa-dati-pil-cca0dccb-98f6-464a-beed-769928cd0452.html#sthash.MiWgmSq2.dpuf^ 06 agosto 2014 : "Sono realista, #F_START# size=4 color=blue #F_MID# le cose vanno peggio del previsto#F_END#, ci sono segnali positivi che daranno frutti nei prossimi mesi e non ci sarà bisogno di alcuna manovra per i conti pubblici". Il ministro Pier Carlo Padoan - in un colloquio con il direttore del Sole 24 Ore - dice: "La fase di #F_START# size=4 color=blue #F_MID#uscita dalla recessione è più lunga del previsto. #F_END# #/i# ---- "Previsto" da te e i tuoi compari economisti, ma è dal 2008, sono sei anni, che ogni anno per voi i dati economici escono sempre "peggio del previsto". Guardatevi il video di Ray Dalio, ^"come funziona la macchina dell'economia"#https://www.youtube.com/watch?v=PHe0bXAIuk0^, è a cartoni animati con sottotitoli in italiano per cui forse ci arrivate: #F_START# size=4 color=black #F_MID# sommando il denaro speso e il credito utilizzato si ha la spesa totale e la spesa totale muove l'economia#F_END#. Sono capace io che faccio l'economista a tempo perso, non è mica difficile, ma lo spiego per la centesima volta... Se aumenti le tasse e allo stesso tempo le banche riducono il credito ci sono meno soldi che girano (meno moneta e meno credito). Se riduci il denaro (moneta e credito), l'economia che è basata su transazioni in denaro, va "peggio del previsto". "Previsto" da imbecilli che fanno finta che l'economia non giri in base alla moneta che circola, ma dipenda da finzioni da professori, come le "aspettative" sulla "stabilità" ^ancora Pier Carlo Padoan ieri#http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/padoan-economia-peggiora-attesa-dati-pil-cca0dccb-98f6-464a-beed-769928cd0452.html#sthash.MiWgmSq2.dpuf^ #i# ....per superare la recessione, secondo "l'erede" di Quintino Sella, "non c'è altra via che le riforme". "L'Italia stenta ad uscire dalla crisi perché ha accumulato ostacoli strutturali e quella delle riforme è la strategia fondamentale del nostro governo", scandisce Padoan. "Semplificazione del processo legislativo, certezza della durata dei governi: questi due fattori sono estremamente importanti per #F_START# size=4 color=blue #F_MID# stabilizzare la fiducia e le aspettative#F_END# di imprese, famiglie, investitori internazionali" argomenta il ministro. "Altrettanto importanti sono le riforme del mercato del lavoro, della pubblica amministrazione e del fisco" aggiunge. #/i# Avete prosciugato le tasche della gente con il pretesto del debito pubblico, qui in Italia chi lavora deve consegnare la maggioranza di quello che riceve al fisco e quello che conta sarebbero #F_START# size=4 color=blue #F_MID#" le aspettative" sulla "certezza e durata dei governi" #F_END#. Le "aspettative", quando la gente vede arrivare al governo gente come te o come Monti o Visco, sono che ci saranno più tasse. Le #i# "aspettative"#/i# migliorano quando cadono i governi come il tuo perchè vuole dire che non si possono votare le finanziarie Vuoi una dimostrazione ? ^In Belgio da tre o quattro anni in pratica senza sono governo#https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&ion=1&espv=2&ie=UTF-8#q=belgio%20senza%20governo^, perchè fiamminghi e valloni non si mettono d'accordo, quindi come "certezza e durata dei governi" sono messi malissimo. Sono senza governo! Hanno affrontato la crisi senza governo! #ALLEGATO_1# Risultato ? Non hanno potuto fare l'austerità come tutti gli altri paesi europei, non hanno aumentato le tasse, non hanno ridotto il deficit pubblico, e il loro debito pubblico ha superato il 100% del PIL. Sai cosa gli è successo ? Il Belgio NON HA AVUTO LA RECESSIONE. E' il contrario esatto di quello che blatera Padoan, quando i governi sono votati alla distruzione dell'economia, quando i governi sono sinonimi di tasse come accade nell'eurozona, è meglio essere senza governo come il Belgio, non avere nessuna "certezza e durata dei governi"

...sembrano i fori causati da una mitragliatrice... - GZ  

  By: GZ on Lunedì 04 Agosto 2014 19:40

I resti del Boeing malese, più precisamente i resti della cabina di pilotaggio ^sono crivellati di colpi, di fori di pallottole#http://www.anderweltonline.com/fileadmin/user_upload/PDF/Cockpit-MH017.pdf^ di quelle che spara un aereo, non un missile della contraerea Sul NY Times invece gli esperti che vengono citati dicono che i buchi che vedi sono ^dovuti a all'impatto di frammenti di altre parti dell'aereo come il motore#http://www.nytimes.com/interactive/2014/07/21/world/europe/wreckage-offers-clues-on-why-flight-17-went-down.html?_r=0^, ma mostrano solo frammenti di altre parti dell'aereo, della carlinga, non della cabina di pilotaggio Se vuoi vedere i fori in un immagine a grande risoluzione clicca sul pdf (che è troppo grande per caricarlo) ^qui e noti fori di entrata ed anche di uscita#http://www.anderweltonline.com/fileadmin/user_upload/PDF/Cockpit-MH017.pdf^. Questo però lo vedi solo nelle immagini dei resti della cabina di pilotaggio, che è dove presumibilmente un caccia militare spara per abbattere un aereo (e senza dare il tempo ai suoi piloti di inviare messaggi) Intanto è arrivato un team di esperti dell'OCSE e dicono che ci sono dei pezzi dell'aereo abbattuto che sembrano esser stati colpiti "da una mitragliatrice"#i# (...Michael Bociurkiw of the OSCE group of monitors at his daily briefing described part of the plane’s fuselage dotted with “shrapnel-like, almost machine gun-like holes.” He said the damage was inspected by Malaysian aviation-security officials....#/i#) #F_START# size=3 color=red #F_MID#...almost machine gun-like holes...#F_END# ("quasi come i fori causati da una mitragliatrice..."), questo lo dice oggi il capo del team di esperti dell'OCSE...lo ^vedi qui che lo dice parlando con una giornalista ieri#https://www.youtube.com/watch?v=7ze9BNGDyk4^

Un record mondiale : 53% di pressione fiscale - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 30 Luglio 2014 15:05

Nino Galloni le chiama le #i# ‘parrocchiette’#/i# anti austerità (cioè piccole correnti di pensiero alternative sulla crisi: una comunità di pensiero varia, con alti e bassi, ciarlatani e gente seria, non dissimile in questo anche dalle comunità di pensiero ufficiali dove trovi di tutto e il contrario di tutto....). In questo piccolo mondo anti-austerità c'è gente che vuole aumentare la spesa pubblica, come quelli di SEL-Tsipras che promuovono il ^referendum per abolire il tetto al deficit del 3%#http://www.riccardorealfonzo.it/^, chi vuole svalutare con la lira come Lega e prof anti-euro (vedi Borghi, Bagnai...), chi si preoccupa della ^moneta creata dalle banche come quelli che conosco un poco#http://www.claudiomoffa.info/2014/07/per-la-diversita-e-lunita-delle.html^... In realtà #F_START# size=3 color=red #F_MID# la cosa che conta è tagliare radicalmente le tasse, dal 53% al 33% del PIL#F_END# Perchè ? Perchè le multinazionali pagano in media sul 20-25% di tasse e in Asia pagano in media meno del 30%, per cui se vuoi "competere" devi ridurre il peso delle tasse al loro livello.I tedeschi se la cavano con un carico fiscale più alto (il 45% circa del PIL) ? Ma i tedeschi sono i tedeschi, nel caso che non ci sia fatto caso sono efficienti in tutto, nel resto del mondo non scandinavo e non germanico se porti le tasse vicino alla metà del PIL l'economia si ferma. La Francia stessa non ce la fa. ^Bisogna tagliare le tasse di di almeno 200 mld#http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^, tutto il resto, incluso il ritorna alla lira che ti svaluta la valuta del 20 o 30% non è essenziale. -- ^"LA PRESSIONE È AL 53,2% (NERO INCLUSO) - LA CRISI HA AGGRAVATO IL CARICO DI TASSE: NEL 2000-2013 SU DEL 5%, COL PIL SCESO DEL 7%#http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/siamo-pi-tartassati-mondo-pressione-53-nero-incluso-81921.htm^... TRANQUILLI, IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE#/i#, Gian Maria De Francesco per il "Giornale":#i# Se si considera la pressione fiscale apparente, cioè il gettito in relazione al reddito prodotto, l'Italia si trova al quarto posto con il 44,1%. Ma col nero arriviamo al 53,2%. Per Confcommercio ha tagliato le stime di crescita per il 2014 dallo 0,5 allo 0,3%... Un record mondiale imbarazzante per l'Italia e del quale la maggior parte della classe politica (soprattutto di governo) non prova nessuna vergogna. È quello della pressione fiscale effettiva che vede il nostro Paese in cima alla classifica Ocse con il 53,2% del prodotto interno lordo. È quanto emerge da un'elaborazione dell'Ufficio studi di Confcommercio sui dati del 2013. Come si giunga a questa performance da guinness è presto detto. Se si considera la pressione fiscale apparente, cioè il gettito in relazione al reddito prodotto, l'Italia si trova al quarto posto tra i Paesi più industrializzati con il 44,1%, superata da Danimarca (50,1%), Belgio (48,7%), Francia (47,8%) e Svezia (45%) che, effettivamente, tassano a più non posso ma, in generale, restituiscono servizi pubblici di buona qualità. L'Italia, però, detiene un altro record ed è quello dell'economia sommersa che produce il 17,3% del reddito nazionale. Il combinato disposto delle due realtà è che in Italia su ogni euro dichiarato si pagano 53,2 centesimi di imposte. Al danno delle stangate si aggiunge la beffa della depressione. L'Italia, infatti, è uno dei Paesi che maggiormente ha subito gli effetti negativi della recessione: lo sbilancio dei conti pubblici è stato, infatti, curato da quasi tutti i governi con nuove tasse che hanno ucciso la competitività e la produttività della nostra economia. Nel periodo 2000-2013 la pressione fiscale italiana è aumentata del 5% mentre il Pil reale pro capite è diminuito del 7 per cento. Non è questione di «euro sì» contro «euro no»: sia la Germania, regina di Eurolandia, sia la Svezia, che s'è tenuta la corona, sono cresciute nello stesso periodo rispettivamente del 15 e del 21% solo perché hanno ridotto la pressione fiscale (del 6% Berlino e del 14% Stoccolma). La situazione è talmente triste che, propone Confcommercio, con l'inclusione di traffico di droga, prostituzione e contrabbando nei metodi internazionali di calcolo del Pil si possono sbloccare 1,68 miliardi di risorse con cui si potrebbero destinare 250-300 euro a testa per ciascuno dei sei milioni di italiani poveri assoluti. Il peggio deve ancora venire. L'Ufficio studi di Confcommercio ha, infatti, tagliato le stime di crescita per il 2014 dallo 0,5 allo 0,3% a causa del crollo degli investimenti (-0,9%). Ecco perché il presidente della confederazione, Carlo Sangalli, ha ribadito la sua ricetta anti-declino: «Per far ripartire l'economia bisogna realizzare subito una poderosa operazione: meno tasse e meno spesa pubblica, più riforme e più lavoro». La propensione al consumo è in calo e il «mix esplosivo Tasi-Imu-Tari» sta complicando la vita di famiglie e imprese. «Tenere i conti in ordine non può ostacolare la crescita» perché, altrimenti, i problemi si acuiscono e «non si può escludere a ottobre una manovra correttiva», ha concluso. «Serve un'operazione-verità», ha chiosato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, intervenuto al convegno, aggiungendo che «gli ultimi due trimestri 2014 di crescita piatta o negativa trascineranno i loro effetti anche nel 2015», rischiando di compromettere anche la mini-ripresa. Di qui la mano tesa a Renzi. «Il governo faccia una vera riforma fiscale sfruttando la delega e abbassando le tasse e, allo stesso tempo, riformi seriamente il mercato del lavoro», ha detto Brunetta promettendo collaborazione. Il viceministro dell'Economia, Enrico Morando, però, ha replicato che «non c'è bisogno di una manovra correttiva». Se, però, non si attuerà una vera spending review, Renzi rischia di perdere la faccia.#/i#

IL PIL USA truccato del 3% - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 30 Luglio 2014 11:42

Sul Financial Times, Andrew Smithers che è uno degli economisti e esperti finanziari più rispettati in Inghilterra, spiega questo mese che ^il PIL degli USA è stato fatto aumentare del 3% e rotti CAMBIANDO IL MODO DI CALCOLARLO#http://blogs.ft.com/andrew-smithers/2014/07/with-gdp-facts-depend-on-how-you-measure-them/^. Dall'anno scorso gli USA sono l'unico paese al mondo (presto seguito da UK) che considera le spese in ricerca e sviluppo non un costo, ma un prodotto. Più precisamente in America si calcola il NPV il valore presente scontato ipotizzato delle spese di ricerca e lo si somma al PIL Il PIL americano è calcolato da metà anni '90 in modo diverso da quello di molti altri paesi perchè considera ad esempio che computer e cellulari si riducono di prezzo se migliorano come prestazioni, cioè tu compri un Iphone da 500 dollari, ma dato che è meglio di un altro cellulare nelle statistiche di inflazione viene computato non al suo prezzo, ma con un fattore di sconto che tenga conto delle prestazioni (lo chiamano "hedonic adjustment") Inoltre in USA si utilizza il "costo dell'affitto virtuale" per computare l'impatto del costo delle case nell'inflazione. (lo chiamano "owner inputed rental...") Questa però del sommare il valore presente scontato ipotizzato delle spese di ricerca al PIL è unico al mondo e come spiega in dettaglio Smihters non ha alcun senso, salvo quello di far apparire il PIL maggiore di quello che è

Non è con l'export che risolvi la crisi - GZ  

  By: GZ on Domenica 27 Luglio 2014 02:30

E' tutto verissimo, ma non è l'essenziale. Non è con l'export e con la svalutazione del cambio per aumentare l'export che risolvi la crisi ----#i# ^"Sono i danni della moneta forte in un Paese debole"#http://www.iltempo.it/economia/2014/07/26/sono-i-danni-della-moneta-forte-in-un-paese-debole-1.1275082"^ di Alberto Bagnai, Professore di Politica Economica Università di Pescara Quando un paese debole adotta una valuta forte, diventa un mercato di sbocco per i propri vicini più forti. Il potere d'acquisto che la valuta forte attribuisce ai cittadini del paese debole non può, per definizione, rivolgersi interamente ai prodotti nazionali (se il paese avesse una base industriale sufficiente, non sarebbe debole, ma forte). Fatalmente, quindi, questo potere d'acquisto si rivolge ai prodotti dei vicini più industrializzati. Importandoli, il paese debole manda in deficit la sua bilancia dei pagamenti. Perciò, quando si stringe un'unione monetaria, è indispensabile negoziare bene la forza della futura moneta comune. In uno dei suoi ultimi saggi, il professor Paolo Savona argomenta con Giovanni Farese che l'arretratezza del Mezzogiorno dipende anche dall'avere subito per tre volte un aggancio monetario fatto a immagine e somiglianza del Nord: con l'Unità (adottando la lira del Nord); dopo la Seconda Guerra Mondiale (con l'ingresso nel sistema di cambi fissi di Bretton Woods); e, infine, con l'ingresso nell'euro. In queste occasioni la valuta comune (italiana, mondiale - tramite l'aggancio col dollaro - o europea) si sarebbe rivelata troppo forte per il Meridione, favorendone la persistenza in uno stato di arretratezza. Per molti anni a questa situazione si è ovviato con quella che Savona chiama la politica della pentola bucata: trasferimenti dal Nord al Sud, come in ogni unione monetaria non ottimale. Ma ora che la forza dell'euro sta schiacciando anche il Nord, ora che Milano ladrona ha capito che Berlino non perdona, i trasferimenti non sono più sostenibili. L'allarme del Centro Studi Confindustria, secondo il quale dal gennaio di quest'anno al Sud hanno chiuso in media 24 imprese all'ora, dipende anche da un aggancio monetario doppiamente errato: troppo forte per il Mezzogiorno all'interno dell'Italia, e per l'Italia all'interno dell'Europa. Auspichiamo che, dopo la denuncia, Confindustria trovi il modo di venire a patti con la realtà, avviando una riflessione serena sul problema. #/i# ------ Tutto vero, però non è l'essenziale. Il presidente di Confindustria Squinzi è per l'Euro in modo molto convinto. Sai perché ? Squinzi, ha spostato la produzione della sua Mapei all'estero ormai.. ^"Noi abbiamo 43 stabilimenti in 21 Paesi, 7 in Italia. Nei prossimi mesi ne apriremo tre in Cina...”.#http://www.mapei.it/CMS/Img/TEMP1/PDF/RM71/rm71_pag6-7.pdf^ e crescono molto bene, non hanno problemi. Ma i profitti che fa esportando dagli USA o dalla Cina non li riporta in Italia, qui in Italia non passano… Squinzi è la prova che per aziende internazionali come la sua è indifferente il cambio, anzi meglio l'Euro della Lira... Qui a Modena c'è l'abbigliamento (Carpi) e la ceramica ad esempio e parlo con gente del settore. Entrambi hanno ormai spostato la produzione all'estero. Per le ceramiche per la parte di produzione ancora in Italia, quello che conta,è il costo dell'energia che a sua volta è fatto al 70% di tasse (a domanda: "vi serve una svalutazione", il suo CEO mi risponde: "No"…). Per l'abbigliamento l'export va bene, ma non dipende dai costi in euro piuttosto che in lire perché ormai producono quasi solo in Marocco e posti del genere.. Ero a pranzo sabato pomeriggio con un commerciale che da 30 anni gira il mondo per questi e diceva:#F_START# size=4 color=black #F_MID# "ma quale crisi… ci sono cinque grosse aziende di moda e abbigliamento in questo momento a Carpi che fanno soldi alla grande, ma in Italia questi soldi non passano…non li vedi in nessuna statistica..."#F_END# Questo inficia buona parte dell'argomento per il ritorno alla Lira BASATO SULL'EXPORT CHE MIGLIORA di Bagnai & C. Poi lo so che Bagnai ad esempio cita la statistica per cui la struttura dei costi dell'Italia è ancora quella di 20 anni fa in termini di % di beni intermedi ecc, ma sono questioni più complicate di quello che vedi con una statistica. Si dovrebbe chiedere del Giappone, un esempio clamoroso, sotto gli occhi di tutti, del fatto che la svalutazione per rilanciare l'export non funziona sempre... Il Giappone infatti ha svalutato del -30% dal 2012 ad oggi e guarda i dati; export -2% e import + 8% e continua ad avere un deficit con l'estero. Il motivo è la Globalizzazione. Anche i giapponesi stanno spostano le fabbriche in Cina e paesi dove il lavoro costa meno e le multinazionali giapponesi quando il cambio dello Yen scende del -30% fanno più soldi, ma producendo dalla Cina il cambio che scende non gli cambia la struttura di costi leggy qui ^"What Japan’s June Trade Disaster Really Means: Abenomics Is Flaming-Out" by Wolf Richter • July 25, 2014"#http://davidstockmanscontracorner.com/what-japans-june-trade-disaster-really-means-abenomics-is-flaming-out^ Per risolvere la crisi devi incrementare la moneta in Italia, eliminare il costo di interessi del debito pubblico e ridurre le tasse di 200 mld. Punto.

Il programma economico del centro-destra è il liberismo ? - GZ  

  By: GZ on Sabato 26 Luglio 2014 00:52

#F_START# size=2 color=blue #F_MID#[uno spettro si aggira per l'Europa, quello del #b# "Neoliberismo", Globalista Finanziario, che viene oggi succhiato sia dalla "Sinistra" che dalla "Destra#/b#. Questo pernicioso modo di pensare viene martellato nei nostri cervelli in vari modi oggi ovunque, da "Repubblica" al "Giornale" e oggi ci occupiamo di quelli di "centro-destra". #i# A proposito, perchè pernicioso ? #/i# Nel caso che ancora non ve ne siate resi conto, la Globalizzazione e il Liberismo sono ottimi per l'elite, ma letali per la maggioranza degli europei, specie nei paesi "deboli", #b#letali perchè mettono in concorrenza due miliardi di persone che oggi lavorano per 5 euro al giorno circa (in asia, sudamerica, nordafrica...), con ad esempio gli italiani che lavorano per almeno 50 euro al giorno circa. #/b#Con il risultato che #F_START# size=3 color=red #F_MID#i primi saliranno a 20 euro al giorno e i secondi, i lavoratori italiani, invece scenderanno sui 20 euro al giorno.... E simultaneamente inducono lo stato e le famiglie a riempirsi di debiti, per mascherare la perdita di reddito e per sfruttare anche da quel lato la maggioranza della gente ... ]#F_END# #F_END#. ------ #i# ^dal "Giornale" di oggi: "Centrodestra = Tagliare le tasse"#http://blog.ilgiornale.it/wallandstreet/2014/07/23/centrodestra-tagliare-le-tasse/^, In queste ultime settimane, dopo i negativi risultati delle formazioni italiane di centrodestra alle elezioni europee, si è osservato un florilegio di pubblicistica sulla possibile costruzione di un modello vincente per quest’area che nel nostro Paese, checché se ne dica, è maggioritaria e che il 25 maggio ha visto gli elettori disertare i seggi. Evidentemente, l’offerta politica non li ha convinti pienamente e hanno preferito andare al mare. Abbiamo così nell’ordine assistito: alla nascita di un nuovo movimento capitanato dall’ex Ceo di Intesa Sanpaolo ed ex ministro, Corrado Passera, che intende lanciare un’Opa su tutto ciò che è alternativo a Matteo Renzi e alla sinistra. all’autoproclamazione di Gianfranco Fini quale nuovo allenatore in grado di suggerire la ricetta vincente allo schieramento a un acceso dibattito per l’introduzione delle elezioni primarie per la scelta dei candidati di coalizione di centrodestra. a un ancor più acceso dibattito, organizzato dalla rivista Formiche, per organizzare una Leopolda Blu, ossia un happening sul modello di quello renziano alla Stazione Leopolda di Firenze nel quale simpatizzanti ed esponenti di quest’area facessero confluire proposte e paradigmi per riguadagnare il consenso perduto. Ed è proprio su quest’ultimo punto che Wall & Street vogliono dire qualcosa visto che quotidianamente si occupano di economia e di finanza e, quindi, non sono proprio gli ultimi arrivati. Escludendo qualsiasi notazione politica (che non è di nostra pertinenza), possiamo affermare tranquillamente quanto abbiamo sintetizzato nel titolo. Il centrodestra non ha bisogno di idee perché il centrodestra è una curva: la curva di Laffer, elaborata dall’economista che ispirò la politica fiscale dell’amministrazione di Ronald Reagan (e che fu tenuto in conto anche da Margareth Thatcher). Ebbene sì, abbiamo nominato due spauracchi della sinistra (e anche della destra italiana). Non possiamo farci nulla, ci dispiace: il centrodestra è questo. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Non è mica vero. Questo è solo il neo-liberismo globalista-finanziario "made in New York e made in London". Dalla rivoluzione francese in poi diciamo, si definisce in occidente spesso una destra (e una sinistra). La "destra" storicamente è stata: monarchica-nazionalista-"militare" (Action Francais e tutta la tradizione francese cattolica-conservatrice), Bismarck che inventò lo stato sociale "da destra" , gli Asburgo dell'impero austro-ungarico, la tradizione cattolica popolare vedi Sturzo e partito popolare confluita nella DC, la tradizione populista-agraria americana anti-"big money", anti-Rockfeller-Rotschild e anti-Gold Standard E per il bimetallismo, la tradizione"germanica" prussiana o nazionalista e in economia la Scuola Storica e Istituzionale che deriva da Franz List , nazionalsocialista ovviamente che era "socialista" come dice il nome e fascista che era dirigista, DeGaulle e dirigismo francese, Adenauer e "economia sociale di mercato" tedesca del dopoguerra, movimenti qualunquisti, etnici e nazionali e nazionalisti vari dalla Lega alla Marine LePen che si ispira a Maurice Allais ad es.... INSOMMA LA MAGGIORANZA DELLA "DESTRA", negli ultimi due secoli, NON E' STATA NEOLIBERISTA e GLOBALISTA. Perchè la destra era "nazionale" e quindi promuoveva una comunità in qualche modo solidale, con coloriture varie, ma solidale intorno alla terra, al sangue, al re, alla chiesa, all'esercito ecc... ma una COMUNITA' comunque. Solo gli anglo-olandesi e poi di recente gli americani erano individualisti e pensavano solo al "Mercato" ! In Italia, Francia, Germania e area germanica la destra non era in maggioranza globalista e neoliberista. (leggere ad es. qui del fondatore della Scuola economica tedesca, protezionista, sociale, dirigista... ^Franz List,.#http://en.wikipedia.org/wiki/Friedrich_List^.) #F_END# .... Andrew Laffer aveva registrato che, oltre una determinata aliquota, il gettito decresce perché l’eccessiva pressione fiscale favorisce l’evasione, l’elusione e l’abuso di diritto (si portano i capitali dove sono meno tassati). Convinse così Reagan che per rilanciare l’economia Usa bisognava abbassare le tasse. E miracolo fu… #F_START# size=3 color=blue #F_MID# E' vero in parte. Reagan aumentò anche la spesa pubblica, specie militare e lasciò aumentare i deficit pubblici come nessuno prima. #F_END# La curva di Laffer, infatti, altro non è che l’osservazione puntuale dell’applicazione della flat tax teorizzata dal premio Nobel, Milton Friedman (grande padre dell’economia liberale). Friedman riteneva che il sistema fiscale fosse un «casino del diavolo» (unholy mess): per semplificare e non incoraggiare gli evasori si sarebbe dovuta applicare un&#146;aliquota unica (la flat tax) ed eliminare deduzioni e detrazioni. La flat tax si accompagna, generalmente, ai concetti di «no tax area» e di «imposta negativa», indi per cui il contribuente viene tassato solo sopra una determinata soglia di reddito e, se quest’ultimo è insufficiente a garantirgli una vita appena dignitosa, lo Stato gli ridà indietro gran parte della differenza tra il suo reddito e il reddito medio (non tutto perché altrimenti si incoraggerebbe l’economia di sussistenza).il centrodestra non ha bisogno di idee perché il suo programma politico è tutto contenuto in questa discriminate di tipo economico-fiscale. Ogni tanto, anche in Italia, qualche esponente di centrodestra si ricorda dei principi fondamentali: un segnale di vita non da poco. Ve la raccontiamo molto semplice ....Da questo postulato derivano alcuni corollari: Chi è di centrodestra non penserà mai e poi mai che sia giusto applicare un’imposta o aumentarla per favorire l’equità sociale e la redistribuzione. Lo Stato, se interviene nell’economia, moltiplica la miseria per tutti a vantaggio (non sempre) di pochissimi. Chi è di centrodestra non penserà mai e poi mai che la tassazione spietata (come quella messa in atto dai governi Monti, Letta e Renzi) sia uno strumento di assestamento del bilancio perché inutile e controproducente. Gli aggiustamenti si possono fare solo durante i cicli di espansione economica. Il centrodestra ama e persegue il pareggio di bilancio, #F_START# size=3 color=blue #F_MID# ma che 'azzo dici ?... hai appena citato Ronald Reagan che fece deficit pubblici maggiori di Carter e fu invece Bill Clinton che fece il pareggio di bilancio. Di Reagan era la famosa battuta quando lo attaccavano per i suoi deficit pubblici enormi: ^"non sono preoccupato del deficit pubblico. E' cresciuto tanto che ora può arrangiarsi da solo"#http://townhall.com/columnists/richlowry/2003/05/13/the_deficit_is_big_enough_to_take_care_of_itself/page/full^. Ma perchè scrivere di cose che non si sanno ? Perchè non scrivi di pesca con la mosca ? E Eisenohwer, sotto il quale la tassazione sul reddito in USA arrivò al 90% negli anni '50 ? Ma lo sapete che l'aliquota marginale negli USA sotto Eisenhower, repubblicano, "destra"... era il triplo di oggi ? E DeGaulle che era dirigista e solidarista e protezionista.....?#F_END# ... ma facendo dimagrire lo Stato anche a costo di innescare politiche temporaneamente recessive (come hanno fatto Reagan da governatore della California tagliando i dipendenti pubblici e Thatcher privatizzando il privatizzabile in Gran Bretagna). Chi è di centrodestra non crede in concetti come «comunione» e «comunità». La tassazione riguarda il singolo individuo in quanto è il singolo individuo che deve essere messo nelle condizioni di sviluppare il proprio potenziale. A chi dice, come l’articolo 3 della nostra Costituzione, che lo Stato debba promuovere un’uguaglianza sostanziale (e non solamente formale) tra i cittadini, un liberale risponde con le parole di Margareth Thatcher: «There is no such thing as society» («La società non esiste» perché esistono solo gli individui). Il centrodestra è proprio questo. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Ma dai... ma leggere un poco di storia.... Questa è solo la tradizione "anglo" e quella recente, perchè fino agli anni '80 anche nella destra americana e inglese la corrente populista, nazionalista, solidarista e "sociale" era molto forte. Era la destra che spesso era contro il mercato finanziario, Wall Street e la finanza...E se passiamo al centro europa la "destra" era "sociale", "dirigista", "protezionista"... #F_END# È vero: interpretazioni neokeynesiane hanno cercato di definire la curva di Laffer come un modo di sostenere la domanda dando denaro un po’ a tutti (come aveva suggerito Keynes a Roosevelt: aprendo e tappando le buche). Non è così: Laffer teorizza la ritirata dello Stato che diventa meno vorace e lascia più libero il cittadino senza vessarlo con le tasse appunto ma chiedendo il giusto. Il centrodestra e il liberalismo contemporanei nascono così: con Ronald Reagan e Margareth Thatcher, appunto. Come vi abbiamo fatto vedere nella foto in cima al post. Ci sono delle questioni da risolvere. Ne siamo ben consci. Ad esempio, rispondere alla vulgata dominante secondo cui la ritirata dello Stato sarebbe responsabile della crisi attuale. Niente di più falso: le teorie liberali (e liberiste) non sono certo autrici delle crisi e dello squilibrio. Da una parte la ritirata dello Stato va corroborata con un taglio della spesa pubblica (i cui effetti recessivi vanno tenuti sotto controllo). Dall’altro lato, la politica monetaria va strettamente monitorata proprio per evitare che la maggiore disponibilità di reddito generi conseguenze impreviste. Di sicuro l’attuale crisi ha tra le sue cause la troppa libertà lasciata dall’amministrazione Clinton alle banche Usa che ci hanno infettato con i subprime e via discorrendo. Così come la crisi del ’29 non si può imputare del tutto alla parte repubblicana. Laffer non era keynesiano. Tagliare le tasse non è dare una mancia come ha fatto il governo Renzi che ha propugnato, lui sì, una politica neo keynesiana. Tagliare le tasse è un’assunzione di responsabilità perché vuol dire che non si discrimina nessuno e che, proprio per questo, si cerca di far dimagrire lo Stato. ... Il paradigma del centrodestra è totalmente rovesciato rispetto a quello dominante. Ad esempio, è di centrodestra chiedersi (ma anche il centrosinistra farebbe bene a domandarselo) perché la crescita reale dei Paesi di Eurolandia – tranne la solita Germania – sia stata del 5-10% al di sotto di quella potenziale. Ed è un modello, quello del centrodestra, che implica quotidianamente un’assunzione di responsabilità. Se abbassare le tasse può creare ricchezza, perché dobbiamo assistere all’arricchimento della Germania a scapito del nostro Paese? Il centrodestra sa già qual è la risposta: la politica monetaria, così come quella fiscale, non va bene perché gli aggiustamenti di bilancio non si fanno durante i cicli recessivi come invece Frau Merkel ci ha imposto, mentre la rigidità dell’euro (e il tardivo intervento della Bce nell’immissione di liquidità sul mercato) è un freno sia alla produttività interna che alla competitività sui mercati internazionali. Ma l’accento è sempre sulla crescita, cioè sul prodotto tangibile della libertà. Libertà e tutte le parole che ne derivano non si prestano a compromessi.... D’altronde, chi si professa di centrodestra sa che può camminare, come Isaac Newton, sulle spalle di giganti che si chiamano non solo Laffer e Friedman, ma von Hayek, von Mises e Rothbard. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# La "scuola austriaca" è nata a metà anni '20 ed era minoritaria, erano un gruppo che ha contato per circa dieci anni e dopo il 1936 circa è letteralmente sparito e anche oggi tra parentesi contano per il 3% degli economisti. Quelli della "scuola di Chicago" attuale, Lucas, Sargent, Cochrane... non citano mai Hayek, Mises e Rothbard, il quale ultimo era un anarchico-libertario...La Scuola di Chicago che è quella che domina "a destra" è pro finanza, Rothbard era uno che vedeva la storia americana in termini di un complotto della grande finanza... quelli di Chicago adorano la grande finanza, ma che 'azzo leggete ? #F_END# E per chi è italiano su grandi come Luigi Einaudi e Benedetto Croce. Tutti punti di riferimento che mettevano innanzitutto la difesa dell’individuo e delle sue prerogative da qualsiasi attacco che potesse essere spacciato come tutela del bene comune (a partire dalle tasse). Di recente solo un presidente del Consiglio ha tenuto a mente queste lezioni (non lo citiamo affinché non ci si tacci di essere in conflitto di interessi). .... quello che non può aspettare è la messa in pratica della teoria di Laffer che di Reagan e Thatcher già fece le fortune.... #/i# #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Quello di cui parlate è solo il neo-liberismo globalista finanziario, "made in New York e Londra...che va bene per le multinazionali e la grande finanza (e l'elite politica che li serve). Perchè credete ai giornali americani di oggi e non leggete mai dei libri di storia ? .... La Germania (in parte) e l'Asia seguono ad esempio un altro modello, che funziona meglio e nella storia la "destra" seguiva spesso un altro modello...comunitario, dirigista, "solidarista" protezionista, statalista, "sociale"....#F_END#

16 miliardi non cambiano niente per la vita delle persone... - GZ  

  By: GZ on Venerdì 25 Luglio 2014 19:40

(da Repubblica di oggi)...#i# Il Fondo monetario internazionale ha... infatti tagliato le proprie stime di crescita sul Pil italiano portandolo, per quest'anno, allo 0,3%, contro il precedente +0,6% di aprile. . La revisione degli economisti di Washington arriva pochi giorni dopo quella di Bankitalia che prevede per il Pil una crescita ancora più debole (+0,2%) [e quella di Confindustria che è scesa allo 0,1%]... "La nostra priorità è lavoro. Ma #F_START# size=4 color=blue #F_MID#le statistiche, credo, inizieranno a migliorare solo dal 2015", ha ammesso premier Matteo Renzi#F_END# , in un'intervista ad Alan Friedman per l'ultima puntata di "Ammazziamo il Gattopardo"..Il presidente del Consiglio, che parla prima dell'annuncio dei nuovi dati Fmi, spiega che sarà "molto difficile" arrivare alla stima dello 0,8% contenuta nel Def. E ammette: #F_START# size=4 color=blue #F_MID#"Che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone"#F_END#.#/i# Un 1,5% sembra non molto diverso da uno 0,4% a Renzi, che ha appena preso il 41% dei voti (di quelli che si sono presentati) alle europee, promettendo i suoi #F_START# size=4 color=black #F_MID#famosi 80 euro al mese.... che sono 12 miliardi di euro, cioè uno 0,8% del PIL#F_END#. Renzi oggi sputa su un 1,5% di PIL perchè.. #i# ehhh... 1,5% o 0,8% o 0,4% sono percentuali vicine allo zero...che cosa cambierà mai....#/i# Solo che il PIL italiano assomma a 1,570 miliardi di euro l'anno, per cui 1,5% X 1,570 miliardi di euro = 23 miliardi (o anche solo 16 miiardi se consideri (1,5 - 0,4%)). E Renzi ha stravinto un elezione promettendo uno 0,8% del PIL (gli 80 euro equivalenti a 12 mld...). E' bastato così poco perchè siamo un paese strozzato da una artificiale scarsità di moneta, per cui anche uno 0,8% del PIL sembra un miracolo. Gli chiedono come mai il PIL si azzera pure quest'anno, cioè come mai l'austerità che il PD ci ha martellato ha fallito ed essendo "un grande comunicatore", come dice anche PierSilvio Berlusconi, sbuffa che un 1,5% di PIL #i# "non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone"#/i#. Sicuro, non cambia niente nella vita dei politici.... che prendono dai 12 mila euro al mese garantiti, sia che il PIL faccia +1,5% o -1,5%...il loro reddito non è legato al PIL Renzi ora che gli dicono che la crescita nel 2014 sarà ZERO PER CENTO, se va bene, dice : #i# #F_START# size=4 color=black #F_MID#"ehh... quante storie... 1,5%... 0,4%..." sono tutti numeretti piccini piccini... che differenza fa...#F_END##/i#. Ma sì... solo che per chi non lo sapesse, #F_START# size=4 color=black #F_MID# dal 1990 al 2008 l'Italia ha avuto una crescita media del PIL reale dell'1.4% annuo #F_END#(al netto dell'inflazione, che è quello di cui si parla). E oggi qualunque politico si vanterebbe come un pavone se riuscisse a riportarla a quel ritmo di crescita. Per chi non lo sapesse l'America negli ultimi 15 anni ha avuto un ritmo di crecita reale del PIL sul 2%. Nelle economie occidentali, dagli anni '90, la crescita reale del PIL annua è tra l'1,5% e il 2%.... In tutto questo la cosa importante è che oggi Renzi ha ammesso che (gli hanno appena detto che..) per tutto il 2014 l'Italia rimane in recessione....recessione nel 2009... recessione nel 2010... recessione nel 2011....recessione nel 2012....recessione nel 2013.... recessione nel 2014....(totale -9% di PIL in cinque anni) Ora, chi prenda in mano un qualunque testo universitario di economia ci legge che #F_START# size=4 color=black #F_MID#nelle economie capitaliste le recessioni in media durano meno di due anni. #F_END# (controlla qui se vuoi, la terza colonna "duration", cioè ^durata delle recessioni...#http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_recessions_in_the_United_States^) Il ciclo economico dellle economie industriali di mercato o capitaliste è da sempre di circa 4-6 anni in media di espansione e 1,5 anni in media di recessione. Persino in Argentina, quando hanno fatto il crac e hanno svalutato del 70% nel 2001, poi la recessione è durata due anni e rotti. Persino negli anni '30 la Depressione durò, nei casi peggiori, circa quattro anni (1931-1935). #F_START# size=4 color=black #F_MID#Da noi invece la recessione dura da sei anni. Questo non è previsto nei manuali di economia....#F_END#. Anche i paesi più sfi-gati, anche quelli con inflazione alta, anche quelli sudamericani ad esempio hanno avuto recessioni che duravano al massimo massimo tre anni. Quello che succede oggi in Italia non è nemmeno previsto dalla "scienza economica" di questi figli di buona donna

Il dibattito a Ferrara con economista PD - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 23 Luglio 2014 06:16

Il dibattito a Ferrara con un economista del PD oeganizzato da un giornale locale. ^"Giovedì 24 dibattito: Una via d’uscita dalla crisi"#http://www.ferraraitalia.it/una-via-duscita-dalla-crisi-proposte-concrete-per-la-ripresa-economica-15603.html^ facebook di "FerraraItalia" che ^mette in evidenza l'appuntamento#https://www.facebook.com/events/328217013995048/?notif_t=plan_user_joined^ Uno dei pochi dibattiti in Italia in cui si discutono tesi contrapposte. Come noto, la tradizione italica è di tenere solo discussioni di economia con chi è già più o meno d'accordo, che sia il festival economia di Trento coi vari Zingales, il convegno sul debito pubblico del Corriere a fine giugno, i dibattiti degli economisti in zona Tsipras (Realfonzo, Cesaratto...quelli che promuovono il referendum ora contro l'austerità), i neoliberisti di Boldrin, Noise from Amerika e soci, il gruppo anti-euro di Borghi, Bagnai, Rinaldi...e persino i nostri MMT non hanno mai messo Mosler a confronto con uno che fosse in disaccordo. Cioè da noi, che io sappia, non si è visto un solo dibattito pubblico in cui uno era per la lira e uno per l'euro o uno per l'austerità e uno per la MMT ecc.. In questo caso invece sarà una cosa all'ultimo sangue, come si può vedere dallo scambio da cui è nato il dibattito #b#Luigi Marattin#/b# 25 giugno 2014 Normalmente le tesi di quei ragazzi (il pur simpatico e onesto Bertoni) hanno bisogno almeno di cinque righe per essere catalogate nella definizione che meritano, e che è irripetibile in fascia protetta. Stavolta però si sino superati, perché è bastata la prima riga. Alla domanda (intelligente) del giornalista su come si possa evitare l'iper-inflazione che deriverebbe dall"aumento della base monetaria in circolazione (fenomeno che ha distrutto svariate economie negli ultimi 100 anni), questi finti economisti rispondono: "semplice! Si aumentano le tasse!". Ma l'aumento di tassazione, diminuendo la domanda aggregata come loro stessi - in un delirio di contraddizioni - riconoscono, vanifica l'effetto espansivo dell'aumento di base monetaria. In pratica, ad una politica monetaria espansiva si fa corrispondere una politica fiscale restrittiva, con effetti totali nulli. Anzi, si potrebbe argomentare che poiché la politica fiscale restrittiva ha effetti anche sul lato dell'offerta (diminuendo l'accumulazione dei fattori produttivi, che determinando la produzione e quindi il Pil), l'effetto complessivo sarebbe anche pesantemente recessivo. Tutta roba che si insegna nell'arco delle prime tre settimane di un qualsiasi corso base di economia a ragazzi di 19 anni. Giuse', dai retta a me. Lascia stare questa monnezza intellettuale. Saluti. Gigi #b#Giovanni Zibordi#/b# 27 giugno 2014 Abbiamo qui il caso di un giovane ricercatore di 35 anni che essendo in politica come assessore forse non ricerca tanto che cataloga come "ragazzi" chi ha 20 anni di più di lui, ha studiato tre anni in un dottorato e due in un MBA, lavorato in consulenza di strategia e si occupa di mercati finanziari da quindici anni dal punto di vista operativo (in altre parole ha sia conoscenza di macroeconomia che esperienza pratica delle cose di cui parla). A parità di QI, il fatto di avere una ventina di anni di esperienza addizionali, in aggiunta a 9 nove anni di studi anche più esteso del nostro, potrebbe suggerire cautela prima di avventarsi in dichiarazioni di "monnezza intellettuale" . Andando invece nello specifico, chi legge il nostro libro, gli articoli e i blog pubblicati e assiste alle nostre conferenze afferra senza problemi che non esiste ragione al mondo per cui lo stato italiano debba finanziare i deficit, come fa da 30 anni, vendendo debito sul mercato e pagando 2 o 3 punti percentuali sopra l'inflazione e, accumulando così circa 3,300 mid di euro (traslando dalle lire e attualizzando i valori) di interessi. ^Una prova, tra le tante che si possono fornire, viene ad esempio dell'ultimo report del Tesoro inglese#https://www.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/318657/whole_of_government_accounts_2012-13.pdf^) a pagina 62 #i# As at 31 March 2011, there were some £1,059 billion of gilts outstanding but the WGA shows a smaller figure of £746 billion (Figure 10). The WGA is not intended to include as liabilities gilts held as assets by entities in the WGA, such as the Bank of England Asset Purchase Facility Fund as part of Quantitative Easing (paragraphs 7.53 to 7.54). e a pagina 65: Consolidating Quantitative Easing does not significantly reduce the overall liabilities of government but it does reduce the number reported as government borrowing. Once intra-government transactions are eliminated, the scheme represents an exchange of gilts (liabilities of the National Loans Fund) for central bank reserves (liabilities of the Bank of England).#/i# Tradotto in italiano significa che nel paese in cui Marattin ha anche studiato. lo stato NON si finanzia, da alcuni anni, più con debito. Ha scelto di finanziarsi con moneta della Banca Centrale perchè questa non costa nessun interesse e da quando ha adottato questa politica che Marattin definisce come folle, come noto la disoccupazione inglese si è ridotta a meno della metà della nostra mentre l'inflazione è attualmente intorno al 3%. Per poter fare la stessa identica cosa che gli inglesi ad esempio stanno facendo con successo, abbiamo escogitato una soluzione equivalenteche consenta di rimanere nella zona euro. I meccanismi di crediti fiscali e BTP a valenza fiscale che proponiamo servono ad avere maggiori deficit pubblici senza indebitarsi, esattamente come si fa in UK, USA e Giappone. La soluzione tecnica è diversa, ma l'effetto (consentire maggiori deficit) è simile e l'esperienza dei deficit, finanziati con moneta, di questi paesi smentisce le simpatiche farneticazioni di Marattin. Il tema è spiegato in dettaglio nelle 390 pagine del libro che abbiamo pubblicato con una casa editrice universitaria, che ha introduzioni da parte di un economista ex Bankitalia e ex FMI come Biagio Bossone e da un esperto finanziario americano che l'Economist nel 2012 ha messo in copertina come fondatore di una scuola di pensiero economico e che Krugman, ad esempio, cita spesso nella sua colonna al NY Times. Dato il tono sgangherato di Marattin occorre sottolineare che l'esperienza combinata di studio e quella pratica delle problematiche finanziarie che il sottoscritto, Marco Cattaneo, Biagio Bossone e Warren Mosler vantano è nettamente sproporzionata rispetto a quella del nostro assessore. Con questo, si discute volentieri con tutti e nel mio caso tengo un forum da anni (www.monetazione.it/forum/DefaultEconomia.html) dove rispondo a ogni domanda e in cui Marattin può trovare di che colmare le lacune dovute alla giovane età e mettersi al corrente sul quello che succede nel mondo finanziario Giovanni Zibordi

IL 95% dei commenti sui forum dei giornali è censurato - GZ  

  By: GZ on Lunedì 21 Luglio 2014 11:50

Dalla Francia: le società che gestiscono la moderazione dei forum sui media francesi, per i giornali come le Le Monde o Yahoo... NORMALMENTE BLOCCANO DAL 25 AL 40% DEI COMMENTI! dice questo lancio di agenzia di AFP di oggi (in quanto ritenuti offensivi in qualche modo, in particolare razzisti o antisemiti ecc...) Ma questo mese SULLA PALESTINA CENSURANO IL 95% DEI COMMENTI dei forum online dei mass media, in pratica i forum dove si parla di Israele e Palestine sono completamente censurati. Ehi.... siamo in regime di libertà di stampa... ---- #i# Moderators of French websites have been overwhelmed by a storm of hatred over the Israeli incursion into Gaza. The latest conflict has triggered outbreaks of violence in France between the country’s Jewish and Muslim populations. While Parisian protests over Israel’s operation in Gaza descend into violence and clashes, the internet has seen an explosion of hate speech related to the conflict. French law bans racist, anti-Semitic or discriminatory messages, but moderators have been hard-pressed to keep up with the rise in hateful comments. Representatives from ^companies that monitor online content told AFP that they normally block 25 to 40 percent of comments, but since the Israeli incursion this statistic has shot up to up to 95 percent#http://rt.com/news/174328-hate-speech-israel-france/^#/i#

Darwin e Mozzi (ci vuole il fisico) - GZ  

  By: GZ on Sabato 12 Luglio 2014 17:26

Trucco, ^il dott. Piero Mozzi#http://www.dottormozzi.it/^ ha 65 anni e se ne sta in piedi in piazza dalle 7 di mattina alle 6 di sera senza mai sedersi nè andare a pranzo per visitare duecento o trecento persone circa ogni domenica del mese (tre su quattro per la precisione). Ero a Pavia per parlargli domenica, sono arrivato alle 12:00 circa e c'era gente, da quello che mi dicevano, ad aspettarlo delle 6 del mattino. Ho preso un biglietto, numero D92, per il pomeriggio e sono arrivato a parlarli alle 17 circa. Ogni tanto ripassavo per la piazza del Duomo dove lui incontrava la gente e lo vedevo sempre in piedi, non c'era neanche la sedia, se ne è stato in piedi circa nove ore di fila e senza mangiare. Questo è un primo semplice test dell'efficacia di quello che predica in termini di efficienza fisica. Conosci dei medici che lavorano in piedi per 10 ore di fila quando potrebbero sedersi ? Il secondo test è che da anni centinaia di persone arrivano dovunque appaia per farsi curare. Mangiando come dice lui e tanti altri simili del movimento che si potrebbe ^definire in senso lato "paleo"#https://www.google.it/search?q=wall+street+journal+paleo+diet&oq=Wall+Street+Journal+paleo+&aqs=chrome.1.69i57j0j69i64.7038j0j4&sourceid=chrome&es_sm=0&ie=UTF-8#q=paleo+diet^ (che non è una setta bizzarra, è menzionato anche sul Wall Street Journal in prima pagina questo mese), mangi come la gente di molti secoli fa. E' molto semplice, l'agricoltura e poi l'agricoltura industriale indeboliscono l'organismo umano, perchè questo si è formato negli ultimi 100 mila anni e a livello di stomaco, fegato, cuore, ossa, muscoli è praticamente lo stesso di quello di un primitivo del neolitico. Il cervello è un poco cambiato, i muscoli e gli organi interni no. Per 100mila anni gli esseri che oggi si definiscono umani mangiavano frutti, cacciavano e pescavano, niente farine, latticini, dolci, frutta esotica o fuori stagione e niente maiale e vitello ad esempio...e i nostri geni lo riflettono. #i# (Gli individui meglio adattati ad un certo habitat si procureranno più facilmente il cibo e si accoppieranno più facilmente degli altri individui della stessa specie che non presentano tali caratteristiche. In altre parole, è l'ambiente a selezionare le mutazioni secondo il criterio di vantaggiosità sopra descritto: i geni forieri di vantaggio adattativo potranno così essere trasmessi, attraverso la riproduzione, alle generazioni successive e con il susseguirsi delle generazioni si potrà avere una progressiva affermazione dei geni buoni a discapito dei geni inutili o dannosi....)#/i# In particolare per gli europei e gli asiatici del nord c'è stata la glaciazione 22 mila anni fa, durata per 12 mila anni circa durante la quale la popolazione si è ridotta forse del 99% e i pochi sopravvissuti sono passati attraverso un clima e un ambiente come quello dell'Alaska e della Norvegia. Di conseguenza sono sopravvissuti con pochi frutti e più che altro pesce di acqua fredda, perchè si erano raccolti intorno al mare o ai laghi dove il clima era più mite e si riusciva a trovare nutrimento. Intorno a 10 mila anni fa il clima è tornato a riscaldarsi gradualmente e la varietà di frutti e animali è aumentata, ma il collo di bottiglia creato dalla glaciazione ha selezionato una razza di gente che è passata per questo tipo di alimentazione. ^La selezione della specie#http://it.wikipedia.org/wiki/Selezione_naturale^ accellera quando la popolazione si riduce ad esempio da 100 mila persone a forse alcune centinaia di persone, come si suppone sia accaduto in europa tra 20mila e 10mila anni fa. Oggi siamo in centinaia di milioni, ma siamo discendenti di questi pochi esseri che sono sopravvissuti alla glaciazione. Questo è il motivo evolutivo per cui carne, pesce, uova e verdure sono essenziali e gli altri alimenti che poi sono stati sviluppati negli ultimi 2-3mila anni invece indeboliscono l'organismo. La teoria poi del gruppo sanguigno è una particolarità che non è essenziale, in pratica la sostanza è che si tolgono farinacei, latticini, maiale e anche alcuni frutti, si toglie pomodoro, arancie, aceto... a quasi tutti (ci sono eccezioni). Questo elimina è il 70-80% di quello che oggi mangia la gente e mangi invece pesce, agnello, pollo, tacchino, verdure, frutta secca e semi oleosi, fagiolini o ceci e un poco di frutta. La logica è quella di Darwin, evoluzione e selezione della specie. Se lo provi noti che ti senti più forte (a meno che hai ancora 25 anni ovviamente...). Tu ad esempio hai quanto, mi sembra neanche quarantanni e sei piuttosto fiacco fisicamente no ? Senza offese, che ci conosciamo, dai, non sembri molto in forma...Mozzi che ha 30 anni di più di te da un impressione di forza della madonna al tuo confronto. Io, modestamente ad esempio, come ho raccontato, riesco a ^fare Crossfit#https://it-it.facebook.com/CrossFitTeam059^ in una palestra con circa 300 iscritti dove sono il più anziano di tutti (l'eta media è sui 25-30), non esagero e ci arrivo in fondo. Questo è un test di una dieta, prova a completare una routine di Crossfit ad un età in cui la gente al massimo massimo gioca un poco a tennis. E oltre a questo mi ha risolto dei problemi specifici di salute. Basta fare il test, provi per qualche mese e vedi. Altrimenti ti riduci fisicamente come Renzi, che ha solo 39 anni...

"ehi... ma lo dite voi che è tutta colpa vostra! cosa volete da noi.. - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 02 Luglio 2014 14:39

Piersilvio Berlusconi, che dirige una società di media, dice oggi che Renzi è il più gran comunicatore che ci sia stato in italia (dopo suo padre) e che ha fa il tifo per lui. Oggi Renzi ha parlato al parlamento europeo a Strasburgo per inaugurare il semestre italiano e in effetti non sembra che legga, Renzi parla a braccio con verve e Piersilvio ne rimane impressionato, ma evidentemente afferrare anche il contenuto sarebbe troppo.... Renzi nel video dice infatti che... #i#l'Italia è uno dei paesi che contribuisce più soldi di quelli che prende (nella UE) e "ne siamo felici perchè il problema più grande non è quello economico" e dice che ... rappresenta il partito che ha preso più voti di tutti in europa e ^il PD ha vinto perchè ha detto che NON era responsabilità dell'Europa la depressione dell'Italia, perchè i problemi economici nascono tutti in dall'Italia"#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/02/strasburgo-renzi-ai-parlamentari-ue-serve-crescita-o-leuropa-non-ha-futuro/1047153/^#/i#. L'euro, la politica della BCE, il patto fiscale... cose che non contano... Ed è assolutamente vero: ha vinto l'elezione dicendo che l'euro, i trattati UE, la grande finanza, la politica della BCE, il fiscal compact non c'entrano niente con la Depressione economica dell'Italia che è invece tutta colpa nostra. E una maggioranza di italiani coglioni ci ha creduto e lo ha votato. #F_START# size=3 color=red #F_MID#Di conseguenza gli altri governi europei non hanno nessun motivo di allentare i vincoli finanziari all'Italia#F_END#, dato che appunto è l'unico paese in cui ha vinto il partito che diceva che il problema non erano i vincoli finanziari, che il problema non era l'euro il patto fiscale e la BCE, ma la crisi era solo dovuta agli italiani. Chi dice che ora Renzi andrà in Europa a farsi valere è un idiota: il PD ha vinto dicendo che i problemi non dipendevano dall'Europa, logicamente quindi gli altri paesi europei dicono: #i# "ehi... ma lo dite voi che è tutta colpa vostra! cosa volete da noi..."#/i# Speriamo che chi ha votato PD sia coerente, faccia le valigie e prenda la cittadinanza di un altro paese, dove se dichiari agli esponenti degli altri governi che è tutta colpa del tuo paese la crisi finanziaria internazionale l'elettorato ti manda a cagare. Qui hai l'ultimo documento che Renzi, quello che comunica così bene, ha negoziato con la UE la settimana scorsa....e ci leggi nero su bianco che l'Italia deve ridurre ancora il deficit pubblico, cioè dobbiamo ridurre ancora la moneta che circola (perchè DEFICIT PUBBLICO = VARIAZIONE DI MONETA) di un altro 0,7% del PIL cioè di 10 miliardi

Cosa razzo stai ancora a parlare di una nazione e di un popolo ? - GZ  

  By: GZ on Domenica 29 Giugno 2014 08:30

E' il contrario. Ad esempio, anche un greco che abbia qualche milione di euro da parte a Londra investito in azioni, obbligazioni, Reit immobiliari, MLP e altri veicoli finanziari che pagano dividendi, cedole e capital gain (oppure che giochi long e short speculando...) può continuare tranquillamente a vivere in Grecia. Perchè mai dovrebbe andarsene ? E così un italiano o spagnolo o portoghese. Anzi, per contrasto si ritrova che tutto gli costa molto meno, che può comprarsi una proprietà a metà del prezzo di cinque anni, una BMW usata glielo tirano quasi dietro, se ha bisogno di aiuto domestico o del giardiniere paga di meno, ci sono saldi di mobili, vestiti firmati o hifi tutti i giorni. Perchè deve andare via dalla Grecia ( o dalla Spagna o dall'Italia) #F_START# size=3 color=red #F_MID#se hai una fonte di reddito connessa all'economia globale e non a quella nazionale#F_END# ? (concetto sottolineato tre volte). E' anche meglio di quando la maggioranza della popolazione stava bene! Vivere di rendita finanziaria o in qualche modo di mercato finanziario (che può essere avere soldi investiti in fondi, obbligazioni oppure anche giocare sui mercati), #F_START# size=3 color=red #F_MID#fa sì che diventi indifferente abitare in un paese piuttosto che in un altro#F_END#, lo puoi fare dall'Islanda come dalla Croazia come dal Brasile come dall'Italia. Non solo. Ad esempio quando c'è benessere per tutti anche i camerieri o ristoratori, inservienti e altro personale di servizio diventa più sicuro di se, magari più arrogante e ti serve meno bene. Ma se tutti invece sono appesi ad un filo perchè hanno il mutuo da pagare e possono essere licenziati in qualunque momento vedi come ti servono meglio. #b# Non c'è solo il denaro in se, c'è anche cosa ti compra poi in termini di "qualità del servizio", che migliora con il peggioramento del tenore di vita generale della maggioranza (a cui appartengono i lavoratori che ti forniscono i servizi). #/b# Il Wall Street Journal aveva articoli sul fatto che finalmente anche a Parigi e in Francia dove spesso i camerieri non sono molto servizievoli grazie alla crisi finalmente si stanno piegando agli standard americani (dove il fatto che sono pagati quasi solo con le mance li rende gentilissimi). Della serie: la crisi migliora le cose. Questo è vero in generale, anche nei paesi che non hanno il disastro attuale dell'Italia. Se vai a Manhattan, a Miami o in California vedi delle isole sempre più ricche e felici di gente che vive di stock options di multinazionali, di private equity e investimenti GLOBALI che è servita da eserciti di inservienti, camerieri, domestiche, chaffeur, massaggiatori, personal trainer, personal shopper, cuochi, valletti e "service" vari. Intorno a loro ci sono enormi aree urbane in decadenza, dove la gente vive di sussidi statali o lavori a salario minimo tipo McDonald e WalMart quelli da 20mila dollari l'anno per cui il governo ti da i "food stamp" (buoni spesa per il cibo) come supplemento (45 milioni di persone ne beneficiano in America). E le enclave felici e ordinate sono circondate da zone anche pericolose e quando non lo sono più è perchè si incarcera a tutto spiano (ci sono in USA 2,6 milioni di persone che scontano pene..) #b# Se i ricchi in USA dovessero pensare a come sta la maggioranza della gente "americana", dovrebbero anche loro dire "questo paese sta andando in rovina...è in declino, le cose peggiorano...",#/b# ma non esiste più il concetto di "questo paese" o "il mio paese" o nazione. Il "loro paese" è Miami, New York, Silicon Valley, il lato buono di Chicago, il lato buono di Dallas, il lato buono di Los Angeles...il loro paese non è mica l'America. Anche i giornalisti americani una volta venivano da famiglie di lavoratori per cui si indentificavano con la maggioranza, oggi vengono da Columbia o Harvard e sono di famiglie benestanti per cui per loro l'America va bene. Quello di una collettività chiamata Stati Uniti, Italia o Inghilterra è un concetto obsoleto, sveglia! Non ti martellano tutti i giorni che le nazioni non hanno senso, che c'è l'economia globale, istituzioni globali, che bisogno ad esempio unire tutte le nazioni in europa in unica entità, a sua volte integrata strettamente all'economia mondiale tramite il G20, FMI, UE e le Banche Centrali ? Se tu appartieni in qualche modo a questa "network" dell'economia globale, anche indirettamente, perchè ad esempio vendi beni e servizi a gente che ne beneficia direttamente, allora stai benone. E il fatto che tutto il resto della società invece piano piano veda ridursi il suo tenore di vita o sia anche un poco disperata... beh... ogni tanto, se c'è gente intorno, fai un commento che tutto questo non è tanto bello mentre ti versi il Prosecco...una lacrimuccia da coccodrillo. In pratica invece, ha l'effetto di aumentare il tuo benessere materiale, perchè appunto quasi tutto quello che paghi costa meno e gli inservienti scattano di più. In generale oggi nel mondo occidentale esistono delle enclave di benessere, delle nicchie di ricchezza sparse ovunque, più evidenti e consistenti in Svizzera, Inghilterra, Stati Uniti, Australia e meno in Italia, Francia, Spagna...ma in cui il principio è lo stesso. #F_START# size=3 color=red #F_MID#Oggi esiste solo l'ECONOMIA GLOBALE NON LE NAZIONI. L'economia globale connette tra loro una network di nicchie di benessere e ricchezza, #F_END#sparse ovunque (anche in Grecia!), che sono legate tra loro essenzialmente dall'avere rapporti diretti e indiretti con le multinazionali, le istituzioni internazionali e il mercato finanziario globale (e in cui rientra anche quasi tutto il personale politico) (Una parziale eccezione sono i mitici "paesi nordici" (svezia, danimarca, germania, austria...), dove c'è ancora una relazione tra l'economia nazionale e i benessere della maggioranza della popolazione. Qui ci deve essere qualcosa nel loro DNA che continua a renderli un poco diversi, speriamo che la genetica, che sta facendo passi da gigante, scopra come trapiantarlo) Insomma, #F_START# size=3 color=red #F_MID# cosa 'azzo stai ancora a parlare di "Italia", come se avesse ancora senso parlare di una nazione e di un popolo, ehi... qui è tutto multinazionale, globale, internazionale, multirazziale, multiculturale...#F_END# non senti la TV, non leggi i giornali, non vedi i film di Hollywood ? All'interno poi di questo mondo multinazionale e globale, senza frontiere e senza identità nazionali, sta a te ricavarti uno spazio nelle nicchie di ricchezza che la nuova economia globale crea, per il 5% diciamo della popolazione. Ma l'andamento del benessere di queste nicchie di ricchezza è indipendente (ANZI NEGATIVAMENTE CORRELATO...) con l'andamento del resto della massa dei peones che capita ti abitino intorno. Do you understand ?

in America l'occupazione sale... solo per gli immigrati - GZ  

  By: GZ on Venerdì 27 Giugno 2014 19:01

In America il numero di persone che lavora è oggi ritornato quello di prima della crisi del 2008, ma dato che la popolazione è aumentata, soprattutto grazie all'immigrazione, la % di popolazione che lavora è diminuita. Se guardi agli "americani" la % di gente che lavora + proprio crollata, perchè ^l'aumento netto di posti di lavoro c'è stato solo per gli immigrati#http://www.nationalreview.com/corner/381362/study-all-employment-growth-2000-went-immigrants-nro-staff^ Uno studio appena pubblicato ha confrontato quante persone avevano un lavoro nel 2000 e il risultato è stato che oggi ci sono 5.7 milioni di immigrati in più che oggi hanno un lavoro rispetto al 2000. Il numero di americani che lavorano oggi è invece rimasto lo stesso di 14 anni fa, cioè il saldo netto di posti di lavoro, dal 2000, è andato agli immigrati. (^"Study: All Employment Growth Since 2000 Went to Immigrants"#http://www.nationalreview.com/corner/381362/study-all-employment-growth-2000-went-immigrants-nro-staff^ June 26, 2014) Le statistiche americane indicano che ci sono circa 20 milioni di persone che vorrebbero lavorare, se potessero. Alcuni continuano a fare domanda per un posto di lavoro attivamente e vengono contati nella statistica mensile (che indica ora disoccupazione sul 6,8%, ma altri hanno smesso di cercare attivamente e non vengono censiti ufficialmente anche se sarebbero un altro 6-7% della popolazione. Le stime sono che, in complesso, quelli che vorrebbero un lavoro e non lo trovano, in America oggi sono più di 20 milioni di persone.... A causa della crisi finanziaria, della mancanza di domanda... Sì anche, ma prendendo il 2000 come riferimento circa 8 milioni di posti di lavoro sono stati spostati in Messico, in Asia e nel terzo mondo dalle multinazionali #i# ("delocalizzazione")#/i# . In più altri 5,6 milioni di posti di lavoro, questi in America, sono andati agli immigrati. Diciamo che l'elite rimpiazza i lavoratori occidentali con lavoratori di altre razze (etnie scusate, chiamale come ti pare...) Sarebbe interessante fare lo stesso calcolo in Italia. A occhio è successo lo stesso (dato che da noi la natalità degli "autoctoni" è di 1,1 figli per donna e in USA di 1,9-2,0 il confronto non sarebbe esatto, ma dato che in Italia la % di "popolazione attiva" cioè gente adulta che lavora è più bassa che in USA, in realtà il problema è anche più drammatico). In parole povere, se avessimo bloccato l'immigrazione prima del 2000 ci sarebbe poca disoccupazione per gli italiani... Ma cosa sto dicendo ? #F_START# size=3 color=red #F_MID# Come fai a dire oggi chi è "Italiano" ?#F_END#. E' un concetto obsoleto, chiunque può essere italiano, milioni di persone in Africa si preparano ad essere italiani... A proposito: da gennaio, solo dalla Libia sono arrivati coi barconi 60mila immigrati... speriamo che qualcuno di loro giochi bene a calcio così si rimpiazza balotelli. Qui in Emilia i Comuni pagano 30 euro al giorno per alloggiarli... intanto quelli arrivati anni fa cominciano ad entrare nel pubblico impiego, sono andato all'anagrafe e i primi due impiegati che ho visto erano africani. Bisogna fare spazio, il mondo è pieno di gente.... Ehi... M5S, Tsipras... voi cosa dite che rimpiazzano i lavoratori occidentali, a milioni, con lavoratori di altre razze (etnie... chiamale come ti pare...) ? Fate finta di niente, parlate d'altro... va beh... #i# ----- ....According to a major new report from the Center for Immigration Studies (CIS), net employment growth in the United States since 2000 has gone entirely to immigrants, legal and illegal. Using data from the Bureau of Labor Statistics, CIS scholars Steven A. Camarota and Karen Zeigler found that there were 127,000 fewer working-age natives holding a job in the first quarter of 2014 than in 2000, while the number of immigrants with a job was 5.7 million above the 2000 level. The rapidity with which immigrants recovered from the Great Recession, as well as the fact that they held a disproportionate share of jobs relative to their share of population growth before the recession, help to explain their findings, the authors report. In addition, native-born Americans and immigrants were affected differently by the recession.... Other significant findings include: Because the native-born population grew significantly, but the number working actually fell, there were 17 million more working-age natives not working in the first quarter of 2014 than in 2000. The share of natives working or looking for work, referred to as labor force participation, shows the same decline as the employment rate. In fact, labor force participation has continued to decline for working-age natives even after the jobs recovery began in 2010. Immigrants have made gains across the labor market, including lower-skilled jobs such as maintenance, construction, and food service; middle-skilled jobs like office support and health care support; and high­er-skilled jobs, including management, computers, and health care practitioners. The supply of potential workers is enormous: 8.7 million native college graduates are not working, as are 17 million with some college, and 25.3 million with no more than a high school education. According to the study, 58 million working-age natives are not employed. Camarota and Zeigler report three conclusions: First, the long-term decline in the employment for natives across age and education levels is a clear in­dication that there is no general labor shortage, which is a primary justification for the large increases in immigration (skilled and unskilled) in the Schumer-Rubio bill and similar House proposals. Second, the decline in work among the native-born over the last 14 years of high immigration is consis­tent with research showing that immigration reduces employment for natives. Third, the trends since 2000 challenge the argument that immigration on balance increases job oppor­tunities for natives. Over 17 million immigrants arrived in the country in the last 14 years, yet native employment has deteriorated significantly. The Center for Immigration Studies is a non-profit research institute. Founded in 1985, the organization is regularly consulted by policymakers, the academic community, and the media on matters of immigration policy. #/i#

R > G ==> Default - GZ  

  By: GZ on Venerdì 27 Giugno 2014 15:57

Il Corriere della sera ha organizzato ^un dibattito su come risolvere il problema del debito pubblico#https://www.acomea.it/it/eventi/la-sostenibilita-del-debito-pubblico^... Tra il pubblico c’erano rappresentanti del mondo della finanza, delle imprese, della società civile, giornalisti, blogger economici...Come esperti ha invitato... ^Papacostantinou#http://en.wikipedia.org/wiki/Giorgos_Papakonstantinou^, #i# il ministro delle Finance greco che per dieci anni è stato l'ecoonomista del Partito di governo e che è stato cacciato dal suo stesso partito nel 2011 perchè quando è venuta fuori la lista dei greci ricchi che avevano portato soldi all'estero (prima del crac del 2011) lui ^aveva cancellato i nomi di tutti i suoi parenti#http://www.bbc.com/news/world-europe-20862037^. Diciamo che è stato l'artefice numero uno del disastro, dal lato greco ed è uno che in Grecia non si fa più vedere. #/i# Poi Paolo Manasse, professore di Macroeconomia a Bologna, #i# acceso sostenitore dell'euro...#/i# Lucrezia Reichlin, #i# Direttore del dipartimento di Economia della London Business School, è stata Direttore Generale della ricerca presso la BCE....negli anni in cui è scoppiata la crisi del 2008, per cui non si è accorta di niente e ha fornito le analisi a favore dell'austerità..#/i# Guido Tabellini, professore di Economia Politica all’Università Bocconi... Charles Wyplosz, professore di Economia Internazionale presso il Graduate Institute di Ginevra. #i# questi due non sono male...#/i# #i#.... Si è parlato di sostenibilità del debito pubblico, in modo particolare di quello italiano e delle possibili strade per “abbatterlo”...nella discussione sono emerse quattro possibili strade, ognuna con vantaggi e svantaggi... #/i#. L'unica cosa in cui erano d'accordo e di cui erano certi, salvo in parte Tabellini, era che non si può uscire dall'euro. ^Se leggi i commenti sui giornali nessuno degli esperti ha indicato però una soluzuione....#http://it.adviseonly.com/blog/economia/risolvere-problema-debito-pubblico-italia/#.U624kfl_vzE^ Questo a causa della matematica. Se rimani nell'euro (e non crei moneta come stato italiano, in parallelo all'euro, con delle soluzioni tipo dei crediti fiscali come abbiamo spiegato)... #F_START# size=3 color=red #F_MID#se rimani nell'euro e non crei moneta, devi fare default sui BTP#F_END# Ci sono tre variabili: l'Euro come unione monetaria, la quantità di Moneta che viene creata e il Debito pubblico italiano. Se hai debito pubblico pari al 135% del PIL, non crei moneta e rimani nell'Euro ==> Default. E' matematico, perchè il tasso di interesse sui BTP che il mercato chiede IN TERMINI REALI (R) è superiore all'inflazione, al momento sul 2% di media e la crescita IN TERMINI REALI (al netto dell'inflazione), (G) è 0%. L'equazione del debito pubblico che tutti conoscono in finanza è che se R > G ==> Default. Se ogni anno il debito aumenta del 3% IN TERMINI REALI e la crescita è 0% il rapporto tra debito e reddito aumenta costantemente.... e i creditori che se ne accorgono prima che sia troppo tardi liquidano di colpo i loro bonds, provocando un crollo... Dopo quanti anni ? Quando il debito pubblico è inferiore al 100% del PIL possono volerci parecchi anni, quando è superiore al 100% invece può succedere in qualsiasi momento Come ho mostrato nell'articolo precedente due giorni fa, ^in Italia hai ogni anno un costo totale del debito privato e pubblico, in interessi, sui 220 miliardi#http://www.cobraf.com/forum/coolpost.php?topic_id=4831&reply_id=123556509&topicGroupID=1^ di cui 84 miliardi sono interessi sul debito pubblico. Inoltre ogni anno ci sono quasi 400 mld di titoli di stato da rifinanziare. Al momento gli investitori comprano senza problemi questi 400 mld all'anno di BTP e BOT, anche se le banche e la BCE hanno smesso di comprarne e anche se rendono ora un 2% medio. Questo perchè l'inflazione è lo 0,5%, perchè nel mondo gli altri bond nel mondo rendono anche meno e perchè sono due anni che i mercati sono calmi Bene, il governatore della Banca di Inghilterra ha detto questa settimana che può aumentare i tassi entro fine anno, la FED no, ma come ho scritto l'inflazione ora sta salendo oltre il 2% e i bonds USA a cinque anni, che rappresentano la media, rendono 1,6%. Fino a tre anni gli esteri ne compravano oltre 400 mld l'anno, ora solo 100 mld. Fino ad oggi la FED ne comprava, per circa 2.500 miliardi in totale, ma da settembre smette del tutto. Quindi può darsi che i rendimenti dei bonds sia inglesi che americani salgano e questo metterebbe in crisi come tutti sanno il debito di tanti paesi.... Non è probabile per ora che succeda, ma è più probabile che negli anni precedenti.. Quindi ? L'Italia non potrebbe finalmente stimolare un poco l'economia, grazie a qualche miracolo di Santa Merkel che diventa buona e consente a Renzi un deficit maggiore ?... A parte che non arriva il minimo segnale in questo senso da Berlino, supponiamo lo stesso che invece accada. Bene, l'economia riprende un poco, ma anche l'inflazione che salirebbe ovviamente, ad esempio al 3%, Per cui i BTP che quotano a dieci anni ora ad es. 125 crollerebbero a 80 diciamo. E con loro le banche che ne hanno per 420 mld in pancia perderebbero dai 100 miliardi in su, su un capitale di circa 400. Questo è un guaio, ma se la BCE salva le banche con 50 o 100 mld si risolve e le regole della UE possono forse consentirlo, mentre nei riguardi dei deficit sono tassative...L'Italia tornerebbe ad avere però un deficit estero. Come verrebbe finanziato ? Coi crediti automatici di Target2, come spiegato qui dieci volte, cioè poi in pratica dalla la Germania e dall'Olanda. Per loro questo è il pericolo vero e non lo permettono. come si è visto nel 2001 quando hanno imposto Monti e l'austerità. (A proposito, perchè dovremmo avere per forza un deficit estero se aumentiamo i deficit pubblici per ridurre le tasse ? Perchè l'Euro è sopravvalutato, perchè i nostri costi restano alti in euro... #i# (vedi il terzo grafico a fondo pagina tratto dal bollettino Bankitalia ultimo) e la domanda interna aumenterebbe facendo aumentare le importazioni...che ora sono depresse dall'austerità#/i# Se l'italia invece non stimola l'economia e continua come adesso, facendo finta di niente e solo lasciando parlare e promettere Renzi sotto le elezioni ? Allora accumula sempre 85 mld circa di interessi l'anno contr un PIL fermo a crescita NOMINALE 0%, che non sale neanche di inflazione. Ergo è matematicamente è avviata al default, perchè ha un 2-3% di interesse REALE medio che paga e 0% di crescita del PIL nominale... quindi R > G per gli anni a venire.... Cioè, mettiamo 4% di costo nominale del debito medio (ce ne sono di BTP anche emessi al 5% e devi fare una media), X 135% del PIL uguale 5,5% del PIL di interessi l'anno, a fronte di PIL che sale di 0%.... Arrivati al 135% del PIL come debito pubblico, con imprese, banche e famiglie che hanno un altro 190% del PIL di loro debito, l'economia ferma da sei anni, le banche con 170 mld di crediti incagliati e con 420 mld di BTP in pancia... #F_START# size=3 color=red #F_MID#il mercato può decidere in qualsiasi momento che l'Italia ha solo due alternative: uscire dall'euro o default sui sui BTP. #F_END#Draghi li può comprare ? Finora la BCE ne ha comprati per meno di 100 mld, ma se li comprasse veramente in quantità rilevanti, ad esempio per 500 mld nei prossimi due anni finanzierebbe il deficit con moneta. Tutta la UE, Maastricht, l'Euro sono costruite sulla premessa che la BCE NON FINANZIA I DEFICIT DEGLI STATI In realtà, se lasci fare un default ad uno stato su parte dei suoi titoli di stato, l'Euro come moneta comune non ne viene affatto danneggiato, anzi paradossalmente sarebbe la prova che la solidità della moneta comune viene messa sopra qualunque altra cosa. Nel 2011-2012 invece la BCE ha invece al contrario agito per salvare le banche francesi, inglesi, olandesi, tedesche e anche italiane che erano piene di debito greco e di altri paesi della periferia, ma ora non sono più a rischio. Inoltre non hai più spazio per usare i deficit pubblici per loro. Questa settimana in Austria nel fallimento di un banca importante hanno deciso che i suoi investitori (chi ha comprato bond della banca) pagheranno loro invece dei contribuenti e dopo Cipro è passato il principio che anche i correntisti possono pagare per il buco della loro banca. Da qui in poi ci sono le condizioni per una crisi del debito pubblico italiano. #F_START# size=3 color=red #F_MID#se rimani nell'euro e non crei moneta, devi fare default sui BTP#F_END# #F_START# size=3 color=red #F_MID#se rimani nell'euro e non crei moneta, devi fare default sui BTP#F_END# #F_START# size=3 color=red #F_MID#se rimani nell'euro e non crei moneta, devi fare default sui BTP#F_END#

da quando c'è la crisi il denaro non ha mai fatto guadagnare tanti soldi - GZ  

  By: GZ on Lunedì 23 Giugno 2014 19:59

Il rendimento nominale dei BTP è sceso ^al livello più basso da quando sono stati introdotti nel 1991#http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/bollec/2014/bolleco2/en_bollec2/en_boleco_2_2014.pdf^ e la loro quotazione, che è il suo inverso, al livello più alto. Ci sono emissioni di BTP a 10 anni che quotano ora a 125, se per caso la Merkel e la BCE dessero l'OK a stimolare l'economia l'inflazione da 0,5% tornerebbe anche solo solo al 2,5% e in Italia al 3%. Il BTP a dieci anni, che rende il 2,8% oggi, salirebbe al 5%, come una volta. Quanto perderebbe un bond a dieci anni come il BTP se il rendimento sale dal 2,8% al 4,8% ad esempio ? Un 30 punti... un 40 punti forse ? Le banche italiane ne hanno per 414 miliardi e si ritroverebbero un bel buco di almeno 150 miliardi. Oppure dovrebbero liquidare di colpo 400 miliardi e passa di BTP. Non pensare che ora in eurozona "stimolarenno l'economia" veramente: causerebbero perdite enormi sui bonds e ehi... non lo sai che i bonds sono sacri...? Nel solo mese di gennaio gli investitori esteri hanno comprato BTP per 30 miliardi e negli ultimi mesi hanno #b# comprato circa 70 mld di bonds e azioni (11 mld) italiane#/b# . I bonds societari in Europa pagano meno di quelli in America, sia quelli di buon rating che quelli spazzatura e questi ultimi ora hanno una spread con i titoli di stato del 2,6%, cioè i titoli di stato nell’eurozona in media costano sul 1,8% e i bonds corporate “spazzatura”, quelli #b# più rischiosi, di società che rischiano un possibile fallimento, costano in media sul 4,4%#/b# . Quelli americani costano di più, sul 5%, di quelli europei anche se l'economia europea è in quasi-recessione. Questa orgia del debito è un fenomeno globale, ogni mese arriva un altro paese africano che non ha mai emesso bonds che ne piazza se problemi, l'Ecuador, che ha appena fatto default, vende ora tranquillo bonds, i bonds "senza garanzia" sono ora un terzo delle emissioni in europa, persino Gundlach ora ha messo un 1/3 del suo fondo in "junk"... ecc.... Ma restiamo all'eurozona dove Draghi e la Troika negli ultimi due anni hanno stravinto. Hanno ripreso il controllo della situazione, hanno fugato ogni timore sulle banche e sull'euro, stanno attirando capitali in europa e soprattutto ora nei paesi periferici e hanno anche rintuzzato gli euroscettici alle elezioni, vedi la vittoria di Renzi. La "spread" con i bond tedeschi è scesa di un 3% circa in due anni, ma #b#l’inflazione in Italia è scesa allo 0,3%#/b#. Era intorno al 3,4% nel 2012 per cui è scesa di un 3% circa, esattamente quanto è scesa la spread”, per cui in termini reali è la stessa di due anni, se vogliamo. Ma come dice Draghi un inflazione molto bassa consente anche di comprare meglio, il tuo denaro ha più valore in Italia. E all'estero pure, l'euro è diventata la valuta più forte del mondo negli ultimi due anni. Quindi sul fronte del denaro tutto bene. E il problema è proprio questo, #F_START# size=3 color=red #F_MID#da quando c'è la crisi il denaro, in quanto tale, non ha mai fatto guadagnare tanti soldi#F_END#.. Bankitalia scrive questo mese che #b#le ore lavorate erano 11,5 milioni l’anno prima della crisi e sono 10,6 milioni oggi, un calo di quasi un milione di ore lavorate, del -8,6% #/b#. Il PIL è calato del -9%, quindi quello che è successo è semplice: fai lavorare la gente un milione circa di ore di meno all'anno, un -9% circa di lavoro effettivo in Italia di ore lavorate, in meno e ovviamente il reddito prodotto scende di altrettanto. Questa è l'"economia reale": Meno Lavoro. Meno Prodotto. L'economia reale è facile, quella che è più difficile è quella monetaria. Perchè ? Non si poteva continuare a lavorare queste 11,5 milioni di ore l'anno ? Perchè ora si lavora solo 10,6 milioni di ore quando la gente sarebbe disposta a lavorare ? E' colpa dell'euro, delle corruzione, della burocrazia... in parte, ma la ragione fondamentale è che hanno costruito un sistema finanzario in cui il denaro rende un 3% l'anno al netto dell'inflazione, cioè se ad esempio prestavi denaro negli ultimi anni avevi, in media, in italia #F_START# size=3 color=red #F_MID#un 3% annuo al netto dell'inflazione#F_END#. #i# Prova a pensare un attimo in astratto, supponi che ci sia un economia in un cui il denaro prestato sia 3 volte il reddito e renda ogni anno, per 20 o 30 anni, un 3% reale, un 3% più dell'inflazione ogni anno per 30 anni. E sia un rendimento praticamente sicuro, garantito dallo stato che ti salva sempre, che alla fine non rischi mai di perdere come succede nell'economia reale. E' possibile che un economia del genere possa funzionare ? Ovviamente no, dopo 20 o 30 anni piano piano si ferma e poi regredisce....#/i# Descriviamo il problema in termini di domanda e offerta, dopotutto l'economia è fatta sempre in qualche modo di domanda e offerta di qualcosa no ? Bene, c'è un eccesso di domanda di denaro, oppure un carenza di offerta di denaro, uno squilibrio di domanda e offerta di denaro. Oppure se distingui tra denaro come moneta e denaro come credito/debito puoi dire che c'è un eccesso di credito, per il dato tasso di interesse... dopotutto ^l'economia viene riassunta nei testi universitari in termini delle due curve IS-LM#http://it.wikipedia.org/wiki/Modello_IS-LM^ dove la prima bilancia domanda e offerta di fondi da prestare (credito...) e la seconda la domanda e offerta di cash... Quindi già da questo famoso diagramma che trovi in ogni libro di testo, #i# dove il tasso di interesse è quello che equilibra domanda e offerta di denaro cash da una parte e domanda e offerta di credito dall'altra#/i# , dovrebbe venirti il dubbio che l'economia moderna sia una questione di INTERESSE, di costo del denaro... Partiamo però dai fatti, dai numeri. OK, #i# da qui in poi ^i dati citati sono presi dall'ultimo bollettino Bankitalia#http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/bollec/2014/bolleco2/en_bollec2/en_boleco_2_2014.pdf^#/i# Le famiglie hanno debito pari al 64% del loro reddito disponibile e pagano interessi più rate di rimborso pari al 9% del loro reddito. Visto che il loro debito è sui 650 mld Si può stimare che le famiglie paghino intorno a #b#40 mld di interessi#/b#. Lo stato ha debito pari al 133% del PIL, 14% in più di tre anni fa, e paga #b#83 mld di interessi#/b#, pari al 5,3% del PIL e al 12% delle tasse che incassa, che sono circa 760 mld. In totale #b#il debito nell’economia italiana è dato in % del PIL da: stato, 133%, famiglie 55%, imprese 84%, banche 35%, totale 320% circa del PIL#/b#. E quanto costa tutto questo debito all'anno all'economia ? Facciamo una stima perchè vigliacco se qualcuno mai nelle università o nei centri studi fa questo calcolo (non esagero, nessuno lo fa mai per un intera economia). #b# Le banche hanno 414 mld di titoli di stato#/b# italiani in portafoglio all’attivo e al passivo per finanziarsi hanno venduto #b# loro bonds per 500 mld#/b# e in più hanno ancora 210 mld circa dalla BCE presi in prestito. Se le banche pagano in media un 5% sui loro bonds pagano sui #b#25 mld l’anno.#/b# Le aziende italiane hanno ora debiti pari all’82% del PIL, stessa % di prima della crisi, nonostante il credito alle aziende sia calato del 4,6% ad esempio solo nell’ultimo anno. Questo ovviamente perché il loro fatturato è calato con il PIL. Se pagano in media un 8% ad es. si può stimare che le imprese paghino sui #b#90 mld di interessi l’anno#/b#. Le banche pagano interessi sui loro bonds e incassano interessi sui BTP in misura quasi simile, le famiglie hanno interessi che pagano sui loro debiti e incassano interessi sui loro BTP per cui ci sono flussi incrociati di interessi. In ogni caso in base ai numeri precedenti,#F_START# size=3 color=red #F_MID#ogni anno si pagano interessi in Italia tra 210 e 230 miliardi l’anno, su 1560 mld di PIL del 2013, quindi un 15% del PIL #F_END# Al momento i tassi di interesse sono molto bassi per quasi tutti, (meno le imprese) in termini nominali. In termini reali, al netto dell’inflazione, invece sono costi elevati, dato che l’inflazione è lo 0,3%, per cui banche e famiglie con ricchezza finanziaria ricevono un 3% reale l’anno prestando denaro). IL PIL in sei anni è calato del -9% cumulativo al netto dell’inflazione, ma il rendimento del denaro prestato negli ultimi sei anni è cresciuto di circa un 3% al netto dell’inflazione all’anno e in termini nominali cresce ogni anno di un 5-6% l’anno. Diciamo che il reddito nazionale dell’Italia era 1,550 mld nel 2007 e oggi è la stessa cifra, sempre 1,550 mld, ma intanto che dal 2007 ad oggi, prestando denaro in Italia, prestando allo stato, alle famiglie, alle imprese, alle banche italiane, si è guadagnato circa… 200 mld l'anno. OK, arrotondando per difetto allora... X 6 anni = 1,200 mld dal 2007 di interessi in totale. Quindi, #F_START# size=3 color=red #F_MID#un PIL che da sei anni è sempre fermo tra 1,500 e 1,600 miliardi di euro l’anno, ha prodotto però interessi di 1,200 mld cumulativamente in sei anni#F_END#. E’ normale ? Di solito il PIL aumenta del 5-6% l’anno, un 2% e rotti di crescita reale e un 3% e rotti di inflazione. Per cui appunto, di solito partendo diciamo, da 1550 mld nel 2007 avresti avuto un 6% di incremento l’anno, cioè circa 170 mld l’anno…. Che per sei anni… fa 1,000 mld… il totale degli interessi che l’economia avrebbe pagato in questi sei anni è un poco di più, circa 1,200 mld, ma perlomeno riesci a rincorrere l'accumulo degli interessi (calcolando al costo medio del 5% di interessi su appunto, come mostrato, di circa 4,000 mld di debito totale di imprese, famiglie, stato e banche in italia) Il problema è che appunto #b#un economia come quella italiana, con un reddito nazionale annuo di 1,550 mld (2007) avrebbe dovuto crescere in sei anni di 1,000 mld NOMINALI invece è cresciuta di zero euro…. Ma ha pagato lo stesso interessi per circa 1,200 mld#/b# cumulativamente. #F_START# size=3 color=red #F_MID#CON UN DEBITO TOTALE PARI A 3 VOLTE IL REDDITO ANNUALE, CHE COSTA SUL 4-5% MEDIO E IL 15% DEL REDDITO NOMINALE, SE IL REDDITO NOMINALE NON CRESCE... L'ECONOMIA REALE OGNI SI RIDUCE#F_END# Come mai non si vedono tutti questi soldi di interessi da qualche parte, come mai questa enorme cifra di interessi che è stata estratta dall’economia italiana negli ultimi sei anni non appare allora, chi li ha incassati questi soldi, èerchè alla fine se qualcuno li paga un altro li incassa. ? Non sono andati alla fine a residenti ed enti, società italiane per cui alla fine non è un gran problema ? Intanto un 1/3 circa dei bonds corporate, dei titoli di stato e dei bonds bancari sono detenuti da stranieri e la loro quota di interessi è più alta di quella che detengono perché comprano il debito più al lunga scadenza che rende di più. Il grosso dei 1,200 mld di interessi dal 2007 è andato alle banche italiane e gli interessi che incassano però sono stati mangiati in buona parte dalle loro perdite, perché su bilanci totali di 4mila miliardi, hanno subito perdite di almeno 200 mld. Poi, comunque, nella misura in cui hanno pagato dividendi (che sono sopra il 6% annuo in media in media) hanno girato in questo modo indiretto gli interessi a, di nuovo, stranieri e la fascia benestante della popolazione che compra azioni e ha fondi e bonds. Quanto era la ricchezza finanziaria investita in reddito fisso anni sei anni e quanta è adesso ? La ricchezza finanziaria italiana è di 3 mila miliardi e rotti, ma una grossa fetta è ora in fondi obbligazionari esteri, per cui è difficile dire quanto sia in debito bancario, societario e statale invece italiano. Dato che i residenti italiani hanno titoli di stato, indirettamente e direttamente, per circa 800 mld e dato che detengono almeno il 60% dei bonds bancari (che sono 500 mld) e dei bonds societari italiani (meno di 150 mld) forse si può stimare che abbiano, complessivamente, debito italiano per qualcosa come 1,200 mld alla fine Bene, abbiamo calcolato allora: circa 220 mld diciamo di interessi che l’economia italiana paga in complesso (banche, aziende, famiglie e stato), di cui la maggioranza vanno alle banche ovviamente, poi agli investitori esteri e poi una parte alle famiglie residenti italiane, #i# in larga parte benestanti#/i# . Stimando infatti in non più di 1,200 mld i bonds di origine italiana detenuti da famiglie italiane, queste ultime incassano intorno ai 50 mld di interessi alla fine, al massimo (èerchè sui loro 800 mld di titoli di stato, che sono la quota maggiore, ricevono in media solo sul 3% perché hanno molti BOT e CCT e meno BTP). Di questa cifra ovviamente almeno l’80% è detenuto dal 20% più ricco della popolazione, da chi ha da un milione in su in banca. NON COMINCIAMO QUINDI A STRILLARE CHE I RISPARMIATORI DEVONO RICEVERE UNA REMUNERAZIONE ADEGUATA....#F_START# size=3 color=red #F_MID#il 90% dei 220 mld circa di interessi che si pagano in Italia NON VANNO AI RISPARMIATORI#F_END# (intesi come famiglie di lavoratori, pensionati e altri che suplementano un loro reddito con dei bonds, non famiglie che hanno qualche milione di euro da parte in titoli di stato e possono vivere senza problemi di rendita) Riassumiano. L’Italia come economia ha un costo di #b# 220 mld circa di interessi l’anno su un PIL di 1560 mld l’anno, un 15% del PIL. E' una cifra che si accumula ovviamente sempre che ci sia recessione o meno, che l’inflazione sia il 4% o lo 0%#/b# (il loro costo scende un poco in media quando l’inflazione collassa come è accaduto, ma in modo meno che proporzionale) Il problema è che ogni anno almeno 200 mld vengono pagati in interessi, che il PIL aumenti del 6% l’anno come succedeva finora sempre (grazie anche all’inflazione) o rimanga fermo per sei anni sempre alla stessa cifra. L’accumulo di 200 mld e rotti di interessi l’anno però significa che quando il PIL in euro (nominale, inclusa inflazione) non aumenta, il debito invece sale lo stesso di 200 mld e rotti l’anno, inesorabilmente. E quindi dopo sei anni il debito in % del PIL è aumentato IN MODO ESPONENZIALE. #i# Altro che svalutazione come sistema per esportare di più, altro che recuperi di efficienza deregolamentanto taxi, farmacie e notai, altro che tagliare i costi della politica... altro che le ruberie del Mose...#/i# Cosa succede allora allora alle famiglie, alle imprese, allo stato e alle banche italiane in questa situazione, di debito di 3 volte il PIL che cresce senza sosta del 5% annuo e reddito nominale che fa 0% l'anno ? Cercano ovviamente di ridurre il loro debito. tutti, lo stato che ammazza di austerità le famiglie e imprese (i 70 mld di tasse in più di Monti), le banche che tagliano costi e il credito a tutti, le famiglie che spendono meno, le imprese che tagliano e tagliano… Questo è il meccanismo della Depressione attuale, generato dal debito. #i# Per questo Shinzo Abe in Giappone ha minacciato la Banca del Giappone se non gli produceva almeno 2% di inflazione, per questo Janel Yellen ripete che terrà i tassi a zero per le banche per altri due anni, per questo persino Draghi ha promesso il 5 giugno di tenere i tassi a zero, per le banche, fino al 2016, per questo Bernanke, ora che non è più governatore, dice che non vedremo mai più tassi di interesse (della FED) "normali" fino che campa...#/i# Come scrisse #b# Luigi Einaudi#/b# in un famoso articolo del 1948, in teoria l'economia capitalista o di mercato dovrebbe funzionare più che altro con il capitale, "equity" e se si usa il debito è perchè c'è una parte della popolazione che non vuole avere rischi con il suo denaro, cioè tenerlo in forma di denaro e senza rischio o quasi. Detta in un altro modo, fino a quando il denaro è uno medium per gli scambi, uno strumento tutto bene, quando diventa qualcosa che cresce su stesso ogni anno di una percentuale matematica assorbendo risorse reali tramite gli interessi comunque vadano le cose tra chi lavora allora è un guaio... Per visualizzare il problema devi pensare in miliardi, sui giornali ti confondo sempre con le % che sembrano tutte cifre piccole (cosa sarà un 6%...). Le stime qui indicate non sono esatte (perché nessuno fa questi calcoli!), ma parliamo di #F_START# size=3 color=red #F_MID#interessi di 1,200 mld in sei anni che hanno dovuto essere pagati su una base di reddito annuale di 1,550 miliardi che non aumentava#F_END#. Ehi... se pensi a questi numeri non è chiaro il problema ? l'euro in se come moneta comune che impedisce di svalutare come con la lira non è il problema. IL PROBLEMA è IL DEBITO TOTALE, di imprese, famiglie, banche e stato, di 4 mila miliardi che richiede 220 mld circa di interessi l’anno anche quando il reddito o prodotto nazionale, con cui pagare il debito, cresce di 0%, in termini nominali. Se ora invece vuoi che non solo il Denaro, ma anche l'Economia vada salvaguardata, devi ridurre le tasse, rimborsare i crediti dello stato, ridurre i costi dell’economia, migliorare la competitività ecc... ma per fare per questo devi ridurre questo 15% del PIL che OGNI ANNO va in interessi. E impone quindi poi tasse soffocanti su famiglie e imprese, riduce il reddito delle famiglie che vorrebbero spendere, riduce i margini delle aziende e aumenta i loro costi. E induce la parte della popolazione più ricca che incassa invece interessi a vivere di rendita, con rendimenti reali, al netto dell’inflazione del 3% (e fare il tifo per l'euro, l'austerità e i "sacrifici"). Il problema è questo, #F_START# size=3 color=red #F_MID#da quando c'è la crisi il denaro, in quanto tale, non ha mai fatto guadagnare tanti soldi#F_END#.... ----- #i# Nota Bene. E' un punto di vista socialista, radicale, nemico del risparmio e del mercato... ? Questo modo di presentare il problema mi è venuto in mente ^leggendo John Cochrane della Scuola di Chicago#http://faculty.chicagobooth.edu/john.cochrane/^, il "fratello maggiore" di Zingales a Chicago, nel senso che ha firmato alcuni dei suoi paper ed è il top economista monetario oggi a Chicago. Cochrane è uno onesto intellettualmente, viene dalla Fisica, costruisce modelli finanziari quantitavi di ogni genere e rispetta la logica, inoltre non lavora per Wall Street e la FED, che non lo invita ai suoi convegni. E ^Cochran dice che nell'eurozona il problema è che i detentori di bonds devono perdere soldi anche loro, non possono essere protetti sempre dai governi che dissanguano l'economia per garantire loro sempre gli interessi#http://johnhcochrane.blogspot.it/2012/07/devaluation-chorus-sings-again.html^ anche se il paese che li paga è costretto ad alzare le tasse al punto di far fallire l'economia. Cochrane è un liberista, monetarista, free-market e chi più ne ha più ne metta, ma è logico e dice: "ehi... se vuoi l'euro, devi avere i default dei bonds, se non vuoi i default di bonds esci dall'euro, tertium non datur, la matematica non è un opinione...." (^...a currency union, without fiscal union, works only if you countenance sovereign default and default of banks who invest in sovereign debt#http://johnhcochrane.blogspot.it/2012/07/devaluation-chorus-sings-again.html=^). L'unione monetaria funziona solo se chi compra BTP o bonds spagnoli o greci può perdere soldi, come uno che compra bonds corporate (o come chiunque altro al mondo), perchè l'euro è un unione monetaria, ma non unione fiscale e non c'è niente di male che sia così. Il male è stato salvare sempre i creditori. Le banche che avevano comprato titoli di stato in Spagna, Grecia o Italia avrebbero dovuto perdere i loro soldi nel 2011. Nell'Euro l'unica soluzione è che i creditori dei singoli stati perdano un poco dei loro soldi, dato che non puoi inflazionare devi tagliare il debito coi default e non c'è niente di male se avverti tutti prima. Mosler invece dice che bisogna che la BCE fissi i tassi per le banche allo 0% e garantisca i depositi, ma poi si smetta di emettere però BTP, dice di eliminare i BTP. Il risultato alla fine è simile. #F_START# size=3 color=red #F_MID#Sia "destra" (John Cochrane, "Chicago") che da "sinistra" (Warren Mosler, "MMT") perchè sono menti logiche: chi compra bonds, chi vuole che lo stato gli paghi gli interessi, deve smettere di pensare di guadagnare sempre... senza rischio!#F_END##/i# ------------ (Prima Puntata) ------ (nella seconda si mostra che ^il diagramma keynesiano IS-LM#http://it.wikipedia.org/wiki/Modello_IS-LM^ è fasullo, che il tasso di interesse è determinato dallo stato (banca centrale) e non equilibra affatto domanda e offerta di denaro e credito, che con la MMT di Warren Mosler ad esempio le curve IS-LM non si incontrano, sono verticali, perchè lo stato fissa lui le quantità di moneta e l'interesse lo fissa a zero...) ----------------

Segnale sui bond USA - GZ  

  By: GZ on Martedì 10 Giugno 2014 18:47

C'è un segnale sui Treasury USA, specie quelli a 5 anni, che per la cronaca rendono 1,7% con inflazione ufficiale sul 2,3%, ma quella calcolata online dal MIT ora diverge e indica un 3%. Di solito il calcolo che fa il MIT converge con quello ufficiale ma ora stanno divergendo. #i# There is evidence that inflation is now “moving higher,” said James Bullard, the president of the St. Louis Fed, on Monday.... #/i# questo è Bullard uno dei capi della FED che di solito è "morbido", parlando lunedì. Il primo grafico mostra che il trend sui rendimenti del Treasury sembra ora venire rotto, il secondo che l'inflazione sta accellerando, come nota Bullard e il terzo che gli investitori non comprano più bonds USA da due anni Ci sono diversi pezzi negativi sui Bond USA ora, la Sonders di Schwab, ^"Inflation Signs Amid Froth Top Sonders’ Stock Worries"#http://www.bloomberg.com/news/2014-06-10/inflation-signs-amid-froth-top-sonders-stock-worries.html^, questo top bond manager oggi, ^'Sell Treasuries' Cry Echoes After Global Bond Rally"#http://www.bloomberg.com/news/2014-06-10/the-sell-treasuries-cry-is-serious-now-to-western-asset.html^ Come si vede dal terzo grafico sotto gli acquisti di titoli di stato USA da parte di esteri sono crollati da 700 mld nel 2008-2009 quando finanziavano loro l'intero deficit in pratica a soli 100 mld nell'ultimo anno. Ma con il QE la FED si è messa a comprarli lei quasi tutti, cioè a finanziare lei i deficit dello stato con moneta, per cui nel 2013 non c'era problema. A tassi di interesse intorno all'1,5% per un bond a cinque anni con inflazione al 2,5% circa ovviamente era difficile trovare dei compratori "naturali" sul mercato... Da dicembre la FED sta però riducendo come si sa ora gli acquisti e da 85 mld al mese (di cui solo 45 mld treasury e il resto bond ipotecari) si è scesi a 45 mld e questo mese, il 16 giugno la FERD scenderà a 35 mld di cui solo 20 mld Treasury. Se continua antro agosto la FED non comprerà più Treasury e quindi ci può essere un problema a finanziare i deficit di 500 mld l'anno (che vengono a circa 45 mld al mese). Cioè fino ad un anno fa era perfetto: il deficit pubblico USA = 500 mld e gli acquisti della FED con il QE di 500 mld... Ora cosa succede ? Allargando poi il discorso i treasury a 5 anni e anche a 10 anni USA ora rendono DI PIU' dei bonds spagnoli e quasi quanto quelli italiani... per cui se parliamo dei bonds europei poi avresti una situazione ridicola e in ogni caso basata come al solito sul bond americano.

Pigrizia e ignoranza - GZ  

  By: GZ on Giovedì 05 Giugno 2014 06:01

Adesso che è passata l'elezione e non c'è più bisogno di mettere in prima pagina gli 80 euro al mese di Renzi per farlo eleggere si può scrivere la verità, che #F_START# size=3 color=red #F_MID#"..il Def 2014 annuncia un prelievo in ulteriore aumento e rimanda al 2017-18 per la prima inversione di tendenza...." #F_END# cioè che Renzi&Padoan e il PD aumenteranno le tasse anche quest'anno e non le ridurranno neanche nel 2015 e 2016. Renzi ha mentito e a ha potuto farlo perchè i grandi media mentono. Poi dentro qualche articolo, dopo le elezioni, leggi se hai pazienza che Renzi e il PD aumenteranno le tasse perchè è scritto nel Def, nel documento di bilancio approvato... --- dal sole24 ore di oggi --- #i# Per la Corte dei conti ...l'Irpef. È proprio l'imposta sul reddito delle persone fisiche, con 41 milioni di contribuenti e un gettito pari al 36% dell'insieme delle entrate tributarie, a dare un contenuto a due nostri grandi problemi: un prelievo elevato, con pesanti ricadute sul costo del lavoro e sugli equilibri dei sistema produttivo. ...alla fine del 2013 la pressione fiscale è arrivata al 43,8%: quasi tre punti oltre il livello segnato all'inizio del terzo millennio e quasi quattro rispetto al valore medio degli altri ventisei paesi Ue (40 per cento, in riduzione nell'ultimo decennio). E anche le prospettive non fanno ben sperare visto che il Def 2014 annuncia un prelievo in ulteriore aumento e rimanda al 2017-18 per la prima inversione di tendenza. Ma se passiamo dal generale al particolare il quadro peggiora ulteriormente. L'Italia è infatti al secondo posto per il prelievo gravante sui redditi da lavoro (42,3%: sei punti oltre la media europea) e addirittura al primo posto in quello sui redditi d'impresa (25%: quasi il 50: in più della media Ue) #/i# [Nota Bene????? sembra un errore di stampa)..] --- Ho incontrato un numero sorprendente di manager e imprenditori di vario genere che hanno votato PD a queste elezioni, molti per la prima volta e in buona fede, gente che non ha nessun legame particolare con la politica. Il motivo è l'ignoranza e la pigrizia mentale, limitarsi a ripetere quello che leggono sul corriere, repubblica, il sole24 ore e nei talk show di floris, santoro e compagnia. Questo è l'ultimo ^grafico aggiornato della produzione industriale in Italia#http://www.bluenomics.com/#!data/industry/production_detailed_nace_rev_2/total_industrial_production/total_industrial_production_monthly_sa_wda_real_index_base_year_100|chart/line^...non c'è NESSUNA ripresa di alcun genere. Me lo sono stampato e lo tengo nella borsa perchè mi capita di discutere di frequente ora di queste cose e faccio prima a mostrare questo che a parlare molto. Ma lo dovrebbero sapere tutti che non c'è nessuna ripresa... 120 mila fabbriche sono state chiuse negli ultimi cinque anni era una notizia di ieri.

chi ha somministrato la terapia letale finirà come il partito socialista francese, greco o spagnolo o inglese. - GZ  

  By: GZ on Lunedì 26 Maggio 2014 17:54

L'Italia è l'unico paese in cui il governo in carica è stato incoraggiato dal risultato elettorale di oggi a perseverare nella "terapia letale", dei vincoli finanziari del debito che strangolano lentamente l'economia. Persino in Irlanda dove l'economia è ora un poco in ripresa il governo ha perso seccamente e si è dimesso oggi il primo ministro, persino in Germania la Merkel ha perso un -4%, in Spagna i partiti di governo storici hanno perso un -29% (sommati) e in Grecia pure. #F_START# size=3 color=red #F_MID#Solo in Italia il partito che somministra la terapia letale è incoraggiato a insistere!#F_END#. Questo è male per l'economia reale italiana, ma alla fine è letale anche per loro. Nelle condizioni date dei partiti che rappresentano gli italiani, questa elezione va bene perchè ha punito l'opposizione confusa e incapace e ora spinge il PD definitivamente sul binario dell'austerità, dell'euro e della Troika, quella dove Monti ha visto il suo raggruppamento andare dal 10% all'1% in due anni. Lo so, gli ex-comunisti sono molto più accorti e da cinquantanni vedi gli altri partiti sorgere e tramontare e loro sono sempre lì invece, ma non è come le altre volte. Siamo in una Depressione economica e avere in mano il governo è un vantaggio perchè consolidi il tuo sistema di potere, ma oggi sei nelle mani della finanza globale e della UE, cioè di poteri esterni all'Italia a cui devi rispondere e che non ti danno "i soldi". L'analisi monetaria in questo caso è abbastanza utile nel dire che, a meno di un cambio di rotta radicale, la terapia di Padoan/UE/BCE demolirà lentamente l'economia, come quella di Monti (ma più lentamente) Quando saremo al sesto o settimo anno di Depressione economica, con l'aiuto del solito crac dei mercati finanziari che ogni tanto arriva, chi ha somministrato la terapia letale finirà come il partito socialista francese, greco o spagnolo o inglese. Per la cronaca il 2014 sarà il sesto anno di depressione economica #i# (a marzo 2014 l’indice destagionalizzato delle ^vendite al dettaglio, rispetto a marzo 2013, segna una flessione del -3,5%.#http://www.rischiocalcolato.it/2014/05/prosegue-il-crollo-dei-consumi-35-le-vendite-al-dettaglio-a-marzo-2014.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+RischioCalcolatoInEvidenza+%28Rischio+Calcolato+%C2%BB+IN+EVIDENZA%29^..)#/i#. Per la cronaca, in questa elezione, nessuno dei partiti di centro-sinistra storici di governo in Spagna, Gran Bretagna, Grecia e Spagna ha preso più del 14% dei voti. Il 41% del PD è un anomalia, i due numeri sono stati scambiati. In Italia per il PD bisogna solo aspettare un poco di più.

vittoria della Troika in Italia - GZ  

  By: GZ on Lunedì 26 Maggio 2014 06:06

Quando c'è una crisi vera le manovre e le tattiche politiche non servono un 'azzo , alla gente non gliene può fregare di meno delle "alleanze", con o senza il PD. Il M5S non è affondato per quello. "PD" si legge "PdT", #F_START# size=3 color=red #F_MID#"Partito della Troika"#F_END#, dei vincoli finanziari, dell'austerità, dell'euro, della BCE. Oggi il CAC in Francia ha aperto a +0.3%, il Footsie inglese è negativo e il MIB in Italia è esploso a +2.3%. Perchè in Italia ha vinto la Troika e in Francia no. Ma se l'alternativa sembra il caos e l'"apocalisse" di cui parla Grillo la gente dovendo scegliere va per il meno peggio di Padoan, che intravede dietro le spalle di Renzi e ha la faccia seria. Urlare nei comizi che vincerai perchè gli altri sono tutti farabutti e ci sarà l'apocalisse, gridare "io sono oltre hitler" (!), esagerare tutto all'estremo, portare il plastico della prigione in cui metterai i politci in TV non ispira molta fiducia su come gestiresti l'economia italiana nel mezzo della Depressione. Per togliere voti al PD devi attaccarlo sull'euro, la troika, il patto fiscale che strangola finanziariamente l'Italia e di cui sono il cane da guardia fedele. Il mercato finanziario va su quando vince il PD e va giù quando sembra che perda, ma oggi il mercato finanziario è il nemico dell'economia italiana, perchè vuole che ci si continui a indebitare all'infinito con i BTP, che Blackrock, JP Morgan e compagni amano. E gli eredi del compagno Berlinguer sono diventati il partito che garantisce che l'Italia segua la terapia dettata dal mercato finanziario. Devi attaccare il PD come il "Partito della Troika", perchè è vero, non dire che sono tutti ladri e farabutti che non è vero.

Bisogna sapere quello che si dice - GZ  

  By: GZ on Lunedì 26 Maggio 2014 04:51

La qualità delle persone e degli argomenti fa differenza, specie per chi vuole cambiare radicalmente rispetto all'euro, all'austerità e alla logica dei vincoli finanziari. Se vuoi rovesciare la logica dei vincoli finanziari devi sapere quello che dici e dirlo bene. In Olanda il leader anti-euro, #b# Geert Wilder#/b# è antipatico. sembra poco intelligente (è anche opportunista perchè anti-euro ma "liberista") e ha perso. In UK #b# Nigel Farrage#/b# è intelligente, dibatte con tutti e quando dibatte li straccia, ha una personalità positiva e ha vinto. In Francia #b# Marine LePen#/b# è intelligente, dibatte con tutti, alla radio e in TV dalla mattina alla sera, ha una personalità positiva, un discorso nazionalista coerente e ha vinto. In Italia #b# Grillo#/b# non da segni di essere molto competente (non sto a ripetermi sul tema..), non ha voluto intorno a sè nessun esperto, è sempre negativo, cavalca temi contraddittori, evita ogni dibattito... e ha perso. Questo nonostante nei sondaggi l'Italia sia l'unico paese in cui le percentuali favorevoli ad uscire dall'euro sono ora sopra il 40% (vedi sondaggio di maggio commissionato dal Wall Street Journal). Ma Grillo e Casaleggio non hanno voluto cavalcare questo tema vincente, per il semplice motivo che ^Casaleggio è per l'Euro e ha una visione "ortodossa" del debito e della moneta#http://cobraf.com/forum/coolpost.php?topic_id=5604&reply_id=123551566#123551566^ (cioè simile a quella di Padoan...) Se sei parte della nomenklatura della EU è più facile, la terapia te la danno già pronta, come in ospedale il "protocollo" che è quello e va solo applicato. Devi solo tenere a bada gli oppositori sperando che si sputtananino da soli e magari cambiare da uno spento come Letta ad uno più vivace come #b#Renzi#/b#. Quello che conta in ogni caso è dietro di lui il ministro del Tesoro #b#Padoan#/b#, che è stato di fatto nominato da Draghi e dalla UE, ed è quello che quatto quatto applica la terapia concordata secondo il protocollo approvato dalla "troika". Il tuo compito (di Renzi) è distrarre la gente. Il problema è che Grillo e quelli che (di rado) manda in TV non sanno bene quello che dicono, non hanno idea di come rovesciare la logica dell'euro, dell'austerità e della grande finanza. Per cui si limitano a gridare che bisogna processarli tutti, che sono ladri e farabutti e poi il problema si risolverà. Dato però che questo non suona vero, il messaggio si ferma alla fascia di gente che è veramente frustrata e disperata e per ora in Italia non è più del 20-25% della popolazione. Ed evitano il dibattito mentre dovrebbero essere loro ad andare a cercarlo ovunque possibile, la Lega che con Salvini dibatteva contro l'euro ha migliorato... Ma come dimostrano la LePen e Nigel Farrage se sai quello che dici la gente lo nota eccome, giovane o anziana. Nel mio piccolo ho avuto un riscontro alla fiera di Rimini c'era il dibattito sull'Euro il venerdì, con l'economista #b#Marco Passarella#/b# (comunista dichiarato), #b#Marco Frattini#/b# de La7, #b#Luca Ciarrocca#/b# di Wall StreetItalia, una del Fatto Quotidiano, Kaufman e il sottoscritto. Sono stato l'unico applaudito e non esagero, nessuno ha preso mezzo applauso eccetto me, tutti quelli che facevano terrorismo sul ritorno alla lira (Ciarrocca, Kaufman, Frattini...) hanno lasciato la platea fredda ed era un pubblico che ha dei risparmi e dei soldi investiti, non disoccupati. Ogni volta che parlavo invece prendevo applausi, qualcuno che c'era come Xtol lo può confermare. Devi sapere cosa stai dicendo. Sono anche stato invitato ad un dibattito a parlare del nostro libro a Bologna con un senatore e un deputato del M5S (che è in commissione finanze). Due persone molto a posto, ma non hanno voluto entrare nel merito dell'euro e del resto, si sono limitati ad un discorso già pronto diciamo, ma nessuna vera discussione...perchè nonostante la loro buona volontò il M5S non ha nessuna idea precisa su questi temi...

Non vedremo mai più i tassi al 4% in questa generazione - GZ  

  By: GZ on Venerdì 16 Maggio 2014 20:27

Ben Bernanke, da quando non è più governatore della Federal Reserve, sta tenendo discorsi in giro per il mondo a cene riservate a ricchi investitori in cui viene pagato 250mila dollari a serata. E cosa racconta ai mega gestori e altri miliardari disposti a pagare sui 10mila dollari a cranio per avere il privilegio di sedersi vicino a Bernanke ? Sembra da quello che trapela che Bernanke sia convinto che la FED non alzerà mai i tassi, cioè che ^non ritornerà ad esempio ad un 4% del tasso di interesse a cui presta "nel corso della sua vita"#http://mobile.reuters.com/article/idUSBREA4F0OG20140516?irpc=932^ Bernanke ha 60 anni e ha un aspettativa di vita sui 25 anni, per cui regolatevi.

perchè la maggioranza è per l'Euro e perchè occorrono tassi negativi - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 14 Maggio 2014 17:24

Uno che abbia un reddito certo, lavorando per Telecom o Banca Intesa o Eni o una piccola azienda e poi magari abbia anche un certo patrimonio, investito in buona parte in titoli italiani e btp, #b# se guarda solo al suo "particulare"#/b# , dovrebbe essere per l'euro. Con l'Euro, una valuta che si apprezza verso tutte le altre e che porta alla "deflazione" il denaro in quanto tale vale di più. Chi abbia un reddito stabile e soldi investiti trova tutto che costa un poco meno, tanti articoli in saldo, gente che fa sconti sui lavori o sulle parcelle, trova posto più facilmente in vacanza... insomma con la "deflazione" il potere d'acquisto del denaro aumenta e se hai del denaro sei contento.Poi magari però costui ha figli o nipoti e pensa anche a quelli e allora la cosa cambia. Non è però un caso che chi parla di default o anche in parte di uscita dall'Euro o almeno cancellare il Patto Fiscale scatenando così l'ira funesta dell'"Europa", come Grillo, prenda il 40% tra gli under 35 e chi è granitico nello stare nell'euro e rispettare l'austerità prenda il 40% tra gli over 65 come il PD Ma alla BCE lo sanno, per questo motivo parlano ora di riportare l'inflazione al 2% e far scendere un poco l'euro, ^"Draghi: Bce pronta a misure straordinarie contro bassa inflazione"#http://www.firstonline.info/a/2014/05/08/draghi-bce-pronta-misure-straordinarie-contro-bass/e529ed2b-51f1-49f2-8489-d39136385522^. Non possono lasciare che il denaro in quanto tale, non investito in niente, aumenti di valore solo per il passare del tempo....Avete sentito o no che ora alla BCE parlano di tassi di interesse negativi ? Bene, per ora ne parlano solo però per le riserve bancarie, cioè per il denaro che le banche NON prendono a prestito dalla Banca Centrale ("riserve"), ma quello che queste depositano presso di essa. Una volta costava solo prendere a prestito, come sembra normale, ma ora l'effetto dell'Alleggerimento Quantitativo è che le banche accumulano centinaia di miliardi di "riserve" presso la Banca Centrale e non le usano. Per cui si vorrebbe far pagare loro ad esempio un 1%. Ma chi ha seguito questo sito forse ha capito che questo non servirebbe perchè le banche non prestano le riserve... E lo sanno poi quasi tutti tra gli addetti ai lavori Lo sai qual'è allora una soluzione che è stata discussa seriamente presso tutte le Banche Centrali negli ultimi mesi, con il suo promotore il prof. Kimball che ha fatto presentazioni a Washington, Londra, Francoforte e Tokio ? Di svincolare il denaro cash dal denaro in banca, di lasciare scendere "il tasso di cambio" del contante rispetto al saldo bancario, far costare un 2% tenere contante (l'idea di Silvio Gesell!!) Dato che con inflazione allo 0% i tassi a un mese allo 0% non "stimolano" a spendere o indebitarsi allora ci sono due soluzioni: a) aumenti l'inflazione al 2% così i tassi di interesse REALI allo 0% diventano del -2% b) imponi tassi di interesse NOMINALI del -2% Come fai ? Se imponi che a tenere in banca i soldi devi pagare un -2% l'anno tutti tolgono i soldi dalla banca e chiedono contanti giusto ? Quindi ha pensato il prof. Kimball, ^quando c'è una recessione svincoli il contante dalla parità 1 a 1, cioè 100 euro in contanti non valgono più quando li depositi 100 euro, ma solo 98 euro. ...#http://blog.supplysideliberal.com/post/56754781054/silvio-gesells-plan-for-negative-nominal-interest^ Questa è l'idea di Silvio Gesell adatatta e l'hanno presa sul serio alle Banche Centrali negli ultimi mesi se leggi quello che dice Kimball sulla reazione che la sua presentazione ha ricevuto. Ma ovviamente sarebbe troppo rivoluzionaria, per cui gli hanno detto che tecnicamente funzionerebbe, ma è prematura...

Usciamo dalla UE e chiediamo di unirci al Giappone. - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 14 Maggio 2014 07:52

qual'è lo scopo della politca di Shinzo Abe in Giappone ? Far ^aumentare gli stipendi e i redditi del lavoro dipendente#http://forumblog.org/2014/01/why-wages-in-japan-are-set-to-rise/^. Leggi l'articolo che ha scritto, è molto chiaro e informato (si ispira al precedente dell'Olanda negli anni '80 dove governo, sindacati, confindustria e banca centrale si misero d'accordo per una politica di aumento dei salari). Shinzo Abe dice: stiamo aumentando i deficit pubblici riducendo delle tasse, pompando moneta nel mercato finanziario e immobiliare e poi spingiamo le aziende ad aumentare i salari..." (e, anche se qui non lo dice, puntiamo ad una maggiore inflazione attraverso la svalutazione dello Yen). Il contrario esatto della politica della BCE e della Troika e completamente diverso da USA e Gran Bretagna, dove si cerca solo di inflazionare la ricchezza finanziaria mentre i salari si riducono. Shinzo invece dichiara: "solo quando ripristiniamo il legame tra i profitti e i salari, che negli ultimi venti anni è stato rotto, avremo la ripreaa...", cioè quando i redditi dei lavoratori aumentano anche loro... A proposito Shinzo cos'è "di destra" o "di sinistra"...un bel problema... Usciamo dalla UE e chiediamo di unirci al Giappone! dopotutto siamo alla stessa latitudine... (ok, per chi non si accontenta della mia sintesi, leggere la ^discussione qui#http://macromarketmusings.blogspot.it/2014/04/this-one-figure-shows-why-fed-policy.html#comment-form^ sul perchè la FED ha mantenuto l'economia stagnante da cui deriva poi anche il link) ---- #i# ^"...#F_START# size=3 color=red #F_MID#..the wage surprise#F_END# stands out, because only when the long-missing link between corporate profitability and wages is restored will investment in houses, cars, and other durables, and household consumption in general, finally rid Japan of its deflation and put its economy on a sustained growth path. The wage surprise draws its inspiration from the Netherlands, where a consensus emerged in the early 1980’s that in order to sustain employment, the burden of taming rampant inflation should be shared by employers and the employed. That consensus was enshrined in the 1982 “Wassenaar Agreement,” named after The Hague suburb where it was forged. Japan is now witnessing the emergence of a similar national consensus, or, rather, the Dutch consensus in reverse: a shared sense that the government, major industries, and organized labor should work together to increase wages and bonuses (while facilitating incentives that could enhance productivity).... emerging consensus among the government, business leaders, and trade unions already has led a growing number of companies to promise significantly higher wages and bonuses.This is the essence of the wage surprise. It will be an entirely new phenomenon, one that, together with the massive ¥5 trillion fiscal stimulus, will more than offset the potential negative effect of a sales-tax increase. "#/i#

la Banca del Giappone compra Nikkei - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 14 Maggio 2014 06:20

In Giappone la Banca Centrale ^compra i future e ETF del Nikkei ogni volta che l'indice di borsa giapponese Nikkei segna -1%#http://asia.nikkei.com/Politics-Economy/Economy/BOJ-steps-up-REIT-buying-scales-back-ETF-purchases^. Questo sotto è un esempio che ho trovato del programma di "Alleggerimento Quantitativo" giapponese, in cui vedi gli acquisti compiuti dalla Bank of Japan sull'ETF del Nikkei e anche, in misura minore, sull'ETF delle società immobiliari ("RET"). Se controlli i giorni in cui compra sono quelli in cui il Nikkei perde il -1% dall'apertura #i# ("...The BOJ was widely thought to be following an unwritten rule, dubbed the 1% rule: it would buy ETFs when the Topix index of all issues on the first section of the Tokyo Stock Exchange fell more than 1% in the morning session...")#/i#. C'è gente che campa aspettando un -1% del Nikkei al mattino per comprarlo, sapendo appunto che poi arriva la Bank of Japan... I giapponesi lo fanno in modo più scoperto, ma in America e Gran Bretagna e in misura minore in Europa si è fatto lo stessoin modo indiretto e contorto, comprando titoli di stato e titoli di debito ipotecario (USA) e prestando soldi a chi comprava casa a fondo perduto (in pratica) in UK. Al momento le borse sono di nuovo sui massimi degli ultimi sei anni grazie all'aspettativa che oltre appunto alla Bank of Japan, la FED continui (anche se scalando un poco) a comprare titoli di debito e soprattutto la BCE ricominci lei a comprare titoli di debito (non si sa bene quali, ma si pensa cartolarizzazioni di crediti marci di banche) L'obiettivo dichiarato in Giappone è riportare al 2% l'inflazione e in America idem, in Gran Bretagna invece l'inflazione eccede il 3% ormai da tre anni per cui l'obiettivo l'hanno "sforato" (anche se sta calando ora anche da loro causa sterlina forte) e Draghi ha detto e ripetuto che bisogna riportare l'inflazione al 2% anche in Eurozona. Perchè ? Perchè se l'inflazione è zero, allora schiacciare i tassi a cui la Banca Centrale presta alle banche a zero non serve, nel senso che non riesce a #F_START# size=3 color=red #F_MID#creare un tasso di interesse REALE NEGATIVO#F_END#. La politica di tassi zero funziona se c'è inflazione, se con un tasso allo 0% e inflazione al 2% il denaro costa in termini reali un -2%, se il cash ha rendimento negativo, se a tenere denaro fermo ci perdi un 2% l'anno, allora lo presti o lo spendi. Tutto il mondo industriale maturo ora gira intorno alla questione di rendere il rendimento del denaro negativo Ma non troppo, solo di poco, di un -2% massimo, perchè se ti scappa di mano e crei un redinento negativo del -5%, come negli anni '70, allora parte l'inflazione vera. Le Banche Centrali giustificano così la loro politica di non immettere denaro nell'economia reale, ma solo di pompare denaro sui mercati finanziari per far salire bonds, azioni e immobili e creare poi un piccolo effetto inflazionistico di riflesso ...

Sabato 17 all'università di Teramo - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 14 Maggio 2014 05:59

All'università di Teramo, questo sabato 17 maggio, ^il professor Claudio Moffa#http://www.claudiomoffa.info/^ (uno storico che ha appena pubblicato un libro sulla moneta (^"Rompere la gabbia. Sovranità monetaria e rinegoziazione del debito contro la crisi"#http://www.ibs.it/code/9788865880586/moffa-claudio/rompere-gabbia-sovranita.html^) organizza un convegno con imprenditori e sindacalisti su come risolvere la crisi a cui intervengo anche io. Claudio Moffa in Italia è parte di quella corrente o movimento che dice che occorre andare alla radice del problema, che non è una questione di allentare un poco l'austeritò, di farsi comprare dei bonds da Draghi o anche solo di ritornare alla lira, ma di riavere il controllo della moneta e far creare moneta allo stato invece che alle banche