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Ha ragione DiMaio, M5S: uscire dall’euro mantenendo i risparmi in euro - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 14 Gennaio 2015 05:47

^KeynesBlog#http://keynesblog.com/^, un sito di economia appunto cheinesiano e diciamo di area pro-Euro, critica ^Luigi DiMaio#https://www.facebook.com/luigidimaio^ del M5S che in TV dalla Gruber ha parlato finalmente dell'idea di uscire dall'Euro senza imporre la conversione forzosa in lire (^vedi qui il video, minuto 26#http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/parigi-i-conti-non-tornano-08-01-2015-144562^). Il giornalista a fianco alla Gruber attacca aggressivo con: #i# "vi rendete conto della distruzione di ricchezza dei risparmi italiani che uscire dall'euro comporta...l'irresponsabilità e demagogia... l'inflazione a due cifre e la disoccupazione... e le cavallette e la peste bubbonica.."#/i# e DiMaio è troppo timido per i miei gusti che direi alla Gruber che occorre chiamare uno psichiatra per l'invasato. Poi però DiMaio risponde: #b# "i risparmi degli italiani possono rimanere in euro"#/b#. Bravo! Questa non è una questione importante, è assolutamente vitale, perchè #F_START# size=3 color=blue #F_MID#se parli dell'uscita dall'Euro come conversione forzosa dei conti in banca in lire non ce la farai MAI#F_END# . Non vincerai nessun referendum, non convincerai mai la maggioranza ad uscire dall'Euro (e per il buon motivo che sarebbe un disastro) --- #i# ^"Se usciamo dall’euro non possiamo mantenere i risparmi in euro"#http://keynesblog.com/2015/01/12/se-usciamo-dalleuro-non-possiamo-mantenere-i-risparmi-in-euro/^, Keynesblog, 12 gennaio 2015 LASCIARE I RISPARMI IN EURO Supponiamo che tutti i risparmi degli italiani rimangano in euro. Questo significa che dovrebbero rimanere in euro i conti correnti e i conti deposito, gli investimenti in titoli di stato e quelli emessi da imprese private e probabilmente anche le “azioni risparmio” e altre forme di risparmio come il TFR e i fondi pensione. Qui per semplicità analizziamo solo il caso dei conti correnti. I depositi sui conti correnti sono, dal punto di vista della banca, delle passività: la banca cioè deve al correntista una certa somma di denaro. Viceversa i mutui e in generale i prestiti (impieghi) sono attività, poiché qualcuno deve del denaro alla banca. Se i depositi rimangono in euro mentre gli impieghi vengono convertiti in lire, è evidente che la banca subirà una perdita nel momento in cui la lira si svaluterà, come prevedibile, nei confronti dell’euro, perdita tanto più grande quanto più grande sarà la svalutazione. Una situazione difficilmente gestibile, anche considerando che le banche italiane sono già appesantite dalle sofferenze (crediti che non vengono rimborsati) causate dalla crisi, che porterebbe molto probabilmente al fallimento di diversi istituti di credito e a pesanti ripercussioni su tutto il sistema creditizio. Il collasso del sistema bancario, che la proposta di Di Maio in teoria dovrebbe evitare eliminando la corsa agli sportelli, diventerebbe il risultato più probabile. Un discorso simile può essere fatto per i titoli privati e pubblici. In questo caso le perdite sarebbero a carico degli emittenti (imprese private e stato). LASCIARE ANCHE I MUTUI IN EURO Si potrebbe pensare di mantenere anche i mutui in euro. Così facendo il problema si sposta sui mutuatari: essi infatti percepiranno i loro redditi (stipendi, salari, redditi da lavoro autonomo) in lire, mentre dovranno pagare il mutuo in euro. Una situazione del genere, ma di dimensioni modeste, si produsse nel 1992 quando la lira uscì dallo SME e mise in difficoltà chi aveva mutui in ECU. In questo caso però riguarderebbe la generalità dei mutuatari e non solo una minoranza, con effetti potenzialmente molto gravi sui bilanci di milioni di famiglie. STABILIRE UN SOGLIA Si potrebbe anche pensare di lasciare in euro solo i conti sotto i 100mila euro, quelli “garantiti” per legge. A quanto ammontano? Secondo la relazione annuale 2013 del fondo interbancario di garanzia, l’ammontare dei fondi coperti da garanzia è pari a 736 miliardi di euro, un po’ meno della metà del PIL. Anche limitando la non-conversione ai soli “fondi rimborsabili” o ai soli conti effettivamente al di sotto del 100mila euro (il fondo infatti garantisce anche i c/c sopra i 100mila euro ma fino a tale soglia), si parla comunque di cifre tutt’altro che trascurabili, rispettivamente 500 miliardi (1/3 del PIL) e 392 miliardi (1/4 del PIL). Difficile immaginare una ripresa del credito in queste condizioni. Ho provato a mettere un post di risposta ma non riesco a farlo entrare. Comunque è importante che se ne parli #/i# L'idea originale di ^uscire dall'Euro gradualmente, senza imporre la conversione forzosa dei conti bancari in lire, viene da Warren Mosler#http://www.nakedcapitalism.com/2011/11/moslerpilkington-a-credible-eurozone-exit-plan.html^, il quale conosce come funzionano i meccanismi bancari meglio di tanti, avendoci lavorato tutta la vita, posseduto un paio di piccole banche e fatto anche parecchi soldi sui mercati. Il punto essenziale è capire che non è assolutamente necessario imporre la conversione forzosa delle lire perchè puoi creare un sistema di moneta parallela per alcuni anni. Ne ^parlo anche io ad esempio#http://www.cobraf.com/DocumentiScaricabiliCobraf/60_PDF.pdf^ che ho scritto un libro con la prefazione di Mosler e di Biagio Bossone che è al Fondo Monetario, in cui si propone in pratica un piano graduale di uscita dall'Euro, dove la prima mossa è creare 100 o 150 miliardi di crediti fiscali ("in euro", cioè che formalmente sono euro, ma in pratica si svalutano...) [Nota: su questo il mio collega Cattaneo non ha la stessa idea, per lui con i crediti fiscali puoi fare funzionare l'eurozona. Per me la fai invece saltare dall'interno salvando l'economia italiana] Questo è un piano apiù graduale di quello indicato da Mosler nell'articolo del 2011 di cui sopra, ma su cui Mosler è d'accordo, come ha scritto nella ^prefazione al nostro libro#http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^ con Hoepli) Lo stato italiano crea della moneta sotto forma di crediti fiscali (e Btp fiscali...) mettendo la UE davanti al fatto compiuto e poi se questa si oppone (come è probabile) va avanti verso l'uscita dall'Euro e lo stato inizia a spendere e incassare tasse in lire come spiega Mosler. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# In pratica l'Uscita dall'Euro avviene in tre stadi: i) emetti crediti e Btp fiscali in euro e nazionalizzi un paio di banche per farglieli comprare, creando così una moneta parallela, che ovviamente si deprezza verso l'euro, ii) lo stato inizia a spendere e incassare in lire, iii) si passa gradualmente alla lira per la maggioranza delle transazioni, man mano che anchei conti in banca vengono gradualmente e spontaneamente convertiti in lire, ma senza mai imporre la conversione forzosa per legge #F_END# Un idea vagamente simile, di passaggio graduale dagli euro alle lire senza dover congelare un weekend tutto e poi convertire in lire, ^la trovi anche nel programma di Alternative Fur Deutschland#http://www.alternativefuer.de/programm-hintergrund/fragen-und-antworten/^ che è un partito formato da economisti come Berndt Lucke. L'obiezione che KeynesBlog, giustamente, solleva è sulle banche che avranno perdite perchè le loro passività e attività saranno, in parte, in valute diverse. Bene questo però è ovvio, #F_START# size=3 color=blue #F_MID#qualunque uscita dall'Euro richiede che le banche vadano nazionalizzate e ricapitalizzate#F_END#. Cosa però che quando hai la tua Banca Centrale puoi fare, come è dimostrato da infiniti esempi recenti, dalla crisi bancaria in Svezia degli anni '90, a quella delle banche nel sud-est asiatico nel 1999, a quella delle banche inglesi e americane del 2008-2009... Per chi lo avesse scordato la più grande banca inglese, Royal Bank of Scotland è stata di fatto nazionalizzata e così la più grande assicurazione del mondo, AIG e così sono di fatto nazionalizzate Freddie Mae e Freddie Mac. Peccato che nei paesi "anglo" nazionalizzano nel senso che lo stato ci mette il capitale e la Banca centrale compra i loro asset marci, ma le tengono poi in borsa con i CEO che lo stesso incassano bonus e stock options. La cosa importante è capire però che, contrariamente a quello che dicono Borghi e Bagnai e anche dall'altro lato i difensori dell'eurozona, non occorre convertire i conti bancari in euro e quindi non esiste quindi motivo per la gente in Italia di portare via i soldi dalle banche durante il processo di ritorno alla lira. E quindi puoi respingere tutto il terrorismo "sui risparmi e la ricchezza bruciati degli italiani" con cui dalle TV di regime intimidiscono la popolazione Per quanto riguarda le banche nel caso di uscita dall'Euro ripeto che non c'è dubbio che lo stato italiano le debba ricapitalizzare e nazionalizzare. Ma cosa c'è di male ? Di fatto in America e Gran Bretagna lo stato ha stampato moneta per migliaia di miliardi per tenerle a galla (anche se non le hanno nazionalizzate) negli ultimi anni se non ve ne siete accorti... E così farà lo stato italiano... Proprio non capisco. Abbiamo tanta gente, direi tra gli economisti forse la maggioranza, che viene dalla sinistra ex-comunista e marxista come area di riferimento e tradizione culturale e hanno un timore reverenziale delle banche, come se fossero il profeta per i musulmani. Ragazzi, le banche si ricapitalizzano e nazionalizzano, se puoi creare moneta con la tua banca centrale. Un poco di socialismo ogni tanto ci vuole. E non è così complicato...

I crediti fiscali che proponiamo si possono svalutare quasi quanto la Lira ! - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 07 Gennaio 2015 20:57

Ho avuto una interessante discussione con Enrico Grazzini sui crediti fiscali (CCF), sul piano di emettere 100 o 200 mld di crediti fiscali differiti (di due anni) come modo di creare moneta e ridurre le tasse. Enrico si sta dando da fare parecchio ^per promuoverli#https://www.youtube.com/watch?v=kRMk2-yaP4I^ e siamo d'accordo al 90%. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Grazzini diceva però che i crediti fiscali NON si svaluterebbero verso l'Euro, perchè sono convertibili in Euro#F_END#. Ad esempio quando gli ho citato il programma di Alternative fur Deutschland dove si parla di creare moneta complementare mi ha detto che era una cosa assurda perchè ipotizzava che l'Italia creasse una moneta complementare come primo passo per uscire dall'Euro e mi diceva: #i# questo è uno stron-zo tedesco che vuole che noi abbiamo una valuta svalutata di serie B nell'euro...#/i# Lasciamo stare ora AFD. Questo è un punto MOOOOOLTO importante: #F_START# size=3 color=blue #F_MID#è possibile che lo stato italiano emetta crediti fiscali, all'interno dell'Euro e quindi formalmente alla pari con gli euro, e il loro valore non si svaluti rispetto agli Euro ?#F_END# E' possibile se tutto va bene, nel caso non si crei un conflitto con la BCE e la UE le quali li accettino. #b#In realtà, qualunque moneta lo stato italiano crei, anche se all'interno dell'Euro e quando questo la accetti per pagare le tasse alla parità con l'Euro, può svalutarsi quasi quanto la Lira#/b#. Questo per il semplice fatto che quando l'Italia emetta una moneta di qualche genere, qualunque ne sia la modalità, alla fine è una moneta che riflette la fiducia nell'Italia e l'euro invece riflette la fiducia nel blocco di 18 paesi dell'eurozona. Non si scappa. #b# Qualunque strumento, chiamalo crediti fiscali differiti o BTP a valenza fiscale, che si basi sulla fiducia sullo stato italiano solamente, incorpora un elemento di rischio maggiore di una moneta basata sulla fiducia nel blocco dell'eurozona...#/b# I crediti fiscali, differiti di due anni ed emessi in larga quantità (10% del PIL e oltre), DOPO DUE ANNI sono accettati alla parità con gli Euro dallo stato. Quindi se tutto va bene avranno solo un piccolo sconto dovuto alla loro minore liquidità. Ma nel corso dei due anni "di attesa dell'incasso" possono subire una crisi fiducia rispetto alla posizione dell'Italia nell'Eurozona. E svalutarsi. Se i crediti fiscali sono di fatto moneta (e perchè servano all'economia devono essere trattati come moneta e quindi scambiati tra la gente), allora sono basati sulla fiducia nello stato. Se sono basati sulla fiducia nello stato italiano allora si possono svalutare rispetto ad una moneta (l'Euro) basata sulla fiducia nello stato tedesco. I miracoli non sono possibili. Non è possibile avere una moneta solo in Italia, basata sullo stato italiano e basta, coi suoi 1,560 mld di PIL, 137% di debito pubblico ecc.. e immaginare che questa mantenga il suo valore nei confronti di un moneta basata sullo stato "europeo" cioè sulla Germania e il resto d'Europa con 11miila miliardi di PIL ecc... Enrico in questo si fa prendere la mano dai dettagli tecnici dei CCF, ma alla fine della fiera se è una moneta emessa dallo stato italiano solamente si può svalutare. Nel libro di Hoepli io ad es ho fatto l'ipotesi più ottimista e detto che si svaluteranno di un 5% come "sconto per la liquidità" cioè per il fatto che mentre un euro lo utilizzi subito e ovunque il CCF lo utilizzi solo dopo 2 anni e solo per pagare le tasse. Nonostante questa limitazione, se il pubblico ha fiducia che lo stato manterrà la promessa e soprattutto che nonostante questa massiccia immissione di moneta l'Italia sarà ancora nell'Euro, i CCF possono tenere un valore vicino agli Euro e quindi, come ho scritto nel libro, di deprezzarsi di un 5% ad esempio... Questo se il pubblico mantiene la fiducia nello stato italiano durante questo processo e tutto va liscio, cioè rimani nell'eurozona e questa si adatta e accetta in qualche modo quello che l'Italia emetta 150 mld di crediti fiscali... #b# Ma se ad es. emettendo 150 mld di CCF sembra che l'Eurozona crolli o l'Italia finisca fuori dall'Euro, dato che i CCF sono utilizzabili SOLO DOPO 2 ANNI, il loro valore può crollare del -20% o 30%, cioè riflettere l'aspettativa che dopo 2 anni ti ritrovi delle "Lire"#/b# . Dato che lo stato ti chiede ad es 2,000 euro di IMU oggi e ti potrebbe chiedere 2,000 lire di IMU tra due anni potresti dire che non cambia niente... Ma tu ipotizzi che ci sia un "MERCATO" dei CCF nei due anni in cui si aspetta di utilizzarli giusto ? E un mercato su una moneta è basato sulle aspettative. Se emettendo 150 mld di CCF si crea un conflitto con la BCE e la UE tale per cui la gente teme un crac dell'eurozona e un uscita dall'Euro allora tra detenere 2,000 euro di CCF e 2,000 euro si creerà una "forbice", la gente non vorrà i CCF e preferirà gli euro perchè con quelli può comprare Dollari ad esempio e tra due anni si ritroverà una cifra maggiore se si è sgretolata l'eurozona e l'euro... #b# Alla fine i CCF se funzionano è perchè sono una moneta per gli italiani e la moneta è sempre basata sulla fiducia nello stato e questa fiducia si può incrinare... (vedi rublo). Verso gli Euro è diverso perchè dietro c'è la fiducia nello stato, ma tedesco! dietro i CCF c'è la fiducia nello stato, ma italiano! per cui possono svalutarsi del 20 o 30% se qualcosa va storto...#/b# Nessuno sa come andrà, ma se crei 150 mld di moneta basata sullo stato italiano, moneta che si può incassare solo dopo due anni, può succedere che si svaluti e anche di parecchio... #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Detto questo non sarebbe la fine del mondo... e non inficia la soluzione. Anche se puoi avere una crisi di fiducia e quindi una svalutazione del loro valore "sul mercato", avresti pur sempre creato moneta e ridotto massiccialmente le tasse. Vorrebbe semplicemente dire che hai creato delle "pseudo-lire", della moneta italiana, basata sullo stato italiano e quindi che si può svalutare rispetto all'euro. Che male c'è ?#F_END# Non bisogna farsi sviare dal fatto che formalmente lo stato italiano promette dopo due anni di accettarli alla pari, basta che si crei l'aspettativa che l'emissione di CCF crei un conflitto tale nella zona euro da farla deflagrare e, dato che non sono incassabili subito, questi si svaluteranno....Alla fine della fiera, qualunque moneta lo stato italiano crei sarà in qualche modo soggetta a svalutarsi rispetto ad una moneta basata sullo stato tedesco.... questa è una legge da cui non si scappa... Si svaluteranno sul mercato probabilmente meno delle lire, forse molto meno delle lire se non c'è la paura che la zona euro si disintegri, o forse quasi quanto le lire. E non c'è niente di male! Questo serve anche ad illustrare il fatto che, inevitabilmente, il fatto che lo stato italiano crei della sua moneta, in qualunque forma, porta poi all'uscita dall'Euro. Non puoi avere "sovranità monetaria" (facoltà di creare moneta) per un singolo stato (anche con un escamotage ingegnoso come l'emissione di crediti fiscali differiti) e allo stesso tempo rimanere nell'Eurozona che è fondata sul principio opposto: che la sovranità monetaria può averla solo la BCE

perchè i tedeschi sembrano o sono cattivi - GZ  

  By: GZ on Lunedì 05 Gennaio 2015 12:51

Questa è la questione fondamentale e che spiega perchè i tedeschi sembrano o sono cattivi Supponiamo che un giorno la Bundesbank interrompa i prestiti Target2 verso le banche centrali di paesi come la Grecia o l'Italia. Cosa succederebbe ? #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Può succedere che uno compra qui in Italia o Spagna una Audi e gli rifiutano la transazione, anche se sul suo conto in Italia ha i soldi#F_END#. Senza i prestiti Target2 la transazione non si completa dal punto di vista contabile. Questa è la situazione senza Target2, vedi che mancherebbe qualcosa ? #ALLEGATO_1# I pagamenti con l'estero li effettui non con contanti ma con bonifici e assegni bancari, quindi gli Euro per pagare all'estero esistono solo se la banca li ha, possono esserci o non esserci (perchè le banche non prestano soldi che già esistono ma li creano e poi se li vedono ritornare indietro, ma solo nell'ambito di un sistema bancario NAZIONALE). Quando gli Euro vanno per pagamenti all'estero escono dal sistema bancario italiano e questo ad un certo punto questo può rimanere senza, se non gli arrivano degli euro dall'estero, tramite i famosi prestiti Target2 come dice Draghi Quando c'era la lira, la dracma, la peseta e il marco se in Italia o Grecia o Spagna si effettuavano più pagamenti (per comprare merci o anche titoli finanziari) in uscita che in entrata come si equilibrava ? Le banche e poi la Banca Centrale per conto loro dovevano procurarsi dollari o marchi o yen e quindi indebitarsi all'estero in queste valute. Per ottenere i marchi, dollari o yen dovevano allora : #b# a) offrire tassi di interesse in lire, pesetas o drache più alti e b) lasciar scendere sul mercato dei cambi la valuta#/b# In questo modo se la lira offriva tassi più alti attirava investimenti esteri e se si svalutava e costava quindi meno sul mercato dei cambi poi qualcuno la ricomprava... Ma con L'Euro c'è un unico tasso di interesse in Eurozona e quindi non puoi tu Italia alzare i tassi (o abbassarli) per tuo conto e c'è un unica valuta per cui non puoi tu Italia svalutare Il problema però che in Italia o Grecia o Spagna si effettuano più pagamenti (per comprare merci o anche titoli finanziari) in uscita che in entrata esiste sempre, anzi è con l'Euro che diventa importante, perchè con la Lira dato che si svalutava si importava di meno e si esportava di più e non si era in deficit con l'Estero. Inoltre con la Lira o dracma o peseta, dato che appunto si svalutavano, gli investitori esteri ne compravano poche (sotto forma di titoli di stato) e quindi ci si indebitava anche poco L'Euro è un meccanismo doppiamente perverso perchè: 1) innanzitutto crea deficit esteri, mantenendo alcune valute artificialmente sopravvalutate e altre artificialmente sottovalutate e incoraggiando a comprare i titoli di stato di paesi come la Grecia e l'Italia promettendo agli investitori esteri che non soffriranno perdite sul cambio e sono garantiti (indirettamente) dalla severa Bundesbank 2) Quando poi questi deficit esteri si accumulano però l'Euro deve continuare a funzionare, cioè anche se dall'Italia o meglio dal suo sistema bancario escono più euro di quanti ne entrano qualcosa deve magicamente equilibrare questi flussi E questo qualcosa non può logicamente essere altro che le altre banche nell'eurozona che ricevono più euro di quanti gliene escono le quali devono AUTOMATICAMENTE fare credito alle banche che invece perdono euro. Per cui, quando gli investitori, banche e speculatori esteri smettono di comprare titoli di stato italiani o greci si crea un "buco" che va colmato pena la cessazione delle transazioni in euro tra diversi paesi. Cioè #F_START# size=3 color=blue se non fornisci euro a sistema bancario e da cui escono più euro di quanti ne entrano, succede che uno compra qui in Italia o Spagna una Audi e gli rifiutano la transazione anche se sul suo conto in Italia ha i soldi #F_END# #F_START# size=3 color=red #F_MID# 3) e questo, come dice Draghi, fa sì che i tedeschi e gli olandesi le cui banche automaticamente prestano tramite la BCE alla nostre tramite "i famosi prestiti Target2", per paura che gli altri continuino ad accumulare "i famosi prestiti Target2" diventano allora "cattivi". E quindi chiedano l'austerità per gli altri paesi e non vogliano "stimolare l'economia" ... E noi passiamo gli anni qui a chiederci perchè siano così cattivi, quando è una semplice questione di creditori e debitori. Ma il punto essenziale è capire che qui i creditori non hanno scelta: a) o estendono automaticamente i crediti o fanno saltare l'Euro istantaneamente, sono loro che sarebbero incastrati. Questo però se i nostri governi capissero il meccanismo #F_END#

Mario Draghi spiega "i famosi prestiti Target2" (cioè che i tedeschi sono obbligati a finanziarci) - GZ  

  By: GZ on Lunedì 05 Gennaio 2015 02:52

#i# Hobi:Quando il Dott. Zibordi non si limita ai copia ed incolla ma vuole spiegare con parole sue concetti che non domina incorre in svarioni colossali. Scrive infatti :"La BCE chiede a chi ha più riserve (Germania o Olanda) di prestarne quindi a chi ne è rimasto a corto (Grecia, Portogallo, Italia, Spagna...)"....#/i# e altre delle solite cazzate di Hobi... --- Ieri Mario Draghi, quello che è governatore della Banca Centrale Europea, si è fatto intervistare da un giornale finanziario tedesco e ha spiegato come funzioni ^Target2#http://abceconomics.com/2014/08/08/target2/^. Mario Draghi, quindi siamo fortunati, possiamo finalmente forse finirla con questa rottura di palle di Hobi che scrive tonnellate di post inutili per confondere le idee...Qui c'è ^l'intervista sul sito ufficiale della BCE#http://www.ecb.europa.eu/press/inter/date/2015/html/sp150102_1.en.html^ in inglese #b# "... The risk for the German tax payer has gone down. Recall that internal loans between some central banks in the ECB system, the famous Target 2 loans, were previously much higher. They have already gone down by half.#/b# Qui ^la traduzione in italiano#http://vocidallestero.it/2015/01/04/lintervista-di-draghi-al-handelsblatt/^ su Voci dall'Estero ("...Draghi: No....#F_START# size=3 color=blue #F_MID#Il rischio per il contribuente tedesco è diminuito. Ricordi che i prestiti interni tra alcune banche centrali nel sistema BCE, i famosi prestiti Target 2, precedentemente erano molto più alti. Sono già scesi della metà...)#F_END# Draghi, pur essendo il banchiere centrale oggi forse più importante al mondo che deve essere sempre cauto e diplomatico riesce ad esprimersi in modo chiaro, a differenza di "Hobi" che riesce ascrivere in modo inutilmente complicato e a confondere i poveretti che leggono questo forum. Draghi dice: a) i saldi di Target2 sono "prestiti" #b# (capito ? sono "prestiti")#/b# b) sono prestiti tra banca centrali, quindi dalla Bundesbank alla Banca d'Italia (#b# capito ? sono "prestiti tra banche centrali")#/b# c) mettono a rischio la Bundesbank ( #b#capito ? "i tedeschi sono a rischio"#/b# loro perchè prestano a Banca d'Italia...) Draghi dice quindi quello che da un paio d'anni cerco di spiegare. I "famosi prestiti Target2" automaticamente garantiscono che, se un paese va in deficit con l'estero, i paesi in surplus gli prestino i soldi per effettuare lo stesso i pagamenti esteri. Altrimenti la moneta unica come 'azzo farebbe a funzionare ? Adesso che lo ha detto anche Draghi forse è più chiaro ? I tedeschi ad esempio, essendo ora in surplus, sono obbligati per il modo in cui deve funzionare il sistema dell'Euro a finanziare i deficit (automaticamente) ai paesi in deficit. Di conseguenza sono a rischio LORO, i tedeschi come dice Draghi e sono LORO che si devono preoccupare...non noi italiani... Perchè sono così importanti quindi questi "famosi prestiti Target2" ? Perchè questi famosi prestiti di Target2 sono in pratica il modo in cui funziona il sistema di pagamenti in Euro tra paesi diversi della zone UE. E' il meccanismo con cui si possono comprare le BMW e le altre merci estere, che scatta quando da un paese esca più denaro di quanto ne entri, cioè sia in deficit con l'estero. Morale: Renzi, Letta e Monti avrebbero potuto ignorare le richieste della Germania di austerità (motivate dalla volontà di farci ridurre il deficit e quindi i "famosi prestiti Target2", se avessero capito che I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END# #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#I TEDESCHI ERANO OBBLIGATI E SONO OBBLIGATI A FINANZIARCI AUTOMATICAMENTE I DEFICIT ESTERI#F_END#

Gli Euro sono uguali in tutta Europa, ma le Banche Centrali sono diverse - GZ  

  By: GZ on Sabato 03 Gennaio 2015 21:42

#i# [Cicola] cerco di capire. Perché scrive "se compri qualche cosa all'estero". Abbiamo o non abbiamo una moneta "COMUNE"? che senso ha parlare di estero? tanto valeva tenerci le varie monete nazionali,non crede?#/i# Domanda giusta. Quasi tutti pensano che avere una "moneta comune" significhi che non ci sono più problemi a pagare in Olanda o Germania o in Francia perchè appunto c'è l'euro dappertutto e quindi inviamo Euro in Germania noi e inviano Euro in Italia loro... Questo suo errore è scusabile perchè lo fanno quasi tutti, ma viene dal solito altro errore ancora più fondamentale: supporre che il denaro siano oggetti con un valore. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Lei immagina che gli euro si trasferiscono tra Germania e Italia senza problemi perchè sono oggetti. Ma sono invece debiti delle banche, che questi euro se li devono (spesso) far prestare da altre banche del loro paese o dalla loro Banca Centrale nazionale#F_END# #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Gli Euro sono uguali in apparenza in tutta Europa, ma le le Banche Centrali sono diverse. Ogni paese ha la sua, la Bundesbank assicura la liquidità alle banche tedesche non a quelle italiane!#F_END# Se gli Euro fossero oggetti con un loro valore intrinseco, allora una volta che questi oggetti siano stati dichiarati uguali in Germania, in Olanda, in Grecia o in Italia ci se li scambia alla pari e siamo a posto. Ma il denaro non sono (quasi mai) oggetti, sono (nel 95% circa dei casi) dei crediti e debiti nella contabilità delle banche, cioè quando paghi qualcosa usi il conto in banca il quale è un debito per la banca, nel suo bilancio è una passività. I 100mila euro che appaiono nel saldo del tuo conto in banca sono una passività di bilancio, un debito quindi per la tua banca il che vuole dire che non li ha, anche se si impegna a pagarli a chiunque tu le chieda di farlo. Questi 100mila euro sono finiti in mutui, fidi, btp, crediti e bonds di qualche genere, sono stati impegnati. Quando tu chiedi di fare pagamenti in Italia non è però un gran problema perchè le banche si prestano tra loro quello che manca e se non basta interviene Banca d'Italia... #ALLEGATO_1# Ma all'estero, in Austria, Germania, Francia, Belgio, Olanda....è diverso, le loro Banche Centrali non sono tenute a fornire "liquidità" cioè "riserve bancarie" (cioè il cash che gira tra le banche) se non alle loro banche. Se le banche italiane rimangono a corto di riserve da inviare in Germania si devono rivolgere all'estero. E la BCE ? Appunto, alla BCE, la quale però di suo non riceve riserve dalle banche quando dei clienti depositano degli euro e non può creare moneta per darla a chiunque su richiesta. La BCE chiede a chi ha più riserve (Germania o Olanda) di prestarne quindi a chi ne è rimasto a corto (Grecia, Portogallo, Italia, Spagna...) E infatti oggi i paesi che hanno accumulato surplus con l'estero hanno dovuto prestare "riserve" (cash bancario diciamo) per circa 2,000 mld di euro ai paesi che hanno deficit con l'estero... Altrimenti il sistema di pagamenti in Euro non avrebbe potuto funzionare...

In Italia dovunque ti giri trovi idee sballate - GZ  

  By: GZ on Venerdì 02 Gennaio 2015 19:45

A proposito di teoria sballate sul debito, la moneta e l'Euro, qui in Italia ne trovi dovunque ti giri. Oggi ho segnalato quella di ^Galloni e altri sulle banche che avrebbero enormi profitti (di 1,000 mld) nascosti#http://www.cobraf.com/forum/coolpost.php?topicGroupID=1&topic_id=4831&reply_id=123575885^ perchè "creano moneta"... La settimana scorsa ho segnalato le spiegazioni apparse sul Blog di Grillo riguardo alla crisi della Russia, per cui stampando Rubli risolvi una crisi valutaria da indebitamento in Dollari. Per la teoria di Galloni la fonte è Marco Saba che non conosco. Per la teoria degli autori (anonimi di Grillo) sul rublo, ^l'idea che risolvi una crisi dovuta a mancanza di dollari (o euro) stampando rubli#http://www.cobraf.com/blog/defaultEconomia.php?topicGroupID=1&idr=123575662#123575662^, chi può mai essere che ha messo in giro questa simpatica teoria per cui se hai la tua moneta risolvi tutti i mali.... ...^il buon Barnard !#http://paolobarnard.info/pb/adesso-capiamo-sta-storia-delloro-e-del-governo-spiegato-che-lo-capisca-anche-messora/^ che è sempre più fuori di melone (ha anche chiesto a Israele di tirare testate atomiche sulla Germania), ma forse viene veramente creduto quando parla di moneta (perlomeno su blog di grillo ?) ---- #i# Oggi si parla della Russia che vende dollari per comprare oro, e ci sono ogni sorta di teorie. Ma la realtà è un’altra. Putin, che come il 99,9% dei leaders e degli economisti non capisce i sistemi monetari, sta facendo una cretinata. ^La Russia è MONOPOLISTA DELLA MONETA, e sappiamo che può, come il Giappone, onorare qualsiasi debito all’infinito, incluso quello in dollari#http://paolobarnard.info/pb/adesso-capiamo-sta-storia-delloro-e-del-governo-spiegato-che-lo-capisca-anche-messora^. Ma non ci arrivano sti fessi. Poi: non si capisce cosa ottenga l’acquisto di tutto questo oro se non farlo alzare di prezzo (+ si compra una cosa + si apprezza). Forse Putin sta solo speculando per sé e per i suoi mafiosi alla Banca Centrale…. Poi: la Russia ha tutti i dollari in riserva sufficienti per garantire il suo debito esterno usando essi, e questo calma i Mercati molto di più dell’oro. Infine: coi tassi d’interesse sulle maggiori monete a livelli minimi storici, Mosca farebbe molto meglio a prendere prestiti in quelle valute piuttosto che accumulare oro per farci chissà che, come detto sopra. Ok, spero questo chiarisca anche a un povero Cristo come Claudio Messora la storia dell’oro e delle monete/debiti. Nel caso contrario, mia nonna Claretta che l’ha capita, ha questa mail: nonnadelgenio#/i# ---- Mostrando ad un medico che anche non si intenda di economia, ma abbia un minimo di senso pratico e distingua dollari da rubli, una frase del genere: ^La Russia è MONOPOLISTA DELLA MONETA, e sappiamo che può, come il Giappone, onorare qualsiasi debito all’infinito, incluso quello in dollari#http://paolobarnard.info/pb/adesso-capiamo-sta-storia-delloro-e-del-governo-spiegato-che-lo-capisca-anche-messora^ ..secondo me qualcosa per calmare la mente te lo prescrive #F_START# size=3 color=BLUE #F_MID#Nota sul mercato forex, se vuoi procurarti Dollari perchè devi pagare le rate di debiti in Dollari, non serve a niente che #i# "...la Russia ha tutti i dollari in riserva sufficienti per garantire il suo debito esterno usando essi..."#/i# . Non è questione di "garanzie" come quando fai un mutuo. E' questione di comprare i maledetti Dollari con Rubli e se il Petrolio che esporti scende del -50% devi stampare un sacco di rubli e questo fa scendere il rublo per cui devi stampare più rubli e anche offrire interessi da strozzino sui rubli del 17% come fanno appunto ora i russi... e...il Giappone.... sai, il Giappone non ha problemi come al Russia perchè il prezzo delle sue esportazioni, che non sono materie prime e petrolio, ma microchips, transistor, auto.... non è collassato del -50% e poi perchè ha accumulato negli ultimi 50 anni MIGLIAIA DI MILIARDI DI RISERVE IN VALUTA ESTERA (è il paese con la più colossale posizione finanziaria netta sull'estero mai accumulata nella storia !)#F_END#

target2 - GZ  

  By: GZ on Venerdì 02 Gennaio 2015 19:17

#i# Secondo "alcuni" verrebbe chiesto dalla banca d'Italia una Target liabilities alla BCE ... Beh, questi fenomeni della finanza dovrebbero almeno indicarmi dove sta scritto che tra le operazioni di rifinanziamento contemplate dalla BCE sono previsti finanziamenti della BCE alle BCN ?????? ----#/i# stante che con Hobi non si capisce mai bene cosa razzo dica... certo che è così, la Bundesbank accumula crediti e Banca d'Italia debiti e le banche italiane a loro volta accumilano debiti verso Bd'Italia, ma sono tutti "crediti Target2" che sono gestiti dalla BCE Il senso è: #F_START# size=4 color=blue #F_MID#con L'Euro i I DEFICIT ESTERI VENGONO FINANZIATI AUTOMATICAMENTE, CIOE' NON TE NE DEVI PREOCCUPARE#F_END# è scritto in ogni articolo sul tema, anche se non si tratta di "operazioni di rifinanziamento", ma di un sistema a parte, se leggi degli articoli vedi che non si usa mai il termine "operazioni di rifinanziamento" (che sono gli LTRO e simili) per i saldi Target2... vedi quelli citati sotto (ma leggere e fornire le proprie fonti quando si afferma qualcosa è faticoso per cui si va a ruota libera inventando...) che ripetono tutti che I DEFICIT ESTERI VENGONO FINANZIATI AUTOMATICAMENTE TRAMITE I SALDI DEBITORI PRESSO LA BCE ("...foreign deficit countries are automatically financed by increasing their net debt position at, respectively, the ICU and the T2 account with the ECB, ..") --- Dal paper di Cesaratto: ...^foreign deficit countries are automatically financed by increasing their net debt position at, respectively, the ICU and the T2 account with the ECB, while surplus countries see their net credit position correspondingly augmented. Since international payments do not require international reserves (say a reserve currency issued by a third country or by the surplus country), there is no possibility in this setting for a balance of payment and financial crises#http://www.asimmetrie.org/wp-content/uploads/2014/12/AISWP201406.pdf^ Therefore the deficit country albeit short of international reserves is not obliged (a) to pursue restrictive economic policies aimed at restoring a current account equilibrium or, (b) to incur financial default if the shortage is such that she cannot fulfill her international debt commitment. Indeed, Lavoie (2014: 10) points out: TARGET2 is less constraining than Keynes’s Plan, since TARGET2 has no limits as to the size of the advances that can be taken by national central banks from the European Central Bank, which acts here as the international clearing agency, whereas Keynes’s Plan imposed a ceiling on the amounts that could be normally borrowed by the national central banks from the International Clearing Bank, in addition to imposing limits on the length of time during which the ceiling could be exceeded.4 — Lavoie (ibid: 12-13, 17)

in Italia non capiamo bene Target2 - GZ  

  By: GZ on Venerdì 02 Gennaio 2015 18:42

Sergio Cesaratto (che insegna a Siena) ha appena pubblicato ^questo paper su Target2#http://politicaeconomiablog.blogspot.it/2014/12/ramanan-su-cesaratto-su-lavoie.html^ rispondendo a Marc Lavoiee (che insegna Canada, uno importante in economia monetaria, amico di Mosler) che criticava il suo precedente lavoro e in sostanza Lavoiee diceva che con Target2 le Banche Centrali del nord-europa sono costrette automaticamente a finanziare quelle del sud-europa (vedi zibordi...). E quindi ne segue che all'interno dell'Euro non possono esistere "crisi di bilancia dei pagamenti" perchè appunto il sistema dei pagameenti in Euro tra banche dei vari paesi compensa automaticamente i deficit. Cesaratto invece dice, sì però, ma...insomma cerca di salvare la tesi che la crisi dell'Euro sia una crisi da bilancia dei pagamenti, cioè che devi tornare alla Lira perchè così puoi svalutare e mandare in pari la bilancia con l'estero, mentre nell'Euro hai dei deficit esteri cronici (A MENO CHE NON FAI L'AUSTERITA'). Cesaratto, Bagnai et alia dicono che si viene obbligati all'Austerità all'interno dell'Euro perchè si creano questi deficit esteri. E' vero il contrario esatto. Lavoiee invece correttamente gli obietta: "ma guarda che con l'Euro non sei obbligato a fare proprio niente, è tutto compensato tra banche centrali" (se poi Monti, Letta e Renzi fanno l'austerità è per motivi politici, ma non economici) Questo per dire che è il tema importante e parecchia gente se ne occupa ^"Sergio Cesaratto’s Debate With Marc Lavoie On Whether The Euro Area Crisis Is A Balance-Of-Payments Crisis"#http://politicaeconomiablog.blogspot.it/2014/12/ramanan-su-cesaratto-su-lavoie.html#more^ ^"Il TARGET degli economisti tedeschi"#http://politicaeconomiablog.blogspot.it/2012/01/il-target-degli-economisti-tedeschi.html^ ^"Target2, il pasticcio dell’euro e i sindacati tedeschi"#http://keynesblog.com/2013/08/29/target2-il-pasticcio-delleuro-e-i-sindacati-tedeschi^

Tornare alla Lira... per aumentare la spesa pubblica! - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 31 Dicembre 2014 18:19

Gano l'Italia, avendo poco debito estero (netto) in % del PIL (meno del 20%), PUO' E DEVE USCIRE DALL'EURO. Ma l'obiettivo del ritorno alla propria moneta non è che cosi si svaluta, che serve sicuramente a qualcosa, ma non serve molto. E meno che mai ritornare alla Lira deve servire per tornare ad aumentare la spesa pubblica. Lo sapete cosa dicono quelli che vengono intervistati ora come paladini del ritorno alla Lira ? Quello da cui copiano gli altri è sempre Bagnai, ma nessuno forse legge cosa scrive nel suo "modello" del ritorno alla Lira. Ci ha scritto che con la Lira si svaluterà solo del 20% (!) e che poi ^si potrà aumentare la spesa pubblica, di un 1% del PIL (e assumere più statali, mi sembra 100mila...)#https://ideas.repec.org/p/ais/wpaper/1405.html^ #ALLEGATO_1# (^leggi il suo articolo da pag 32 a 36...#http://www.asimmetrie.org/wp-content/uploads/2014/12/AISWP201405.pdf^, dice che il deficit lo aumenti solo dell'1% e quell'1% è di spesa pubblica) #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Ovviamente, essendo l'aumento di deficit minimo, il ritorno alla Lira dovrebbe risollevare l'economia più che altro grazie all'effetto della svalutazione tramite export, che però dipende da tante cose e come mostrano i casi di Giappone e Inghilterra recenti empiricamente non è per niente certo. #F_END# Nell'articolo lo si stima molto elevato, mentre altri lo stimano molto più basso e va beh (chi vuole può leggersi queste stime e discussioni relative...). Di sicuro però Bagnai mette nel modello un bell'aumento di spesa pubblica dell'1%, grazie al ritorno alla Lira. Ehi, vuole tornare alla Lira per assumere più statali, cosa poi normale per un professore di sinistra. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Quindi, invece di aumentare il deficit dal 3 al 10% per ridurre le tasse di almeno 100 mld, vuole aumentarlo solo dell'1%, ma per aumentare la spesa pubblica...Per sua fortuna la gente non legge i pezzi lunghi e un poco complicati e si accontenta della bella polemica patriottica. #F_END# Qui in Italia tutto il discorso del ritorno alla Lira se ci fai caso, anche sul blog di Grillo, viene ispirato da Bagnai perchè scrive moltissimo e scrive bene. Ma questo immagina che la svalutazione sia solo del 20%, quando probabilmente sarà del 40%, che però anche se piccola farà aumentare il PIL da sola di molto, poi che si tenga il deficit pubblico sempre basso (al 4%) e aumentarlo, poco, ma solo di di spesa pubblica... Incredibile... E ridurre le tasse ? Almeno però il prof. fa lo sforzo di scrivere in modo abbastanza dettagliato come funzionerà secondo lui il ritorno alla Lira. La Lega e il M5S non hanno prodotto ancora niente, nessuno studio, nessun articolo che vada oltre le due paginette stile Blog e di solito imitano quello che scrive Bagnai, ma forse visto che scrive tantissimo lo leggono solo in fretta. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Siamo qui (su questo sito) per uscire dall'Euro ? Sicuro! Bisogna però motivarlo in modo convincente e se predichi che con la Lira puoi aumentare la spesa pubblica e svalutare finisce male. Anzi non comincia nemmeno, ci teniamo Draghi in eterno.#F_END# Syriza ad esempio, per me non è il massimo, ma ha scritto ora un piano di come vuole fare, ci sono i suoi economisti che spiegano con sufficiente dettaglio il loro piano di default controllato e il resto (non è tanto convincente, ma nelle condizioni della Grecia ha un senso, perchè la Grecia ha questo enorme debito in valuta estera...ecc..) Riassumiamo invece come si dovrebbe ragionare secondo logica sull'Euro. a) #b# svalutare ? OK, ma significa anche avere più inflazione e ridurre salari e pensioni reali#/b# ehi... questo lo ammettono tutti. Nei paesi con inflazione sotto zero, come adesso la Spagna e l'Italia, gli stipendi e le pensioni salgono in valore reale automaticamente. Mezza Italia si lamenta della crisi, ma l'altra mezza fa finta di niente perchè riceve il suo stipendio o pensione (o una bella rendita finanziaria) come prima e vede che compra di più con i suoi euro....Non raccontiamoci la balla che tutti stanno male. Ma questo vuole dire che svalutando e aumentando l'inflazione sposti la distribuzione del reddito a favore delle imprese, a prezzo però di ridurre il potere d'acquisto... Quindi l'effetto positivo della svalutazione tramite la Lira alla fine ci sarà anche come aumento di domanda..., ma non è molto certo e non è molto rilevante... b) #b# il problema vero e fondamentale sono in realtà le tasse al 53% del PIL che soffocano la domanda interna, non cercare di avere più domanda estera con la svalutazione....#/b# Inoltre tasse allucinanti come quelle di oggi riducono la produttività, perchè le imprese vedendo che c'è poca domanda e che l'utile se ne va in tasse non investono... #F_START# size=5 color=blue #F_MID#DEVI RIDURRE LE TASSE! SVALUTARE SERVE, MA POCO!#F_END# HANNO RAGIONE QUELLI CHE DICONO CHE SVALUTARE CON LA LIRA E FARE PIU' SPESA PUBBLICA (sia finanziata da debito, ma anche da moneta) NON E' LA SOLUZIONE ----- Bullfin ho partecipato a una dozzina di conferenze ed incontri su Euro, debito e crisi, scritto centinaia di post, dei report in PDF, scritto un libro, incontrato anche deputati e senatori del M5S a Bologna (c'è stato un incontro proprio con loro espressamente). Sono anche troppo attivo. Inoltre questo sito è letto in giro, mi sembra di più di blog i cui autori ho visto pubblicare sul Blog di Grillo credo che loro, come anche quelli della Lega o altri, si fidino della propria gente (quale non si sa, perchè non indicano i nomi di chi scrive) in Italia è a compartimenti stagni, quelli liberisti scrivono sui loro siti tipo FermareilDeclino/NoiseFromAmerika discutono tra di loro e così quelli di sinistra "alla tsipras" tipo Sbilanciamoci, Micromega..., Bagnai dialoga con i suoi lettori (filtrati), quelli della MMT vanno per conto loro, Borghi/Lega fanno i loro comizi o incontri, Rinaldi e Caracciolo i loro... quelli per il ritorno alla Lira si attaccano tra loro (Salvini/Grillo), ma non discutono assieme...il M5S non ha ancora indetto un singolo incontro, conferenza o convegno sul tema, solo post anonimi (e contenenti parecchi errori) #F_START# size=3 color=blue #F_MID#L'unico caso che abbia visto di discussione vera con contradditorio sull'Euro è stato quello dove Lippi e Boldrin sono andati da Bagnai a Pescara e ne sono usciti vincenti loro...Cioè, siamo messi bene...#F_END# ----- Hobi che due palle primo non si capisce mai bene cosa scrivi, secondo quando da un sistema bancario escono più euro di quanti ne entrano secondo te come fa a continuare a funzionare il sistema di pagamenti tra banche di paesi diversi ? Se dal sistema bancario italiano escono 100 mld e in quello tedesco entrano 100 miliardi, e i primi sono Lire e i secondo sono (l'equivalente in) Marchi ovviamente succede quello che accade ora in Russia e la Banca Centrale o liquida le riserve in valuta estera o alza i tassi o un misto dei due. Giusto ? In Russia sta succedendo questo no ? Bene, spiegami con le tue parole in modo che si capisca però, come diavolo succede che nel sistema dell'Euro invece NON CI SIA BISOGNO NE DI VENDERE VALUTA NE DI ALZARE I TASSI E LO STESSO SI POSSANO AVERE DEFICIT COMMERCIALI Forza, #b# spiega come funziona che dalle banche italiane o spagnole escono Euro, in quelle tedesche entrano Euro e lo stesso il sistema dei pagamenti tra banche italiane e tedesche continua a funzionare. E non c'è bisogno di alzare i tassi come fa la Russia adesso. Dai...#/b#

la situazione della Russia non è tragica, quella della campagna per l'Uscita dall'Euro sì - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 31 Dicembre 2014 16:42

Il Blog di Beppe Grillo ha degli esperti (anonimi) che hanno spiegato cosa succede in Russia e Grecia ora... Leggere qui please e vedere i miei commenti in blu, perchè la situazione è tragica. Non in Russia (e di meno in Grecia, ora che Syriza il 29 gennaio vince l'elezione). E' tragica nella campagna per l'Uscita dall'Euro (obiettivo che condivido peraltro..) ^"Rublo e Euro. Dalla Russia con amore.Putin"#http://www.beppegrillo.it/2014/12/rublo_e_euro_dalla_russia_con_amore.html^ Blog di Grillo #i# ...il rublo ha perso valore. La Banca Centrale Russa è quindi intervenuta vendendo dollari (più di due miliardi al giorno) per acquistare rubli, in maniera da farne salire il valore. Inoltre è stato aumentato il tasso di sconto del rublo, dal 10,5% al 17% in una sola volta. Tale aumento è un segnale di forza e non di debolezza della Banca Centrale Russa, che dimostra così di difendere il rublo. Inoltre si prepara una legge che impedisca alla gente di portare all'estero le banconote in valuta pesante che possono servire al governo per stabilizzare il rublo e frenare l'emorragia...#/i# #F_START# size=2 color=blue #F_MID# "un segno di forza" ? Alzare i tassi dall'8% in novembre al 17% oggi, dato che l'inflazione in Russia è tra l'8 e il 10% (dico "tra" perchè con il cambio che va da 30 a 60 rubli per un dollaro in pochi mesi l'inflazione sta salendo ora in fretta), manda l'economia in recessione. Infatti l'ultimo dato sul PIL russo è con il segno meno. #b#Quando i tassi a cui la Banca Centrale Russia presta alle sue banche schizzano dall'8 al 17% i costi del debito per l'economia salgono, giusto e soffochi l'economia... Io sono dalla parte dell'Uscita dall'Euro, ma così ci si da le martellate nelle palle#/b#, non diciamo cose prive di logica per favore.... La storia è più o meno questa: ad esempio a metà dicembre la Banca Centrale ha stampato circa 60 mld di rubli per darli a Rosfnet, che doveva pagare 11 mld di dollari di rate sul suo debito, questa li ha usati per comprare dollari sul mercato dei cambi e il rublo logicamente è collassato...la Banca Centrale è stata costretta a raddoppiare i tassi di interesse e l'economia va in recessione... Il rublo ha poi recuperato dal punto di massima crisi e l'avevo anche previsto qui. ^Sono stato quello che quando era tra 65 e 70 rubli per un dollaro ha scritto due volte qui il 16 e 19 dicembre che lo compravo e lo dicevo nelle interviste su Class-CNBC#http://www.cobraf.com/forum/coolpostMercatiBlack.php?topic_id=5632&reply_id=123574283^, per cui ho anche capito per tempo che la speculazione contri il rublo ha esagerato. Dopo però aver toccato i 51 rubli per 1 dollaro ora siamo di nuovo sui 58 rubli e a inizio anno era sui 30-35 rubli per un dollaro. Questa svalutazione improvvisa sta facendo schizzare i costi delle importazioni e l'inflazione... #b#A Mosca la gente compra ora Ipad, Iphone e lavatrici come se fossero moneta, cioè ha paura che il rublo si svaluti ancora e prendono i rubli e "li convertono" in Ipad! Leggi le corrispondenze da Mosca. Come fai a dire hanno risolto tutto stampando rubli, per la madonna!... Se anche stampi molta moneta e metti i controlli ai capitali la gente, vedendo che il cambio frana sempre, "converte" i soldi che stampi in frigo, lavatrici, auto, ipad, iphone e qualunque cosa dia l'idea di un bene durevole. Lo sai che è in questo modo che si crea la vera inflazione ?#/b# #F_END# #i# Molti, sbagliando o in malafede, affermano che se l'Italia dovesse uscire dall'Euro per stampare la propria moneta, un'Italia senza Euro, sarebbe più debole, e verrebbe colpita ancora più facilmente dalla speculazione del rublo. Questa tesi non sta in piedi. E' esattamente l'opposto.La speculazione non c’entra nulla. Quella russa è una crisi di bilancia dei pagamenti esattamente uguale a quella in cui si trovano le economie periferiche europee.#/i# #F_START# size=2 color=blue #F_MID# "crisi di bilancia dei pagamenti"? In che senso ? La Russia ha avuto negli ultimi anni un ENORME SURPLUS commerciale con l'estero, l'ultima statistica era 542 mld di export e 358 mld di import. Ha goduto negli ultimi anni di un surplus con l'estero tra i 100 e i 150 mld di dollari ogni anno e ha accumulato infatti circa 650 mld di riserve in valuta. L'export di petrolio ora le collassa di colpo causa crollo del greggio nel mondo, ma cosa c'entra con l'avere il rublo o l'euro, il prezzo del petrolio è in dollari e va giù perchè l'Arabia Saudita taglia i prezzi... E' un evento esterno, "esogeno", qui il sistema monetario non c'entra. Anzi paradossalmente, è spiacevole dirlo, ma qui avere l'Euro sarebbe stato meglio (vedi più avanti). #F_END# #i# Nel caso dell’Italia il calo dell’export è causato da una ridotta competitività dovuta all’Euro che ci obbliga all’austerità sul lato della domanda interna per ridurre le importazioni e tenere la bilancia il più possibile in pareggio.#/i# #F_START# size=3 color=blue #F_MID#L'Italia ha avuto deficit esteri solo dal 2004 al 2011 e abbastanza piccoli, di 40 mld l'anno in media nel momento peggiore. Ma non c'è niente nell'Euro che obblighi a fare austerità se hai un deficit estero, perchè anzi al contrario il sistema AUTOMATICO di pagamenti inter-bancario della UE garantisce che ogni deficit di un paese venga AUTOMATICAMENTE finanziato dalla Banca Centrale di un paese in surplus. E' il meccanismo stesso dei pagamenti in Euro che è costruito in questo modo, se dall'Italia si paga all'estero più euro di quanti ne entrano le banche italiane per non rimanere senza riserve li chiedono alla Banca d'Italia la quale AUTOMATICAMENTE gira la richiesta alla BCE LA QUALE AUTOMATICAMENTE ACCREDITA LE RISERVE #F_END# #i# Nel caso russo è il calo del prezzo del petrolio a creare un simile squilibrio nella bilancia dei pagamenti ma è proprio grazie all’intervento della Banca Centrale Russa, alla sua sovranità, che la Russia ha avuto e ha margini di manovra per gestire gli squilibri di bilancia dei pagamenti che sono invece del tutto preclusi all’Italia all’interno della camicia di forza dell’Euro.#/i# #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Quello che succede invece è che le società russe hanno 6 o 700 mld di debito estero, in dollari ed euro, su cui devono pagare circa 150 mld di rate e interessi all'anno circa. Questo è abbastanza normale, dato che devono comprare tecnologia estera hanno bisogno di dollari o euro e li prendono a prestito. Ma se il cambio del rublo crolla del -50% seguendo quasi al centesimo il il crollo del petrolio, pure del -50%, questo svalutazione del -50% fa raddoppiare il costo del debito contratto all'estero (in dollari). Chiaro no ? Non puoi quindi stampare moneta per evitare o alleggerire questo debito estero! Le società russe la tecnologia estera che gli occorre la pagano in dollari (o euro o yen), perlamadonna. Anche se come paese (ed è il caso della Russi) la tua posizione netta sull'estero è (al netto) positiva, le singole società russe accumulano un certo debito estero, necessario al loro business, che però ora gli è raddoppiato di colpo. La Banca Centrale Russa deve ricorrere alle sue riserve, ma di DOLLARI, EURO ed ORO. #F_END# #F_START# size=6 color=blue #F_MID#Qui la Banca centrale stampa rubli, li da a Rosfnet o Gazprom che li convertono in dollari per pagare debiti esteri facendo franare il rublo, il che rende più pesante il debito estero della Russia e crea inflazione, costringe ad alzare i tassi al 17% e manda in recessione... #F_END# #F_START# size=3 color=blue #F_MID# La Russia è un caso di stampa di moneta che fa franare il cambio, provocando inflazione, rialzo dei tassi e recessione, ma all'origine è dovuto a cause esterne per cui non ci si può fare molto e non serve neanche molto qui stampare moneta. Niente di letale alla fine, prima o poi i sauditi smettono di tagliare i prezzi del greggio...e come ho detto io ho comprato rubli quando erano sui 65 dollari... Però, se si vuole essere onesti, in questo caso specifico, se la Russia avesse avuto l'Euro non si sarebbe dovuta preoccupare di trovare valuta estera sul mercato, perchè si indebitava fin dall'inizio in Euro che è una valuta di riserva. Oppure le varie Rosfnet e Gazprom si indebitavano in dollari e dato che l'Euro è un cambio relativamente forte, compravano con gli euro i dollari che le servivano per ripagare le rate senza problemi e la Banca Centrale Russa non aveva bisogno di stampare nessuna moneta. Bisogna essere onesti e dire le cose come stanno. Quando hai una crisi dovuta al collasso improvviso per cause esogene del tuo export, mi spiace farlo notare, ma avere l'Euro sarebbe forse meglio... Non ti devi preoccupare dell'improvviso deficit estero perchè la valuta comune costringe la BCE a finanziarti il deficit estero tramite il sistema automatico di pagamenti interbancario (Target2). Quindi non ti crolla il cambio e non devi raddoppiare di colpo i tassi di interesse per frenarne la caduta. Non hai bisogno di stampare moneta in questo caso specifico perchè la moneta comune COSTRINGE LE BANCHE CENTRALI DEGLI ALTRI PAESI A ESTENDERE CREDITI ALLA TUA BANCA CENTRALE (tramite il meccanismo dei pagamenti interbancari denominato "Target2" di cui ho scritto pagine su pagine ma che nessuno sembra capire). Altrimenti il flusso dei pagamenti in euro si interrompe e uno che in Italia effettua un pagamento all'estero avendo i soldi nel conto se lo vede rifiutato e si crea un panico in tutta europa... #b# Insomma, sono per l'uscita dall'Euro, ma sono anche per non raccontare cose strane, perchè su questioni tecniche e non ideologiche è contro producente. #/b# #F_END# #i# Gli interventi finalizzati ad immettere liquidità nel sistema da parte della BCE attraverso le banche nazionali non hanno funzionato perché, come diceva Keynes: "Dentro la trappola della liquidità puoi portare tutta l’acqua che vuoi al cavallo, ma non puoi costringerlo a bere". Questo non c’entra nulla con la sovranità monetaria. Un intervento di una banca centrale nazionale in piena sovranità infatti si materializzerebbe con la monetizzazione del deficit, stampando moneta per finanziare a debito crescita e investimenti. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# "...stampando moneta per finanziare a debito..." ???!!! Se stampi moneta, per definizione, NON TI INDEBITI. E' precisamente perchè vuoi evitare di ricorrere al debito che stampi moneta. Speriamo che siano refusi... #F_END# #i# E’ questa la logica della sovranità monetaria, non la libertà della BCE di offrire denaro a basso costo (vedi LTRO) alle banche nazionali. Il fallimento delle operazioni di iniezione di liquidità a basso costo da parte della BCE conferma che solo con la monetizzazione del deficit la BCE tornerebbe a fare il suo mestiere. Proprio la impossibilità della BCE di agire nelle piene funzioni di un'autorità monetaria centrale l'ha obbligata a proporre palliativi. O la BCE interviene direttamente sul deficit o nessuno lo farà per lei. Il punto in discussione qui non è svalutare o rivalutare ma il fatto che la Russia sia libera di farlo, di decidere come usare la propria sovranità monetaria considerando diverse ricette monetarie. #/i# #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Sì, bene il primo paragrafo, ma cosa razzo c'entra ora la storia della Russia che deve procurarsi valuta estera di colpo per aiutare le sue aziende esposte in dollari ? Insomma: sono uno che ha scritto 150 pagine, nel libro di Hoepli, sul creare moneta da parte dello stato, per spiegare che è necessario. Ma non è mica un toccasana, che in ogni situazione dici: " stampando la tua moneta sovrana risolvevi il problema!"...Così sembri Barnard che è fuori come un balcone e si fa prendere in giro...#F_END# #i# ".. Noi invece siamo condannati a morire perché la leva della sovranità monetaria ci è preclusa a priori. In caso di uscita dall'Euro il debito ridenominato diventerebbe immediatamente sostenibile e con l’autorità monetaria nazionale come prestatrice di ultima istanza l’Italia si libererebbe dalla trappola di indebitarsi sul mercato attraverso interessi troppo alti per attrarre quella moneta che non può stampare al suo interno..." #/i# #F_START# size=3 color=blue #F_MID# OK! #F_END# #i# "... In caso di uscita, inflazione e tassi resterebbero sotto controllo anche alla luce delle deflazione in cui invece ci troviamo oggi..."#/i# #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Se torni alla Lira in modo "secco", se il tuo piano è fare converire a forza, per decreto, un lunedì mattina tutti gli euro nei conti in banca in Italia in Lire, nei mesi precedenti avrai la Madre di Tutte le Fughe di Capitali. La gente comincia a scappare MESI PRIMA che hai la possibilità di mettere in opera controlli ai capitali, non appena si diffondono voci che si stia pianificando qualcosa.. (e ricordati che devi creare tutto il software nelle banche e aziende, tutta la legislazione ad ogni livello...tutte le procedure...). Non si parlerà d'altro in Italia una volta che si profili il ritorno alla Lira e chi abbia più di 100mila euro da qualche parte cercherà di liquidare ogni strumento finanziario italiano, bonds, azioni, conti deposito e risparmio, obbligazioni bancarie, BTP... Non è qualcosa che pianifichi in segreto e un bel giorno cogli 4mila miliardi di soldi degli italiani e glieli converti in Lire, rischi che metà siano denominati in marchi e dollari... Poi per tenere assieme il sistema finanziario che crolla se si liquidano i titoli di stato, i bonds bancari, i depositi a risparmio e si vuotano i conti correnti dovrai stampare lire e manetta, molto di più della Banca Centrale Russa... E allora altro che tassi di interesse e inflazione sotto controllo... Insomma questi qua sul Blog di Grillo sono discorsi da dilettanti allo sbaraglio, che non hanno idea di come funziona il mondo bancario e finanziario e delle imprese.... L'Uscita dall'Euro è giusto come obiettivo, OK ? Ma va pianificata come un processo graduale, a tappe e, cosa essenziale, dove non converti a forza 4 mila miliardi di euro nelle banche italiani un lunedì mattina tutti in Lire ! #F_END#

la differenza tra l'Italia e la Grecia. Loro non possono uscire dall'Euro, noi sì - GZ  

  By: GZ on Martedì 30 Dicembre 2014 13:16

#b# Siryza#/b# ha due economisti ufficiali del partito, che due settimane fa sono andati a Londra e hanno parlato ai fondi spiegando il loro piano e la spread della Grecia è andata da 300 a 1,000 punti. Questo nonostante gli economisti di Syriza abbiano detto che ripagherà tutti i 60 mld di debito greco in mano a privati e chiederà il default solo su metà di quello in mano alla BCE!!!! Pensa un attimo. In realtà il debito greco in mani private ora sono infatti solo 60 miliardi e rotti e tutto il resto (260 mld e rotti) è in mano alla BCE e ai fondi salvastati, che fanno pagare alla Grecia meno del 2%, per cui il problema non è tanto la spread, quanto cosa decide la Merkel dei 260 mld. E #F_START# size=3 color=blue #F_MID#gli economisti di Syriza hanno detto: "ehi... la Grecia rimane nell'Euro e paga tutti i 60 mld di debito in mani privati, vogliamo un taglio del 50% sui 260 mld in mano alla BCE..."#F_END#. Lo stesso la spread gli è esplosa. Adesso che stanno per andare al governo Tsipras e compagni stanno misurando bene le parole e affidandosi ad economisti ed esperti che inviano in giro per l'Europa a spiegare i dettagli della #b# "ristrutturazione del debito"#/b# cioè DEFAULT che vogliono. Se a marzo vincono, come indicano tutti i sondaggi, chiedono di spalmare il debito greco su 60 anni e a tassi di favore riducendolo in pratica di metà, da 319 miliardi. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Syriza è diventato il primo partito e sta andando a vincere le elezioni a marzo con questo programma: "non paghiamo metà dei 319 mild di debito, tanto sarebbe solo un 1,5% del PIL dell'eurozona... ma per noi è quasi pari al PIL greco !"#F_END# (vedi articolo in fondo che spiega bene tutti i dettagli: #i# "..Now let’s look at #b# Syriza’s plan. It says it will negotiate with the EU for the write-off of half the 319bn euros. It will not try to get a write-off from the private sector, and will pay back IMF loans in full, so all the pain falls on the EU and ECB#/b#... The 60-year debt deal simply recognises that a 20 year deal only pushes the problem out to the 2040s, and that Greece’s debt is in fact unpayable.#/i# Già adesso, solo perchè hanno le elezioni a marzo in Grecia, #b# la spread greca è andata a 1,000 punti!#/b# Non è un vero dramma perchè come si è detto solo 60 mld su 319 mld sono sul mercato, ma è un assaggio di quanto siano isterici i mercati. Forse Tsipras e compagni ora si spaventano, fanno marcia indietro si rimangiano le promesse, perchè la spread gli stanno esplodendo, gli crollano le banche e hanno la fuga di capitali ecc... ? Non sembra: Tsipras non dovrebbe rimangiarsi le promesse se guardi la personalità dei leader e senti i suoi economisti che sembrano sapere quello che dicono. Quindi deve... bluffare per convincere la Merkel e la BCE.... Deve però stare attenta perchè la Grecia ha un debito estero alto in percentuale del PIL. L'Italia invece no.#F_START# size=3 color=blue #F_MID# L'Italia ha 430 miliardi di debito netto e la Grecia 230 miliardi, ma il PIL dell'Italia è di 1,600 mld e quello della Grecia di 190 miliardi#F_END#. #ALLEGATO_1# Qui cerco sempre di mostare le cifre vere e non le percentuali che confondono, ma in sostanza il debito greco ESTERO, QUELLO CHE NON POSSONO RIDENOMINARE IN DRACME è maggiore del PIL greco per cui se escono dall'Euro i greci il loro debito estero, che NON POSSONO RIDENOMINARE, gli raddoppia e sono fritti. Cioè, .#F_START# size=3 color=blue #F_MID#con un PIL di meno di 200 miliardi, uscendo dall'Euro i greci (aziende, stato, famiglie) si ritrovano altri 200 miliardi di debito in più (in euro, dollari...) che devono pagare in valuta straniera anche se sono tornati alla dracma. E per le imprese greche significa fallimento.#F_END# L'Italia invece ha solo 400 mld e rotti di debito estero NETTO (al netto dei crediti che famiglie e imprese hanno) su 1,600 mld di PIL e se esce dall'Euro avrà una svalutazione minore della Grecia, diciamo che da noi il debito estero aumenta per effetto del ritorno alla Lira forse di 200-250 mld, cioè (su un PIL di 1,600 mld) di un 15%. La Grecia è un paese veramente fragile, a differenza dell'Italia. In Grecia nelle banche c'erano 280 miliardi e nel 2011 erano calati di colpo di 60 miliardi i depositi bancari, prima che la Troika gli prestasse oltre 200 mld in varie modalità e stabilizzasse la situazione #ALLEGATO_2# Il problema è il debito ESTERO, quello fuori dal paese, che devi pagare comunque, specie le imprese, in valuta estera in ogni caso, anche se torni alla valuta nazionale. La Francia e l'Italia ne hanno rispettivamente un 10 e 15% del PIL per cui possono uscire dall'Euro. Portogallo, Spagna e Grecia ne hanno per il 100% del PIL per cui non possono uscire dall'Euro. Questo spiega perchè Podemos in Spagna e Syriza in Grecia e virtualmente tutti in questi tre paesi siano contro l'uscita dall'Euro. E in Francia la LePen sia il primo partito e Salvini, Meloni, Grillo e in parte Berlusconi in Italia siano forse la maggioranza ora parlando di uscire dall'Euro. OK ?#F_START# size=3 color=blue #F_MID# Questo è il motivo per cui l'Italia può uscire dall'Euro e la Grecia no. Per noi significa un aumento del debito estero (denominato in valuta estera, che non puoi cambiare) di un 15% del PIL e per la Grecia del 110% circa#F_END#. In Italia Salvini e Grillo non temono ancora di andare al governo o vincere referendum (che è lontano un anno nel tempo) per cui possono parlare a ruota libera, ma quando si avvicina il momento di una vera decisione o sul DEFAULT come chiedono in Grecia a Syriza o sull'uscita dall'Euro allora cambia tutto. In Grecia quel momento è arrivato, in Italia arriverà nei prosimi mesi e allora devi stare attento a quello che proponi DI PRECISO, perchè se sembra che sarai tu (Tsipras o Podemos o Grillo/Salvini) a decidere i destini del debito i mercati attaccano in anticipo. Il secondo articolo è fatto molto bene e spiega la situazione in Grecia. --- ^GUARDIAN: LA GRECIA HA PERSO IL POTERE CONTRATTUALE DI MINACCIARE L’EURO-EXIT#http://vocidallestero.it/2014/12/30/guardian-la-grecia-ha-perso-il-potere-contrattuale-di-minacciare-leuro-exit/^ (da Voci dall'Estero) La Grecia non ha più il potere contrattuale di una volta, e le richieste di Syriza per una remissione del debito probabilmente non saranno accolte di Phillip Inman – 29 dicembre 2014 Gli allibratori hanno tagliato le quote scommesse per un’uscita della Grecia dall’euro, ora che probabilmente le elezioni porteranno al potere un partito di sinistra col mandato di muovere guerra a Bruxelles. La scommessa è che i leader di Syriza, che sono sul punto di dominare il parlamento dopo le nuove elezioni, scopriranno che Atene non ha più quel potere contrattuale che aveva un tempo. Quattro anni fa la Grecia era come il proverbiale topolino rispetto all’elefante europeo: minuscolo in confronto, ma con una grande capacità di spaventare e destabilizzare. Oggi l’eurozona, sebbene sia ancora un goffo gigante, ha acquisito una scaltrezza che mette la Grecia in netto svantaggio. Bruxelles è riuscita a scavare una linea tagliafuoco tra sé e i potenziali ribelli anti-austerità. Syriza sostiene che la determinazione della coalizione di centrodestra nello spingere avanti i tagli al bilancio fino a generare un surplus che permetta di ripagare il debito a Bruxelles, al Fondo Monetario Internazionale e agli investitori privati, sia la ricetta per un’infinita austerità e povertà. Da Bruxelles dovrebbe venire invece una maggiore remissione dei debiti, con la possibilità di ripagarli entro termini più lunghi. Tuttavia i leader dell’eurozona hanno passato gran parte degli ultimi due anni a puntellare le finanze degli altri paesi colpiti dalla crisi, come Irlanda e Portogallo, e a legare più strettamente al seno di Bruxelles quei paesi che erano vicini al crollo finanziario. I fondi di salvataggio dell’eurozona e i fondi per le infrastrutture vengono spesso descritti come inadeguati per stimolare la crescita, ma tuttavia sufficienti a mantenere la stabilità nell’area monetaria. C’era una situazione differente nel 2010, quando la minaccia di un’uscita della Grecia dall’euro aveva spaventato per la prima volta gli investitori internazionali. A quel tempo, i gestori dei maggiori fondi d’investimento del mondo vedevano aprirsi un vuoto al centro dell’eurozona. Ancor di più, ritenevano che un voto in un qualsiasi paese, piccolo o grande, avrebbe significato la sentenza di morte per l’euro. Ora gli investitori ritengono che il loro denaro sia al sicuro. I mercati azionari e i mercati delle obbligazioni, che erano impazziti nel 2010, hanno ora scontato l’eventualità di un’uscita della Grecia dall’euro nelle loro previsioni per l’anno venturo. Certo avrebbe conseguenze, ma non sarebbe quell’evento sismico che un tempo veniva temuto. Pertanto, privata della capacità di determinare uno shock in questo gioco del rischio calcolato, Atene è la sola perdente. Peggio ancora per la Grecia, molti dei papaveri a Bruxelles ritengono che per quante storie si facciano, il paese sia ricco e abbia solo bisogno di un po’ di redistribuzione al suo interno per risolvere gran parte della sua povertà. Gli incalliti eurocrati pensano che la Grecia, come altri paesi in difficoltà quali Italia e Spagna, possano risolvere molta della loro povertà con un giro di vite sulla corruzione palese e sulla fiorente economia sommersa. Avendo ciò in testa, le richieste di remissione del debito avanzate da Syriza saranno accolte con qualche sorriso e un fermo “no”. Da Berlino ad Oslo c’è ben poco sostegno per gli elettori greci. --- ^"Greece election: opposition party’s main enemy will be time"#http://blogs.channel4.com/paul-mason-blog/greece-greek-election-syriza-radical-left-opposition-party-antonis-samaras/2769#sthash.pip4RhF2.dpufhttp://blogs.channel4.com/paul-mason-blog/greece-greek-election-syriza-radical-left-opposition-party-antonis-samaras/2769^ Sunday 21 Dec 2014 ....What can Syriza do? Syriza’s ability to negotiate successfully will depend very largely on mood music in Europe. If, for example, the Greek centre right implodes – during or after the election – it would become clear to the EU that there is no point holding out to cause chaos and a second election: the winners then might only be more radical parties. It is clear from my discussions with George Stathakis and John Milios, the economics professors who have designed the Syriza debt programme, that they are positioning themselves within a wider European debate. Parts of the EU establishment want to use ECB quantitative easing (QE), loosen fiscal austerity and pursue a Keynesian version of structural reform. The prevailing view in Germany is to keep fiscal austerity, do everything short of QE and to do a neoliberal version of structural reform. Syriza’s economics professors believe that if they can insert the Greek debt problem into this dynamic, and with the help of the two bigger left parties – Die Linke in Germany and Podemos in Spain – and indeed some left social democrats, they can negotiate the big debt write-off. But their own domestic growth programme is reliant on inward investment happening at the same time as a re-regulation of the labour market and the restoration of some welfare spending. Germany the key? Much has been made of the disastrous meeting Mr Stathakis and Mr Milios had with private investors in London. But they are not planning to default on private debt, and the 2015 repayment crunch is primarily with the IMF and EU. Earlier this month Charles Robertson, of Renaissance Capital, issued a note saying: “We see a fair chance that German Chancellor Angela Merkel will say yes to Syriza. “She made the decision in 2010 that Greece should stay in the eurozone and that probably prevented a far wider global crisis. “Saying yes to Syriza is not that expensive (roughly 1 per cent of eurozone GDP)… We think Europe would be a step closer to the fiscal union that Germany clearly rejected in the 1990s, when it agreed to sacrifice the Deutschmark for the euro via the Maastricht treaty.” – Thoughts from a Renaissance Man, 9 December However, the same analyst warned that the precedent might persuade Merkel and the ECB to say no. So the biggest question for the survivability of a Syriza government is whether the EU governments and the IMF play ball. Those who have met the Syriza economic leadership, comparing notes, tend to say they are acting as if they know Mrs Merkel may say yes when there is a high likelihood she will say no, and they don’t realise how tough the ECB, IMF and private investors are going to get in the short term, to force Syriza to impose its own form of austerity. The timing is interesting. Greece has a 7bn euro cash buffer built into the original bailout deal. There is also some financial engineering whereby the state can borrow from public enterprises, to the tune of about 7.5bn euros. Plus the banks are set to repay about 2bn euros of state bailout money. So the smart money says Mr Tsipras could meet debt redemptions coming due in the first half of 2015. However, the second half is the crunch point. Of the 17bn euros due, 11bn euros is in the second half, and BoAML’s analysts think that even with all this duck and dive economics, Syriza would have to raise about 11bn euros in the markets. If Syriza does form a government there will certainly be a multilevel political crisis in Greece. The official system is riddled with corruption, from hospital doctors on the take to discrepancies at the very highest levels of government. Out of control actions, and fascist infiltration into certain police units, make the possiblity of destabilisation there non-negligible. The large anarchist left, which recurrently clashes with the cops, will probably up the ante. As the centre-right economist Yannis Palaiologos points out in his book this year, The 13th Labour of Hercules: Inside the Greek Crisis, the main problem in Greece is not debt, but the fact that an independent state, standing above local and sectoral claims, barely exists. The Greek state is a mass of claims and counter claims which are impossible to navigate unless you use networks of party privilege. As all these networks are clustered into government, the sudden departure of such networks form power will make Greece very hard to run, even without workers on strike, migrants camped on the streets and anarchists squatting in buildings. - See more at: http://blogs.channel4.com/paul-mason-blog/greece-greek-election-syriza-radical-left-opposition-party-antonis-samaras/2769#sthash.pip4RhF2.dpuf

volontariato, associazionismo, socializzare... - GZ  

  By: GZ on Lunedì 29 Dicembre 2014 23:44

[Gianlini] #i# Tuco, una delle ragioni per cui moltissimi fanno volontariato ormai è che quando hai 40 o 50 o 60 anni e tutti i tuoi amici sono sposati, hanno famiglia ecc.ecc., e tu o sei single, oppure in coppia senza figli, o ancora in coppia con figli che però ormai sono grandi e ti hanno fatto ormai marameo....in pratica non trovi più nessuno con cui passare il tempo libero raramente ormai la gente ti invita a casa loro, un po' perché i figli sono considerati soggetti a cui dedicare tutto il tempo e l'attenzione, un po' perché le case sono più piccole di una volta, ecc.ecc. il risultato è che se vuoi far vita sociale e non spendere una fortuna (pagando, la compagnia bene o male la trovi) l'unico modo è fare del volontariato; in cui trovi in genere gente come te (per età, cultura, interessi), per cui può essere divertente quanto a vent'anni uscire con gli amici#/i# ----- Sembra vero, perchè corrisponde un poco a quello che noto in una certa fascia di persone dai cinquanta in su (e anche di meno, ho almeno tre cugine che ne fanno essendo più giovani). Il motivo fondamentale è che le famiglie sono molto ristrette, c'è un figlio solo per coppia per cui anche i nipoti sono pochi, i fratelli non ci sono e anche i cugini sono pochi, una volta c'erano in giro un sacco di parenti con cui avere a che fare. Poi sono scomparsi o si sono ridotti i movimenti politici, sindacali e religiosi e anche l' associazionismo vario, dalle corali, al teatro dialettale agli ex-combattenti e alpini. Terzo, i mass media isolano la gente incollandoli davanti ai centocinquanta canali di Sky, poi Facebook, Twitter e forum Quarto la struttura delle città, specie le grandi città, in cui si vive in appartamenti al quinto piano isola materialmente. Lo noti se vai a stare in California dove quasi tutti stanno in case col giardino e si socalizza un attimo di più. In pratica una volta c'erano famiglie di tre o quattro figli ovunque e quindi tanti zii, cugini e nipoti, poi si viveva in campagna dove c'era più da fare e si interagiva coi vicini o anche in città c'erano quartieri con cortili e spazi senza auto, in cui incontravi gente. Io ho fatto in tempo a vedere Trastevere nel 1986-1987 ed era ancora un poco così. Poi c'erano sindacati, partiti, parrocchie, corali, alpini... Detto questo si può rimediare. Se stai in campagna puoi avere a che fare con orti, giardino, vigna e vino e animali che creano occasioni di contatto...Puoi andare a cantare alla corale che è bellissimo, lo sport tipo golf, tennis o crossfit crea socialità. Poi oggi molta gente si è buttata nel M5S o altre iniziative alternative socio politiche (io con la storia del debito, moneta, crediti fiscali e simili ho incontrato un sacco di gente). Però resta che la forma di socialità più istintiva e radicata è quella della famiglia allargata e se questa si restringe al minimo per la maggioranza della gente si restringe anche l'ambito delle proprie relazioni

L'Italia paga un costo REALE del debito pubblico vicino al 5%, gli altri circa ZERO - GZ  

  By: GZ on Lunedì 29 Dicembre 2014 05:55

#i#...E poi è stupendo Zibordi quando parla dei detentori di titoli di stato che sono un parcheggio sicuro di soldi dei ricchi! E mi permetto di chiedere: il sottostante di quei soldi non è oro, ma sono io che lavoro e vengo strangolato dalle tasse: ho capito bene??? Buon Natale Giovanni....#/i# --- Cos'è Natale che piovono commenti così buoni ? yes... #F_START# size=3 color=blue #F_MID#L'Italia paga dieci volte di più degli altri paesi come costo medio reale, al netto dell'inflazione, del debito pubblico. Da noi il costo REALE del debito pubblico è il 4,5% annuo, negli altri paesi si sta avvicinando a ZERO! Ehi...la"spread" non è mai stata tanto alta! (parlo di quella reale) E l'Italia ha pagato dal trattato di Maastricht (1992) in poi circa 1,800 mld di interessi di cui circa la metà sono finiti all'estero (o alle banche). Questi interessi sono le finanziarie che hanno imposto da Ciampi, Amato, Dini in poi a ripetizione#F_END# Prima di attaccare di nuovo con il meccanismo della moneta, guardiamo al semplice fatto di cui non si parla mai: in #b#Italia#/b# il costo medio del debito pubblico è oggi il 4,2% e l'inflazione è -0,3% per cui il RENDIMENTO REALE DEL DEBITO PUBBLICO è il #b# 4,5%#/b# ! In media, chi ha titoli pubblici guadagna quasi il 5% al netto dell'inflazione (ci sono alcuni che hanno titoli comprati quando la cedola era l'8% che godono di un 8% e rotti al netto dell'inflazione !). Rendimento reale, al netto dell'inflazione, garantito dallo stato, sicuro, che non richiede altro sforzo che quello di fare due firme in banca #b# In America#/b# il costo medio del debito pubblico è oggi intorno al 2% e l'inflazione è circa 1,6% per cui il RENDIMENTO REALE si avvicina a 0%. Per tre anni po l'inflazione è stata tra il 2% e il 3% e il rendimento reale era quindi #b# negativo#/b# In #b# UK#/b# il costo medio del debito pubblico è oggi sotto il 2% e l'inflazione è intorno all' 1,5% per cui il RENDIMENTO REALE è intorno allo 0,4%, ma dal 2010 al 2013 l'inflazione è stata tra il 3% e il 4% e il rendimento reale era quindi #b# negativo#/b# anche di un -2% In #b# Giappone#/b# il costo medio del debito pubblico è oggi sotto lo 0,8%, i titoli a 10 anni ultimi pagano uno 0,3% e l'inflazione è ora lo 1,5% per cui il RENDIMENTO REALE DEL DEBITO PUBBLICO è oggi #b# negativo#/b# in #b# Germania#/b# il costo medio del debito pubblico è oggi intorno all'1,5% ( i titoli a 10 anni ultimi pagano solo uno 0,6%, ma ci sono emissioni intorno al 3% che alzano ancora la media che però sta scendendo rapidamente verso l'1%...) e l'inflazione è lo 0,6% per cui il RENDIMENTO REALE DEL DEBITO PUBBLICO è oggi sullo #b# 0,9%#/b# , ma sta scendendo in fretta verso lo zero #ALLEGATO_1# OK ? Ehi, in tutto il mondo il costo del debito pubblico sta andando verzo lo zero! Sai cosa vuole dire ? Che in un sistema di moneta fittizia, di banche gonfiatesi a 3 volte il PIL e di cambi fluttuanti il tasso di interesse fisiologico del debito pubblico è zero, cioè il debito pubblico diventa moneta. Il debito pubblico è oggi la vera moneta se vogliamo, rende come i soldi in banca (cioè praticamente zero) ed è più sicuro perchè entrambi sono garantiti dallo stato ma i titoli pubblici in modo diretto. L'Italia invece paga anche dieci volte di più degli altri paesi come costo medio reale, al netto dell'inflazione, del debito pubblico. Questo è assurdo. Solo noi non capiamo come funziona il mondo. Perchè in realtà lo stato non dovrebbe pagare NIENTE. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Il senso della crisi attuale dell'Italia è che da noi lo stato non crea denaro come si fa nei paesi civili e come ha fatto fino agli anni '80, ma fa finta di non averne e di doversi indebitare e poi per pagare i debiti tassa alla morte chi lavora. La crisi è tutta qui. #F_END#. (La mafia e la corruzione c'erano anche prima e ci sono anche in Asia dove vanno alla grande, il capitalismo non è un sistema che funzioni solo se c'è della moralità, quello che conta è che i soldi girino, si lavori e si produca (e non si rubi e basta ovviamente, ok)) Il problema è il Debito pubblico che coi suoi interessi cumulati cresce sempre e obbliga a tasse su tasse per pagarli, le quali tasse costringono a indebitarsi (oggi metà delle imprese chiedono prestiti in banca per pagare le tasse)...ecc... DEBITO => TASSE => DEBITO.... #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Devi spezzare questo circuito partendo dal debito pubblico perchè NON E' NECESSARIO PER FARE FUNZIONARE IL CAPITALISMO. Il debito pubblico è RENDITA pura. Il capitalismo richiede invece gente che rischi, non che abbia la rendita garantita dallo stato.#F_END#. Gli altri discorsi infiniti sui difetti dell'Italia sono anche veri, ma sono irrilevanti per spiegare la crisi attuale. La crisi la risolvi dicendo: "ehi... i titoli pubblici che avete lo stato vi garantisce che non ci perdete sul prezzo di emissione perchè ve li accetta per pagare le tasse come denaro, ma scordatevi che vi pago interessi su interessi per altri 20 anni. La bazza è finita. Se volete risparmiare comprate un terreno (o dei bonds societari...o oro o azioni o una quota di una società), ma se comprate titoli di stato vi garantiamo, al massimo l'inflazione, anzi visto che siamo in depressione al momento no....". Eliminato il ricatto del debito pubblico riduci le tasse di 100 mld e se non basta di 150 mld...e poi la gente ha meno bisogno di indebitarsi in banca ecc... e il circuito riprende a funzionare Come dice il buon Mosler e poi anche tanti altri: #F_START# size=3 color=blue #F_MID#In realtà lo stato non dovrebbe pagare NESSUN RENDIMENTO REALE perchè il suo debito pubblico è DENARO, ANZI E' PIU SICURO DEL DENARO IN BANCA. Se lo stato paga un rendimento reale (al netto dell'inflazione) sul debito che emette, è una forma di sussidio a chi vuole risparmiare e/o accumulare ricchezza monetaria senza fare fatica. Pagare un interesse REALE sul debito pubblico è un extra, un optional, un sussidio, una forma di welfare finanziario. Lo stato non ha bisogno di indebitarsi, perchè è lui che crea il denaro che gli viene poi prestato.#F_END# Se il denaro non sono oggetti con un valore intrinseco e in più il suo valore all'estero oscilla sul mercato dei cambi, cioè se il denaro non è ancorato a niente, non convertibile in oro o qualunque cosa materiale (ad un determinato valor) e neanche in altre valute ad un cambio fisso come era fino agli anni '70, se il denaro è un numero arbitrario e fittizio e perdipiù è, al 95%, il numero di un saldo di un conto in banca (e tutti sotto sotto sappiamo che se gli chiedessero i soldi le banche non li avrebbero perchè li hanno impiegati e non possono richiamarli indietro senza far saltare tutta la baracca...).... ....se insomma il denaro è solo contabilità bancaria basata solo sulla fiducia che lo stato in caso di bisogno salvi le banche e ripaghi i depositi dei clienti... e la fiducia nello stato non è altro che la fiducia che in caso di vero bisogno lo stato "stampi" denaro (lo accrediti tramite la banca centrale per essere precisi) ...allora ne segue logicamente che lo stato non ha in alcun modo bisogno di "finanziarsi" indebitandosi con le famiglie, le quali senza lo stato non avrebbero denaro. E indebitarsi all'estero è il colmo dell'assurdo. E' solo negli ultimi 20 anni che si è venduto il debito pubblico a investitori esteri, guarda questo grafico di un secolo di storia di tutti i paesi industriali. #ALLEGATO_2# Non è normale. Non è mai stato così. Uno stato che si fa finanziare da investori esteri è un assurdo logico Ci sono altri tre o quattro modo di spiegarlo, ma insomma in qualunque modo lo giri il circuito del denaro parte dallo stato, senza di quello non si produce denaro e il denaro scompare, per cui facciamola finita con questa storia dello stato che si finanzia con debito. E' un concetto demenziale. Il senso di tutta la crisi attuale dell'Italia è che da noi lo stato non crea denaro, ma fa finta di non averne e di doversi indebitare e poi per pagare i debiti tassa alla morte chi lavora

Paul Krugman, il "keinesiano" anti-austerità spara a zero su Salvini e Grillo - GZ  

  By: GZ on Sabato 20 Dicembre 2014 01:58

Reuters, il New York Times, Paul Krugman e il resto della grande stampa angloamericana "perbene" sparano a zero sulla Lega e Grillo, anche quando sono contro l'austerità, per maggiori deficit e contro i vincoli dell'Euro. Ad esempio il Paul Krugman parla sempre male della Germania, dell'austerità e dell'Euro (vedi: ^"Da Krugman a Stiglitz.... sei premi Nobel dell'Economia contro l'euro"#http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-12-17/i-sei-premi-nobel-contro-euro-paul-krugman-italia-ridotta-paese-terzo-mondo-123937.shtml?uuid=ABsusak^, il Sole 24 ore, dicembre 2013). Non è strano ? Quando però poi parla in concreto di chi fa qualcosa contro l'austerità descrive la Lega e Grillo come la peste (^"Mad as Hellas" di Paul Krugman#http://www.nytimes.com/2014/12/12/opinion/paul-krugman-greece-economy-mad-as-hellas.html^, Mew York Times, 11 dic 2014). L'articolo di Krugman è la solita tirata contro l' austerità e per maggiori deficit come ne scrive da sempre, ma guarda il giudizio che esprime su Salvini e Grillo che sono quelli che in Italia vogliono rompere con l'austerità. Questo è il passaggio rilevante: ''Look at Italy, where about half of voters support radical parties like the Northern League and the Five-Star Movement. ... It would be a terrible thing if any of these groups — with the exception, surprisingly, of Syriza, which seems relatively benign — were to come to power.'' Traduzione: ^''Guardate l'Italia, dove circa metà degli elettori sostiene partiti radicali come la Lega Nord e il Movimento 5 Stelle. ... Sarebbe una cosa terribile se uno di questi gruppi — con l'eccezione, sorprendentemente, di Syriza, che sembra relativamente benigno — giungesse al potere.#http://www.nytimes.com/2014/12/12/opinion/paul-krugman-greece-economy-mad-as-hellas.html^'' Non tanto tempo fa si favoleggiava di un sostegno di Stglitz al M5S e Krugman viene pubblicato ogni tanto nel blog di Grillo. In realtà anche Stiglitz dice al massimo che la Germania dovrebbe uscire lei dall'euro idealmente e Krugman dalle colonne del New York Times scomunica il M5S Ora, uno può dire: ma a noi che importa di quel che pensa Krugman di Salvini e Grillo? E in effetti a me ad esempio niente. Ma #F_START# size=3 color=blue #F_MID#bisogna rendersi contro che hai contro tutta la grande stampa finanziaria, non solo in Italia, anche all'estero quella anti-austerità, pro-deficit e "keynesiana". La Lega e il M5S sono considerati "a terrible thing" dai luminari keynesiani di Harvard come Krugman, anche se in apparenza non si capisce perchè, visto che Krugman spara contro l'austerità...#F_END# C'è questa illusione in Italia che all'estero (parola con la quale si intende sempre "in America") ci siano tutti questi economisti più illuminati, "keynesiani", che spiegano come l'Austerità faccia male, sostengono maggiore spesa pubblica e maggiori deficit e ovviamente lodano sempre il "QE" (Alleggerimento Quantitativo"), per cui sarebbero i buoni contro i tedeschi cattivi. Paul Krugman in particolare viene tradotto o citato o intervistato con deferenza spesso a riguardo e anche negli ambienti diciamo "alternativi" sul web viene citato come un campione del bene contro il male perchè è sempre per maggiori deficit pubblici. Il Paul Krugman è l'economista che viene più citato su Repubblica, Corriere, IlSole24 ore come il super "cheinesiano" che predica sempre maggiori deficit pubblici e contro l'austerità. E viene quindi considerato un "buono", uno dalla nostra parte, in qualche modo simile a Warren Mosler ad esempio. Errore ! Come mai questa apparente doppiezza ? Se guardi bene, in realtà questi marpioni sono tutti dei "globalisti", a cui dei singoli paesi europei non gliene frega niente, per loro conta solo l'"economia globale", "il mercato globale...". E temono come la peste ogni vago accenno di difesa di un qualunque interesse "nazionale". Per loro vanno bene il deficit pubblici e il QE, ma solo come contributo all'economia globale delle multinazionali e del mercato finanziario. Ogni accenno di movimento che difenda gli interessi della popolazione di un singolo paese contro quelli del mercato globale per Krugman, il New York Times, Reuters soci è #b# "...a terrible thing"#/b# Altri esempi dell'ostilità della grande stampa angloamericana finanziaria "perbene" : ^"Italy's Northern League calls for EU to be 'demolished'"#http://www.reuters.com/article/2014/12/10/us-italy-politics-salvini-idUSKBN0JO22G20141210^ JAMES MACKENZIE ROME Wed Dec 10, 2014) Io sono per chiunque voglia far uscire l'Italia dalla trappola dell'eurozona, della BCE e dell'euro e quindi per il M5S e per la Lega e, ma i nostri eroi non si rendono bene conto che hanno contro tutti, anche "all'estero"...

abbiamo sempre tra le balle i comunisti - GZ  

  By: GZ on Domenica 14 Dicembre 2014 22:45

Chi era al corrente del fatto che il governo del PD ha messo l'IMU (una tassa sulle case) anche sui macchinari, sui capannoni e grandi macchinari "imbullonati", che sono stati equiparati agli appartamenti e alle case... ? #i# (...Nella determinazione della base imponibile del fabbricato industriale ^oggi vengono inclusi anche macchinari e impianti come presse, forni, magazzini automatici ecc., ancorati al suolo#http://www.confapimatera.it/wp-content/uploads/downloads/2014/11/sole-cos%C3%AC-limu.pdf^ ma che allo stesso tempo possono essere smontati, trasferiti da un sito all'altro, oppure ceduti per esser sostituiti. Si tratta, come detto, di "macchinari imbullonati" e non di veri e propri immobili che però, sulla base dell'attuale interpretazione di un regio decreto del 1939, entrano nella determinazione della rendita catastale....)#/i# ^"Bonometti a Lupi: «Assurda l'Imu sui macchinari»"#http://www.bresciaoggi.it/stories/Economia/951760_bonometti_a_lupi_assurda_limu_sui_macchinari/^, 19 dicembre 2014 #i# ...IN DIRETTA dagli impianti della Aso Siderurgica di Ospitaletto, con lo sfondo del laminatoio da cui escono i lingotti d'acciaio alla temperatura di 1.650 gradi, c'erano Paola Artioli, in rappresentanza dell'azienda, attorniata da alcuni dipendenti, e il presidente dell'Associazione Industriale Marco Bonometti...protagonista di uno scambio vivace col ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi «È una cosa assurda pagare l'Imu sui macchinari che ci servono per produrre, noi non ci fermiamo», ha esordito Bonometti chiedendo conto al ministro dell'emendamento alla legge di stabilità proposto da Confindustria per cancellare un balzello da tutti ritenuto ingiusto. Lo spiega Paola Artioli snocciolando le cifre della Aso Siderurgica che anziché pagare 400 mila euro di Imu come si pensava ha visto lievitare l'imposta a un milione di euro in seguito all'inclusione nel calcolo del valore dei macchinari e delle rendite catastali. Il gruppo industriale coi suoi ottocento dipendenti paga anche altri 18 milioni di costo del lavoro. #/i# ^"Morando: «Assurda l'Imu sui macchinari...»"#http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-11-23/morando-assurda-imu-macchinari-toglieremo-tassa--141420.shtml?uuid=ABsipBHC^, Il Sole24ore A chi mai nel mondo può venire un mente di utilizzare una tassa sulla casa come l'IMU per colpire anche i macchinari industriali e in un paese come l'Italia che è da cinque anni è sprofondato nella depressione economica ? Solo a degli ex-comunisti come quelli del PD, che che quando si tratta delle banche e banche centrali sono servili agli interessi finanziari, ma appena si tratta di imprese e imprenditori hanno sempre il riflesso condizionato del mungere il capitalista #F_START# size=4 color=blue #F_MID# In Italia il peso dello stato va (complessivamente) ridotto #F_END# Si vogliono altri esempi freschi di oggi ? ^"Evasione fiscale, Fermet assolta. Ma ora azienda è in liquidazione: ‘Stato risarcisca’"#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/14/evasione-fiscale-fermet-assolta-azienda-in-liquidazione-risarcisca/1264098/^ #i# . “Il fatto non costituisce reato”. La formula è troppo semplice per rendere conto delle sofferenze e dei guai passati da Alberto Ricciardi, l’imprenditore 60enne di Massa che ha perso la sua azienda Fermet dopo una serie di verifiche della Guardia di finanza e di accertamenti dell’Agenzia delle entrate. Provvedimenti tutti annullati, uno dopo l’altro. Si chiude così il filone penale derivato dalle azioni del Fisco, con l’accusa per Ricciardi di aver evaso dal 2008 al 2010 tasse per un imponibile superiore ai 23 milioni di euro. La sentenza di assoluzione è stata pronunciata lo scorso luglio dal tribunale di Brescia, ma è passata in giudicato solo nei giorni scorsi, quando sono scaduti i termini per presentare appello. Il finale però è lieto solo sul fronte giudiziario. Perché nel frattempo la Fermet, un tempo leader nella trasformazione di materiali metallici da rivendere alle più importanti acciaierie d’Italia e con fatturato superiore ai 200 milioni di euro, è ormai in liquidazione da mesi. Le gru sono ferme, i 70 operai non hanno più il loro posto di lavoro. “Lo Stato ha distrutto questa azienda, ora deve rimediare all’errore”, afferma Giovanni Toffali, uno dei legali di Ricciardi. “Per questo stiamo preparando un’importante richiesta di risarcimento”. Sulla sorte di Fermet, va detto, ha pesato anche una sentenza del Consiglio di Stato. Che nel 2012 non ha riconosciuto un risarcimento milionario per una delibera con cui il consorzio pubblico Zona industriale apuana aveva assegnato senza bando un’area a un gruppo di aziende concorrenti. E ciò nonostante la Cassazione avesse in precedenza annullato la delibera medesima. Una vicenda che negli anni è andata in parallelo a quella principale dei controlli delle Fiamme gialle, a seguito dei quali nel 2009 alcuni fornitori della Fermet sono stati trovati senza dipendenti e senza la struttura necessaria per svolgere l’attività. Delle “mere cartiere”, insomma, come conferma il giudice di Brescia nella sentenza di assoluzione. Proprio per questo il Fisco aveva contestato a Ricciardi di avere dedotto a bilancio dei costi a fronte di fatture soggettivamente inesistenti, cioè dei costi realmente sostenuti, ma derivanti da operazioni in nero a monte della catena di approvvigionamento. Una posizione su cui l’Agenzia delle entrate ha fatto di recente marcia indietro. E ora anche il giudice, che sottolinea come non risulti “prova di difformità, totale o parziale, tra i costi sostenuti e i costi esposti”, giudica corretto il modo in cui Fermet ha contabilizzato quelle spese. Del resto la possibilità di dedurre costi derivanti da operazioni soggettivamente inesistenti era stata confermata a livello normativo già due anni fa. Ma ciò non aveva dissuaso l’Agenzia delle entrate dall’emettere una serie di nuovi accertamenti che hanno dato la mazzata finale a Fermet. Il contenzioso ha infatti impedito all’azienda di incassare un credito Iva da 5 milioni di euro. Soldi grazie ai quali si sarebbe forse salvata. Ma che ancora oggi è impossibile ottenere, nonostante l’accusa di evasione sia caduta, perché la legge impone anche alle società senza pendenze con il Fisco di garantire l’incasso dei rimborsi Iva con una fideiussione. La logica è questa: se un futuro accertamento fiscale lo riterrà non dovuto, il rimborso potrà essere recuperato dall’erario senza difficoltà. Ma quale banca firma una fideiussione a un’impresa finita in liquidazione? “Ora la battaglia è su questo – dice Ricciardi -. Il Parlamento deve modificare le norme. Io sono determinato a far ripartire l’azienda e a pagare tutti i miei fornitori”.#/i#

raccogli le firme per il referendum contro l'euro (anche se in questo modo lo si perderà) - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 10 Dicembre 2014 20:00

Parte domani la campagna per il referendum. Ecco qui sotto le ^domande e risposte sull'Euro della campagna del M5S#http://d2ddakkt2rzmi5.cloudfront.net/Volantino_con_le_Domande_Frequenti.pdf^ che indica come verrà condotta dal M5S. E' un iniziativa importante, in questo modo si parlerà di euro, eurozona, debito e BCE e anche nel resto d'Europa catalizzerà l'attenzione. Qui gli si farà pubblicità nel nostro piccolo. Come volantino per una raccolta di firme questo è ok (anche se andrebbe riconosciuto che gli argomenti sono identici a quelli che da un anno usa Claudio Borghi, che ora è l'esperto economico della Lega...e Bagnai..non che ci sia niente di male se si arriva a concordare con quello che dicevano altri..). I paladini più noti della Lira, Borghi e Bagnai dicono che l'iniziativa del referendum è perversa, che in pratica boicotterà la causa della lira portandola alla sconfitta (^“La bufala del referendum sull’Euro di Grillo"#http://scenarieconomici.it/claudio-borghi-bufala-referendum-sulleuro-grillo-on-storify/^). Questo sembra un voler complicare troppo le cose: se sei contro l'euro, un referendum contro l'euro è... positivo... è un iniziativa utile perlomeno per farne un dibattito nazionale. Punto. In Italia ci sono troppi ragionamenti contorti. Bisogna tirare una linea, di qua ci saranno anche errori e confusioni, ma dall'altra parte ci sono dei gran figli di mignotta: ^"Paolo Mieli Se usciamo da Euro Saremmo dominati da Cafoni e Mignotte 09/12/2014"#https://www.youtube.com/watch?v=Y-UVKW38dSI&list=UUJtt73yNxMnXAw8W5EfUqXg#t=35^ (..fuori dall'euro saremo come il Montenegro, pochi miliardari e tanti poveri e poi cafoni e mignotte...") Il problema non è se il referendum sia controproducente come strategia politica. Il problema è la sostanza di quello che proponi, qui ormai con la tattica e la strategia politica non fai più un 'azzo, qui è l'ora di chi capisce qualcosa di economia. Con questo tipo di discorso (imitato appunto da Bagnai e Borghi) per il ritorno alla lira perderai di sicuro, perchè è naive, presta il fianco a critiche facili e non suona realistico a chi capisce qualcosa del mondo finanziario... Persino alla conferenza che ha organizzato Bagnai, con anche Borghi, in novembre c'erano un paio di economisti non pro-euro, ma semplicemente più scettici, che hanno mostrato facilmente che il ritorno alla lira è dieci volte più complicato di come lo descrivono #ALLEGATO_1# Se il referendum si tenesse tra qualche mese e si dibattesse (in piazza, in radio, in Tv, su internet sperando che quelli del M5S si facciano vedere) per il ritorno alla Lira con questi argomenti si perderebbe (tra un anno e mezzo, quando i tempi tecnici consentiranno di farlo, potrebbe esserci già stato un crac finanziario globale e quindi chissà...). domanda 1. OK, ma non è un questione importante... domanda 2. OK...idem domanda 3. OK anche se togliere "l'IRAP alla microimprese" è pochino come proposta di riduzione delle tass (l'unica finora avanzata dal M5S) domanda 4. OK domanda 5. sì sì... ma qui si arriva al problema cruciale e dire #i# "il mercato non avrà problemi a finanziare il nostro debito pubblico perchè quello che guida gli investimenti è prima di tutto la sostenibilità del debito..."#/i# è naive anzi è fuorviante, cioè è scorretto sostenerlo. Vediamo di ri-spiegarlo, perchè la disgregazione dell'Euro a partire dall'Italia è una questione epocale, gli interessi in gioco sono semplicemente colossali, non è una questione che riguarda l'Italia e basta... Il mercato attualmente finanzia il debito italiano a tassi tra l'1% e il 2% (il decennale del BTP quotava 1,95% ieri). Questo perchè l'inflazione è crollata dal 3% e rotto del 2011 al -0,4% per merito dell'austerità che ha distrutto l'economia. Per cui comunque un BTP rende in termini reali un +2,4% che al momento nel mondo per un titolo pubblico è parecchiio. Ma anche perchè vale ancora la promessa della BCE di Draghi di comprare BTP SE NECESSARIO PER TENERE ASSIEME L'EURO. CIOE' IL MERCATO CHIEDE SOLO IL 2% ALL'ITALIA PERCHE' L'INFLAZIONE è SOTTOZERO E PERCHE' SI FIDA CHE DRAGHI NE COMPRERA' SE L'EURO ENTRA IN CRISI. Giusto ? Siamo d'accordo ? Quando ritornassi alla Lira questa si svaluterà del -20% circa contro dollaro (e metà delle valute del mondo che sono legate al dollaro) e del -60% contro marco (e altre valute del nord-europa) e ci sarà quindi più inflazione (da costi di importazione). OK ? Qui per ora stiamo sfondando porte aperte, ma è solo l'inizio, purtroppo l'economia globale moderna finanziaria è una catena di effetti e cause... Se ci limitasse a tornare alla lira e basta, l'economia non si riprenderebbe però molto, se ritorni alla lira lo fai ANCHE per ridurre le tasse e di molto. Oppure per aumentare la spesa pubblica, insomma per aumentare il deficit pubblico altrimenti lo stimolo che viene dall'importare meno ed esportare di più non è sufficiente. (Occorre la prova ? il Giappone ha svalutato del -35% contro euro e quasi del -45% contro dollaro negli ultimi due anni. Il PIL è migliorato di 1 punto e mezzo percentuale, forse due punti... di crescita... e loro sono il Giappone...) Anche aumentare il deficit pubblico quindi produrrà più spesa e più inflazione (specie se aumenti la spesa pubblica). Bene, ma allora siamo anche d'accordo che ritornare alla lira significa avere due fattori di inflazione importanti, la svalutazione e i deficit pubblici aumentati. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Quindi ci sarà un inflazione che sale da -0,4% a, per esempio, 5% e rotti (se va bene).#F_END# Il mercato questo ragionamento che ho appena fatto lo fa e lo sa da anni e quindi giocherà d'anticipo e senza aspettare che l'inflazione si materializzi chiederà un rendimento del 2% reale (a cui è abituato da 30 anni) + inflazione, quindi del 2% + 5% = 7%, se tutto va bene. Di conseguenza #F_START# size=3 color=blue #F_MID# i BTP che oggi pagano un 2% pagheranno un 7%, se tutto va bene. E quindi il costo del debito pubblico esploderà velocemente dagli attuali 85 mld di euro a (supponendo una parità iniziale 1 euro per 1 lira) a 100, poi 110, poi 120, poi 130 mld...#F_END# Occorre ricordare qui che prima dell'arrivo dell'euro, nel 1993-1996, l'Italia pagava l'equivalente di 180 mld di oggi di interessi e un 21% della spesa pubblica (e un 11% circa del PIL !!!). #F_START# size=6 color=blue #F_MID#A meno che....#F_END# A meno che...la Banca d'Italia non si metta lei a fare "QE" a manetta, cioè #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Bankitalia compri dai 200 mld in su di titoli di stato (su 400 mld che vanno in scadenza ogni anno)#F_END#. Questo è possibile e fattibile e anche giusto, ma ovviamente se uno stato come l'Italia esce dall'Euro e svaluta quindi di colpo e poi in aggiunta si mette a stampare 200 mld di lire all'anno solo per comprare BTP succede poi quello che succede ora al Giappone, che fa una politica del genere, ma in modo più estremo. Succederà allora che #F_START# size=3 color=blue #F_MID#la svalutazione iniziale del -20% circa contro dollaro (e metà delle valute del mondo che sono legate al dollaro) e del -60% contro marco (e altre valute del nord-europa) diventerà forse del -30% contro dolllaro e del -80% contro marco..#F_END# Attenzione però che non sto esagerando. Il cambio Lira/Marco era a 200 lire a inizio anni '70 ed arrivò a 1,200 lire a metà anni '90, quindi in 25 anni circa era aumentato di 6 volte (la quantità di lire necessarie per comprare 1 marco....). Se tanto mi da tanto, dopo 15 anni in cui è bloccato non ci sarebbe niente di strano che l cambio Lira/Marco da 1000 lire (supponendo ora per fare un confronto più facile di che si esca alla parità di 1,000 lire per 1 marco..) vada a 2,000 lire per 1 marco. #ALLEGATO_2# A quel punto però sia l'inflazione importata e gli effetti sull'import export che le perdite sui risparmi in lire si amplificano ancora rispetto all'ipotesi iniziale di una svalutazione diciamo seria, ma non drammatica. Ripeto per chi si sia distratto: se torni alla lira, devi anche approfittarne per aumentar ei deficit e però per evitare che il costo dei BTP schizzi all'8% e il peso degli interessi da 85 mld esploda a 150 mld o peggio devi far comprare almeno 200 mld di BTP all'anno a Bankitalia stampando lire. E stampando lire la valuta allora scende ancora di piu e quindi puoi avere Lira a 0,80 dollari e marco a 1,80 dollari. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Ah ah... qui siamo arrivati al "buco nero" del discorso della lira, la fuga di capitali#F_END# Diciamo allora che l'italiano che aveva un milione di euro e li avesse lasciati in Italia se ne ritrova la metà rispetto all'italiano che aveva un milione di euro e li avesse spostati su qualcosa di germanico. Ehi... il problema del ritorno secco alla lira, con la conversione forzosa di circa 4mila mld di saldi bancari oggi in euro per decreto una mattina di lunedì in lire è che nei mesi precedenti #F_START# size=3 color=blue #F_MID#CI SARA' LA MADRE DI TUTTE LE FUGHE DI CAPITALI#F_END# Qui si fa finta che non esista la madre di tutti i problemi del ritorno alla Lira e cioè che #F_START# size=3 color=blue #F_MID# l'italiano che aveva un milione di euro e li lascii in Italia se ne ritroverà la metà rispetto all'italiano che aveva un milione di euro e li sposta su qualcosa di germanico. Un terzo della ricchezza finanziaria degli italiani attuale può prendere la strada dell'estero. Che significa che il sistema bancario italiano salterà e andrà salvato con centinaia di miliardi.. #F_END# Bene, c'è qualcosa nel materiale informativo per la comunicazione e i dibattiti (o negli articoli del blog di Grillo) che affronta questo problema ? #ALLEGATO_3# Anche qui ci sono delle considerazioni condivisibili, ma non si affronta il punto debole del ritorno alla lira "secco": la paura per i propri risparmi, il semplice fatto che chi riuscirà per tempo a liquidare bot, cct, btp, pronti contro termine, obbligazioni bancarie italiane e tutto quello che ha di italiano nel portafoglio guadagnerà dal 50% in su rispetto ai tapini che invece rimangano incastrati in Italia o con investimenti italiani. Dato che la ricchezza finanziaria in Italia, come in tutti i paesi moderni, è concentrata, almeno il 50% è in mano ad un 5% della popolazione, quelli che hanno dal milione di euro in su pro-capite e non sono tutti sprovveduti, hanno consulenti in banca o altrove, hanno o nipoti o figli o amici che gli spiegano magari qualche cosa oppure anche loro leggono internet ecc... Questa piccola fetta della popolazione che è benestante e ha qualche milione di euro a testa, appena sentirà che l'uscita dall'Euro non è una teoria, ma una possibilità reale, appena ne vedrà discutere seriamente in TV, appena vedrà che c'è il referendum sul serio ad esempio e i sondaggi non sono a favore dell'euro, che la lira può anche vincere... sai cosa succederà ? Non tutti ovviamente, ma anche solo un terzo si spaventeranno e sposteranno i loro soldi... Qual'è insomma il problema di una campagna referendaria basata su questo discorso ? Che glissa, che fa finta che non esista il fatto che l'italiano che aveva un milione di euro e li lascii in Italia se ne ritroverà forse la metà rispetto all'italiano che aveva un milione di euro e li ha spostati su qualcosa del nord-europa. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#E quindi dei 3,500 mld di euro e rotti della ricchezza finanziaria degli italiani attuale può essere che almeno 800 mld prendano la strada dell'estero e che il sistema bancario italiano salti.. #F_END# (E questa è una stima che faccio conservativa, nel 2011 dalla Spagna sono usciti circa 300 miliardi ad esempio solo perchè si temeva un default della Grecia e un possibile "contagio"...senza nemmeno che si temesse il ritorno della Spagna alla peseta) E cosa succede di brutto se vengono venduti titoli pubblici e bonds bancari, liquidati conti risparmio, p/c, prelevati contanti ecc.. per diciamo 800 mld dalle banche italiane...? Che è #F_START# size=3 color=blue #F_MID#una corsa "agli sportelli" delle banche, che queste avranno bisogno di essere salvate e Bankitalia dovrà stampare altri 200 o 300 o 400 mld per sostenerle...e questo a sua volta farà svaluare la lira ecc..#F_END# Questo discorso che cerco qui di fare in modo ragionevole, quando si dibatterà veramente del referendum sul ritorno alla lira, lo faranno in modo terroristico i quattro quinti degli esperti o sedicenti tali in TV. Dato però che questo non è affatto un discorso campato per aria, che di fondo è vero, avranno vita facile, specialmente contro Di Maio, DiBattista, Grillo e gli altri che (ogni tanto) si sono visti parlare finora ...

introdurre una moneta parallela all'euro (se ne parla sempre di più) - GZ  

  By: GZ on Giovedì 04 Dicembre 2014 21:40

sul Der Spiegel di oggi, si parla di #F_START# size=3 color=blue #F_MID#introdurre una moneta parallela all'euro#F_END#, Wolfgang Münchau, 2 Dicembre 2014 : --- ....Completamente favorevole all’Europa, Berlusconi, naturalmente, non lo era mai stato. Ma, opportunista com’è, anche lui mette in discussione il futuro dell’euro. Di più: lui e il suo partito, Forza Italia, il secondo più grande partito italiano, hanno un piano ben congegnato. ^Berlusconi vuole riavere la sovranità monetaria introducendo all’interno del paese una valuta parallela che fluttui liberamente nei confronti dell’euro. Stipendi e salari, e ovviamente anche i prezzi nei negozi, sarebbero indicati in questa nuova valuta.#http://vocidallestero.it/2014/12/02/munchau-attenzione-se-litalia-esce-dalleuro/^ In un primo momento si cambierebbero i vecchi euro in nuovi euro italiani secondo un rapporto uno a uno. In seguito si lascerebbe fluttuare la nuova valuta liberamente, con la conseguenza che il suo corso subirebbe un crollo immediato, probabilmente fra il 30% e il 50%. L’economia italiana in un colpo solo diventerebbe di nuovo competitiva. Per il resto dell’Eurozona un’uscita dell’Italia rappresenterebbe il peggiore di tutti gli scenari di crisi. Ma effettivamente il paese non è più cresciuto dall’ingresso nell’euro. La disoccupazione è alta. La disoccupazione giovanile fa paura... ---- ^ su Micromega, intervista a Luciano Gallino (sociologo)#http://temi.repubblica.it/micromega-online/gallino-%E2%80%9Cil-jobs-act-una-pericolosa-riforma-di-destra%E2%80%9D/^, #F_START# size=3 color=blue #F_MID# che concorda sull'introdurre una moneta parallela all'euro#F_END# #i# Lei ha firmato insieme agli economisti Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Enrico Grazzini e Stefano Sylos Labini un appello che propone la nascita di una moneta parallela all’euro per uscire dalla trappola della liquidità e del debito. In che consiste?#/i# ^Qui non si tratta di uscire dall’euro ma di avere in Italia dei titoli pubblici con la possibilità di poterli spendere e scambiare come se fossero una moneta. Nel manifesto si parla esplicitamente della fuoriuscita dall’euro come atto con conseguenze disastrose per la nostra economia. Penso alla fuga dei capitali, alla possibile svalutazione della nuova moneta e alle complicazioni burocratiche. Ci sono milioni di contratti con soggetti esteri denominati in euro, che dovrebbero essere ritoccati e modificati. Un’assurdità#http://www.syloslabini.info/online/gallino-il-jobs-act-una-pericolosa-riforma-di-destra/^#http://www.syloslabini.info/online/gallino-il-jobs-act-una-pericolosa-riforma-di-destra/^. Nell’euro ci siamo, consci che ci sono gravissimi problemi che andrebbero analizzati e discussi mentre Bruxelles e in primis la Germania lo vietano in maniera categorica. La nostra proposta è un modo per ovviare a livello nazionale alle rigidità dell’euro e far circolare contante a chi ne ha meno, compresi lavoratori e medie e piccole imprese. #i# Un modo di riottenere la sovranità perduta?#/i# Certamente. Il trasferimento di poteri da Roma a Bruxelles forse è andato oltre anche a quel che era previsto a Maastricht. Viviamo in un’Europa delle diseguaglianze che necessita di alcuni urgenti interventi, al momento non sembra ci siano le condizioni: la Commissione non vuole modificare la propria linea economica con Junker sostenuto convintamente dalla Germania. L’euro sarà destinato a propagare guai ancora per molto tempo e l’emissione in Italia di Certificati di Credito Fiscale (CCF) potrebbe mitigare i disastri della moneta unica, così pensata #F_START# size=3 color=blue #F_MID# OK Si stanno facendo progressi. L'idea di introdurre una moneta parallela all'euro è l'unica soluzione per uscire dalla Depressione. Per capirlo potevi ascoltare oggi Draghi in visibile difficoltà, stanco e nervoso, che cercava di convincere l'intero mercato finanziario che la BCE "farà qualcosa" prossimamente se quello che ha fatto non sarà sufficiente. E cosa farà ? Il mercato vuole QE QE QE !!!! cioè che compri titoli di stato. Ma Draghi non ha detto che lo farà neanche oggi e ha invece ripetuto che in ogni caso la BCE non può fare "finanziamento con moneta" dei deficit pubblici. Cioè ha ripetuto che la BCE non può per statuto e per disegno creare moneta per l'economia. La BCE può solo comprare titoli di debito sul mercato, facendo così guadagnare agli investitori che li hanno comprati perchè ovviamente la BCE glieli compra ad un prezzo più alto di quello attuale. Quello che dice Berlusconi è incoraggiante, ma poi non è chiaro cosa intenda perchè non ha specificato niente e non sembra che parli di creare crediti fiscali visto che dice che la nuova moneta si svaluterà e fluttuerà rispetto all'Euro. Probabilmente non ha in mente nessun piano preciso, ma solo un idea vaga. Inoltre non dice niente su cosa succederà all'Euro e alla BCE Quello che dice Gallino è incoraggiante e cita anche i crediti fiscali (chiamandoli titoli pubblici...), ma poi aggiunge che in questo modo si evita l'uscita dall'Euro, che anzi è il modo per evitarla e uscire dall'Euro sarebbe un assurdità. E' vero il contrario, emettendo crediti fiscali metti in moto il processo di uscita dall'Euro, fai il primo passo dopo il quale l'uscita dall'Euro diventa inevitabile, ma se capisci come funziona il meccanismo lo organizzi in modo graduale Se lo stato italiano segue la nostra proposta e crea una moneta parallela all'Euro, taglia fuori la BCE, la esautora, le toglie il suo potere, scardina il fondamento di tutta l'eurozona che è vietare allo stato di creare moneta. Ma lo fa "dall'interno", senza esporsi alla fuga di capitali e al caos finanziario, come succederebbe con l'abolizione immediata dell'euro in Italia e la sua sostituzione forzata con le lire. #F_END#

mia cugina ha sposato un tedesco - GZ  

  By: GZ on Giovedì 04 Dicembre 2014 17:47

Una mia cugina un anno fa ha sposato un tedesco e ieri l'altro ha partorito. Mi aveva spiegato le meraviglie della clinica per la maternità a #b#Monaco di Baviera#/b#, dove tutte lo fanno nell'acqua e in condizioni super confortevoli, in un posto pulitissimo, scintillante, tecnologico, dove ti assegnano settimane prima la tua infermiera che ti aggiorna con degli SMS giorno per giorno ecc...(ovviamente struttura pubblica e gratuita o quasi). Tra parentesi questa mia cugina non è una provinciale, ha conosciuto il suo uomo quando ha avuto una borsa per un anno ad Harvard in diritto e poi lo ha seguito anche un poco a Pechino dove questo lavorava all'ambasciata tedesca. E il marito è un avvocato di affari per una di quella società dove lavori 16 ore al giorno e se non ti viene l'infarto poi diventi quello che contratta l'acquisizione della Nokia o la fusione della Chrysler. Questo per dire che mia cugina pianifica di andare a vivere a Monaco a fianco a questo tizio brillante e quindi integrarsi nella vita germanica. Cioè non è una di quelle che stare vicina alla mamma... è una che si trova a suo agio più in america che qui e anche in germania ammira l'efficienza... La chiamo stamattina per congratularmi e chiedo come è stato il parto super a Monaco. Mi dice che è qui al Policlinico qui a #b#Modena#/b# ed essendo stato un poco terremotato l'anno scorso non era nell'ala maternità solita, ma in un altro reparto. Dico: ehi... ma cosa è successo con la famosa clinica bavarese con il parto extra-dolce in acqua... ? (al Policlinico, la moglie di un mio cugino per poco non è morta di parto venti anni fa per un infezione beccata in corsia, un altra mia cugina ha partorito a ferragosto e quando la sono andata a trovare non c'era aria condizionata, due anni fa. Sono finiti sui giornali perchè hanno scambiato le fiale di una coppia che faceva la fecondazione in vitro e si sono ritrovati un bambino mulatto perchè la fiala era di un immigrato...Inzomma... è un ospedale emiliano dove la gente è cortese e funziona, ma devi anche stare attento..) Un poco imbarazzata mi comincia a spiegare che ha avuto alcune esperienze recenti che l'hanno infastidita in Deutschland. Arriva incinta di otto mesi in treno e dato che ha due bigliatti di andata o non so cosa, ma insomma insospettisce il controllore che sta dieci minuti a esaminarla (mentre ai passeggeri teutonici da solo un occhiata) e poi le chiede la carta di identità. Caso vuole che non l'abbia con sè, la fanno scendere e la tengono tre ore alla stazione di polizia. Si lamenta del trattamento discriminatorio e il controllore le risponde ...#i# perchè gli italiani cercano sempre di truffare...#/i# Va in piscina, sempre incinta con il pancione e mentre nuota si sente prendere per la gamba e tirare giù che beve. Si volta e vede che una tedesca che aveva superato a nuoto nella corsia manifesta in questo modo brusco il fatto che sembra non si possa superare all'interno delle corsie. In altre parole: i tedeschi non si fidano degli italiani, degli spagnoli o dei portoghesi e non lasciano margini di errore #F_START# size=3 color=blue #F_MID#E' inutile continuare a fingere che i tedeschi metteranno in comune con l'Italia o la Spagna una parte anche piccola del loro bilancio, che accetterranno di garantire o finanziare altri paesi!#F_END# I tedeschi non si fidano degli italiani, degli spagnoli o dei portoghesi. Non accetteranno mai di comprare i nostri BTP... come ^ha dovuto implicitamente cominciare ad ammettere oggi Mario Draghi#http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-12-04/borse-positive-giorno-bce-091958.shtml?uuid=ABWnQxLC^

la spesa pubblica va ridotta (“Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”. - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 03 Dicembre 2014 13:15

^"...il mercato dei fondi statali per i centri di accoglienza per gli immigrati è immenso. Gli inquirenti parlano della “possibilità di trarre profitti illeciti immensi (…) paragonabili a quelli degli investimenti illeciti realizzati con gli stupefacenti. Le intercettazioni parlano chiaro. Al telefono con Pierina Chiaravalle, Salvatore Buzzi, numero uno della cooperativa “29 giugno” e braccio operativo dell’organizzazione, domanda: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/02/mafia-capitale-buzzi-immigrati-si-fanno-soldi-droga/1245847^ (dal Fatto di oggi, inchiesta sulla mafia degli appalti a Roma alle cooperative...) ^ “Noi quest’anno abbiamo chiuso… con quaranta milioni di fatturato ma tutti i soldi… gli utili li abbiamo fatti sui zingari, sull’emergenza alloggiativa e sugli immigrati, tutti gli altri settori finiscono a zero …"#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/03/mafia-capitale-libro-nero-delle-tangenti-buzzi-disse-pago-tutti/1247111/^ Salvatore Buzzi, intercettazione, il Fatto, 30 nov Questo Salvatore Buzzi prende 30 anni per omicidio nel 1980, ma esce dopo solo quattro anni perchè in carcere si distingue laureandosi e scrivendo relazioni sui problemi carcerari che piacciono molto a #b# Rodotà che lo segnala e lo raccomanda come detenuto modello#/b# e quindi lo scarcerano velocemente. Appena uscito si mette in affari con la Legacoop del PD da una parte e un ex criminale dei NAR dall'altra e mettono assieme un giro di 60 milioni di euro con le cooperative di detenuti e l'assistenza agli immigrati e agli zingari. Nelle intercettazioni si vanta che si fanno più soldi con l'assistenza sociale che con la droga #F_START# size=4 color=blue #F_MID#La spesa pubblica va ridotta in Italia. Per risollevare l'economia tagli le tasse a lavoratori e imprese, dirette e indirette. Ma la spesa pubblica va ridotta. Non leggete solo quello che diceva Keynes 80 anni fa#F_END# Non rompiamo le palle con #i# Keynes, ma Keynes... perchè Keynes diceva#/i# ... ehi! Al tempo di Keynes la spesa pubblica era il 10% del PIL, oggi è più del 50% del PIL.. Keynes diceva di aumentarla forse al 20% del PIL, mica al 50%...e tra parentesi era contro la globalizzazione, era protezionista...(Quando ho visto che nell'ultima versione del piano per creare moneta parallela in Italia Cattaneo ha messo 50 miliardi di aumento di spesa pubblica (invece di avere solo riduzioni di tasse come nel piano originario ho detto va beh... qui siamo alle solite...) La spesa pubblica assistenziale in particolare va tagliata in Italia (in Svezia è diverso...). #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Se vuoi dare soldi a chi ne ha bisogno gli riduci le tasse e se è disoccupato e quindi non paga tasse, allora gli dai dei soldi in mano, cash e se li gestisce lui #F_END#. Non metti in piedi dei #i# "centri sociali di assistenza che con fondi della regione o della UE finanziano lavoro di cooperative..."#/i# per gestire i soldi di chi ne avrebbe bisogno perchè metà dei soldi si perdono per strada. Questi programmi in Italia sono pretesti per approfittare dei soldi pubblici. Chi entra nel giro degli appalti per cooperative di assistenza fa più profitti della mafia con la droga E gli immigrati illegali non li assisti per anni, li reinpatri. E gli zingari che si paghino la luce, acqua, gas, monnezza e il resto come tutti. #ALLEGATO_1# #i#... al tavolo ci sono tutti quelli che a Roma contavano qualcosa: Gianni Alemanno (oggi indagato con Buzzi per associazione mafiosa), l'ex capo dell'Ama Franco Panzironi (arrestato con Buzzi), un esponente del clan dei Casamonica in semilibertà, l'attuale assessore alla Casa Daniele Ozzimo (al tempo consigliere Pd e pure lui indagato oggi dai magistrati: si è dimesso ), il portavoce dell'ex sindaco Sveva Belviso e il potente parlamentare del Pd Umberto Marroni, seduto, sorridente, vicino a Panzironi.#/i# ^Mafia Capitale, Buzzi: “Con immigrati si fanno molti più soldi che con la droga”#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/02/mafia-capitale-buzzi-immigrati-si-fanno-soldi-droga/1245847/^, Il Fatto, 2 dicembre ....Per la “cupola” di Roma l’emergenza immigrati era una miniera d’oro: i fondi per i centri d’accoglienza sono un piatto ricco e il sodalizio criminale ipotizzato dagli inquirenti fa in modo che parte di questi finanziamenti finisca nelle tasche delle cooperative amiche. Gli inquirenti lo chiamano “Sistema Odevaine“: “La gestione dell’emergenza immigrati è stato ulteriore terreno, istituzionale ed economico, nel quale il gruppo riconducibile a Buzzi si è insinuato con metodo eminentemente corruttivo – si legge nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari firmata dal gip Flavia Costantini – alterando per un verso i processi decisionali dei decisori pubblici, per altro verso i meccanismi fisiologici dell’allocazione delle risorse economiche gestite dalla P.A.”. Un sistema studiato per far arrivare i soldi pubblici ai gestori amici “che si dividono il mercato“. E il mercato dei fondi statali per i centri di accoglienza per gli immigrati è immenso. Gli inquirenti parlano della “possibilità di trarre profitti illeciti immensi (…) paragonabili a quelli degli investimenti illeciti realizzati in altri settori criminali come lo smercio di stupefacenti. Le intercettazioni parlano chiaro. Al telefono con Pierina Chiaravalle, Salvatore Buzzi, numero uno della cooperativa “29 giugno” e braccio operativo dell’organizzazione, domanda: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”. Il centro del sistema è Luca Odevaine. Ex vice capo di gabinetto del sindaco Walter Veltroni e capo della polizia provinciale di Roma, “Odevaine è un signore che attraversa, in senso verticale e orizzontale, tutte le amministrazioni pubbliche più significative nel settore dell’emergenza immigrati”, scrivono i pm. Perché è così importante la sua figura? “La qualità pubblicistica di Odevaine risiede nell’essere appartenente al Tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione” e al contempo è “esperto del presidente del C.d.A. per il Consorzio “Calatino Terra d’Accoglienza”» , ente che soprintende alla gestione del C.A.R.A. di Mineo“. Un’intercettazione in cui Odevaine parla con il suo commercialista fotografa il suo ruolo: “Avendo questa relazione continua con il Ministero – spiega l’ex vice capo segreteria di Veltroni – sono in grado un po’ di orientare i flussi che arrivano da… da giù… anche perché spesso passano per Mineo… e poi… vengono smistati in giro per l’Italia… se loro c’hanno strutture che possono essere adibite a centri per l’accoglienza da attivare subito in emergenza… senza gara… (inc.) le strutture disponibili vengono occupate… e io insomma gli faccio avere parecchio lavoro…”. ^«L’ho comprato, gioca per me» La rete che arruolava i politici I boss cambiavano perfino il bilancio. «Cosentino (Pd) è amico nostro»«L’ho comprato, gioca per me»#http://www.corriere.it/cronache/14_dicembre_03/ho-comprato-gioca-me-rete-che-arruolava-politici-3e01a0a6-7ab4-11e4-825c-8af4d2bb568e.shtml^ Corriere, 2 dicembre

Marco Cattaneo qui si sbaglia proprio - GZ  

  By: GZ on Domenica 30 Novembre 2014 02:02

Marco (Cattaneo) ha pubblicato la sua ultima sintesi del piano di ^creare crediti fiscali (differiti) per 200 mld circa come modo di risolvere la crisi, senza uscire dall'Euro#http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2014/11/risolvere-la-crisi-con-una-nuova-moneta.html?m=0^. Rispetto alla formulazione nel libro di Hoepli ha cambiato la destinazione di 1/4 circa dei CCF, che ora vanno alla spesa pubblica per circa 50 mld, per cui "su 200 miliardi totali massimi all’anno, all’incirca 80 alle aziende private, 70 ai lavoratori e 50 allo Stato....". Questo non è comunque essenziale ai fini della discussione qui. ---- versione breve --- Per chi sia allergico a leggere più di una pagina: il piano di creare una moneta parallela in Italia tramite crediti fiscali risolleverebbe l'Italia, siamo d'accordissimo e per questo abbiamo scritto il libro. Ma #F_START# size=3 color=blue#F_MID#è anche un piano che porta necessariamente all'uscita dall'Euro, questo è sicuro al 100%. Non #i# "è la via per rendere sostenibile il sistema monetario europeo.."#/i# #F_END# come adesso scrivi. Molte cose in economia sono solo probabili e non molte sono certe. Ma è più probabile ci si stabilisca la pace in Medio Oriente che l'Eurozona accetti che i singoli stati creino moneta per conto loro. Nel libro io l'ho dato per scontato contando che si capissse da quello che scrivevo dell'Euro nei due capitoli dedicati, ma se ora dici che "così si può far funzionare l'eurozona" bisogna spazzare via gli equivoci. #F_START# size=4 color=blue #F_MID#E' semplice: il principio fondatore dell'Eurozona è che i singoli stati non possano creare moneta e noi proponiamo di fare esattamente questo! #F_END# Il comunismo non "funziona meglio" se introduci proprietà privata, si sfalda.... L'Eurozona non "funziona meglio" se singoli stati si mettono ognuno a creare moneta senza la BCE, si sfalda! Equivale a cancellare la BCE, te ne rendi conto ? Con il nostro piano la BCE e Draghi non contano più, la politica monetaria passa in pratica al governo italiano, e secondo te la BCE (e la Bundesbank) lo possono anche accettare ? Conosci molta gente che accetta di mozzarsi le palle da sola ?... ---------- versione più lunga --- Piano piano si è chiarito che per Marco sarebbe veramente possibile creare moneta per 200 mld e : a) non avere nessun effetto rilevante sull'inflazione, b) non avere nessun effetto negativo sulla bilancia commerciale, c) mantenere il limite di deficit pubblico al 3% del PIL e inoltre d) sarebbe una soluzione potenzialmente accettabile dalla Germania e tutti gli altri Non concordo più sul modo in cui, assieme a Enrico Grazzini, Stefano Sylos Labini e Biagio Bossono (con la firma anche di Luciano Gallino) stanno portando avanti la cosa. Il motivo è essenzialmente che, anche se l'atmosfera del Natale che si sta avvicinando ora renderebbe più propensi alla fede, #F_START# size=3 color=blue#F_MID# non credo ai miracoli#F_END# (^"...Il progetto “moneta fiscale”, se adottato da tutti i paesi dell’Eurozona attualmente in difficoltà, è la via per rendere sostenibile il sistema monetario europeo..."#http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2014/11/risolvere-la-crisi-con-una-nuova-moneta.html?m=0^) Proporre però qualcosa che essenzialmente equivale ad un miracolo, in questo campo ha due conseguenze poi non così positive:#F_START# size=3 color=blue#F_MID# 1) meno gente è disposta a darti retta quando ti sente e 2) crei confusione introducendo speranze poco realistiche#F_END#, che poi possono essere utilizzate anche politicamente da chi invece vuole mantenere la gente nello stato mentale annebbiato attuale. Bisogna essere invece il più possibile chiari: con l'idea che lo stato italiano emetta crediti fiscali e BTP fiscali per 200 mld, al di là dei dettagli tecnici, #F_START# size=3 color=blue #F_MID# si sta proponendo DI CREARE MONETA PER UN SINGOLO STATO nell'eurozona. Indipendentemente dal coordinamento e assenso della UE e della BCE. E non per qualche miliardo, ma SU UNA SCALA MAI SPERIMENTATA PRIMA in un periodo di tempo limitato#F_END#. Ovviamente la profondità della depressione economica attuale giustifica pienamente di farlo e chi scrive ha pubblicato milioni di parole a sostegno dell'idea dello stato che torna a creare moneta (e non più debito). Per questo abbiamo appunto pubblicato dieci mesi fa il libro. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Ma da 25 anni almeno tutta la costruzione dell'Eurozona, dell'Euro e della Banca Centrale Europea è fondata sul principio cardine invece che i singoli stati non possano MAI creare moneta#F_END# . Questo vuole dire che l'intera classe politica europea attuale, i banchieri centrali e banchieri vari che la contornano e il resto degli interessi finanziari che hanno spinto in questa direzione avevano i loro motivi per farlo. E se per 25 anni hanno ossessivamente chiuso ogni possibilità di creare moneta per un singolo stato, arrivando persino a far scrivere ora nelle Costituzioni (nel 2012 con Monti) addirittura l'obbligo del pareggio di bilancio, vuole dire che NON VOGLIONO PROPRIO CHE UN SINGOLO STATO CREI MONETA. Anche le ultime dichiarazioni fresche fresche di Mario Draghi ripetono che, anzi si deve andare su una unione sempre più stretta, e ridurre ancora autonomia dei singoli governi nazionali, contando solo ed esclusivamente sulla BCE per creare moneta Non capisco perchè si debba immaginare una realtà che non esiste, anche perchè questo non aiuta a "vendere" meglio il piano. Ripeto: qui di parla di proporre che un singolo stato, all'interno dell'eurozona", crei una "moneta parallela" (convertibile in euro con un piccolo sconto), per 200 miliardi. Anche se lo proponessi solo per 80 miliardi, come hanno fatto di recente Tabellini e Giavazzi (con modalità diverse...), incontreresti l'opposizione frontale di tutto l'establishment europeo da Draghi alla Merkel all'ultimo deputato del PD. E se la cifra che proponi è consistente, tale da risollevare l'economia italiana, avresti certamente qualche effetto sull'inflazione, sulla bilancia commerciale e sul deficit pubblico. L'esempio più semolice è quello del deficit estero. Immaginare che rimani nell'Euro, quindi una valuta sopravvaluta di almeno un 50%, forse anche 60% verso il marco (in base ai trend storici e alle valutazioni attuali degli uffici studi) e di un 20% verso il dollaro e puoi creare moneta per 200 miliardi e quindi anche poi un boom economico senza provocare un deficit estero non è credibile. Specie poi se ora introduci anche un aumento di spesa pubblica di 50 mld (che nel libro non c'era). Idem per l'inflazione. L'OCDE e la UE stimano ora il gap potenziale di occupazione e di produzione dell'italia a livelli che io trovo ridicoli (dicono che se la disoccupazione scende dal 13% attuale sotto il 10% si crea inflazione.... Persino il buon Cottarelli li ha criticati un poco.). Ma non c'è dubbio che inietti 200 miliardi, di cui poi 50 di spesa pubblica crei almeno un 4% di inflazione in un paese sclerotico in molte aree come l'Italia Ma il punto essenziale è questo: se la Germania e i paesi nordici da 25 anni ossessivamente dichiarano, che siano di centro-sinistra o centro-destra al governo, che NON ACCETTERANNO MAI CHE ALTRI PAESI CREINO MONETA PER CONTO LORO E TUTTO DEVE PASSARE PER LA BCE, se lo dicono, lo ripetono, lo ribadiscono, poi lo ripetono anche in inglese, francese e lo traducono in italiano per essere sicuri che hai capito, poi si incazzano ogni volta che qualcuno in Italia suggerisce vagamente forse di poterlo fare (Berlusconi 2011...), se insistono che lo scrivi nella tua stessa Costituzione, porca putt.. ma perchè non ci credi che facciano sul serio e che non lasceranno MAI creare moneta in modo autonomo ai singoli 16 stati attuali dell'eurozona! C'è sotto ovviamente il tema del "lato oscuro del forza" che andrebbe affrontato. In sintesi: chi governa le economie occidentali da circa 30 anni è sempre di più la Banca Centrale, che detta la politica monetaria in teoria, ma essa ora comprende anche creare migliaia di miliardi di moneta e usarla per fare di tutto, darla alle banche, comprare bonds di ogni genere, ETF, monetizzare debito....comprare ogni possibile asset cartolarizzato...e dettare ai mercati finanziari "la linea", con annunci calibrati sui tassi nei prossimi anni a venire, in cui ogni parola dei banchieri centrali provoca reazioni potenzialmente gigantesche. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Questo enorme potere della Banca Centrale, che in Europa è magnificato dal fatto che le si è tolto ogni vincolo nei confronti dei parlamenti, di alcun genere, è basato sul fatto che lo Stato invece non può più fare niente riguardo alla moneta. La può solo prendere a prestito! e ringraziare in ginocchio i banchieri centrali se ogni tanto gli comprano dei titoli di stato, sul mercato secondario. E farsi bacchettare da loro se non fanno abbastanza riforme, nonchè a lasciare posto subito ad un nuovo governo quando detti bancbieri centrali esprimono il loro dispiacere con il povero governo Bene. Quello che noi si proponeva è di...tagliare fuori la BCE, la Banca Centrale, il potere che oggi governa il mondo, con un ingegnoso schema dall'apparenza innocua... #F_END# Ma la si può dare a bere che così risollevi solo la domanda e fai funzionare l'economia senza traumi solo al pubblico, ovviamente la gente che conta capisce cosa c'è sotto. E se per caso dovesse essere mai preso in considerazione da qualche partito italiano ci sparerebbero a zero sopra. In sintesi, il piano di creare una moneta parallela tramite crediti fiscali serve a risollevare l'Italia, siamo d'accordo, ma è anche un passo che se adottato porta all'uscita dall'Euro, questo è sicuro al 100%. Nel libro non si è insistito sul tema dell'esito finale a cui porta un piano del genere sperando che questo aiutasse ad avere più spazio. Ma è passato quasi un anno, la situazione si sta incancrenendo, i partiti si stanno sfaldando, qualche guaio è in arrivo sotto forma di defalt e non si può, anche indirettamente, mettersi a creare confusione illudendo che l'Eurozona e l'Euro un giorno possano funzionare! Ripeto che alla fine #F_START# size=5 color=blue #F_MID#è semplice: il principio fondatore dell'Eurozona è che i singoli stati non possano creare moneta e noi proponiamo di fare esattamente questo! #F_END# ...Il comunismo non funziona meglio con la proprietà privata, si sfalda. L'Eurozona ...la stessa cosa se i singoli stati possono ognuno creare moneta senza la BCE... ---- dal blog di Marco Cattaneo ----- Perché preferire il progetto “moneta fiscale” alla “spaccatura” dell’euro ? Perché è una riforma che può essere tranquillamente discussa e analizzata alla luce del sole e non una “deflagrazione” da attuare di sorpresa, in tempi rapidissimi, con rischi di panico bancario e sui mercati finanziari. Perché non costringe la Germania a lavorare, d’improvviso, con una moneta rivalutata. Perché non c’è svalutazione dei crediti stranieri verso l’Italia. Perché non ci sono effetti redistributivi su aziende e banche, e contenziosi (inevitabili, nel caso della “spaccatura”, in quanto non sarebbe esattamente chiaro quali crediti e debiti si convertono in “Euro Nord” o “Nuovi Marchi”, e quali in “Euro Sud” o “Nuove Lire”). Perché il cittadino italiano non si vede trasformare i suoi risparmi, il suo stipendio, la sua pensione, d’improvviso, in un oggetto diverso. Quale sarà la reazione dei partner europei ? Il progetto “moneta fiscale”, se adottato da tutti i paesi dell’Eurozona attualmente in difficoltà, è la via per rendere sostenibile il sistema monetario europeo, senza attuare una “transfer union” (che la Germania non accetta). Inoltre, elimina definitivamente il rischio di una deflagrazione dell’Eurozona. Tutto questo senza richiedere alcun contributo finanziario alla Germania, e senza convertire depositi bancari, titoli di Stato e altre attività finanziarie in una moneta destinata a svalutarsi. Non sarà un danno per la Germania ? No, perché in aggiunta a quanto sopra, l’Italia otterrà anche una forte ripresa economica, il che aumenterà il suo import, compreso di prodotti nordeuropei. Quindi rispetto a oggi… Oggi i saldi commerciali italiani sono positivi (partite correnti attive per l’1,5%-2% circa nel 2014), ma solo grazie a una domanda interna molto depressa, che limita le importazioni. Con la ripresa dell’economia, i due effetti si compenseranno – più import per la maggior domanda, maggior export netto per la maggior competitività. La bilancia commerciale italiana resterà in equilibrio, ma a livelli decisamente più alti sia di import che di export. In definitiva non ci si attende nessun effetto sull’inflazione ? Un qualche incremento è probabile, ma è esattamente quello che serve per riportarla dall’attuale livello zero (con rischio di cadere in deflazione) all’obiettivo BCE del 2%. ---------- leggi tutto il resto qui ---- venerdì 14 novembre 2014 ^Risolvere la crisi con una nuova moneta fiscale#http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2014/11/risolvere-la-crisi-con-una-nuova-moneta.html?showComment=1417307648788#c1439920952318834960^

tassare la ricchezza patrimoniale è giusto e anche utile all'economia - GZ  

  By: GZ on Sabato 29 Novembre 2014 21:09

Tassare tutti i "grandi" patrimoni (sopra diciamo il milione di euro ?) di una % pari al rendimento medio dei titoli di stato è giusto non solo eticamente, ma economicamente. Come alternativa al tassare i redditi con Irpef, Irap, contributi in busta paga. ^"UNO STATO FAMELICO – PER LE FAMIGLIE ITALIANE NEGLI ULTIMI 18 ANNI IL PESO DELLE TASSE È AUMENTATO DEL 40%"#http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/stato-famelico-famiglie-italiane-ultimi-18-anni-peso-89704.htm^. #i# ...Tra il 1995 e il 2013 il peso delle tasse, delle imposte, dei tributi e dei contributi previdenziali è aumentato di oltre 4.400 euro (+40,4%). Si tratta, per la Cgia, di una crescita più che doppia rispetto a quella fatta registrare dal reddito nominale netto medio disponibile (+19,1%)...#/i# Cioè sarebbe meglio, INVECE DI TASSARE I REDDITI DA LAVORO, TASSARE LA RENDITA, definita come la ricchezza investita passivamente nelle obbligazioni di stato che sono quelle a rischio zero (secondo Basilea e la definizioni di "safe assets" dell'industria finanziaria) Nel mondo di oggi, se uno ha un patrimonio di milioni di euro può investirlo in qualcosa di non rischioso, che non richiede alcun lavoro nemmeno di pensiero e ricavare un 3% circa ogni anno (e con inflazione ora a zero!). Questo denaro è tenuto fermo in pratica, non finanzia niente di utile all'economia e produce un rendimento senza fare un tubo, nemmeno pensare a cosa si compra #i# (" mi prenda dei BTP...o un fondo obbligazionario, ma con titoli di stato")#/i# . Questo denaro dal punto di vista dell'economia è come se non esistesse, questo non è "il capitale" dei libri di testo, che si suppone venga poi investito a finanziare qualcosa in modo diretto o indiretto. Allo stesso tempo però, per garantire questa rendita passiva e senza rischio, si devono aumentare sempre le tasse su chi lavora di continuo fino a soffocarli e fare affondare l'economia. NOTA BENE Bisogna qui ricordare il concetto essenziale: il denaro nel mondo moderno viene creato dal niente, come credito da parte delle banche o come credito senza interessi allo stato da parte della Banca Centrale. Da questo concetto essenziale deriva però che dei ricchi e della loro ricchezza te ne puoi anche fottere. Come ha spiegato Keynes e persino Friedman a volte e poi Mosler ecc.. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#il denaro moderno NON SONO OGGETTI COME L'ORO CON UN VALORE INTRINSECO, MA TRUCCCHI CONTABILI DELLE BANCHE E BANCHE CENTRALI. Il fatto che esistano o meno quindi dei "capitali" da parte dei ricchi è irrilevante per l'economia. E' rilevante solo se vengono impiegati e fatti circolare. Se restano investiti in immobili, preziosi, titoli di stato è come se non esistessero. Tanto vale tassarli, che così li usano #F_END# (Questo punto di vista può sembrare socialista anzi lo è, ma non è ne "di sinistra" nè "di destra" nel senso convenzionale dei termini perchè taglia attraverso questi clichè) #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Il denaro che si accumula, in se per sè, non è la ricchezza per un paese nè ha una relazione con la creazione di essa. Anzi, oltre una certa soglia, l'accumulo di ricchezza finanziaria è quello che frena e poi affonda l'economia reale#F_END#. Dato che la teoria monetaria che lo spiega risulta un poco ostica facciamo prima degli esempi. Ci sono nazioni sudamericane o medio orientali in cui una piccola minoranza ha enormi ricchezze che però non utilizza e quindi per il paese è come se non esistessero. La Grecia ha tanti miliardari, ma nel paese non investono per cui per lo stato greco e la popolazione greca è come se non esistono. Questo nonostante la Grecia non abbia mai tassato la ricchezza e anzi l'abbia favorita con un evasione sistematica a livelli che noi in Italia ci sogniamo. Negli Stati Uniti il numero dei miliardari raddoppia di continuo, si accumulano ricchezze incredibili, ridicole, e nel frattempo la massa della gente vede il proprio reddito reale non aumentare più da ventanni. Anche l'evidenza empirica mostra che l'accumulo di ricchezza NON HA UNA RELAZIONE CON L'ANDAMENTO DELL'ECONOMIA (e oltre un certo livello semmai ce l'ha inversa). Se poi vuoi la prova definitiva pensa alla storia della Corea, Taiwan, Cina, Hong Kong, Malesia... che hanno creato la più grande industrializzazione della storia dell'uomo, SENZA AVERE PRIMA ACCUMULATO I CAPITALI. Vi risulta che ne avessero nei primi decenni del loro boom ? Come hanno fatto a trovare i soldi ? Credito! Cioè hanno creato il denaro dal niente con convenzioni contabili del sistema bancario, ma in pratica dal niente, sulla fiducia... le loro banche sono stati istruite dallo stato a fare credito a chi produceva per l'export...E i soldi le banche dove li hanno trovati ? Li creano... Tassare allora la ricchezza quindi, ad un tasso di interesse pari a quello dei "safe assets", dei titoli di stato sostanzialmente, sarebbe utilissimo per l'economia. Perchè spingerebbe chi ha questi milioni a usarli cosa che oggi non fanno. E il fatto che i ricchi accumulino miliardi non serve come "risparmio", perchè la ricchezza materiale del paese viene dallo spendere e investire che può essere finanziato con credito...visto che quasi tutto il denaro è credito. Lo stato può spingere la Banca Centrale e le banche a creare tutto il denaro che vuole, non ha bisogno di quello dei ricchi. Visto quindi che non li usano e li tengono in titoli di stato tanto vale tassarglierli #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Attenzione! ...Non facciamo la solita obiezione che questi milioni in titoli di stato sono "risparmi" che finanziano lo stato ... comprare titoli di stato infatti è totalmente inutile dal punto di vista economico in quanto lo stato si finanzia comunque tramite la Banca Centrale. Quando lo stato vende titoli di stato, riceve (in tutti i paesi moderni), subito un accredito da parte della banca centrale la quale simultaneamente accredita anche la banca del compratore dei titoli... Come è stato spiegato qui infinite volte, lo stato non ha alcun bisogno del denaro dei privati per finanziarsi...passa sempre tutto tramite la Banca Centrale...#F_END# Per quanto riguarda invece l'obiezioni che tassando i patrimoni questi scappano all'estero, oggigiorno questo problema non esiste più. Tutto è tracciato e quando vanno all'estero i soldi vengono comunque registrati nel 740 e se non lo sono perseguiti facilmente. Quindi la tassazione la pagherai lo stesso anche spostando all'estero. Oggi si insegue chiunque ovunque se si vuole. Il punto è che chi ha del "capitale" deve investirlo in qualcosa che renda più dei titoli di stato, altrimenti appunto per la società è come se non esistesse e tanto vale tassarlo al rendimento di questi ultimi fino a quando i proprietari non si decidono a usare i soldi in modo più utile e redditizio (ma ovviamente anche più rischioso) Il punto è che non ha senso che chi ha soldi riceva un rendimento senza rischio e senza lavorare in alcun modo sul suo denaro. Questa è la definizione di rendita parassitaria. Il rendimento di qualunque cosa deve richiedere del lavoro e anche di assumere un qualche rischio, la natura funziona così, niente può essere gratis. E' solo perchè lo stato negli ultimi 30 anni è stato manipolato dalla gente della finanza che si è messo a svenare di tasse chi lavora per mantere la gente che ha soldi senza fare niente e senza rischiare

In Italia occorre una "restaurazione" - GZ  

  By: GZ on Sabato 29 Novembre 2014 17:12

in Italia occorre, non una rivoluzione che non si sa bene cosa sia, ma una #b# "restaurazione"#/b# invece, ritornare indietro a come erano le cose 20 o 30 anni fa. Questo lo sappiamo bene come era, visto che ci vivevamo e (quasi) tutto funzionava un poco meglio. Non è mica vero che nella storia umana si deve andare sempre avanti e provare sempre a fare qualcosa di nuovo, spesso #F_START# size=3 color=blue #F_MID# si dovrebbe invece cercare di recuperare quello che c'era già, che funzionava e che è stato smantellato#F_END# perchè c'erano degli interessi a farlo che però non erano l'interesse della maggioranza del popolo italiano come si è poi visto. Tutta la vicenda dell'Euro che rimpiazza la Lira, della Banca Centrale Europea che rimpiazza la Banca d'Italia sono un esempio evidente del fatto che #F_START# size=3 color=blue #F_MID#devi tornare indietro a quello che una volta c'era in Italia e che funzionava ed è stato cancellato sulla base di promesse che si sono rivelate false, come "l'Europa" e il "Mercato Globale"#F_END# Le "rivoluzioni" spesso sono dannose, vedi quella francese che è costata centinaia di migliaia di morti e quella bolscevica, maoista, cubana, di Khomeini in Iran, baathista in Iraq.... e poi bisogna intendersi su cosa sia #b# "rivoluzione"#/b# perchè di solito la si associa con la violenza e invece si usa il termine anche per cambiamenti radicali avvenuti in modo non sanguinoso. In Venezuela ad es Chavez ha vinto, con qualche broglio, delle regolari elezioni e la sua è chiamata una rivoluzione..., qui in Ukraina avevano chiamato "rivoluzione" quella "arancione" che poi ha eletto la Timoshenko che sembra abbia rubato più lei di chiunque altro....Quella di Musssolini era chiamata dai suoi una "rivoluzione" fascista ecc.. Nell'insieme le "rivoluzioni" non sembrano avere migliorato per quanto nei libri ci si sforzi di presentarle ancora in una buona luce (specie quella bolscevica e quella francese) In Italia occorre una #b# "restaurazione"#/b# invece, di ritornare grosso modo agli usi, costumi e leggi degli anni '70 e '80, quando si trovava lavoro facilmente, il reddito e il tenore di vita medio cresceva per quasi tutti, il governo italiano non doveva chiedere permesso a Bruxelles, Francoforte o New York per spendere mezzo miliardo e non c'era immigrazione di massa dall'africa e dall'asia Ad esempio Tremonti diceva anni fa che una misura a costo zero per risollevare un poco l'economia sarebbe di abolire tutte le leggi e regolamenti messi in vigore negli ultimi 20 anni, più o meno da quando siamo entrati nell'eurozona. Perchè hanno appesantito in modo bestiale tutto, rendendo più complicato e burocratica ogni attività privata. Ad esempio fino al 1990 il sistema bancario italiano era frammentato in tante banche locali e largamente pubblico, come il sistema bancario tedesco è ancora oggi. Invece prima Amato e poi tutti gli altri incluso Tremonti ^dal 1990 al 2002 lo hanno privatizzato gradualmente, tramite il sistema delle Fondazioni e poi...#http://www.rischiocalcolato.it/2014/11/montepaschi-e-solo-una-delle-fondazioni-bancarie-da-indagare-breve-storia-di-una-appropriazione-indebita-di-antonio-de-martini.html^) e i premier come Prodi hanno spinto per far fondere tutte le banche tra loro. Dobbiamo tornare indietro, al sistema bancario del 1990 Ad esempio fino al 1981 e poi 1989 lo stato italiano poteva farsi #b# finanziare i deficit direttamente dalla Banca d'Italia#/b# e questo glielo si è vietato con i trattati di Maastricht e poi tutti gli altri trattati europei. Dobbiamo tornare indietro, al sistema monetario della Banca d'Italia pre-1981 Una cosa invece su cui si potrebbe fare una piccola rivoluzione e provare qualcosa di nuovo sarebbe #b# utilizzare la tecnologia che oggi è disponibile per cellulari, internet, computer e satellite per avere la democrazia diretta#/b#. Consentire alla gente di votare tutte le settimane da casa, tramite telecomando tv, cellulare o computer su tutte le leggi rilevanti che il parlamento deve approvare. Avere un sistema di referendum via TV, cellulare online su tutto, senza particolari costi perchè gestiti per via elettronica, senza occupare per giorni tutte le scuole italiane con migliaia di scrutatori... Benchè sia una riforma a costo praticanente zero che realizzerebbe finalmente il sogno della democrazia diretta non c'è un solo politico che lo proponga come sistema per sostituire quello attuale parlamentare che è sclerotico e corrotto

Il problema è la proporzione tra debito e denaro. Oggi è 95% debito.. - GZ  

  By: GZ on Sabato 29 Novembre 2014 16:29

#i# ...Quindi lo stato potrà sempre pagare tutti gli stipendi di Sol che vuole (visto che i pezzi di carta non hanno nessun valore o quasi)..o#/i# --- Si potrebbe discutere per i prossimi cento anni e non si faranno mai progressi. Non si faranno mai progressi fino a quando non si capisca l'ABC del denaro che è spiegato ad esempio in modo chiarissimo ^nel video di Ray Dalio "Come funziona l'Economia"#https://www.youtube.com/watch?v=PHe0bXAIuk0^ (Dalio è l'investitore più di successo al mondo degli ultimi 30 anni, fidatevi che ne capisce). Con cosa inizia il video di Dalio per spiegare l'ABC dell'economia? Con questo concetto: #F_START# size=4 color=blue #F_MID#Il denaro esiste in due forme: la moneta propriamente detta e il debito Entrambi funzionano come denaro, puoi usare soldi che sono debito per pagare, ma resta che il 95% del denaro è debito e il 5% moneta. Oggi, spiega Dalio, la situazione è che il denaro per il 95% è debito. Usiamo il debito come denaro#F_END# Avete mai incontrato in altri siti web, sui giornali, sulla stampa finanziaria o sui testi all'università (se ci siete andati) questo modo di impostare la questione ? Ho paura di no... persino gli amici della MMT italia non lo evidenziano...anche nel campo "alternativo" Barnard non ha mai dato segno di capirlo, Bagnai e Borghi parlano di tutto meno che del sistema bancario...Questo è il "buco nero" dell'economia. Nel periodo tra la seconda guerra mondiale e gli anni '80 la proporzione di moneta era invece più alta e la proporzione di debito era più bassa di oggi e per questo l'economia andava bene. Oggi è quasi tutto debito e per questo l'economia va male. Non ve ne accorgete perchè sia la moneta che il debito funzionano da denaro nella vita di tutti i giorni, ma per l'economia nel suo insieme è molto diverso. Il "QE" famoso che tutti ora invocano da Draghi in europa cosa sarà mai se non un tentativo di creare più moneta e scambiarla con debito, cioè appunto di raddrizzare lo squilibrio tra debito e moneta (ma Draghi essendo un banchiere lo interpreta come dare la moneta solo alle banche...perchè queste la prestino... per cui crea sì moneta come saldo di conto presso la BCE, ma non vuole che circoli se non come debito, il bastardo...). Insomma, il problema è tutto qui: 1)#F_START# size=4 color=blue #F_MID# il denaro che circola oggi è quasi tutto debito di qualcuno #F_END# 2) #F_START# size=4 color=blue #F_MID# solo le banconote e le "riserve" cioè i saldi del conto che le banche hanno presso la Banca Centrale sono "denaro vero"#F_END# , cioè denaro che NON è debito per qualcuno. Le banconote perchè sono l'unica moneta che lo stato ha mai "stampato" appunto e le riserve perchè vengono create dal niente dalla Banca Centrale con un tratto di penna (vedi tutte le notizie che appiono ora su Draghi, il QE...) 3) #F_START# size=4 color=blue #F_MID#i conti bancari invece sono DEBITO, tutti i saldi dei conti in banca i privati cittadini e le imprese non sono denaro vero#F_END# . Innanzitutto sono un debito, una passività di bilancio, per la banca come è ovvio e la banca non ha NIENTE all'attivo come vera garanzia. Cioè, la garanzia sarebbe il prestito che la banca ha fatto a qualcun altro, che però nel 90% dei casi non può richiamare indietro quando il depositante chieda i soldi... Ma oltre a questo, gli stessi conti in banca dei clienti, che per loro sono "soldi" e basta, originariamente sono stati creati da qualche altra banca che in passato ha fatto un prestito a qualcun altro, il quale poi li ha fatti circolare... e alla fine sono arrivati a te come pagamento di stipendio o fattura o altro. Non te ne accorgi ovviamente ora, ma all'origine erano un prestito a qualcuno...cioè tutti i conti bancari di oggi sono stati creati come prestiti Dai punti 1) 2) e 3) segue logicamente che quando il credito si restringe, quando si ripaga il debito (o si da default, non si può ripagare un debito alla banca) SI RIDUCE TUTTA LA MONETA CHE CIRCOLA NELL'ECONOMIA. OK ? Quando cala il debito, si riduce in pratica anche il 95% della moneta che circola e quindi hai una recessione. Se poi la scarsità di moneta persiste come accade ora in italia, hai una Depressione. Ehi, le crisi economiche sono una questione di meno denaro che circola! L'economia moderna è monetaria, basata sul denaro e quando il denaro che circola si contrae, sia perchè se ne riduce la quantità che la velocità di circolazione ne deriva logicamente che anche le transazioni si riducono e così la produzione, l'occupazione, il PIL ecc... #F_START# size=4 color=blue #F_MID#E perchè si riduce il denaro e si ferma l'economia ? Perchè, se il 95% del denaro è debito, quando si riduce il credito/debito si riduce anche il denaro. E se si riduce il denaro che circola l'economia rallenta. Elementare Watson !#F_END# Attenzione: questo non è un concetto banale. Ci vuole parecchio per arrivarci e capirlo, prova ne sia che nel 98%d delle discussioni di economia oggi non appare mai. Ma se vi impegnate non è impossibile che ci arrivate (non tutti, nutro poche speranze per Sol ad es...) Ad illustrazione dei concetti spiegati sopra guardare le grandezze della moneta, dei conti bancari, del credito calcolati per l'europa dalla BCE e Bundesbank. Non scrivere niente più in questo forum senza aver compreso prima cosa significano questi numeri qui graficati utilmente per vostra comodità #ALLEGATO_1# #ALLEGATO_2# Devi chiederti: se la "moneta" (M2 e M3) indicata nei due grafici precedenti è meno di 9mila miliardi e il credito totale in Europa indicato qui sotto è di 31mila miliardi.... non sarà allora che la moneta è troppo poca ? #ALLEGATO_3#

Forse Grillo ha ragione a essersi rotto le balle - GZ  

  By: GZ on Venerdì 28 Novembre 2014 19:43

Purtroppo, proprio adesso che finalmente aveva preso posizione per l'uscita dall'euro, il M5S ha pensato bene di suicidarsi, con Grillo che espelle più gente di Stalin dal partito e si sveglia al mattino e decide di far votare quello che gli pare a scatola chiusa, tutti che litigano e il popolo del blog che protesta... Forse era inevitabile che Grillo si rompesse le balle, perchè in effetti, ad esempio, finora l'unica cosa sull'economia che avevano fatto quelli che lui aveva fatto eleggere era il reddito di cittadinanza. OK, prova a leggere la proposta di legge che hanno scritto: è lunga 20 pagine ! Questa è una legge che dovrebbe integrare il reddito di chiunque fino a 7,200 euro, cioè se hai zero reddito ti danno 7,200 euro e se ne guadagni 6,200 te ne danno 1,000 euro. (Non è un idea molto utile, perchè incoraggia ancora di più l'immigrazione, perchè bisogna incoraggiare invece chi fa figli, perchè premia e incoraggia chi fa lavoro nero e perchè ufficializza la miseria. A mio avviso bisogna invece imporre un salario minimo di 8 euro al nord e 7 euro al sud e poi fare un piano alla Mosler di lavoro garantito a chiunque voglia lavorare e bloccare l'immigrazione. In questo modo gli italiani avranno un reddito, da lavoro però, minimo sui 15mila euro... Ma lasciamo stare...) Il problema è: come razzo fanno questi eletti a impiegare venti pagine di decreto, solo per dire che devi integrare tutti i redditi a 7,200 euro l'anno ? Come è possibile, in un paese soffocato dalla burocrazia, dalle leggine, dalle leggi complicate e bizantine andare a complicare ancora di più ? Questi non hanno nessun senso della realtà. Immagina se invece dovessero fare qualche legge più complicata, cosa scriveranno, la Treccani ? ---- PROPOSTA DI LEGGE Reddito di Cittadinanza Art.1 (Finalità) A partire dalla data di entrata in vigore della presente legge è istituito il Reddito di Cittadinanza in attuazione dei principi fondamentali sanciti dall’art. 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea nonché dei principi di cui agli articoli 2, 3, 4, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 38 della Costituzione. Il Reddito di cittadinanza è finalizzato a contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale nonché a favorire la promozione delle condizioni che rendono effettivo il diritto al lavoro e alla formazione attraverso politiche finalizzate al sostegno economico e all’inserimento sociale di tutti i soggetti in pericolo di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro. Il Reddito di cittadinanza è istituito su tutto il territorio nazionale allo scopo di promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro e alla sua libera scelta, all’istruzione, all’informazione, alla cultura sottraendo ogni individuo dall’ambito della precarietà al fine dell’ottenimento della redistribuzione della ricchezza e della salvaguardia della dignità della persona. Per le finalità di cui al comma 1 è istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, un apposito fondo, denominato “Fondo per il reddito di cittadinanza”. Il Fondo è alimentato mediante il versamento degli importi derivanti dalle maggiori entrate e dalle riduzioni di spesa di cui all’articolo 20. Art. 2 (Definizioni) Ai fini dell’accesso al reddito di cittadinanza di cui alla presente legge si intende per: a) reddito di cittadinanza: l’insieme delle misure volte al sostegno al reddito per tutti i soggetti residenti sul territorio nazionale che hanno un reddito inferiore alla soglia di povertà come definita alla lettera d) al fine di garantire la pari dignità sociale e la partecipazione al progresso della nazione; b) beneficiario: qualunque soggetto in possesso dei requisiti previsti dalla presente legge per il diritto del reddito di cittadinanza; c) struttura informativa centralizzata: la rete informativa utilizzata per la condivisione e l’aggiornamento di undi cui alla presente legge; d) soglia di povertà relativa: è il valore convenzionale calcolato dall’ISTAT che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia anche composta da un singolo soggetto, viene definita povera in termini relativi ossia in rapporto al livello economico medio di vita dell'ambiente o della nazione; e) reddito familiare: è il reddito complessivo netto derivante da redditi percepiti in Italia o all’estero, anche sotto la forma di sostegno al reddito o che potranno essere percepiti sulla base di apposita documentazione nell’anno di presentazione della richiesta di reddito di cittadinanza da parte del richiedente e degli appartenenti al suo nucleo familiare; f) nucleo familiare: il nucleo composto da richiedente, soggetti con i quali convive e soggetti considerati a suo carico. I soggetti con i quali convive il dichiarante sono coloro che risultano dallo Stato di famiglia. I coniugi appartengono sempre al medesimo nucleo familiare anche se residenti separatamente e non appartengono al medesimo nucleo familiare solo in caso di separazione giudiziale o omologazione della separazione consensuale, oppure quando uno dei coniugi è stato escluso dalla potestà sui figli. I figli minori che convivono con il proprio genitore fanno parte del nucleo familiare al quale appartiene il genitore stesso (caso di coniugi non conviventi). Per le famiglie che non sono comprese nella presente definizione si applica quanto previsto dal decreto legislativo del 1998 e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 221 del 1999; g) familiari a carico: sono i componenti del nucleo familiare minori degli anni diciotto o i maggiori di anni diciotto fino al compimento del venticinquesimo anno di età purché studenti in possesso o di regolare qualifica o diploma professionale riconosciuti e spendibili a livello nazionale e comunitario, in quanto compresi nell'apposito Repertorio nazionale condiviso tra Stato e Regioni con l'Accordo del 29 aprile 2010 o di un diploma di istruzione secondario di II grado utile per l’inserimento nel mondo del lavoro ovvero in corso di frequenza per l’acquisizione di uno dei predetti titoli o qualifiche ovvero iscritti al centro per l’impiego, nonché i figli affetti da disabilità tali da renderli non abili allo studio e/o al lavoro a prescindere dalla loro età; h) fondo per il reddito di cittadinanza: è il fondo di cui all’articolo 1 comma 4 della presente legge istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali al fine di garantire l’erogazione dei benefici di cui, alla presente legge; i) bilancio di competenze: è una metodologia di intervento e consulenza di processo in ambito lavorativo e nell'orientamento professionale per adulti. È un percorso volontario che mira a promuovere la riflessione e l'autoriconoscimento delle competenze acquisite nei diversi contesti di vita al fine di renderne possibile la trasferibilità e la spendibilità nella ridefinizione e riprogettazione del proprio percorso formativo-lavorativo; l) salario minimo garantito: è la paga oraria minima che il datore di lavoro deve corrispondere. Art. 3 (Reddito di Cittadinanza e sua determinazione) Il reddito di cittadinanza garantisce al beneficiario, qualora unico componente di nucleo familiare, il raggiungimento, anche tramite integrazione, di un reddito annuo netto pari a 7.200 euro stabilito in ordine alla soglia di povertà relativa, quantificata a partire dall’anno 2013 in 600 euro mensili netti. Il reddito di cittadinanza garantisce al nucleo familiare il raggiungimento, anche tramite integrazione, di un reddito minimo in ordine alla soglia di povertà relativa quantificata a partire dall’anno 2013 secondo la tabella di cui all’Allegato 1 della presente legge. La misura del reddito di cittadinanza di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo è fissata sulla base del livello di soglia di povertà relativa aggiornata ogni anno da ISTAT e in ogni caso non potrà essere inferiore al reddito annuo pari a 7.200 euro netti. La misura del reddito di cittadinanza di cui ai commi 1, 2 e 3 del presente articolo, per il solo caso di lavoratori autonomi, viene calcolata con riferimento al reddito netto dell’anno precedente a quello di inoltro della richiesta, con previsione di successivo calcolo di compensazione, da effettuarsi non appena disponibili i dati reddituali relativi all’anno in corso. Nel caso in cui dal calcolo emerga che i redditi reali abbiano superato la soglia di povertà relativa individuale, il beneficiario restituisce l’eccedenza a partire dall’anno in cui il suo reddito supera del 100% il valore della predetta soglia. Nel caso in cui dal calcolo emerga che i redditi reali siano stati inferiori alla soglia di povertà relativa individuale, il beneficiario ha diritto a ricevere l’integrazione di quanto non percepito a partire dalla prima erogazione disponibile. Ai fini dell’accesso al Reddito di Cittadinanza viene tenuto in considerazione il reddito familiare dichiarato al momento della richiesta secondo le modalità previste dalla presente legge. Il richiedente, in caso di esito positivo delle verifiche svolte da parte delle strutture preposte, ha diritto a ricevere esclusivamente la quota di reddito di cittadinanza a lui spettante e calcolata secondo gli allegati 1 e 2 della presente legge. A completamento della richiesta inoltrata da un componente di nucleo familiare con soggetti potenzialmente beneficiari, i medesimi componenti acquisiscono il diritto a ricevere l’erogazione diretta della quota a loro spettante, secondo i criteri stabiliti nella tabella di cui agli allegati 1 e 2 alla presente legge, esclusivamente tramite richiesta personale agli uffici competenti. La quota parte di reddito di cittadinanza riferita ai figli minori a carico spetta in parti eguali a entrambi i genitori fatte salve diverse disposizioni dell’autorità giudiziaria. Art.4 (Beneficiari e requisiti soggettivi e oggettivi per l’accesso al reddito di cittadinanza) Hanno diritto a richiedere e percepire il reddito di cittadinanza tutti i soggetti che alla data di entrata in vigore della presente legge hanno compiuto i diciotto anni di età, sono residenti sul territorio nazionale, percepiscono un reddito netto annuo inferiore ad euro 7200 netti ovvero appartengono ad un nucleo familiare il cui reddito è inferiore ai valori indicati nella tabella di cui all’allegato 1 della presente legge e che sono compresi in una delle seguenti categorie: a) soggetti in possesso di cittadinanza italiana; b) soggetti aventi cittadinanza estera, residenti da almeno due anni in territorio italiano, che dimostrano di aver lavorato in Italia nell'ultimo biennio per un numero di ore pari o superiore a 1000 ovvero essere stati titolari di un reddito netto pari o superiore a 6000 euro complessivi percepiti nei due anni precedenti a quello della fruizione dei benefici di cui alla presente legge; c) il Governo è delegato all’emanazione di un decreto che preveda la stipula di convenzioni con altri Stati al fine di verificare se i richiedenti siano attualmente beneficiari di altri redditi nei paesi di origine o, qualora di cittadinanza italiana, in paesi esteri. Per i soggetti maggiori di anni diciotto fino al compimento del venticinquesimo anno di età costituisce requisito fondamentale essere in possesso di qualifica o diploma professionale, riconosciuti e utilizzabili a livello nazionale e dell’Unione Europea, compresi nell'apposito Repertorio nazionale dei titoli d’istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali, di cui all’articolo 6 del Decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13, o di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado utile per l’inserimento nel mondo del lavoro ovvero la frequenza di un corso per il conseguimento di uno dei predetti titoli o qualifiche. Nel caso di nucleo familiare con un unico componente che svolge attività, comprovata da attestazioni di frequenza, di studente a tempo pieno in modo esclusivo, il reddito di cittadinanza viene erogato solo nel caso in cui il nucleo familiare di provenienza sia al di sotto della soglia di povertà relativa di cui al comma 1 dell’art. 3 della presente legge. Art. 5 (Strutture di gestione, controllo ed erogazione) Ai fini dell’efficace svolgimento delle procedure di informatizzazione, gestione, controllo ed erogazione del reddito di cittadinanza, vengono attribuite le seguenti competenze: a) le strutture dei centri per l’impiego hanno il compito di ricevere le domande di accesso al reddito di cittadinanza di cui alla presente legge. I centri per l’impiego gestiscono le procedure, coordinano le attività degli enti che partecipano allo svolgimento dei procedimenti, ne raccolgono i pareri per le parti di competenza e nel caso di esito positivo inviano all’Inps il parere favorevole all’erogazione del reddito di cittadinanza; b) I comuni hanno il compito di favorire e supportare le procedure per l’accesso ai benefici di cui alla presente legge in particolare per i soggetti per i quali si renda necessario attivare percorsi di supporto ed inclusione sociale, per disabili gravi, per i soggetti pensionati con reddito inferiore alla soglia di cui all’articolo 2, comma 1, lettera d), della presente legge. In tali casi i servizi sociali laddove necessario possono procedere alla presentazione della richiesta ai centri per l’impiego competenti per territorio utilizzando la struttura informativa centralizzata; c) le regioni hanno il compito di favorire, in coordinamento con i centri per l’impiego, i comuni e in accordo con i ministeri competenti per materia, le politiche attive del lavoro nonché la nascita di nuove realtà imprenditoriali, attraverso lo scambio di buone pratiche e incentivando iniziative fra i comuni anche consorziati tra loro. Le regioni attraverso l’Osservatorio del mercato del lavoro e delle politiche di welfare a livello regionale monitorano la distribuzione del reddito, la struttura della spesa sociale e forniscono le statistiche sulla possibile platea di beneficiari della presente legge; d) l’INPS è ente competente per le attività di verifica e controllo dei dati dichiarati e provvede all’erogazione del reddito di cittadinanza a ciascun beneficiario previa valutazione positiva da parte del centro per l’impiego, per il tramite del fondo di cui all’articolo 1 comma 4 della presente legge. L’INPS altresì condivide con i centri per l’impiego i dati riguardanti l’erogazione di tutti i sussidi che ha in gestione; e) l’Agenzia delle entrate nell’ambito delle proprie competenze esegue le verifiche e i controlli dei dati dichiarati dai richiedenti ai fini dell’erogazione del beneficio di cui alla presente legge; f) le direzioni regionali e territoriali del lavoro per quanto attiene alle attività da esse esercitate alimentano la struttura informativa centralizzata con i dati in loro possesso; g) le scuole di ogni ordine e grado forniscono ai centri per l’impiego ed ai comuni le informazioni relative all’assolvimento degli obblighi scolastici di cui all’art.18 comma 6 ed implementano i dati relativi alla certificazione delle competenze dei soggetti beneficiari tramite la Struttura informativa centralizzata; h) le agenzie formative accreditate ai sensi: dell’Accordo Stato Regioni del 20/03/2008, dell’Accordo 131/2003 tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, dell’Accordo Stato Regioni 01 agosto 2002, del Decreto ministeriale (Mlps) 25 maggio 2001 n. 166, dell’Accordo Stato Regioni del 18 febbraio 2000, del Decreto legislativo 31 marzo 1998 n.112, Legge 24 giugno 1997 n. 196 forniscono ai centri per l’impiego ogni informazione in relazione alla programmazione dei corsi e dei percosi formativi e alla frequenza ai corsi ed ai percorsi formativi svolta dai cittadini ed implementano i dati relativi alla certificazione delle competenze dei soggetti tramite la Struttura informativa centralizzata; i) le Università e gli istituti di alta formazione alimentano i dati relativi alla certificazione delle competenze dei cittadini tramite la Struttura informativa centralizzata. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro del lavoro e delle politiche sociali emana un decreto, previo parere delle competenti commissioni parlamentari, al fine di stabilire le procedure di coordinamento tra gli enti di cui al comma 1 del presente articolo. Con la presente legge, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, è istituito l’Osservatorio nazionale del mercato del lavoro e delle politiche di Welfare. L’Osservatorio nazionale del mercato del lavoro e delle politiche di Welfare, attraverso lo stretto scambio di informazioni con gli osservatori regionali, provinciali e i Comuni, ha il compito di analizzare l’evoluzione dei mercati dell’occupazione e delle politiche sociali, con particolare riferimento ai settori d’attività interessati al completamento della domanda di lavoro e offre un sistema di informazione sulle politiche sociali e occupazionali, con l’obiettivo di rendere funzionale il dispositivo della presente legge nonché gli altri strumenti offerti dall’ordinamento a tutela delle esigenze di carattere sociale ed occupazionale, altresì definisce, in accordo con il Ministero dell’Università, dell’Istruzione e della Ricerca, le linee guida per l’attuazione di politiche attive volte al raggiungimento dell’efficienza dei sistemi di istruzione e formazione. Art. 6 (Struttura informativa centralizzata) Le strutture di cui all’art. 5, ai fini della presente legge ed in ottemperanza alle disposizioni in materia di Agenda digitale europea, secondo le regole tecniche in materia di interoperabilità e scambio dati definite dal codice di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, ampliano, implementano ed utilizzano, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, la Banca dati di cui al decreto legge 28 giugno 2013 n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99, nella quale confluiscono almeno: dati anagrafici del cittadino, stato di famiglia, certificazione isee, certificazione reddito al netto delle tasse riferito all’anno in corso, certificazione reddito di cittadinanza percepito, dati in possesso dell’inps, beni immobili di proprietà, competenze certificate del cittadino acquisite in ambito formale, non formale e informale, stato di frequenza scolastica dello studente. I dirigenti delle strutture pubbliche o aziende speciali di enti pubblici, cui è conferito l’incarico di partecipare allo sviluppo della struttura informativa centralizzata di cui al presente articolo, hanno l’obbligo di riferire trimestralmente al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali lo stato di avanzamento dei lavori finalizzati al completamento della medesima struttura informativa centralizzata. Tutti i soggetti identificati come soggetti abilitati secondo la legge n. 183 del 2010 e le note circolari del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali n.13/SEGR/000440 del 4 gennaio 2007 e n. 13/SEGR/0004746, compresi i datori di lavoro, hanno l’obbligo di registrarsi, entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge, nella Banca dati di cui al decreto-legge 28 giugno 2013 n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99, e di trasmettere tutti i dati elaborati relativi agli utenti. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è delegato ad emanare entro 30 giorni dall’approvazione della presente legge un decreto contenente disposizioni relative alla ottimizzazione dei processi funzionali alla realizzazione della struttura informativa centralizzata, prevedendo: a) meccanismi sanzionatori a carico del personale dirigenziale competente per la cura dei procedimenti di realizzazione della Struttura informativa centralizzata di cui al comma 2 del presente articolo, che non abbia ottemperato, sulla base dei dati monitorati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali; b) meccanismi sanzionatori di carattere amministrativo per i soggetti identificati al comma 3 del presente articolo, da erogare in caso di inottemperanza agli obblighi previsti dal medesimo comma 3. I dati personali elaborati ai fini della presente legge sono trattati ai sensi del codice di cui al decreto legislativo n. 196 del 2003. Art. 7 (Domanda di ammissione al Reddito di Cittadinanza) Il soggetto interessato all’accesso ai benefici di cui alla presente legge inoltra domanda di ammissione alle strutture preposte territorialmente competenti, indicate all’articolo 5, comma 1, lettere a) e b), allegando: a) copia dell’ISEE; b) Autodichiarazione attestante i redditi percepiti e percepibili, nel corso dell’anno solare di presentazione della domanda, da parte di tutti i componenti il nucleo familiare, fatte salve le ipotesi di cui all’articolo 3, comma 4. La sussistenza delle condizioni di cui all’articolo 4 della presente legge è verificata e attestata dalle strutture preposte di cui all’articolo 5 secondo competenza attraverso la consultazione e l’implementazione della banca dati centralizzata di cui all’articolo 6 della presente legge. Le strutture preposte all’accoglimento della domanda di cui all’articolo 5 possono riservarsi la facoltà di richiedere la documentazione inerente ai redditi percepiti e percepibili, nell’anno solare della presentazione della domanda, da parte di tutti i componenti il nucleo familiare. Nel sito internet dei centri per l’impiego devono essere pubblicate le modalità per la presentazione della richiesta e i moduli semplificati. Art. 8 (Durata del Beneficio) Il reddito di cittadinanza viene erogato per il periodo durante il quale il beneficiario si trova in una delle condizioni previste all'articolo 4 della presente legge. Per il beneficiario maggiorenne in età non pensionabile, la continuità dell’erogazione del reddito di cittadinanza è subordinata al rispetto degli obblighi di cui ai successivi articoli 9 e 11. Art. 9 (Obblighi del Beneficiario) Il beneficiario in età non pensionabile deve fornire immediata disponibilità al lavoro presso i centri per l’impiego territorialmente competenti. Il beneficiario, fornita la disponibilità di cui al comma 1 del presente articolo, deve entro sette giorni intraprendere il percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo tramite le strutture preposte alla presa in carico del soggetto indicate all’articolo 10 della presente legge. I Beneficiari del reddito di cittadinanza hanno l’obbligo di comunicare tempestivamente agli enti preposti ogni variazione della situazione reddituale, lavorativa, familiare o patrimoniale che comporta la perdita del diritto a percepire il Reddito di Cittadinanza o che comporta la modifica dell’entità dell'ammontare del Reddito di Cittadinanza percepito e anche in costanza di diritto al beneficio è tenuto a rinnovare la domanda di ammissione annualmente. In linea con il profilo professionale del beneficiario, con le competenze acquisite in ambito formale, non formale ed informale, nonché in base agli interessi ed alle propensioni emerse nel corso del colloquio sostenuto presso il centro per l’impiego di cui al successivo articolo 10, il beneficiario è obbligato ad offrire la propria disponibilità, per l’espletamento di attività utili alla collettività da svolgere presso il comune di residenza che istituisce progetti ai predetti fini compatibilmente, nel caso di disabili e anziani, con le loro capacità. I comuni entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge devono attivare tutte le procedure amministrative utili per l’istituzione dei progetti di cui al comma 4. Il beneficiario in riferimento alle attività di cui al comma 4 è tenuto a mettere a disposizione della collettività un minimo di quattro ore settimanali da ritenersi esclusivamente prestate a titolo di volontariato. Gli obblighi di cui al comma 2 vengono attestati dal comune che provvede ad aggiornare la Banca dati centralizzata. Gli obblighi di cui al comma 2 sono subordinati all’attivazione di progetti da parte dei comuni interessati. Art. 10 (Attività dei Centri per l’impiego ed inserimento lavorativo dei beneficiari) I centri per l’impiego, ai fini dell’inserimento lavorativo, hanno il compito della presa in carico dei soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza di cui alla presente legge ed erogano servizi ai fini dell’accompagnamento all’inserimento lavorativo, altresì provvedono nel corso del primo anno dall’entrata in vigore della presente legge, a forme di pubblicizzazione del diritto ai benefici del reddito di cittadinanza, attraverso l’invio di comunicazioni a mezzo posta o PEC, presso le residenze dei potenziali beneficiari. I centri per l’impiego cooperano con le regioni, i comuni e l’Agenzia del demanio, ciascuno con le proprie risorse, al fine di promuovere la nascita di nuove attività imprenditoriali in relazione alle caratteristiche produttive, commerciali, economiche del territorio, nell’ottica dell’inserimento lavorativo dei beneficiari di cui alla presente legge. Al fine di favorire la nascita di attività imprenditoriali di cui al comma 2 e nell’ottica dello sviluppo occupazionale nei settori innovativi, all'articolo 58, dopo il comma 1, del decreto-legge del 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n.133, è inserito il seguente: <<1.bis) È riservata una quota del 10 per cento del totale dei beni immobiliari di cui al comma 1, da destinare a progetti di sviluppo di “start-up innovative” di cui all'articolo 25, comma 2, del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 e da destinare a progetti di sviluppo di “incubatori certificati” di cui all'articolo 25, comma 5, del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221.>>. Le attività di cui al comma 1 possono essere altresì svolte dalle agenzie di intermediazione del lavoro di cui al decreto legislativo 10 settembre 2003 n. 273. Le agenzie di cui al comma 4 oltre a tutte le agenzie per il lavoro di cui al decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276, pur escluse dalla possibilità di prendere in carico il soggetto, sono tenute a inserire i dati in loro possesso nella banca dati di cui all’articolo 6 della presente legge. I centri per l’impiego, nonché le agenzie di intermediazione, in relazione ai servizi erogati di cui al comma 1 del presente articolo, tenendo conto delle competenze acquisite in ambito formale, non formale e informale, delle capacità fisiche, delle disabilità nonchè di mansioni precedentemente svolte, procurano al beneficiario proposte di lavoro. Tutte le Agenzie di cui al presente articolo, devono individuare, attraverso la Struttura informativa centralizzata, le candidature idonee a ricoprire le posizioni lavorative per le quali hanno ricevuto incarico da parte dei loro committenti. Le Agenzie formative accreditate hanno il compito di fornire una formazione mirata, orientata verso quei settori in cui è maggiore la richiesta di lavoro qualificato, in linea con le indicazioni degli osservatori regionali e nazionali del mercato del lavoro e delle politiche di Welfare. Le Agenzie formative accreditate devono garantire che almeno il 10% degli iscritti ai corsi che abbiano conseguito il titolo, trovino assunzione. Ai predetti fini formativi e di inserimento al lavoro, l’Osservatorio nazionale del mercato del lavoro e delle politiche di Welfare di cui all’articolo 5, comma 1, lettera h), della presente legge ha il compito di verificare e monitorare le attività delle agenzie formative e provvede ad inibire l’assegnazione di nuovi finanziamenti pubblici alle Agenzie formative accreditate, per l’anno successivo, nel caso di mancato inserimento al lavoro della quota minima del 10% degli iscritti che conseguono il titolo. Art. 11 (Obblighi del beneficiario in relazione all’inserimento lavorativo) Il beneficiario, in età non pensionabile ed abile al lavoro, fatte salve le previsioni di cui alla legge n.68 del 1999, in relazione alle proprie capacità è tenuto, pena la perdita del beneficio, a: a) fornire disponibilità al lavoro presso i centri per l’impiego territorialmente competenti: b) sottoporsi al colloquio di orientamento di cui all’articolo 3 del decreto legislativo n. 181 del 2000 e successive modificazioni: c) accettare espressamente di essere avviato a un progetto individuale di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro; d) seguire il percorso di bilancio delle competenze previsto nonché redigere, col supporto dell’operatore addetto, il piano di azione individuale funzionale all’inserimento lavorativo; e) svolgere con continuità un’azione di ricerca attiva del lavoro, secondo le modalità definite con i servizi competenti; f) accettare espressamente, nel caso di individuazione di carenze professionali o di riconoscimento di specifiche propensioni, qualora rilevate dall’ente preposto durante il colloquio di orientamento ed il percorso di bilancio delle competenze, di essere avviato e completare corsi di riqualificazione professionale o formazione professionale da ritenersi obbligatori ai fini della presente legge con esclusione dei casi di comprovata impossibilità derivante da cause di forza maggiore; g) sostenere colloqui ovvero prove di selezione per attività lavorative attinenti alle competenze certificate; h) partecipare attivamente alla ricerca del lavoro e recarsi con cadenza periodica, pari a una volta a settimana, presso il centro per l’impiego o l’Agenzia che lo ha preso in carico Art. 12 (Cause di decadenza del beneficio in relazione all’inserimento lavorativo) Il beneficiario in età non pensionabile ed abile al lavoro o qualora disabile in relazione alle proprie capacità, perde il diritto all’erogazione del reddito di cittadinanza al verificarsi di una delle seguenti condizioni: a) non ottempera agli obblighi di cui all’articolo 11 della presente legge; b) sostiene più di tre colloqui di selezione con palese volontà di ottenere esito negativo, accertata e dichiarata dal responsabile del centro per l’impiego; c) rifiuta nell’arco di tempo riferito al periodo di disoccupazione, più di tre proposte di impiego ritenute congrue ai sensi del comma seguente, ottenute grazie ai colloqui avvenuti tramite il centro per l’impiego o le strutture preposte di cui agli articoli 5 e 10; d) qualora a seguito di impiego o reimpiego receda senza giusta causa dal contratto di lavoro, per due volte nel corso dell'anno solare; e) qualora non ottemperi agli obblighi di cui all'articolo 9 comma 6 della presente legge se in presenza di progetti già avviati dai Comuni. Ai fini della presente legge è considerata congrua la proposta di lavoro di cui al precedente comma se munita dei seguenti requisiti: a) è attinente alle propensioni, agli interessi e alle competenze acquisite dal beneficiario in ambito formale, non formale e informale, certificate nel corso del colloquio di orientamento e nel percorso di bilancio delle competenze dagli Enti preposti di cui all’articolo 10 della presente legge; b) la retribuzione oraria è pari a un importo maggiore o uguale all’ottanta per cento rispetto a quella delle mansioni di provenienza e comunque non inferiore a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale di riferimento e in stretta osservanza di quanto previsto all’articolo 19 della presente legge; c) fatte salve espresse volontà del richiedente la sede del luogo di lavoro non dista oltre 50 chilometri dalla residenza del soggetto interessato e il luogo di lavoro è raggiungibile con i mezzi pubblici in un arco di tempo non superiore ad ottanta minuti. I lavoratori disabili iscritti nell'elenco di cui all'art. 8 della legge 12 Marzo 1999, n. 68, sono soggetti alle disposizioni previste dalla medesima legge nonché alle norme in materia di verifica e di accertamento dello stato di disoccupazione. Sono esentate dall'obbligo della ricerca del lavoro e dagli obblighi di cui all’art. 11 della presente legge le madri fino al compimento del terzo anno di età dei figli ovvero in alternativa i padri su specifica richiesta o comunque nel caso di nucleo familiare monoparentale. Ai fini della presente Legge la partecipazione del Beneficiario del reddito di cittadinanza, a progetti imprenditoriali promossi dal centro per l’impiego territorialmente competente ai sensi del comma 2 articolo 10 della presente legge, è da considerarsi alternativa ed equivalente all’assolvimento degli obblighi di formazione di cui all’articolo 11, lettera f). Art. 13 (Diritto all’abitazione) Lo Stato, le regioni e i comuni riconoscono ad ogni cittadino il diritto all’abitazione quale bene primario collegato alla personalità e annoverato tra i diritti fondamentali della persona tutelati dall’art. 11 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali recepito con legge n. 881 del 1977, dall’articolo 2 della Costituzione e dalla Carta sociale europea, sia per l’accesso all’alloggio che nel sostegno al pagamento dei canoni di locazione. I beneficiari del reddito di cittadinanza non proprietari di immobili ad uso abitativo e locatari dell’abitazione principale, non percettori di altre agevolazioni per l’abitazione, hanno diritto a ricevere l’agevolazione di cui al fondo nazionale di sostegno per l’accesso al contributo per le locazioni di cui all’articolo 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431, maggiorata del 20 per cento. Al fine del presente articolo, per i beneficiari del reddito di cittadinanza, il fondo di cui al comma 2 del presente articolo è aumentato di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014-2016 . All’onere si provvede mediante le maggiori risorse di cui agli articoli 20 e 21. Art. 14 (Misure integrative del reddito di cittadinanza) Ai fini di cui all’articolo 1 della presente legge nonché con l’obiettivo di applicare le normative di riferimento in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, i comuni anche riuniti in consorzi e le regioni erogano, compatibilmente alle loro risorse e nei limiti concessi dal Patto di Stabilità, servizi integrativi a supporto dei beneficiari del reddito di cittadinanza e forniscono: a) sostegno alla scolarità nella fascia d’obbligo, in particolare per acquisto di libri di testo; b) sostegno all’istruzione ed alla formazione dei giovani con particolare riferimento alla concessione di agevolazioni per l’acquisto di libri di testo ed il pagamento di tasse scolastiche ed universitarie; c) sostegno per l’accesso ai servizi sociali e socio-sanitari; d) misure di sostegno alla formazione e incentivi all’occupazione; e) misure di sostegno all’uso dei trasporti pubblici locali; f) misure volte a favorire il diletto attraverso la concessione di benefici per la fruizione di rappresentazioni culturali. Al fine di coniugare gli obiettivi di efficacia della presente legge e sostenere la diversificazione dei benefici offerti, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministero delle attività produttive e il Ministero dell’economia e delle finanze, emana entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge un decreto contenente misure volte a fornire agevolazioni per i costi utenze di gas, acqua, elettricità e telefonia fissa attraverso la determinazione di relative tariffe sociali per i beneficiari della presente legge. Art. 15 (Misure a tutela delle persone senza tetto o senza fissa dimora) Al fine di promuovere l’accesso ai benefici di cui alla presente legge, i comuni anche riuniti in consorzi in coordinamento con i centri per l’impiego, elaborano annualmente programmi di divulgazione e relativa assistenza in favore delle persone senza tetto o senza fissa dimora. Al fine di monitorare l’attuazione del presente articolo i comuni anche riuniti in consorzi comunicano semestralmente al ministero del lavoro e delle politiche sociali lo stato di attuazione dei programmi di cui al comma 1 del presente articolo ed i relativi risultati conseguiti. Entro trenta giorni dall’approvazione della presente legge il Ministero del lavoro e delle politiche sociali emana un regolamento contenente la modulistica per le comunicazioni di cui al comma 2 del presente articolo. Art. 16 (Erogazione) Il reddito di cittadinanza è erogato dall’INPS ed è riscosso: presso gli uffici postali in contanti allo sportello, con accredito sul proprio conto corrente postale, su conto di deposito a risparmio o con accredito su carta prepagata, tenuto conto delle esigenze del beneficiario. Ferma restando la competenza della sede dell’INPS, nel cui ambito territoriale il beneficiario è residente, il pagamento può essere richiesto presso ciascun ufficio pagatore sul territorio nazionale. Art. 17 (Incentivi) Al fine di agevolare la fiscalità generale l’importo mensile del reddito di cittadinanza è incrementato del 5 percento per i beneficiari che accettano di ricevere l’erogazione su carta prepagata e che utilizzano almeno il 70 per cento dell’importo della mensilità precedente in acquisti effettuati tramite la medesima carta prepagata. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze stipulano una convenzione con la società Poste italiane e con l’INPS finalizzata all’erogazione del reddito di cittadinanza tramite una carta prepagata gratuita di uso corrente, e alla predisposizione di uno strumento automatico utile a rilevare mensilmente l’ammontare della spesa effettuata tramite carta prepagata ai fini dell’erogazione degli incentivi di cui al comma 1 del presente articolo. Al fine di promuovere l’emersione del lavoro irregolare, il beneficiario che segnala alla direzione territoriale del lavoro una eventuale, propria prestazione lavorativa pregressa, e irregolare, a seguito di relativo accertamento da parte dalle autorità ispettive competenti, riceve una maggiorazione del reddito di cittadinanza nella misura del 5 per cento. Al fine di promuovere forme di occupazione stabile e in attesa dell'adozione di ulteriori misure è istituito un incentivo per i datori di lavoro che assumono, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, lavoratori beneficiari della presente legge. Le assunzioni di cui al comma 4 devono comportare un incremento occupazionale netto per ogni singola azienda beneficiaria dell’incentivo. L'incentivo mensile e' pari al reddito di cittadinanza percepito dal beneficiario al momento dell’assunzione e non può superare a 600 euro mensili, corrisposti al datore di lavoro unicamente mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili del periodo di riferimento, fatte salve le regole vigenti per il versamento dei contributi in agricoltura. L’incentivo di cui al comma 4 ha un durata massima di dodici mesi. L'incremento occupazionale di cui al comma 5 e' calcolato sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori rilevato in ciascun mese e il numero dei lavoratori mediamente occupati nei dodici mesi precedenti all'assunzione. I dipendenti con contratto di lavoro a tempo parziale sono ponderati in base al rapporto tra le ore pattuite e l'orario normale di lavoro dei lavoratori a tempo pieno. L'incremento della base occupazionale va considerato al netto delle diminuzioni occupazionali verificatesi in società controllate o collegate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile o facenti capo, anche per interposta persona, al medesimo soggetto titolare. Art. 18 (Verifiche della fruibilità del Reddito di Cittadinanza e sanzioni) L’accesso al reddito di cittadinanza è condizionato ad accertamento fiscale. Al predetto fine INPS e Agenzia delle entrate, sulla base di appositi controlli automatici, individuano l’esistenza di omissioni ovvero difformità dei dati dichiarati rispetto agli elementi conoscitivi in possesso dei rispettivi sistemi informativi e provvedono alle relative comunicazioni al Centro per l’impiego territorialmente competente. Il beneficiario che rilascia dichiarazioni mendaci, perde definitivamente il diritto al reddito di cittadinanza ed è tenuto altresì al rimborso di quanto percepito alla data della perdita del beneficio medesimo. L’inosservanza degli obblighi di cui all’articolo 9, comma 3, qualora relativi ad un incremento della capacità reddituale, a seguito di seconda omessa tempestiva comunicazione, comporta la perdita di ogni beneficio di cui alla presente legge. Il termine per la segnalazione di cui al comma 3 è fissato in giorni trenta dall’effettivo incremento reddituale. Il beneficiario del reddito di cittadinanza che svolge contemporaneamente attività di lavoro irregolare perde il diritto al beneficio per sempre ed è tenuto altresì al rimborso di quanto percepito alla data della perdita del beneficio medesimo. In caso di erogazione del reddito di cittadinanza, la mancata frequenza ai percorsi scolastici da parte del figlio minore a carico del beneficiario, comporta una riduzione della quota parte di reddito di cittadinanza riferita al minore a carico per ciascun figlio in dispersione scolastica. In caso di primo richiamo la riduzione sarà pari al 30 per cento ovvero al 50 per cento in caso di secondo richiamo ovvero alla perdita del beneficio in caso di terzo richiamo. Art. 19 (Salario minimo garantito) In adempimento dei principi sanciti dall’articolo 36 della Costituzione nonché dell’articolo 1 della presente legge, al fine di integrare le relative misure in favore di tutti i cittadini, è istituito il salario minimo garantito Fatte salve disposizioni di maggior favore previste dalla contrattazione collettiva nazionale la retribuzione oraria lorda applicabile a tutti i rapporti aventi per oggetto una prestazione lavorativa, non può essere inferiore a 9 euro. Art. 20 (Coperture) Agli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo, fissati nella misura massima annua di 19.000 milioni di euro a decorrere dal 2014, si provvede con le maggiori entrate derivanti dalle disposizioni di cui ai commi 81 e seguenti. All’articolo 2 del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 6, le parole “20 per cento” sono sostituite dalle seguenti: “22 per cento”; b) ai commi 9, 10, 11 e 12, le parole “1° gennaio 2012” sono sostituite dalle seguenti; “1° gennaio 2014”; c) al comma 13, lettera a), numeri 1) e 3), le parole “20 per cento” sono sostituite dalle seguenti: “22 per cento”; d) al comma 19, lettere a), b) e c) numero 3), le parole “62,5 per cento” sono sostituite dalle seguenti: “56,82 per cento”; e) al comma 26, le parole “31 dicembre 2011” sono sostituite dalle seguenti: “31 dicembre 2013”; f) al comma 27: nel primo periodo sono aggiunte le seguenti parole: “e l’aliquota del 20 per cento sulla parte di redditi riferita al periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2012 e il 31 dicembre 2013” e dopo il primo periodo è inserito il seguente: “Ai contratti sottoscritti fino al 31 dicembre 2013 l’aliquota del 20 per cento si applica ai redditi di cui al primo periodo riferiti al periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2012 e il 31 dicembre 2013”. nell’ultimo periodo, le parole “precedente periodo” sono sostituite dalle seguenti: “precedenti periodi”; g) il comma 28 è sostituito dal seguente: < per una quota pari al 56,82 per cento, se sono realizzate fino alla data del 31 dicembre 2011 (e le plusvalenze e gli altri redditi diversi sono realizzati fino alla data del 31 dicembre 2013); per una quota pari al 90,91 per cento, se sono realizzate dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2013 (e le plusvalenze e gli altri redditi diversi sono realizzati successivamente al 31 dicembre 2013). Restano fermi i limiti temporali di deduzione previsti dagli articoli 68, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e 6, comma 5, del decreto legislativo 21 novembre 1997, n. 461.>>; h) al comma 29, le parole “1° gennaio 2012” e le parole “31 dicembre 2011” sono sostituite rispettivamente dalle seguenti: “1° gennaio 2014”, “31 dicembre 2013”; i) ai commi 30 e 31, le parole “31 marzo 2012” e le parole “16 maggio 2012” sono sostituite rispettivamente dalle seguenti: “31 marzo 2014”, “16 maggio 2014”; l) al comma 32, le parole “al 31 dicembre 2012, per una quota pari al 62,5 per cento del loro ammontare” sono sostituite dalle seguenti: “al 31 dicembre 2013, per una quota pari al 90,91 per cento del loro ammontare”; m) al comma 33 le parole “successivamente, per una quota pari al 62,50 per cento del loro ammontare” sono sostituite dalle seguenti: "successivamente per una quota pari al 56,82 per cento del loro ammontare e quelli rilevati nel 2012 e nel 2013 per una quota pari al 90,91 per cento del loro ammontare.”. Alle disposizioni di cui al 81 si applicano, in quanto compatibili, i decreti del Ministro dell’economia e delle finanze 13 dicembre 2011. All’articolo 4, comma 2, del decreto legge 28 giugno 1990, n. 167, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 1990, n. 227, le parole “20 per cento” sono sostituite dalle seguenti: “22 per cento”. All’articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 1° aprile 1996, n. 239, le parole “20 per cento” sono sostituite dalle seguenti: “22 per cento”. Le disposizioni dei commi da 81 a 84, esplicano effetto a decorrere dal 1° gennaio 2014. A decorrere dal 1 gennaio 2014 una quota non inferiore a 2.700 milioni di euro annui delle entrate derivanti dai giochi pubblici è destinata alle finalità della presente legge. Al fine di assicurare le predette risorse il Ministero dell’economia e finanze- Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato è autorizzato ad emanare , con propri decreti dirigenziali entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, disposizioni per introdurre nuove modalità dei giochi già esistenti compresi il Lotto e i giochi numerici a totalizzazione nazionale, modificare la misura del prelievo erariale unico attualmente applicato ed eventuali addizionali, nonché la percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita. Le dotazioni finanziarie iscritte nello Stato di previsione del Ministero della Difesa a legislazione vigente, per competenza e per cassa, per ciascuno degli anni del triennio 2014-2016, ivi inclusi i programmi di spesa relativi agli investimenti pluriennali per la difesa nazionale, sono accantonate e rese indisponibili su indicazione del Ministro della Difesa per un importo non inferiore a 2.500 milioni annui, per essere riassegnate all’entrata del Ministero dell’economia e finanze. A decorrere dall’anno 2014, l’imposta di bollo di cui all’articolo 19, comma 6, del Decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, in legge 22 dicembre 2011, n. 214 , si applica nella misura del 18 per mille. A decorrere dal 1° gennaio 2014, per un periodo di tre anni, sugli importi lordi dei trattamenti pensionistici corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatoria è dovuto un contributo di solidarietà, da calcolare applicando le seguenti aliquote progressive: a) da 1 fino a 6 volte il minimo: aliquota 0,1 per cento; b) da 6 fino a 11 volte il minimo: aliquota 0,5 per cento c) da 11 fino a 15 volte il minimo: aliquota 5 per cento d) da 15 fino a 20 volte il minimo: aliquota 10 per cento e) da 20 fino a 25 volte il minimo: aliquota 15 per cento f) da 25 fino a 31 volte il minimo: aliquota 20 per cento g) da 31 fino a 39 volte il minimo: aliquota 25 per cento h) da 39 fino a 50 volte il minimo: aliquota 30 per cento i) oltre 50 volte il minimo: aliquota 32 per cento. Le somme derivanti dalla presente disposizione concorrono integralmente al finanziamento degli interventi previsti dal presente articolo. I partiti e i movimenti politici ai quali, alla data di entrata in vigore del presente decreto, è riconosciuto il finanziamento pubblico ai sensi della legge 6 luglio 2012, n. 96, e della legge 3 giugno 1999, n. 157, in relazione alle elezioni svoltesi anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto, il cui termine di erogazione non è ancora scaduto alla data medesima, cessano dal diritto ad usufruirne a decorrere dall'esercizio finanziario in corso. Sono abrogati: a) gli articoli 1 e 3, commi dal secondo al sesto, della legge 18 novembre 1981, n. 659; b) l'articolo 1 della legge 8 agosto 1985, n. 413; c) gli articoli 9 e 9-bis, nonché l'articolo 12, comma 3, limitatamente alle parole: «dagli aventi diritto», l'articolo 15, commi 13, 14, limitatamente alle parole: «che non abbiano diritto ad usufruire del contributo per le spese elettorali», e 16, limitatamente al secondo periodo, e l'articolo 16 della legge 10 dicembre 1993, n. 515; d) l'articolo 6 della legge 23 febbraio 1995, n. 43; e) l'articolo 1, commi 1, 1-bis, 2, 3, 5, 5-bis, 6, con esclusione del secondo periodo, 7, 8, 9, 10, e gli articoli 2 e 3 della legge 3 giugno 1999, n. 157; f) gli articoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 9, commi da 8 a 21, e 10 della legge 6 luglio 2012, n. 96. In considerazione della eccezionalità della situazione economica internazionale e tenuto conto delle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea, all’articolo 11, comma 1, la lettera e) del Testo unico delle imposte sui redditi del 22 dicembre 1986 n. 917, è sostituita dalle seguenti: "e) oltre 75.000 euro e fino a 100.000 euro, 43 per cento; f) oltre 100.000 euro, 45 per cento”. A decorrere dal 1°gennaio 2014 è istituita un'imposta progressiva sui grandi patrimoni mobiliari e immobiliari determinata e percepita dallo Stato. Per grandi patrimoni si intendono i patrimoni il cui valore complessivo è superiore a 1.500.000 euro. Per patrimoni mobiliari si intendono: a) le automobili, le imbarcazioni e gli aeromobili di valore; b) i titoli mobiliari, esclusi i titoli emessi dallo Stato italiano, quelli emessi dalle società quotate e le obbligazioni bancarie e assicurative. Sono esclusi gli immobili di proprietà di persone giuridiche che sono utilizzati dalle medesime ai soli fini dell'esercizio dell'attività imprenditoriale. L'imposta di cui al comma 94 è dovuta dai soggetti proprietari o titolari di altro diritto reale, persone fisiche o persone giuridiche, nelle seguenti misure: 1) per patrimoni superiori a 1.500.000 euro, lo 0,50 per cento; 2) per patrimoni superiori a 2.500.000 euro, lo 0,75 per cento; 3) per patrimoni superiori a 5.000.000 di euro, lo 0,85 per cento; 4) per patrimoni superiori a 10 milioni di euro, l'1,5 per cento; 5) per patrimoni superiori a 15 milioni di euro, il 3 per cento. Entro il 31 marzo 2012, l'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia del territorio individua i valori dei patrimoni immobiliari. Il valore complessivo dei patrimoni immobiliari è calcolato sommando i valori determinati ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e successive modificazioni, così come modificati dal presente articolo . Dall'applicazione dell'imposta sono esclusi i fondi immobiliari e le società di costruzioni. L'imposta è versata in un'unica soluzione entro il 30 dicembre di ciascun anno. La somma da versare può essere rateizzata in rate trimestrali, previa autorizzazione dell'Agenzia delle entrate. A decorrere dal 1° gennaio 2014, i contributi di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250 sono abrogati. Le risorse iscritte nel bilancio dello stato sono versate all’entrata del bilancio per essere riassegnate al Fondo di cui al comma 4. A decorrere dal 1° gennaio 2014 tutte le risorse stanziate per il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga di cui all'articolo 2, commi 64, 65 e 66, della legge 28 giugno 2012, n. 92, sono destinate integralmente al Fondo per il reddito di cittadinanza. A decorrere dal 1° gennaio 2014, le somme riferite alle scelte non espresse dai contribuenti della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche ai sensi di quanto stabilito dall'articolo 47 della legge 20 maggio 1985, n.222, sono destinate integralmente al Fondo per il reddito di cittadinanza di cui al comma 4. Conseguentemente, apportare le seguenti modifiche: A) All'articolo 6, al comma 19, apportare le seguenti modificazioni: 1) dopo la lettera a), aggiungere le seguenti: "a-bis) all'articolo 6, comma 8, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 93 per cento»; a-ter) all'articolo 6, comma 9, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 93 per cento»;" 2) dopo la lettera b), aggiungere la seguente: "b-bis) all'articolo 7, comma 2, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 93 per cento»;" B) all'articolo 7, sopprimere il comma 7; C) All'articolo 9, sopprimere i commi 5, 9,13, 14, 22; D) All'articolo 10, comma 6, le parole "500 milioni" sono sostituite dalle seguenti: "650 milioni"; E) All'articolo 12, sopprimere il comma 4; F) Le dotazioni incluse nella Tabella A sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 50 milioni di euro a decorrere dal 2014; G) Le dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 200 milioni di euro a decorrere dall’anno 2014." Allegato 1 Calcolo del reddito di cittadinanza Componenti nucleo familiare Soglia di povertà del nucleo familiare per l’anno 2013 1 600 2 1.000 3 1.330 4 1.630 5 1.900 6 2.160 7 2.400 Allegato 2 Algoritmi per il calcolo del Reddito di Cittadinanza per il singolo beneficiario componente di un nucleo familiare Caso 1 Tutti i componenti percepiscono un reddito inferiore al reddito di cittadinanza potenziale Ni= numero dei componenti il nucleo familiare Sp= Valore della soglia di povertà indicato dalla tabella di allegato 1 Ra, Rb, Rc,...Ri= redditi dei componenti del nucleo familiare Rf= Reddito familiare dato dalla somma dei redditi dei componenti il nucleo familiare: Rf= Ra+Rb+Rc+... Ri Rcf=reddito di cittadinanza del nucleo familiare calcolato sulla base del reddito familiare e della tabella di allegato 1 Rcf= Sp-Rf Rcx= Reddito di cittadinanza potenziale Rcx=Sp/Ni Rca, Rcb, Rcc,....Rci= reddito di cittadinanza del componente iesimo del nucleo familiare Rci=Rcx-Ri Caso 2 Uno dei componenti del nucleo familiare percepisce un reddito superiore al reddito di cittadinanza potenziale Ni= numero dei componenti il nucleo familiare Sp= Valore della soglia di povertà indicato dalla tabella di allegato 1 Ra, Rb, Rc,...Ri= redditi dei componenti del nucleo familiare Rs= Reddito del componente del nucleo familiare che supera il reddito di cittadinanza potenziale del componente del nucleo familiare Rf= Reddito familiare dato dalla somma dei redditi dei componenti il nucleo familiare: Rf= Ra+Rb+Rc+Rs+... Ri Rcf=reddito di cittadinanza del nucleo familiare calcolato sulla base del reddito familiare e della tabella di allegato 1 Rcf= Sp-Rf Rcx= Reddito di cittadinanza potenziale Rcx=Sp/Ni Es=Extra reddito del componente che ha un reddito superiore al redditto di cittadinanza potenziale Es=Rs-Rcx Rca, Rcb, Rcc,= Redditi di cittadinanza riferiti ai componenti a, b, c del nucleo familiare Rci= reddito di cittadinanza del componente iesimo del nucleo familiare Rci=Rcx-(Ri+(Es/(N-1))) Nel caso 2 il reddito di cittadinanza del componente iesimo del nucleo familiare che percepisce un reddito inferiore al reddito potenziale è dato dal reddito potenziale diminuito della somma del reddito del componente iesimo e dell’extra reddito del componente che supera il reddito potenziale ripartito tra gli altri familiari. In tutti i casi il componente del nucleo familiare che percepisce un reddito superiore al reddito potenziale non percepisce alcun reddito di cittadinanza.

La fortuna di avere il Dollaro - GZ  

  By: GZ on Giovedì 27 Novembre 2014 07:04

Funziona così: di giorno non succede granchè, poi dalle 10 di sera iniziano i saccheggi che durano tutta la notte. Si vede che passano la giornata a dormire per poter stare su la notte a "protestare". Hanno attaccato anche il municipio e la polizia ha ordine di stare a guardare e lasciar fare. Per fortuna che l'America ha il dollaro per cui che ne stampa e si ripaga, per l'economia sarà positivo e la borsa salirà. #ALLEGATO_1# Viene però la curiosità: una volta che hanno distrutto la città, in cui tra parentesi abitano anche loro, cosa faranno i neri ? Cominceranno a "dimostrare" perchè il governo federale non finanzia abbastanza in fretta la ricostruzione della città ? Saranno però in difficoltà perchè su cosa sfogheranno la giusta rabbia per la ricostruzione che non è abbastanza rapida ? I giornali italiani minimizzano, ne parlano il meno possibile e continuano a titolare "proteste in America". Bisognerà cambiare il dizionario per distinguere chi dimostra per strada con striscioni e megafoni e chi distrugge un intera città, saccheggiando, bruciando e devastando ogni tipo di ufficio e negozio, rubando, sparando sulla polizia e i pompieri persino. La polizia comunque ha avuto ordine di non fare niente e di lasciar distruggere tutto, sono tre giorni che va avanti e leggo stasera che a Los Angeles si sta allargando, che cominciano a fare danni in zone centrali tipo Flower e Wilshire dove ho abitato... Perchè non mostrano queste cose i giornali "perbene" in Italia e continuano con la finzione delle "proteste"? Chissà, magari poi fai fatica a giustificare che l'Italia abbia usato la sua marina militare e speso centinaia di milioni di euro per far arrivare qui dai 100 mila ai 150 mila africani solo con "Mare Nostrum" nell'ultimo anno. Come dicono al PD in Emilia, poi è tutta gente che voterà per noi ... il sindaco Muzzarelli è stato eletto domenica nonostante lo abbiano beccato a fare un accordo segreto con la comunità filippina" perchè votassero in blocco per lui. In Gran Bretagna, dove a Londra oggi gli inglesi-inglesi sono meno del 50% della popolazone, è venuto fuori che ai tempi di Blair il partito laburista aveva messo a punto un piano per fare entrare immigrati dal terzo mondo per aumentare i propri voti

Un appello per una nuova moneta fiscale... da cui mi dissocio... - GZ  

  By: GZ on Martedì 25 Novembre 2014 02:14

^Repubblica ieri#http://www.syloslabini.info/online/wp-content/uploads/2014/11/proposta-repubblica.pdf^ e anche "Micromega" e "il Fatto" questa settimana pubblicano un appello a creare i certificati di credito fiscali ^di cui parla il libro#http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^ scritto con Marco Cattaneo (con introduzioni di Warren Mosler e Biagio Bossone). ^L'hanno firmato Cattaneo, Grazzini, Bossone, Sylos-Labini, Luciano Gallino#http://www.syloslabini.info/online/risolviamo-la-crisi-dellitalia-adesso/^. Dopo averne discusso per un mese io non l'ho firmato. #ALLEGATO_1# In questo appello e ^negli articoli di Grazzini apparsi su il Fatto#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/18/certificati-credito-fiscale-possibile-moneta-nazionale-complementare-alleuro/1216014/^, Micromega e ora nella recensione di Repubblica, i crediti fiscali vengono presentati come un modo di evitare l'uscita dall'Euro #F_START# size=3 color=black #F_MID#("... senza uscire dall'Euro e subire le conseguenze che una scelta del genere implicherebbe..")#F_END# Avevo scritto nel libro due capitoli sull'Euro, intitolando il primo: #F_START# size=3 color=black #F_MID#"Il problema dell'Euro E' come uscirne"#F_END# giusto per non lasciare dubbi. Nel secondo capitolo spiegavo le ragioni però per cui era meglio non puntare sul ritorno "secco" alla lira e introdurre come prima mossa BTP e crediti fiscali (+ banche pubbliche che li comprano). #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Introdurre questa "quasi-moneta" o "euro-lire", sotto forma di crediti e BTP fiscali, è il primo passo che porta a scardinare il sistema dell'Euro. Come era spiegato con esempi storici e con la descrizione di Target2 in ogni caso l'Euro è destinato a crollare, perchè non ha senso economico ed è un progetto politico (al servizio della mondializzazione)#F_END#. L'idea di creare una moneta parallela, all'interno del sistema dell'Euro, che in qualche modo simula i poteri della Banca Centrale che oggi non abbiamo, non deve servire a illudere che questo sistema dell'eurozona, della BCE e della Troika funzionerà, ^come sembra invece dall'appello#http://www.syloslabini.info/online/risolviamo-la-crisi-dellitalia-adesso/^ La questione è complicata e ho scritto centinaia di post/articoli qui oltre al libro (vedi ^l'ultima sintesi che ho messo in PDF tre giorni fa#http://www.cobraf.com/DocumentiScaricabiliCobraf/60_PDF.pdf^), ma in sostanza io sono dalla parte dell'Uscita dall'Euro (e dell'Eurozona che ovviamente comporta), dalla parte del M5S, della Lega e di tutti altri (Savona, Caracciolo, Rinaldi, Bagnai, Borghi...) che vogliono che l'Italia torni indipendente. La differenza è che, a mio avviso, non funziona proporre come stanno facendo finora il ritorno "secco" alla Lira, cioè la conversione forzosa di tutti i conti bancari e del contante da Euro a Lire. ^Questo è pericoloso#http://www.cobraf.com/blog/defaultEconomia.php?topicGroupID=1&idr=123571689#123571689^ e non è nemmeno necessario se ci pensi bene. Si può invece introdurre subito, senza aspettare un referendum nel 2016, un piano di creazione di "euro-lire", sotto forma di: a) crediti fiscali, b) BTP utilizzabili per pagare le tasse e c) banche pubbliche (nazionalizzare delle banche) che li comprino. Questo "trio" di misure consentirà di creare moneta in Italia, in parallelo agli euro, da usare per ridurre tutte le tasse di 100 o 150 miliardi all'interno, senza aver bisogno del "supporto della BCE" #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Introdurre in questo modo una moneta parallela all'Euro oggi in Italia NON SIGNIFICA FAR CREDERE CHE IN QUESTO MODO L'EURO FUNZIONERA'#F_END# . Per il semplice motivo che non è vero. Se anche un nuovo governo italiano riducesse le tasse di 100 o 150 mld, dovrebbe farlo agendo autonomamente all'interno dell'Euro, mettendosi in contrasto con la BCE. Questo è ovvio a chiunque e non vale la pena neanche di discuterlo. La conseguenza dell'adozione di un piano del genere da parte dell'Italia è che i paesi del nord-europa reagirebbero buttandola fuori dall'euro o uscendone loro... #F_START# size=3 color=blue #F_MID#La probabilità che la BCE, la Troika e la Germania accettino un piano del genere da parte dell'Italia è zero (toglierebbe alla BCE il suo potere...). Un piano di emissione di moneta di uno stato membro va contro lo spirito e la lettera di tutti i trattati europei e tutta la costruzione dell'Eurozona da Maastricht in poi. Il principio fondatore dell'Eurozona e dell'Euro è: "niente creazione moneta da parte di un singolo stato". Sarebbe come proporre di introdurre la proprietà privata all'interno dell'URSS nel 1970...e dire "in questo modo il comunismo funzionerà meglio..."#F_END# Non è corretto illudere che in questo modo "ripristini la domanda e la crescita" all'interno dell'Euro e che si eviterà l'uscita e lo si farà funzionare. Emettere crediti fiscali+ BTP fiscali+nazionalizzare banche e farglieli comprare è un modo per uscire dall'Euro in modo graduale, senza la conversione forzosa di conti bancari e contanti che rischia il crac del sistema bancario. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#E' un modo intelligente di uscire dall'Euro in modo graduale e con il minimo di sconquasso#F_END# Non bisogna far credere che sarebbe invece una soluzione che farà funzionare l'Euro, come vedo ora i miei colleghi stanno suggerendo su Micromega, il Fatto o Repubblica... Capisco che politicamente questo possa suonare più accettabile su Repubblica o il Fatto, ma purtroppo dal punto di vista economico-finanziario è falso. Mi fa piacere che in questo modo l'idea di creare moneta da parte dello stato venga discussa ora, grazie soprattutto a Grazzini, su queste pubblicazioni, ma il fatto tecnico dello schema dei certificati non deve ingannare. In Italia e in Europa ci sono oggi due campi: quello di chi dice che non c'è bisogno di uscire dal sistema dell'euro perchè può esser fatto funzionare e quello di chi vuole uscire dalla trappola dell'Eurozona, della BCE e della Troika. Io sono nel secondo.

Il razzismo è il problema dell'italia - GZ  

  By: GZ on Lunedì 24 Novembre 2014 02:30

Il razzismo è il problema dell'italia, l'auto-razzismo. Ai vertici e alla base. Ai vertici, il bilancio dello stato è stato tolto di mano agli italiani e affidato alla Troika, Merkel, FMI perchè non siamo affidabili. Tutto viene deciso a Bruxelles, Berlino e New York perchè non si può più lasciar gestire una cosa importante come le finanze dello stato agli italiani, è gente che non può avere la propria moneta e banca centrale e deve quindi chiedere permesso per avere i soldi del terremoto e va sempre tenuta sotto esame perchè sono degli incapaci (^"via libera Ue all’Italia, «Ci sarà nuovo esame a marzo»#http://www.corriere.it/politica/14_novembre_22/legge-stabilita-via-libera-ue-italia-revisione-marzo-d78529c2-7281-11e4-9b29-78c5c2ace584.shtml^, 23 nov 2014, Corriere). Gli stranieri sono migliori di noi e fanno pure i nostri interessi. Alla base idem. La società italiana è stata aperta a tutte le popolazioni del mondo, dai cinesi ai tunisini ai nigeriani passando per i rumeni, che vanno fatti entrare a centinaia di migliaia (150mila solo dal nordafrica con "Mare Nostrum") perchè gli italiani hanno poca voglia di sacrificarsi, di lavorare e intraprendere e senza gli immigrati e ci viene spiegato che nelle fabbriche ci vanno solo loro, i lavori duri li fanno loro, solo loro aprono nuove imprese mentre gli italiani le chiudono ^("... le imprese create da immigrati sono 497 mila (l’8,2% del totale: a dispetto della crisi ...")#http://www.corriere.it/cronache/14_novembre_23/i-39-miliardi-che-migranti-danno-all-economia-italiana-4b10510c-72df-11e4-9964-9b0d57bdf835.shtml^ Questa è l'Italia descritta sulla stampa del regime, Corriere, Repubblica, Il Fatto e televisioni... dove leggi delle decine di migliaia di aziende italiane che chiudono e poi dell'aumento delle imprese create da immigrati, i quali (se leggi il Corriere) sono miracolosamente immuni alla crisi! Raccontano che le imprese aumentano in Italia (nel mezzo della Depressione), ma solo quelle degli immigrati, per cui in pratica se vogliamo uscire dalla crisi ne deduci che dovremmo affidare a loro la gestione dell'economia. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#All'"Europa" cioè alla Troika dobbiamo affidare le finanze dello stato e la moneta e agli immigrati di ogni etnia del mondo affidiamo le imprese e il lavoro. Gli italiani "autoctoni"... mah... c'è qualcosa che ancora gli italiani possono fare oltre i giornalisti ? #F_END# (Anche nell'impiego pubblico meglio provare con gli immigrati, qui a Modena ad es. hai anche vigili, farmacisti e impiegati comunali africani, perchè sono mestieri che notoriamente nessun italiano vuole fare...) Questa è la propaganda che subiamo tutti i giorni dalle scuole elementari ai giornali: ieri sul Corriere avevi ad es. ^questo pezzo di Gian Antonio Stella Stella #http://www.corriere.it/cronache/14_novembre_23/i-39-miliardi-che-migranti-danno-all-economia-italiana-4b10510c-72df-11e4-9964-9b0d57bdf835.shtml^, di quelli che in URSS sulla Pravda celebravano una volta i vantaggi economici del comunismo e oggi invece celebrano i vantaggi economici dell'immigrazione...Nessuno ha fatto tanti soldi vendendo libri sulla casta, la corruzione e il marcio della società italiana quanto Gian Antonio Stella Stella, che ha scritto migliaia di pagine dove non salva nessuno e trova parassiti, corrotti e ladri ovunque in Italia. Quando si tratta di immigrati però Stella vede il contrario e i difetti degli italiani sono ribaltati in virtù. Qui a Modena ieri Salvini, era a parlare in Piazza Grande e mi hanno detto che la Kyenge (che è di Modena) lo ha interrotto ed è salita sul palco sventolando appunto ^questo articolo sui 3,9 miliardi#http://www.corriere.it/cronache/14_novembre_23/i-39-miliardi-che-migranti-danno-all-economia-italiana-4b10510c-72df-11e4-9964-9b0d57bdf835.shtml^ per dire che gli immigrati sono una ricchezza per l'Italia.. E Salvini: #F_START# size=3 color=blue #F_MID#"...e se portano ricchezza in Italia allora perchè non ritornano ai loro paesi di origine e ne portano anche là ?"#F_END#... che sono paesi che ne avrebbero molto bisogno.. (applausi..) #/i# Nota: la Kyenge è arrivata sotto il palco con la sua scorta di diverse auto e una decina di poliziotti che costa qualche centinaia di migliaia di euro l'anno...Salvini non ha avuto il coraggio di notarlo, ma la gente intorno invece sì... e mi dicevano, ma questo non so confermarlo, che anche la figlia della Kyenge avrebbe la scorta ora perchè su Facebook qualcuno l'ha insultata..#/i# ********************************** ^"I 3,9 miliardi che i migranti danno all’economia italiana"#http://www.corriere.it/cronache/14_novembre_23/i-39-miliardi-che-migranti-danno-all-economia-italiana-4b10510c-72df-11e4-9964-9b0d57bdf835.shtml^ di Gian Antonio Stella, Corriere, 21 novembre#i# Ha ragione papa Francesco: gli immigrati sono una ricchezza. Lo dicono i numeri. Fatti i conti costi-benefici, spiega un dossier della fondazione Moressa, noi italiani ci guadagniamo 3,9 miliardi l’anno. E la crisi, senza i nuovi arrivati che hanno fondato quasi mezzo milione di aziende, sarebbe ancora più dura. Certo, è facile in questi tempi di pesanti difficoltà titillare i rancori, le paure, le angosce di tanti disoccupati, esodati, sfrattati ormai allo stremo. Soprattutto in certe periferie urbane abbruttite dal degrado e da troppo tempo vergognosamente abbandonate dalle pubbliche istituzioni. Ma può passar l’idea che il problema siano «gli altri»? #F_START# size=3 color=blue #F_MID# ehi... hai fatto caso che nelle imprese che aprono i cinesi e qualche albanese (i tunisini, marocchini, nigeriani, ghanesi, rumeni aprono imprese più che altro negli articoli del Corriere) assumono i loro ? Dove 'azzo andranno al lavorare i tuoi nipoti quando le imprese in Italia siano gestite da stranieri come tu auspichi ?. E a proposito, è lo stesso in America: a Silicon Valley quando un impresa di software ha un proprietario indiano o cinese di americani di origine europea NON NE ASSUME.. Sono "solidali" tra di loro. Prova a parlare con gli ingegneri americani o a leggere i loro forum, quando il tizio che recluta è indiano è anche inutile andare al colloquio.....Bisogna invece che cominciamo a importare migliaia di giornalisti dall'Africa, dall'Asia e dalla Romania e li mettiamo in concorrenza con voi...tanto molto peggio non possono fare di voi al Corriere...#F_END# Non c’è massacro contro i nostri nonni emigrati, da Tandil in Argentina a Kalgoorlie in Australia, da Aigues Mortes in Francia a Tallulah negli Stati Uniti, che non sia nato dallo scoppio di odio dei «padroni di casa» contro gli italiani che «rubavano il lavoro». Basti ricordare il linciaggio di New Orleans del 15 marzo 1891, dove tra i più assatanati nella caccia ai nostri nonni c’erano migliaia di neri, rimpiazzati nei campi di cotone da immigrati siciliani, campani, lucani. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# (... ma dove 'azzo mai sono stati "nei campi di cotone" gli immigrati italiani, che erano tutti nelle grandi città del nord-est in America tipo Chicago, New York, Boston... ? la tecnica di prendere un singolo episodio vero, esagerarlo e fingere che rappresenti l'America (o l'Italia) che utilizza Stella alla lunga stanca). Comunque, i sindacati americani e i lavoratori americani, quando non erano intimiditi come adesso, sono sempre stati contro l'immigrazione e cosa ci sarà mai di strano ? Perchè mai dovrebbero essere a favore ? Una volta non c'era questo lavaggio del cervello e capivano il semplice fatto economico che l'immigrazione fa ridurre i salari. Potete arrampicarvi sugli specchi al Corriere e al Sole24 ore tutti i giorni fin che volete, ma è come negare che la pioggia bagna e il sole scalda. E Roosevelt. lo sai che mantenne l'America totalmente chiusa all'immigrazione dal 1933 alla sua morte perchè appunto c'era una crisi economica ? E questo "populismo" di Roosevelt era uno dei motivi forse per cui era così popolare e lo rieleggevano sempre con maggioranze bulgare... Ehi... Roosevelt era contro l'immigrazione!!! Keynes pure ed era anche protezionista lo sai ? #F_END# Eppure quei nostri nonni contribuirono ad arricchire le loro nuove patrie («la patria è là dove si prospera», dice Aristofane) proprio come ricorda Francesco: «I Paesi che accolgono traggono vantaggi dall’impiego di immigrati per le necessità della produzione e del benessere nazionale». #F_START# Da quando in qua il Papa è un esperto di economia, che la Chiesa vive di elemosine, donazioni (...qualche manipolazione finanziaria vedi MontePaschi..), predica la povertà e la auspica ? Per la Chiesa il benessere è un nemico della fede, cosa comprensibile da loro punto di vista perchè la gente che non soffre viene meno in chiesa, per cui più gente miserabile c'è in Italia e più hanno speranze di trovare preti e suore e gente che viene in chiesa.. #F_END# Creano anche un mucchio di problemi? Sì. Portano a volte malattie che da noi erano ormai sconfitte? Sì. Affollano le nostre carceri soprattutto per alcuni tipi di reati? Sì. Vanno ad arroccarsi in fortini etnici facendo esplodere vere e proprie guerre di quartiere? Sì. E questi problemi vanno presi di petto. Con fermezza. C’è dell’altro, però . E non possiamo ignorarlo. Due rapporti della Fondazione Leone Moressa e Andrea Stuppini, collaboratore de «lavoce.info», spiegano che non solo le imprese create da immigrati sono 497 mila (l’8,2% del totale: a dispetto della crisi) per un valore aggiunto di 85 miliardi di euro, ma che nei calcoli dare-avere chi ci guadagna siamo anche noi. Nel 2012 i contribuenti nati all’estero sono stati poco più di 3,5 milioni e «hanno dichiarato redditi per 44,7 miliardi di euro (mediamente 12.930 euro a persona) su un totale di 800 miliardi di euro, incidendo per il 5,6% sull’intera ricchezza prodotta». L’imposta netta versata «ammonta in media a 2.099 euro, per un totale complessivo pari a 4,9 miliardi». Con disparità enorme: 4.918 euro pro capite di Irpef pagata nel 2013 in provincia di Milano, 1.499 in quella di Ragusa. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Come razzo si concilia questo dato, che gli immigrati in media hanno un reddito (12.930 euro a persona che è meno della metà di quello medio italiano), con l'affermazione che hanno creato mezzo milione di imprese che creano ricchezza... ? Stella sta dicendo che, su 23 milioni di residenti che lavorano in Italia e che ^pagano circa 10 miliardi di imposte come gettito totale IRPEF IRES e IRAP#http://www.panorama.it/economia/opinioni/irpef-governo-renzi-salari/^, gli immigrati che lavorano sono 3,5 milioni (quindi 14% del totale degli occupati), ma pagano solo 4,9 miliardi di euro, cioè un 2% (...4,9 mld /210 mld...) ! ...'azzo ma pensano proprio che siamo deficienti.. AStando agli stessi dati che cita, gli immigrati sono il 14% della popolazione che lavora, ma pagano il 2% circa di tasse sul reddito... !#F_END# A questa voce, però, ne vanno aggiunte altre. Ad esempio l’Iva: «Una recente indagine della Banca d’Italia ha evidenziato come la propensione al consumo delle famiglie straniere (ovvero il rapporto tra consumo e reddito) sia pari al 105,8%: vale a dire che le famiglie straniere tendono a non risparmiare nulla, anzi ad indebitarsi o ad attingere a vecchi risparmi. Ipotizzando che il reddito delle famiglie straniere sia speso in consumi soggetti ad Iva per il 90% (escludendo rimesse, affitti, mutui e altre voci non soggette a Iva), il valore complessivo dell’imposta indiretta sui consumi arriva a 1,4 miliardi di euro». Più il gettito dalle imposte sui carburanti (840 milioni circa), i soldi per lotto e lotterie (210 milioni) e rinnovi dei permessi di soggiorno (1.741.501 nel 2012 per 340 milioni) e così via: «Sommando le diverse voci, si ottiene un gettito fiscale di 7,6 miliardi». Poi c’è il contributo previdenziale: «Considerando che secondo l’ultimo dato ufficiale Inps (2009) i contributi versati dagli stranieri rappresentano il 4,2% del totale, si può stimare un gettito contributivo di 8,9 miliardi». Cosicché «sommando gettito fiscale e contributivo, le entrate riconducibili alla presenza straniera raggiungono i 16,6 miliardi». #F_START# size=5 color=blue #F_MID# OK... manca il tempo di commentare tutto. Ricordate un dato solo: le imposte totali incassate in Italia sono circa 760 miliardi. Ok ? 760 miliardi di euro. Gli immigrati, stando a quello che scrive lo stesso Stella, ne pagano solo 16,6 miliardi.... Quanto fa in percentuale ? Un 2% e rotti...Lo scrive lui stesso.. ? #F_END# #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Ma tanto i numeri e le percentuali chi le capisce eh Stella ? Per cui ripete come un martello: "gli immigrati....sono una ricchezza. Lo dicono i numeri, ci guadagniamo 3,9 miliardi l’anno. E la crisi....sarebbe ancora più dura senza di loro...." #F_END# Ma se questo è quanto danno, quanto ricevono poi gli immigrati? «Considerando che dopo le pensioni la sanità è la voce di gran lunga più importante e che all’interno di questa circa l’80% della spesa è assorbita dalle persone ultrasessantacinquenni», risponde lo studio, l’impatto dei nati all’estero (nettamente più giovani e meno acciaccati degli italiani) è decisamente minore sul peso sia delle pensioni sia della sanità, dai ricoveri all’uso di farmaci. Certo, è maggiore nella scuola «dove l’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana ha raggiunto l’8,4%», ma qui «la parte preponderante della spesa è fissa». E i costi per la giustizia? «Una stima dei costi si aggira su 1,75 miliardi di euro annui». E le altre spese? Contate tutte, rispondono Stuppini e la Fondazione. Anche quelle per i Centri di Identificazione ed Espulsione: «Per il 2012 il costo complessivo si può calcolare in 170 milioni». In ogni caso, prosegue il dossier, «si è considerata la spesa pubblica utilizzando il metodo dei costi standard, stimando la spesa pubblica complessiva per l’immigrazione in 12,6 miliardi di euro, pari all’1,57% della spesa pubblica nazionale. Ripartendo il volume di spesa per la popolazione straniera nel 2012 (4,39 milioni), si ottiene un valore pro capite di 2.870 euro». Risultato: confrontando entrate e uscite, «emerge come il saldo finale sia in attivo di 3,9 miliardi». Per capirci: quasi quanto il peso dell’Imu sulla prima casa. Poi, per carità, restano tutti i problemi, i disagi e le emergenze che abbiamo detto. Che vanno affrontati, quando serve, anche con estrema durezza. Ma si può sostenere, davanti a questi dati, che mantenere l’estensione della social card ai cittadini nati all’estero ma col permesso di soggiorno è «un’istigazione al razzismo»? Per non dire dell’apporto dei «nuovi italiani» su altri fronti. Dice uno studio dell’Istituto Ricerca Sociale che ci sono in Italia 830 mila badanti, quasi tutte straniere, che accudiscono circa un milione di non autosufficienti. Il quadruplo dei ricoverati nelle strutture pubbliche. Se dovesse occuparsene lo Stato, ciao: un posto letto, dall’acquisto del terreno alla costruzione della struttura, dai mobili alle lenzuola, costa 150 mila euro. Per un milione di degenti dovremmo scucire 150 miliardi. E poi assumere (otto persone ogni dieci posti letto) 800 mila addetti per una spesa complessiva annuale (26mila euro l’uno) di quasi 21 miliardi l’anno. Più spese varie. Con un investimento complessivo nei primi cinque anni di oltre 250 miliardi.Ha ragione papa Francesco: gli immigrati sono una ricchezza. Lo dicono i numeri. Fatti i conti costi-benefici, spiega un dossier della fondazione Moressa, noi italiani ci guadagniamo 3,9 miliardi l’anno. E la crisi, senza i nuovi arrivati che hanno fondato quasi mezzo milione di aziende, sarebbe ancora più dura. Certo, è facile in questi tempi di pesanti difficoltà titillare i rancori, le paure, le angosce di tanti disoccupati, esodati, sfrattati ormai allo stremo. Soprattutto in certe periferie urbane abbruttite dal degrado e da troppo tempo vergognosamente abbandonate dalle pubbliche istituzioni. Ma può passar l’idea che il problema siano «gli altri»? Non c’è massacro contro i nostri nonni emigrati, da Tandil in Argentina a Kalgoorlie in Australia, da Aigues Mortes in Francia a Tallulah negli Stati Uniti, che non sia nato dallo scoppio di odio dei «padroni di casa» contro gli italiani che «rubavano il lavoro». Basti ricordare il linciaggio di New Orleans del 15 marzo 1891, dove tra i più assatanati nella caccia ai nostri nonni c’erano migliaia di neri, rimpiazzati nei campi di cotone da immigrati siciliani, campani, lucani. Eppure quei nostri nonni contribuirono ad arricchire le loro nuove patrie («la patria è là dove si prospera», dice Aristofane) proprio come ricorda Francesco: «I Paesi che accolgono traggono vantaggi dall’impiego di immigrati per le necessità della produzione e del benessere nazionale». Creano anche un mucchio di problemi? Sì. Portano a volte malattie che da noi erano ormai sconfitte? Sì. Affollano le nostre carceri soprattutto per alcuni tipi di reati? Sì. Vanno ad arroccarsi in fortini etnici facendo esplodere vere e proprie guerre di quartiere? Sì. E questi problemi vanno presi di petto. Con fermezza. C’è dell’altro, però . E non possiamo ignorarlo. Due rapporti della Fondazione Leone Moressa e Andrea Stuppini, collaboratore de «lavoce.info», spiegano che non solo le imprese create da immigrati sono 497 mila (l’8,2% del totale: a dispetto della crisi) per un valore aggiunto di 85 miliardi di euro, ma che nei calcoli dare-avere chi ci guadagna siamo anche noi. Nel 2012 i contribuenti nati all’estero sono stati poco più di 3,5 milioni e «hanno dichiarato redditi per 44,7 miliardi di euro (mediamente 12.930 euro a persona) su un totale di 800 miliardi di euro, incidendo per il 5,6% sull’intera ricchezza prodotta». L’imposta netta versata «ammonta in media a 2.099 euro, per un totale complessivo pari a 4,9 miliardi». Con disparità enorme: 4.918 euro pro capite di Irpef pagata nel 2013 in provincia di Milano, 1.499 in quella di Ragusa. A questa voce, però, ne vanno aggiunte altre. Ad esempio l’Iva: «Una recente indagine della Banca d’Italia ha evidenziato come la propensione al consumo delle famiglie straniere (ovvero il rapporto tra consumo e reddito) sia pari al 105,8%: vale a dire che le famiglie straniere tendono a non risparmiare nulla, anzi ad indebitarsi o ad attingere a vecchi risparmi. Ipotizzando che il reddito delle famiglie straniere sia speso in consumi soggetti ad Iva per il 90% (escludendo rimesse, affitti, mutui e altre voci non soggette a Iva), il valore complessivo dell’imposta indiretta sui consumi arriva a 1,4 miliardi di euro». Più il gettito dalle imposte sui carburanti (840 milioni circa), i soldi per lotto e lotterie (210 milioni) e rinnovi dei permessi di soggiorno (1.741.501 nel 2012 per 340 milioni) e così via: «Sommando le diverse voci, si ottiene un gettito fiscale di 7,6 miliardi». Poi c’è il contributo previdenziale: «Considerando che secondo l’ultimo dato ufficiale Inps (2009) i contributi versati dagli stranieri rappresentano il 4,2% del totale, si può stimare un gettito contributivo di 8,9 miliardi». Cosicché «sommando gettito fiscale e contributivo, le entrate riconducibili alla presenza straniera raggiungono i 16,6 miliardi». Ma se questo è quanto danno, quanto ricevono poi gli immigrati? «Considerando che dopo le pensioni la sanità è la voce di gran lunga più importante e che all’interno di questa circa l’80% della spesa è assorbita dalle persone ultrasessantacinquenni», risponde lo studio, l’impatto dei nati all’estero (nettamente più giovani e meno acciaccati degli italiani) è decisamente minore sul peso sia delle pensioni sia della sanità, dai ricoveri all’uso di farmaci. Certo, è maggiore nella scuola «dove l’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana ha raggiunto l’8,4%», ma qui «la parte preponderante della spesa è fissa». E i costi per la giustizia? «Una stima dei costi si aggira su 1,75 miliardi di euro annui». E le altre spese? Contate tutte, rispondono Stuppini e la Fondazione. Anche quelle per i Centri di Identificazione ed Espulsione: «Per il 2012 il costo complessivo si può calcolare in 170 milioni». In ogni caso, prosegue il dossier, «si è considerata la spesa pubblica utilizzando il metodo dei costi standard, stimando la spesa pubblica complessiva per l’immigrazione in 12,6 miliardi di euro, pari all’1,57% della spesa pubblica nazionale. Ripartendo il volume di spesa per la popolazione straniera nel 2012 (4,39 milioni), si ottiene un valore pro capite di 2.870 euro». Risultato: confrontando entrate e uscite, «emerge come il saldo finale sia in attivo di 3,9 miliardi». Per capirci: quasi quanto il peso dell’Imu sulla prima casa. Poi, per carità, restano tutti i problemi, i disagi e le emergenze che abbiamo detto. Che vanno affrontati, quando serve, anche con estrema durezza. Ma si può sostenere, davanti a questi dati, che mantenere l’estensione della social card ai cittadini nati all’estero ma col permesso di soggiorno è «un’istigazione al razzismo»? Per non dire dell’apporto dei «nuovi italiani» su altri fronti. Dice uno studio dell’Istituto Ricerca Sociale che ci sono in Italia 830 mila badanti, quasi tutte straniere, che accudiscono circa un milione di non autosufficienti. Il quadruplo dei ricoverati nelle strutture pubbliche. Se dovesse occuparsene lo Stato, ciao: un posto letto, dall’acquisto del terreno alla costruzione della struttura, dai mobili alle lenzuola, costa 150 mila euro. Per un milione di degenti dovremmo scucire 150 miliardi. E poi assumere (otto persone ogni dieci posti letto) 800 mila addetti per una spesa complessiva annuale (26mila euro l’uno) di quasi 21 miliardi l’anno. Più spese varie. Con un investimento complessivo nei primi cinque anni di oltre 250 miliardi. #/i#

l'Italia ha in mano un atomica (150mila mld di derivati in Euro) - GZ  

  By: GZ on Domenica 23 Novembre 2014 03:30

io sono per l'uscita dall'Euro, ma a tappe, ^introducendo una valuta parallela, non per la conversione forzosa da Euro a Lire cioè l'abolizione dell'Euro in Italia#http://www.monetazione.it/DocumentiScaricabiliCobraf/60_PDF.pdf^ che è molto pericolosa E NON TE LO FARANNO MAI FARE. Facciamo solo l'esempio che taglia la testa al toro e che non vedo mai discusso: #F_START# size=3 color=red #F_MID#ci sono oggi nel mondo circa 150 mila miliardi di DERIVATI DENOMINATI IN EURO#F_END# esposti ad una sua disintegrazione. Come mai così tanti ? Eh... ad esempio i BTP vengono usati dal "sistema bancario ombra" per essere re-ipotecati tre volte... (c'è un ^capitolo del libro dedicato alla "tripla ipoteca" dei BTP#http://www.cobraf.com/DocumentiScaricabiliCobraf/52_PDF.pdf^, un tema di cui non ha mai parlato finora nessuno qui in Italia, che io sappia). Cioè i titoli pubblici da ridenominare dall'Euro a valute nazionali sarebbero sui 2mila miliardi, ma le stime per tutti i derivati sui tassi di interesse e sui cambi IN EURO da ridenominare sono di oltre 150 mila miliardi (vedi gli studi presentati al Wolfson Prize per il migliore piano di uscita dall'Euro. Lordo Wolfson dal 2012 ogni anno offre 250mila sterline a chi presenta il miglior piano per liberarsi dall'Euro...). Come si sa l'Euro è infatti oggi la seconda valuta di riserva mondiale, con il 25% circa del totale, il dollaro è sceso al 64% circa e il debito pubblico in Euro è il più grande al mondo, pari o maggiore di quello in dollari. Cosa succede allora concretamente nel caso che un paese chiave come l'Italia abolisca l'Euro, provocandone inevitabilmente la sua disintegrazione ? Ad esempio, nel mondo ci sono banche canadesi o giapponesi o inglesi con crediti o debiti IN EURO verso multinazionali europee, russe, sudamericane... In che valute verranno ridenominati questi loro debiti ? Stiamo parlando di gente fuori dall'italia e fuori anche dall'Europa, ma che ha creato strumenti finanziari di debito in Euro !!! In che giurisdizione tutte queste banche e corporations litigheranno sulla ridenominazione una volta che l'Euro non ci sia più ? Parliamo di strumenti creati ad esempio a New York o Londra, sotto quelle giurisdizioni, ma in euro e finiti in mano a entità finanziarie asiatiche o sudamericane! come razzo ne vengono fuori ? Solo il caos legale provocherà una paralisi... Attention please: Se l'Italia uscisse dall'Euro tornando alla Lira (con conversione forzosa), anche la Francia per forza di cose ne uscirebbe e poi a quel punto, anche se non possono veramente permetterselo come mostrato sotto, anche la Spagna, Portogallo, Grecia... forse Slovenia e Belgio...uscirebbero. L'Euro si disintegrerebbe, al massimo rimarrebbe un "euro-marco" tra austria, germania, olanda, finlandia... Migliaia di miliardi di debiti e crediti e di derivati in giro per il mondo andrebbero allora ridenominati in dieci o venti valute diverse e sotto tante giurisdizioni diverse, anche non europee...e ci sarebbe una paralisi nel sistema finanziario globale anche solo per il caos legale di tutti questi crediti, debiti e derivati... L'Italia è l'unico paese al momento che si sta forse avviando verso l'uscita dall'Euro, e giustamente, dal nostro punto di vista. #F_START# size=3 color=black #F_MID# Ma il problema non è quello nostro, dell'Italietta che poi "svaluta e riacquista competività".... questa è una fischiata, è il problema minore. Il problema è che noi in pratica abbiamo l'atomica finanziaria per così dire in mano ora. #F_START# size=3 color=red #F_MID#Se l'Italia abolisce l'Euro provoca una reazione a catena: facciamo sgretolare la seconda valuta di riserva del sistema finanziario globale, in cui sono denominati alcune migliaia di miliardi di debiti e migliaia di miliardi di derivati in giro per tutto il mondo. Creiamo una deflagrazione finanziaria nucleare nel resto del mondo.#F_END# Altrimenti come spieghi che non abbiano voluto rischiare di lasciar uscire nemmeno Cipro e la Grecia per paura che fossero contagiose ? Se quindi imposti l'uscita dall'Euro come si è fatto finora, da parte di Borghi, Rinaldi, Bagnai ecc...come conversione forzosa e abolizione dell'Euro in Italia stai scherzando con il fuoco, stai accendendo una miccia sotto il sistema finanziario globale. PER CUI NON TE LO FARANNO FARE. #F_END# Perchè non se ne parla di questo aspetto ? Intanto se ne parla, se leggi dei report di banche d'affari... poi sui media e ovviamente in sede UE o FMI non se ne parla perchè il sistema finanziario globale è un enorme piramide di debito che può crollare già in condizioni "normali", figurarsi se ti metti a spiegare a tutti questa cosa...Ma se leggi i report sull'uscita dall'Euro di banche d'affari dicono questo. Per cui io sono sì per ^l'uscita dall'Euro, ma a tappe, introducendo una valuta parallela, non per la conversione forzosa da Euro a Lire#http://www.monetazione.it/DocumentiScaricabiliCobraf/60_PDF.pdf^ e lasciando in essere gli euro in banca per chi li vuole...Solo se adotti un piano del genere (forse) te lo lasceranno fare...

Anche Berlusconi si comincia a muovere verso l'uscita... - GZ  

  By: GZ on Domenica 23 Novembre 2014 02:45

Dai che prima che Salvini gli diventi il nuovo leader...anche Berlusconi si comincia a spostare verso l'uscita... --- ^"Svolta anti euro per Forza Italia?" 16 nov 2014#http://www.formiche.net/2014/11/16/svolta-anti-euro-forza-italia/^ #i#.... mercoledì 19 novembre workshop promosso dal movimento berlusconiano e in particolare da #b# Raffaele Fitto#/b# . Al seminario parteciperà anche #b# Silvio Berlusconi#/b# ...rientra nella discussione in atto in Forza Italia per precisare e delineare al meglio il profilo programmatico del movimento su Europa e moneta unica europea. In attesa di comprendere la reale portata della svolta, sono significativi i nomi che il movimento forzista ha invitato al seminario. Infatti tra i relatori invitati ci saranno intellettuali da tempo critici della costruzione monetaria europea e fautori di una sorta di piano B in caso di uscita dell’Italia dall’Eurozona. Forza Italia, infatti, ha convocato l’economista ed ex ministro #b# Paolo Savona#/b# (qui tutti le analisi di Savona su Formiche.net), l’economista e allievo di Savona, #b# Antonio Maria Rinaldi#/b# (ecco tutti gli ultimi interventi di Rinaldi su Formiche.net), e il giurista #b# Luciano Barra Caracciolo#/b# . Ambienti del movimento azzurro spiegano così l’invito a Savona, Rinaldi e Barra Caracciolo: sono tra i pochi intellettuali indipendenti credibili sulla tematica euro e portatori di idee innovative a contrasto dell’attuale aggregazione monetaria, mentre altri professano solo la insostenibilità sotto l’aspetto puramente economico, i tre ritengono che sia la via “giuridica” l’arma vincente contro l’euro. Ma aldilà dei diversi approcci, la vera novità politica è che anche Forza Italia sta valutando di prendere una linea non più sfumata, ma netta, nei confronti dei rapporti con l’Europa e soprattutto sull’euro.#/i# ---- Questo a destra. A sinistra solo questo weekend ci sono un paio di ^incontri di dissidenti del PD#http://sollevazione.blogspot.it/2014/11/ci-vediamo-domani-roma.html^ che da un mese sono passati anti-euro, Fassina, Cuperlo... #ALLEGATO_2# Questo di Forza Italia ieri è significativo perchè c'era Berlusconi presente...Si trattava di giuristi in prevalenza, quelli che hanno creato quest'anno l'associazione ^"Riscossa Italiana", con Rinaldi e Caracciolo#http://www.riscossaitaliana.it/^ al vertice. Nei loro convegni parlano molto della costituzione e dei trattati UE in termini della legalità di uscire dall'euro. Il problema è anche giuridico e costituzionale, ma queste cose di cui parla Caracciolo sono le briciole. #F_START# size=5 color=blue #F_MID# Quello che conta è la giurisdizione e la composizione dei debiti esteri delle imprese e delle banche italiane, i quali possono aumentare assai a seconda di come vengano ridenominati#F_END# Guarda bene queste tabelle (fonte Nomura) che stimano il totale del debito lordo e netto estero dell'Italia (sia quello pubblico che è poco (16%, ma quasi tutto di Bankitalia), che quello delle imprese (12%) che quello delle banche (241), tutti in % del PIL. Che io sappia Rinaldi, Borghi, Bagnai non discutono mai questi dati. #ALLEGATO_1# #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Questa tabella e' quella che conta per il mercato finanziario! (e per l'Italia...) 1) L'Italia non è messa male come la Spagna, il Portogallo e la Grecia per i quali L'USCITA DALL'EURO E' IMPOSSIBILE SE GUARDI I LORO DEBITI ESTERI IN GIURISDIZIONI ESTERE. Per l'Italia e ancora più per la Francia la situazione sarebbe gestibile, diciamo non impossibile come per gli altri. 2) il debito estero delle banche però per l'Italia è il maggiore dei tre se guardi. Il problema dell'uscita dall'Euro è sostanzialmente un problema del sistema bancario... Le banche italiane come tutti sanno hanno 400 miliardi di titoli pubblici. In più, a differenza delle tedesche, li contabilizzano quasi tutti "al mercato" per cui in caso di uscita si ritrovano delle grosse perdite. Saranno perdite in LIRE, ma comunque tali da affondarle, a meno di che Bankitalia giustamente stampi lire e le salvi. In secondo luogo, come si vede dalla tabella sopra, le banche italiane hanno circa 350 mld di debiti esteri, in giurisdizioni estere. Qui possono perdere altri 100 mld ...Altro salvataggio....Anche qui niente di impossibile, ma devi stampare parecchie Lire... Infine, proprio perchè poi si parlerà solo di questo nel mondo finanziario quando arriverà la paura dell'uscita, se si pensa di fare la conversione forzosa le banche italiane possono perdere qualche centinaio di miliardi di depositi che fuggono verso il nord....Anche qui ci si può in teoria mettere una pezza... #F_END# Ho un poco paura dell'uscita/abolizione dell'Euro così come è consigliata finora da giuristi e prof...Comunque l'importante è rendersi conto che ne vedremo delle belle. I sondaggi ora mostrano che in Italia si è già forse formata una maggioranza anti-euro, il M5S con un 20% ora che come obiettivo l'uscita, la Lega che è triplicata nei sondaggi da quando lo ha fatto il suo tema e con la Meloni può avere un 15%, poi dei dissidenti PD e manca solo Berlusconi....Il giorno che lui si dichiara.... #ALLEGATO_3# Intanto nel mondo finanziario stanno facendo questi calcoli per vedere dove arriverà la botta e come approfittarne (lo stratega di Nomura che le ha messe assieme, Nordvig, è stato premiato per il miglior lavoro sul problema dell'Euro al premio Wolfson ed è molto seguito su che strategia seguire per approfittare dell'evento quando si profili...) #F_START# size=4 color=black #F_MID# ^In pratica sarebbe meglio fare diversamente#http://www.monetazione.it/DocumentiScaricabiliCobraf/60_PDF.pdf^ #F_END#... se si vuole uscire dall'Euro...

i prof. di economia e i forestali della Calabria - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 19 Novembre 2014 17:50

Immagina che il Corriere della Sera pubblichi un editoriale che inizi con #i# "...per l'Italia non c'è ragione di rimanere nell'euro..."#/i#. In Germania ^appare su Die Welt#http://www.welt.de/print/die_welt/finanzen/article132206352/Italien-wird-Euro-Zone-den-Ruecken-kehren.html^, che è l'equivalente della Stampa o del Corriere della Sera. Sui maggiori quotidiani tedeschi appaiono ora regolarmente commenti che spiegano che per l'Italia sarebbe meglio uscire dall'Euro (#i# "..Für Italien gibt es keine tragfähigen Gründe, in der Währungsunion zu bleiben.."#/i# ) e si domandano anche perchè gli italiani non lo capiscano. #ALLEGATO_1# Qello che leggi invece sul Sole24ore e nella stampa finanziaria italiana è che la BCE rimetterà in sesto la situazione appena comincia a comprare debito pubblico. E gli economisti della Bocconi o della Luiss si sprecano a inventarsi formule sempre nuove su come far avvenire il miracolo di Gesù, il mitico acquisto di bond da parte della BCE. (dal Sole24 ore di martedì, prof. Carlo Bastasin...): #i# "....Una proposta della School of European Political Economy (Sep-Luiss) sulla natura dell'^intervento della Bce potrebbe rappresentare una svolta forse decisiva per la crisi#http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-11-15/la-proposta-timbro-bce-euro-bond-banche-081105.shtml?uuid=ABxVyHEC&fromSearch^ europea, rendendo gli interventi di acquisto di titoli sovrani efficaci e non distorsivi, e al tempo stesso creando condizioni di stabilità e di crescita dell'euro area. La proposta prevede che al varo del programma di acquisto di titoli pubblici europei la Bce annunci la propria disponibilità ad acquistare da banche ed istituzioni finanziarie un nuovo titolo (un Asset backed security) rappresentativo proprio dei titoli pubblici dei singoli Paesi in proporzioni fisse. ..."#/i# Sui nostri giornali, incluso il Fatto Quotidiano che è quello nuovo e indipendente (non ha dietro gruppi finanziari come Repubblica, Corriere, Stampa, Messaggero...), NON appaiono invece commenti che spieghino che conviene uscire dall'Euro. C'è invece un abbondanza di commenti maligni, beffardi e arroganti che deridono l'ignoranza di chi è contro l'euro: ^"I TRE ERRORI DEI NUOVI NO-EURO"#http://www.leftwing.it/2014/11/13/i-tre-errori-dei-nuovi-no-euro/^ di Ronny Mazzocchi 13 novembre 2014 (professore universitario di economia area PD...).... #i# "...Basterebbero le analisi di molti economisti sugli effetti devastanti di una scelta di questo tipo per archiviare la questione come una boutade autunnale...."#/i# Non solo in America e Inghilterra (dove quasi tutti i commenti concordano che l'Italia dovrebbe uscire), ma persino in Germania si discute tranquillamente del fatto che a noi converrebbe, in Italia invece il conformismo è tale che fino a quando i poteri forti (PD, Berlusconi, Confindustria, Banche, Sindacato) non diano via libera non c'è nemmeno il dibattito. Praticamente c'è Salvini che gira per i talk show a parlare di Lira e di solito è uno contro tutti, per cui fa bella figura solo per questo (il M5S ancora deve decidersi a trovare qualcuno capace di parlarne, per cui in TV non lo senti) Stamattina mi hanno intervistato su Class-CNBC e parlavano di interventi della BCE e Quantitative Easing in arrivo da parte di Draghi come se fosse sicuro e solo una questione se la salvezza arriverà per natale o si deve aspettare fino a gennaio. Ho detto la mia e cioè che non ci sarà niente del genere, ma anche tra gli analisti di borsa italiani è l'opinione minoritaria. Poi apri il Financial Times, Barron's e anche i giornali tedeschi e la maggioranza dei commenti che leggi parla del fatto che all'Italia converrebbe uscire dall'euro e date le regole di bilancio anche il QE non servirebbe a molto... Dicono che esiste la libertà di opinione e di stampa e con internet e il resto c'è la circolazione delle idee senza barriere, ma non è mica vero. ...di questi prof. Carlo Bastasin e prof. Ronny Mazzocchi che con "l'intervento della BCE" si fanno delle seghe tutti i giorni bisogna ricordarsene.... quando l'Italia per stare nell'euro darà default e poi taglierà davvero la spesa pubblica le loro belle cattedre andranno tagliate come prima cosa... altro che i forestali della Calabria

"Geniale" proposta della Reichlin per far comprare i BTP alla BCE - GZ  

  By: GZ on Martedì 18 Novembre 2014 17:44

Lucrezia Reichlin, editorialista del Corriere, ex capo dell'ufficio studi della BCE a Francoforte, professore alla London Business School (nonchè erede di una famiglia di politici importanti del PCI) potrebbe essere il prossimo ministro del Tesoro dopo Padoan, quello che implementa un default visto che da un paio di anni ne parla. Questa settimana #F_START# size=3 color=blue #F_MID#la Reichlin ha messo fuori una nuova versione del piano di far comprare i bond italiani alla BCE#F_END#, tema su cui gli economisti pro-euro scrivono senza mai stancarsi da anni 1) Luis Garicano, Lucrezia Reichlin: 14 novembre: ^"A safe asset for Eurozone QE: A proposal", Luis Garicano, Lucrezia Reichlin #http://www.voxeu.org/article/safe-asset-eurozone-qe-proposal^, 14 November 2014 Vox.eu. 2) sul Sole24 ore c'era l'ennesimo piano il 15 novembre, ^"La proposta: «timbro» Bce su euro-bond delle banche", di Carlo Bastasin#http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-11-15/la-proposta-timbro-bce-euro-bond-banche-081105.shtml?uuid=ABxVyHEC&fromSearch^ 15 novembre 2014, il Sole24ore 3) un mese fa c'era ^il Piano "PADRE" firmato da 50 economisti italiani#http://www.monetazione.it/blog/defaultEconomia.php?topicGroupID=1&idr=123568168#123568168^ e da Prodi Cosa propongono tutti questi economisti pro-euro, che sono l'80% della professione accademica ? Di trovare un modo di convincere i tedeschi a far comprare titoli di stato di tutti i paesi alla BCE. E' il loro chiodo fisso ed è anche la loro unica speranza per non essere travolti dal crollo del sistema. Come vogliono fare ora ? l'ultima pensata è sostanzialmente di #F_START# size=3 color=blue #F_MID#usare un sistema come quello dei mutui cartolarizzati americani, dove mischi assieme debiti buoni e marci e poi rimescoli il tutto e ne tagli delle "tranche", da quella più sicura a quella più scadente#F_END#. Poi li metti sul mercato e chi li compra si fida che la "tranche" più senior è appunto AAA e costa un 1% e quella più "spazzatura" costa un 5% ecc... La Reichlin e gli altri dicono astutamente:#F_START# size=3 color=blue #F_MID# "ehi tedeschi... facciamo così allora visto che non volete che la BCE compri i BTP: mettiamo tutti assieme i titoli pubblici di tutti i 20 paesi della UE però non chiediamo alla BCE di comprarli che lo so che non volete.... Rimescoliamo il tutto e ne tagliamo delle "tranche", da quella più sicura a quella più scadente. La BCE comprerà allora solo le più sicure (quelle "senior", quella "AAA") che costeranno come i Bund, un 1%. Il mercato comprerà le tranche più rischiose che però sono una fetta piccola e che costeranno un 4 o 5%...In questo modo, voi siete contenti perchè la BCE comprerà qualcosa che assomiglia ai Bund e lascerà fuori quello che assomiglia ai BTP...#F_END# Perchè funziona ? Per la magia della finanza, delle cartolarizzazioni e dei rating la quota "scadente" risulterà piccola, per cui la BCE potrà comprare gran parte del debito pubblico dell'eurozona senza rischio !!! comprerà cioè qualcosa che assomiglia ai Bund anche se dentro ci sono dei BTP. Non è magia questa ? La tranche a rischio mantiene il governo italiano sotto pressione, se sgarra aumenta di costo e cala di prezzo ecc..., ma intanto la tranche "sicura" viene comprata dalla BCE e il debito totale pesa di meno (per tutta l'eurozona) e il costo totale dovrebbe calare. Non viene da ammirare l'ingegno che viene profuso per creare questi schemi finanziari ? (Nota tecnica: il gioco è che sui BTP dici che, prendendone 1,000 mld oggi, questo debito ha un certo rischio, del 20% diciamo di default, lo quantifichi in un 20% di probabilità di un default. Come è ovvio infatti il default è una probabilità, al momento attuale e non è il 90% attualmente sul mercato. In un momento dato ad esempio oggi sarà di meno, può essere un 20 o un 30%, diciamo allora che OGGI LA PROBABILITA CHE I BTP DIANO UN DEFAULT E' QUANTIFICABILE AL 20%. Dopodichè il trucco è che separi i BTP in due tranche, un 20%, quindi 200 mld che è "a rischio" e che tratti come tale per cui paga quindi molto, un 5%. E un' 80% cioè 800 mld che consideri "sicuro", come un Bund e che paga quindi poco...) E' una trovata ingegnosa, astuta diciamo nel suo genere. Non è del tutto impossibile che venga presa in considerazione dalla BCE ed è probabile che Draghi in questo momento stia tentando di farla passare. Il problema è che se guardi tra i firmatari di tutte queste astute soluzioni di ingegneria finanziaria trovi dei polacchi, degli spagnoli, degli italiani, anche degli inglesi, ma non dei tedeschi. I tedeschi non sono così stupidi da abboccare. Intanto la Reichlin imperversa come editorialista economico del Corriere a spiegare che la soluzione è che la BCE compri titoli di stato italiani e di tutti i paesi UE. ---#i# ^"Mal comune, nessun gaudio", di Lucrezia Reichlin, Corriere della Sera, 18 nov#http://www.corriere.it/editoriali/14_novembre_18/mal-comune-nessun-gaudio-7600733e-6eec-11e4-a038-d659db30b64c.shtml^ Dopo la pubblicazione dei dati di Eurostat sul Prodotto interno lordo del terzo trimestre, s’è discusso a lungo dell’ennesimo risultato negativo italiano, ma i numeri confermano, soprattutto, la debolezza tedesca. La vera notizia non è che l’Italia sia l’unico grande Paese dell’eurozona ancora in recessione, ma che tutte le economie dell’Unione stentino a decollare e, in particolare, che la Germania abbia crescita piatta. La differenza tra il +0,07 tedesco e il -0,09 italiano è marginale, quella tra il numero tedesco e il +0,9 degli Stati Uniti, nello stesso trimestre, è molto più significativa. La zona euro si conferma in stagnazione mentre gli Stati Uniti mostrano da tempo una robusta ripresa. I dati recenti non fanno che confermarlo. Ma se questa è l’analisi, l’azione di politica economica deve focalizzarsi sull’Unione tutta e non concentrarsi sulla debolezza di una sua parte. Da qui dipende la sopravvivenza dell’euro come progetto economico e politico. Il timone è in mano alla Banca centrale europea, l’unica istituzione federale che abbia capacità di intervento. Dalla sua azione dipende la tenuta del nostro sistema. Poiché il male è oggi comune, il processo decisionale dovrebbe essere più semplice che nel 2011 quando si era di fronte alla dicotomia tra Nord e Sud Europa. Perché, quindi, questa esitazione? In particolare perché la Bce esita a intervenire con massicci acquisti di titoli di Stato (il cosiddetto Quantitative Easing - QE), come hanno fatto la Federal Reserve negli Stati Uniti, la Banca d’Inghilterra e la Banca centrale del Giappone? Per alcuni il problema è tecnico. I tassi di lungo periodo sono già molto bassi e una loro ulteriore diminuzione come conseguenza del QE, si dice, non avrebbe un effetto decisivo sul costo del credito. Inoltre, il sistema finanziario europeo è basato sull’intermediazione bancaria e non sulla raccolta diretta di fondi dal mercato: una diminuzione dei tassi a lunga scadenza, quindi, servirebbe a poco. Queste osservazioni non sono convincenti. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Un’azione adeguata di QE avrebbe un effetto sulle due variabili cruciali per il sostegno della domanda: inflazione e tasso di cambio. In particolare, la Banca centrale europea deve evitare che si consolidino aspettative di diminuzione dei prezzi destinate a far aumentare il costo reale del credito: ed è questo che conta per consumatori e imprese#F_END# . L&#146; esperienza di altri Paesi dimostra che quando il QE è legato al raggiungimento di un tasso di inflazione misurabile, chiaramente comunicato a mercati e cittadini, gli effetti sul reddito nominale sono significativi. È l’esperienza recente del Giappone, Paese con un sistema finanziario basato sulle banche. Ma credibilità e chiarezza dell’obiettivo che si persegue sono ingredienti necessari alla riuscita dell’operazione. Per questo il messaggio della Bce dovrebbe essere deciso, compatto, inequivoco. Ancora una volta l’esperienza del Giappone fa da insegnamento. All’inizio del millennio, un QE non accompagnato da adeguata comunicazione sull’obiettivo di inflazione annullò l’efficacia di quell’azione. Ma se è così perché c’è tanta esitazione tedesca? Il problema in realtà è politico. Se la Bce comprasse il debito degli Stati membri finirebbe per mettere in bilancio gran parte di titoli di Stato dell’eurozona, in particolare titoli italiani. Ne consegue che, in caso di «fallimento» di un qualsiasi Paese dell’area, il rischio sarebbe interamente sulle spalle della Banca centrale e questo finirebbe quindi per rendere impossibile, anche in casi estremi, la ristrutturazione di un singolo debito. Di fatto finirebbe per crearsi una situazione in cui la Bce assicura il settore privato contro il rischio sovrano, eliminando ogni disciplina di mercato. Questa preoccupazione politica, non tecnica, è giustificata ma ci paralizza perché ci lascia, tutti, senza cartucce di fronte alla minaccia di una stagnazione prolungata. Rivela che senza un ulteriore passo verso l’integrazione economica, lo strumento più ovvio per curare il problema non di una parte, ma di tutta l’eurozona, non si può usare.#/i# --- Ma perchè esattamente dovrebbe servire, se poi si mantengono sempre le tasse a questi livelli allucinanti e non si aumenta il deficit ? Perchè, scrive la Reichlin, così aumentano le aspettative di inflazione e tramite questo anche poi l'inflazione e così si riduce il peso del debito e così poi si può ricominciare ad indebitarsi Verrebbe qui da in'azzarsi i) Non so cosa insegnate oggi alla London School, ma far aumentare l'inflazione non fa aumentare la domanda, cioè il potere di acquisto e di spesa. E' il contrario, come insegna l'esperienza recentissima del Giappone ad esempio. ii) Se la BCE con questo trucco comprasse 1,000 mld di debito pubblico dell'eurozona, che è di 10mila miliardi di euro e lo cancellasse cioè dichiarasse che non lo rimetterà mai più sul mercato e lo cancellasse proprio con tratto di penna sarebbe utile. Ma lo sarebbe se in questo modo si aumentassero poi tutti i deficit pubblici e si riducessero le tasse di 1,000 mld. Non c'è però nessun segno che la Reichlin e le dozzine di economisti di area PD nemmeno pensino a proporre di CANCELLARE IL DEBITO. Nelle proposte apparse si parla di aumentare anzi la quantità di "safe assets" a disposizione del mercato come scrive la Reichlin che lamenta che oggi sia calata dal 36% al 18% del PIL perchè le banche e il pubblico locali hanno comprato loro i BTP che prima compravano fondi e istituzioni finanziarie internazionali, le quali vogliono che la BCE li garantisca per comprarli perchè non vogliono rischiare. La Reichlin scrive che queste ultime invece hanno bisogno che ci siano in circolazione migliaia di miliardi di "safe assets" cioè debito senza rischio...che possano comprare. #i# "...the shocks to Italy and Spain together with the drop in AAA-rated asset-backed securities and agency debt has drastically reduced the supply of safe assets, from 36.9% of world GDP to 18.1%. The creation of a large Eurozone-wide security would reverse this trend and go some way towards moving the economy away from the ‘savings glut’ and its distorting consequences...."#/i# Ma perchè 'azzo gli stati e la UE glieli dovrebbero fornire ? Basta con questi trucchi per far indebitare sempre di più le imprese, le famiglie, gli stati nonchè le banche. Ma quando la piantate di escogiare questi schemi finanziari che servono solo a far succhiare sempre più sangue all'economia ? Basta con questa sanguisuga del debito, è ora che lo stato crei lui denaro senza debito e che tutta questa gente che campa di manipolazioni e schemi finanziari vada a lavorare in agricoltura (biologica ed ecostenibile).

la madre di tutti i problemi - GZ  

  By: GZ on Martedì 18 Novembre 2014 01:35

#i# i post di Pasco, vanno considerati come sfoghi puerili e non li si cancellano solo per evitare la fatica #/i# L'unica cosa di cui ogni tanto un pochino vorrei vantarmi è che taglio attraverso tanti dettagli inutili e commenti irrilevanti per cercare l'essenziale. Bisogna sempre partire dal problema dei problemi, la madre di tutti i problemi. Come mai da sei anni le banche hanno continuamente bisogno, in America come in Inghilterra come in Italia di interventi dello stato e della banca centrale che diano loro in tanti modi "liquidità" cioè soldi ? La risposta logica è... ovviamente... che non hanno i soldi. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Perchè Draghi, la FED, la Banca di Inghilterra, la Banca del Giappone dal 2009 hanno dovuto stampare circa 10mila miliardi ? Perchè mancavano 10 mila miliardi !!!! #F_END#. Come lo so che mancavano 10mila miliardi ? #F_START# size=3 color=blue #F_MID# 'azzo l'inflazione è zero, zero in eurozona, è stata zero in giappone fino a ieri, è 1,5% in USA e in UK dopo che hanno "stampato 10mila miliardi #F_END#. Evidentemente c'era bisogno di questi 10mila miliardi, anzi non bastano. Se ne avessero stampati troppi l'inflazione sarebbe salita. Giusto ? Invece è scesa. Ergo, non erano sufficienti. Eureka! Proviamo a usare la testa: #F_START# size=3 color=blue #F_MID# dal 2009 gli stati "stampano" 10 mila miliardi nei principali paesi industriali e l'inflazione scende quasi a zero! per la madonna, ma cosa razzo allora vorrà dire se non che 10 mila miliardi non bastano! #F_END# #F_START# size=7 color=blue #F_MID# #é!%&/$£^?*§!! #F_END# Ma i soldi di solito dove sono e chi li crea ? Le banche. Quindi le banche erano a corto o non creavano o non avevano almeno 10mila miliardi no ? Non vi sembra logico come ragionamento fino qua ? Non pensate a quello che leggete sui giornali o gli altri blog, provate a pensare con la testa in modo logico Come si spiega questo rebus ? Devi capire come funzionano VERAMENTE le banche. Il modo più semplice per spiegare il rebus della banche è notare che operano con un 5%, nei casi migliori 8%-9% di capitale. al massimo. Il resto è debito, passività. Se ci sono dubbi leggere i bilanci e leggere quanto è passività e quanto capital. Oppure ricordare semplicemente che tutta la crisi finanziaria globale dal 2008 è dovuta al sistema finanziario, banche e banche d'affari che di colpo hanno quasi tutte avuto bisogno di aiuti di tutti i generi: a) essere fuse o acquisite per non fallire o stare in piedi (Merril Lynch.. BNL...) b) ricapitalizzazioni urgenti vedi MPS, RBS in UK, Hypovereinsbank in germania, ABN... c) garanzia estesa ai loro bonds (Mario Monti con un decreto nel dic 2012) d) garanzie a tappeto per i loro mutui (USA con Fannie Mae...dove adesso l'80% dei mutui sono garantiti dallo stato appunto tramite FNM e FRE), e) acquisti massicci di bonds cartolarizzati marci direttamente dalle banche (UK, USA...), f) programmi di liquidità BCE ad es in cui la BCE presta allo 0,25% alle banche in modo che comprino BTP al 4% (LTRO...) g) programmi in cui lo stato fornisce un anticipo del 20% sul mutuo in modo che la banca non rischi quasi niente se il mutuatario ne mette solo l'80% (sempre UK) IL MOTIVO PER CUI DA SEI ANNI GLI STATI DEVONO CREARE MILIARDI, tramite la BANCA CENTRALE di solito, e darli alle banche in modo diretto e indiretto è che LE BANCHE SONO A CORTO DI SOLDI Non è facile da capire ? Se un insieme di entità economiche dal 2009 in tutto il mondo occidentale devono continuare ricevere sussidi, sovvenzioni, aiuti in tante forme dallo stato è perchè non hanno abbastanza soldi, perchè sotto l'apparenza mancano di soldi veri, di capitali, di denaro vero quello contante o della banca centrale. L'economia non è difficile fino a quando non arrivi al problema delle banche, della moneta e del debito perchè qui è tutto il contrario di quello che sembra. 1) le banche non prestano soldi di qualcuno a qualcun altro, ma creano denaro dal niente e fino a quando il 95% del denaro circola all'interno del sistema bancario non ci sono grossi problemi, ma resta che creano il denaro loro, non lo stato e quindi sono loro a determinare il ciclo economico, il boom e la crisi 2) le banche grazie a questo meccanismo possono fare a meno di avere capitale, mentre le aziende normali hanno dal 50 al 70% di capitale le banche hanno dal 3% al 10% massimo di capitale. Il resto è debito per loro, i depositi che hanno sono "passività" 3) quando lo stato vende titoli pubblici, BTP ad es al pubblico le banche ricevono un accredito dalla Banca Centrale, cioè la Banca Centrale simultaneamente presta l'importo alla banca e allo stato. Perchè ? perchè nelle banche non ci sarebbero i soldi... Quindi tutto il sistema finanziario in cui viviamo è basato sul denaro che è in banca, ma in realtà se guardi bene è basato sulla garanzia che lo stato intervenga, stampando moneta e fornendola alle banche quando ci sono dei buchi. Cioè alla fine tutto il sistema finanziario ed economico si basa sullo Stato che garantisce lui il denaro che le banche non hanno (e non lo hanno perchè....come tutti possono verificare leggendone i bilanci, le banche operano con debito pari al 90-95%... non dimenticate! non distraetevi...) OK ? Bene, saltiamo alcuni passaggi allora e perchè non sembrino discorsi oziosi rispondiamo alla domanda essenziale: è' possibile un sistema diverso da quello attuale ? E' possibile un sistema cioè diverso da quello basato sulla finzione che le banche prestino denaro esistente quando in realtà lo creano dal niente ? Un sistema come quello attuale in cui le banche creano quasi tutto il denaro sotto forma di debito e in questo modo poi sommergono l'economia sotto una montagna di debito ? Sicuro, è possibile invece qualcosa di simile al sistema finanziario "germanico" tradizionale e simile a quello "asiatico", in cui invece: 1) le banche maggiori hanno invece dal 30 al 60% di capitale, non si limitano a prestare, ma sono socie delle aziende in cui investono 2) c'è una rete di banche locali piccole, pubbliche o semi-pubbliche che rispondono alla comunità (comune, associazioni, sindacati) e finanziano le imprese medio-piccole 3) la Banca Centrale o il Tesoro creano loro direttamente denaro, che non sia quindi debito, e lo girano all'economia nella quantità necessaria (sotto forma di crediti fiscali o acquisti di titoli pubblici...(vedi l'esempio di Schacht e i Mefo bonds di cui abbiamo parlato nel libro) E il problema del debito pubblico ? Non si tratta di niente importane, lo fai comprare alla Banca centrale e alle banche domestiche, come si è faceva una volta, non dagli investitori esteri che ti strangolano. Cioè, le banche creano denaro, con la Banca Centrale come supporto dietro. Se c'è da finanziare lo stato, i suoi deficit, è logico farlo finanziare dalla Banca Centrale e dalle banche del tuo paese non dal fottuto mercato finanziario, cioè da investitori esteri. (vedi: ^"A 100-year perspective on sovereign debt composition in 13 advanced economies"#http://www.voxeu.org/article/advanced-economies-sovereign-debt-100-years-data^, S. M. Ali Abbas, Laura Blattner, Mark De Broeck, Asmaa El-Ganainy, Malin Hu 27 October 2014) #ALLEGATO_1# Se capisci che le banche e la Banca centrale creano il denaro gli fai finanziare i deficit pubblici e così non paghi poi montagne di interessi all'estero in eterno come fa l'Italia che dal trattato di Maastricht in poi ha pagato almeno 800 miliardi di interessi all'estero. E così chiudi il cerchio e poi tutta l'economia funziona. #F_START# size=3 color=red #F_MID#attenzione: dopo che si è fatto lo sforzo di un commento intelligente come questo non si tollerano poi che sia seguito da idiozie, scrivete qualcosa di pensato o astenetevi che vi si cancellano da qui in poi i post #F_END#

Banchieri, miracoli, moltiplicazione e Banca di Inghilterra - GZ  

  By: GZ on Lunedì 17 Novembre 2014 14:18

#i# [gerry: ...assai più ostico è definire la natura del denaro prestato dalla banca, e cioè se debba considerarsi denaro dei depositanti intermediato dalla banca, oppure denaro “a se stante” che non interagisce con i depositi. ....ugualmente si materializzerebbe la moltiplicazione del denaro, perché una volta che il prestito avuto dalla banca si rideposita in banca, fatalmente si avrà un incremento dei depositi e per conseguenza l’innesco di nuovi prestiti...]#/i# --- Mamma mia come riusciamo sempre a complicare tutto in modo da confondere le idee... Gerry, non c'è niente di ostico qui: se le banche "moltiplicano" il denaro vuole dire che non prestano sempre la stessa cifra e creano il denaro, giusto ? Quando il Vangelo dice che Gesù #i#moltiplicò i pani e pesci#/i# intende appunto che li ha creati dal niente, come le banche il denaro, lo moltiplicano e cioè lo creano. Dal niente. Compiono un miracolo come Gesù (il quale però preferiva miracoli di diversa natura tanto che cacciò i banchieri dal tempio...) E' così difficile leggere cosa dicono gli esperti veri e le stesse Banche Centrali ? Se #F_START# size=3 color=blue #F_MID#la Banca di Inghilterra dice i depositi sono passività delle banche e le banche li creano dal niente#F_END# e non siete d'accordo lo sapete che se gli mandate una lettera vi rispondono e vi chiariscono i dubbi. E vi dicono però quello che pazientemente cerco di spiegarvi, ma chissà che se ve lo vedete in una bella lettera con il sigillo della Banca di Inghilterra vi convincete (non che io speri veramente in Tuco e Antitrader, ma appunto si parlava di Gesù e dei miracoli per cui bisogna sempre nutrire una speranza...)

Se le banche prestassero i soldi non guadagnerebbero. E' perchè li creano che guadagnano - GZ  

  By: GZ on Domenica 16 Novembre 2014 19:21

#i# [Tuco: ...su questo forum ci sono svariati personaggi coi loro caratteri e idee, ma si possono bene dividere in due classi:C'è chi dice Parole e c'è chi dice Cose. Anti e Hobi dicono cose...]#/i# Riformuliamo meglio:...su questo forum ci sono svariati personaggi ...si possono bene dividere in due classi: C'è chi dice cose che hanno senso e c'è chi dice cazzate. Anti e Hobi dicono cazzate (quando parlano di banche, banche centrali e debito..) Il libro di ^Nino Galloni#http://it.wikipedia.org/wiki/Nino_Galloni^ (personaggio che conosco abbastanza, avevo organizzato ad es. il dibattito con lui Mosler e Barnard all'Itforum) non l'ho letto ancora e il concetto espresso nell'articolo non sembra corretto. Il problema riguardo alle banche che Galloni si pone però ha senso, anzi è quello cruciale. Galloni sembra dire che tutti #F_START# size=3 color=blue #F_MID#questi profitti che le banche fanno sono dovuti essenzialmente al fatto che creano loro la moneta. Mentre invece dovrebbe essere lo stato a farlo. E quindi se lo stato tornasse a creare la moneta i profitti delle banche spariscono. E lo stato si ritrova più soldi#F_END#, per ridurre le tasse o spendere. Questo è assolutamente corretto. Ma partiamo dall'inizio. Prima delle crisi le banche e il resto dell'#F_START# size=3 color=blue #F_MID#industria finanziaria incassavano dal 30% al 35% dei profitti totali delle imprese, mentre ad esempio fino agli anni '70 meno del 10%. Dove finivano tutti questi enormi profitti ?#F_END# bonus e stipendi a managers (e non solo loro anche del personale...), dividendi molto elevati, interessi su bonds bancari molto elevati e poi in una voragine di affari oscuri in cui una banca comprava qualche altra istituzione finanziaria e si scopriva poi che aveva pagato 11 miliardi dove ne valeva 3 (MontePaschi) oppure dove aveva trafficato in derivati esotici con Goldman o hedge funds come controparte e poi si scopre un buco... e la banca deve essere salvata...). Ancora adesso le banche hanno ripreso a guadagnare soldi a palate in tutto il mondo, persino in Italia che è il paese più depresso del mondo a parte MPS e Carige stanno guadagnando, non perdendo soldi, a differenza del resto delle industrie domestiche. Ma se le banche prestassero denaro non dovrebbero guadagnare così tanto. Cioè, #F_START# size=3 color=blue #F_MID# se le banche prestassero il denaro che appartiene ai clienti che lo depositano presso di loro ad imprese o altri clienti che vogliono un mutuo non dovrebbero fare quasi soldi#F_END#. #ALLEGATO_2# Questo essenzialmente perchè sarebbero sempre gli stessi soldi che girerebbero anno dopo anno. Se guardi il grafico qui sopra che mostra i conti bancari, ci sarebbero sempre 150 mld e non aumenterebbero mai per un decennio o due (salvo ingresso di valuta da surplus estero se si verifica...)!!! Non è vero ? Prova a pensarci un attimo:...lo stato non crea moneta per via del Trattato di Maastricht, se le banche non creano moneta neanche loro ne segue logicamente che i conti bancari come 'azzo fanno ad aumentare ? Rimangono sempre a quella cifra... Quindi se le banche prestassero soldi che già esistono non guadagnerebbero quasi niente. Segui il ragionamento. Supponiamo che le banche prestano veramente soldi che appartengono ai clienti, sempre quei soldi anno dopo anno. Ok, però non pagano quasi niente sui depositi di c/c (ma pagano invece sui conti deposito e risparmio).. e incassano un 4% medio di interessi, più un altro 1% di commissioni varie. Ok. Devono poi anche mettere a bilancio che un 3-4% dei prestiti non vengano restituiti (insolvenze, incagli, sofferenze...) per cui il margine che rimane loro è diciamo un 2% circa. Cioè prestano 100 miliardi e ne guadagnano 2 e con questi devono pagare personale, affitti, computer e altre spsese, tasse e poi dividendi e rimane un utile di quanto ? Se il monte prestiti è sempre quello però, come fanno a guadagnare veramente ? Solo se operano con un capitale minimo minimo del 3%, ma allora poi basta un aumento delle perdite su prestiti di un 1% del totale per spazzare via 1/3 del capitale...Ehi le aziende normali operano con capitale del 60%, mica del 3% come facevano le banche fino al 2008 !! Ma lasciamo stare questo aspetto ora per non complicare ... Qual'è il succo del discorso sulle banche ? #F_START# size=3 color=blue #F_MID#LE BANCHE DOVREBBERO ESSERE COME L'AZIENDA DEL GAS O DELL'ACQUA, DELLE ATTIVITA' SEMPLICI E BANALI, MOLTO REGOLAMENTATE DALLO STATO. NON GUADAGNARE UN TERZO DEGLI UTILI SOCIETARI#F_END#. Perchè creare prestiti a interesse non è complicato come produrre nella metallurgia, chimica, elettronica, semiconduttori, aereospaziale, biotech e farmaceutico, software, agricoltura, cinema.... Creare prestiti a interesse a interesse è un attività di buon senso, con parecchia informatica di supporto, che tra l'altro lo rende ora più facile ora, ma non produce molto valore aggiunto, è come l'elettricità o l'acqua. E' solo "teoria" questa ? Come ho spiegato venti volte, la Germania ha un sistema bancario in buona parte di questo genere ed è soprattutto per questo motivo che ha meno problemi. #F_START# size=3 color=red #F_MID#Le Landesbanken e Sparkassen in Germania sono piccole banche locali, semi-pubbliche, che non guadagnano un razzo, hanno bilanci che fanno pareggio quando va bene, ma finanziano l'economia produttiva.#F_END#. Fuori dalla Germania prevale però il modello "anglo-americano" delle banche usuraie, onnipotenti, quotate in borsa con CEO che incassano miliardi di stock options e bilanci più oscuri della Fossa delle Bermude... Come mai allora, negli ultimi venti anni in particolare, il settore finanziario guadagnava un terzo degli utili societari totali ? Come mai quando di colpo passavano da guadagnare 100 miliardi un anno a perderne 300 miliardi l'anno dopo venivano aiutare a coprire le perdite con ogni genere di programma di salvataggio e di "liquidità" in modo che in un paio di anni tornassero a macinare profitti ? Forza che ora ci arriviamo. Notare che non ho detto prima che la banche "prestano" soldi a interesse, ma "creano" prestiti a interesse, perchè le banche non prestano i soldi di uno cliente ad un altro cliente, non sono "intermediari" veramente. In realtà, creano loro il denaro che circola nell'economia creando i prestiti "dal niente". Dato che, come ora tutti dovrebbero rendersi conto, lo Stato da trentanni non crea più denaro e la Banca Centrale nemmeno (salvo recentemente con il QE.. ma non da noi in Italia), ne segue logicamente che qualcun altro deve creare denaro. Giusto ? E qualcuno lo ha creato negli ultimi trentanni. Il denaro nei conti bancari in eurozona ad esempio da circa 1,000 mld in euro di oggi a fine anni '80 è cresciuto oggi a 11 mila miliardi di euro circa oggi e in Italia da 150 mld nel 1993 è cresciuto a 1,300 mld e rotti ora. #ALLEGATO_2# Bene. A forza di spiegarlo qui con esempi, grafici, tabelle, citazioni di report, estratti di libri... a parte antitrader, tuco e hobi, qui forse molti ora comprendono questo fatto fondamentale dell'economia moderna: #F_START# size=5 color=BLUE #F_MID#LE BANCHE CREANO IL 95% DEL DENARO CHE CIRCOLA. NON LO STATO. LE BANCHE LO CREANO.#F_END#. C'è scritto sul sito della Bundesbank, c'è scritto sul sito della Banca di Inghilterra che si è persino presa la briga in febbraio di quest'anno di pubblicare un report e due video appositamente dedicati a spiegarlo al pubblico. C'è scritto in Wicksell, Schumpeter, Keynes, Hayek, Friedman... (#i# N.B. anche Mosler lo dice, ma poi quando spiega il deficit pubblico da l'impressione che lo stato crei moneta o meglio #i# "net financial assets"#/i# e questo confonde Barnard e i ragazzi della MMT in Italia#/i# ) Ovviamente da questo segue che le banche creando il denaro che prestano fanno molti più profitti che se invece prestassero soldi di qualcuno a qualcun altro. Nel secondo caso in Italia esisterebbero 150 miliardi circa di moneta nel 1994 (ok, esistono altri in conti risparmio...) e dopo 20 anni ci sarebbero stati più o meno questi 150 miliardi (salvo addizioni da forex...) perchè le banche si sarebbero limitati a raccoglierli da qualcuno e prestarli a qualcun altro, per venti anni di fila. Non pensate che in questo modo non farebbero granchè soldi ? Se invece hanno creato loro più di 1,000 miliardi tramite il credito forse riuscivano a fare molti più quattrini, che ne dite di questo pensiero ? E' troppo difficile per anti-trader e tuco lo so, ma non si può arrivare a tutti, anche la mia maestra che era brava con alcuni ci dava a mucchio. Il concetto su cui insomma fa leva Nino Galloni è corretto: le banche CREANO IL DENARO che circola nell'economia ed per questo che fanno tanti soldi. Se prestassero il denaro che già esiste nell'economia non guadagnarebbero quasi niente #ALLEGATO_1# Galloni ha perfettamente ragione nel punto di partenza del suo ragionamento. Non nella conclusione per cui puoi estrarre ora 200 mld in italia dalle banche che sembra di leggere. Antitrader nei suoi commenti non capisce una mazza come al solito invece. Nota antitrader è un softwarista semi-in pensione se ricordo bene, con una laurea scientifica, che gioca un poco in borsa e che per sua stessa ammissione non legge l'inglese, non legge libri e meno che mai ha mai letto un solo libro di economia hobi è un dirigente bancario in pensione se ricordo bene, con una laurea in economia aziendale credo, che gioca un poco in borsa, che legge l'inglese e legge anche pubblicazioni come il financial times o report, ma non ha mai dato il minimo segno di aver letto un solo libro di economia dopo la laurea Purtroppo la macroeconomia e l'economia monetaria richiedono oltre che la lettura dei quotidianni finanziari anche un approfondimento, sui banchi universitari o tramite letture specialistiche, quelle cose che trovi negli scaffali della Feltrinelli o ordini da Amazon e si indicano come libri

Galileo e Leonardo si spostavano da uno stato all'altro - GZ  

  By: GZ on Venerdì 14 Novembre 2014 18:45

VincenzoS le cose che proponi richiedono più o meno una dittatura e in ogni caso non vengono fatte molto neanche in Gran Bretagna e in America. Bisogna prendere gli italiani per quello che sono e cercare di proporre cose fattibili, non quelle che in astratto sembrano giuste. Se non si vuole una dittatura, per ottenere maggiore efficienza, produttività e meno spreco dovresti ritagliare l'Italia in una ventina di stati come nel 1860 o ai tempi del Rinascimento. Alcuni di questi stati risulterebbero più industriosi di altri e attirerebbero quindi gli inventori, gli imprenditori e tutta la gente con più voglia di fare e ci sarebbe un effetto imitativo. Inoltre quelli con maggiori sacche di parassitismo prima o poi dovrebbero darsi una mossa. Se leggi la storia di Italia nel 1200 o 1400 era così, c'era concorrenza continua tra le varie repubbliche, ducati, regni, città d'Italia per cui gli artisti, gli scienziati, gli inventori, i mercanti si spostavano spesso tra la Repubblica di Venezia o il ducato di Toscana o anche Roma o Torino e i vari stati spesso (non sempre) cercavano di imitare i vicini di maggiore successo. Galileo e Leonardo si spostavano spesso per lavorare nel principato, ducato o stato che offriva migliori opportunità...Ma non dovevano emigrare in Inghilterra o Canada (al massimo un poco in Olanda) e imparare un altra lingua, si spostavano di 80 km ! In linea generale i grandi stati sono inefficienti. Se ci pensi il Meridione era l'unica zona d'Italia tutta unificata sotto un unico stato e isolato dal resto perchè attorniato dal mare, mentre il Nord era tutto frazionato. La Grecia è stata inglobata nell'impero turco dal 1450 al 1860 circa e ne sono usciti completamente rovinati. Uno stato unico centralizzato di 60 milioni di abitanti che va dall'Austria alla Tunisia non è un organizzazione efficiente. L'Eurozona poi che vorrebbe avere moneta, banca centrale, legislazioni di tutti i generi e in parte spese in comune tra 300 milioni di persone peggiora ancora le cose. L'Eurozona è di per sè è un ostacolo a maggiore efficienza e non a caso da quando il progetto è stato lanciato negli anni '90 l'Europa ha sistematicamente fatto peggio di nordamerica, UK e Asia. L'Eurozona è un mostro burocratico che livella e omogeneizza 300 milioni di persone che sono sempre state divise tra loro. Il pretesto che evita le guerre è ridicolo, le uniche guerre, da quando c'è l'atomica, le fanno in medio oriente o in africa... Solo gli anglo-sassoni e nord-europei nella storia sono stati abbastanza in grado di gestire grossi stati mantenendoli efficienti. Gli slavi ad esempio sembra si trovino meglio divisi, ma non cominciano ora a parlare del lato delle differenze etniche che non ne usciamo poi più... Prendiamo gli italiani per quelli che sono e cerchiamo perlomeno di tornare al livello diciamo del 1970 o 1980... che era relativamente meglio di quello attuale. Se poi almeno il Veneto imitasse la Slovacchia, la Slovenia, la Lettonia e gli altri stati alla sua destra composti da 5 o 6 milioni di abitanti diventando indipendente potrebbe essere il catalizzatore vero del cambiamento. Una volta che si vedesse che i veneti indipendenti funzionano meglio verrebbero imitati visto che è gente che si conosce e parla la stessa lingua e non sono i soliti scandinavi

Il Fondo Monetario Internazionale è più socialista di Renzi - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 12 Novembre 2014 13:45

Lady Lynn de Rothschild è più socialista di Renzi e Credite Suisse è più di sinistra di Padoan e degli economisti italiani. La Cristine Lagarde, capo appunto del FMI, ha tenuto un discorso di recente per parlare del fatto che le 85 famiglie più ricche del mondo possiedono tanta ricchezza come i 3 miliardi più poveri del mondo (o se vuoi altre statistiche, l'1% della popolazione ora ha più del 50% della ricchezza mondiale, in particolare negli USA). La cosa simpatica però è che il discorso della Lagarde inizia ^indirizzandosi "a Lady Lynn de Rothschild"#https://www.imf.org/external/np/speeches/2014/052714.htm^, perchè la conferenza sulla disuguaglianza la organizzava un Rothschild... #ALLEGATO_1# Capito ? #F_START# size=3 color=blue #F_MID#oggi il capo del PD (l'ex-partito comunista), Renzi, fa conferenze su come ridurre il costo del lavoro, privatizzare e ripagare i creditori fino all'ultima lira e Lady Rothschild fa conferenze sulla disuguaglianza di ricchezza. #F_END# Credite Suisse ha appena messo fuori il suo ^“ Global Annual Wealth Report,”#https://publications.credit-suisse.com/tasks/render/file/?fileID=60931FDE-A2D2-F568-B041B58C5EA591A4^ in cui nota che il 10% della popolazione mondiale ha l'87% della ricchezza. OK, tu penserai che sia così per via dell'Africa, India e Brasile o Messico dove appunto c'è questa enorme povertà che abbassa la statistica media degli 8 miliardi di abitanti del pianeta. Hmm... non è così vero: negli Stati Uniti il 10% della popolazione possiede ad esempio l'85% o 88% (a seconda degli studi) delle azioni e altri asset finanziari (poi con la proprietà delle case la loro quota di ricchezza scende al 74%, c'è più concentrazione di ricchezza in Nordamerica che negli Emirati arabi o Indonesia o Perù, vedi pag 32) ^Leggi il report di Credite Suisse#https://publications.credit-suisse.com/tasks/render/file/?fileID=60931FDE-A2D2-F568-B041B58C5EA591A4^. Altro che Piketty che parla di disuguaglianza di REDDITO. QUELO CHE CONTA è LA DISUGUAGLIANZA DI RICCHEZZA la cui componente maggiore è... la terra... chi possedeva la terra negli ultimi 40 anni è diventato ricco grazie alle aree fabbricabili e il boom degli immobili. In UK, hanno calcolato che i piani regolatatori hanno creato ricchezza pari a 2 volte il PIL. Leggi il Crediti Suisse. Ormai per sapere qualcosa sulla concentrazione della ricchezza devi leggere i report delle banche che gestiscono i patrimoni dei ricchi, gli economisti invece si occupano solo di *** te

Uscire dall'euro ok, ma se segui i prof. ti rovini - GZ  

  By: GZ on Martedì 11 Novembre 2014 03:51

#F_START# size=3 color=darkmagenta #F_MID#"[all'interno dell'Euro]....se aumentassimo il deficit pubblico (per ridurre le tasse...) distruggeremmo l'unica cosa buona che ha fatto Monti, mettere a posto i conti con l'estero..."#F_END# #F_START# size=3 color=darkmagenta #F_MID#"Se si ritorna alla Lira...nel primo anno inflazione al 3% e nel medio periodo al 2%..."#F_END# Questo dice il prof. di economia che oggi è considerato l'alfiere del ritorno alla lira e a cui ad es Salvini e Meloni guardano come esperto (Grillo non so, ma si vedono ora analisi dell'euro sul blog copiate da Bagnai) C'è stato ^il convegno a Pescara#http://goofynomics.blogspot.it/^ organizzato da Bagnai con una quindicina di economisti italiani tra cui Gawronski, Borghi, Boldrin (che è pro-euro) ed esteri, giornalisti come Giordano del Giornale e politici come Salvini, Meloni, Bertinotti (ho imparato così che è ancora vivo). Una bella cosa che si discuta di euro e di macroeconomia. Guardo nei video se c'è qualcosa che spiegi COME SI TORNA ALLA LIRA, perchè come ho intitolato il capitolo sull'Euro: "Il problema dell'Euro è come uscirne", cioè è ovvio che l'Euro non poteva funzionare, la questione è quella di come venirne fuori senza subire un tracollo del sistema finanziario Qui vedi Bagnai che indica ^la sua simulazione su come funzionerà il ritorno alla lira#https://www.youtube.com/watch?v=hSo9E4ohG7o^ (dal minuto 2:00 in poi e in particolare dal 2:22 in poi) e il discorso resta errato, come ho notato altre volte. 1) non vede grossi problema di inflazione, di tassi di interesse dei BTP, di crash dei titoli di stato, fuga di capitali, crac delle banche.. perchè...immagina che il cambio si muova del -10% verso dollaro e del -20% verso marco se torni alla lira, dicendo che le oscillazioni di breve periodo non si considerano e si guarda a cosa succede dopo cinque anni.... per cui la sua analisi parla appunto di dove si stabilizzerà il cambio dopo degli anni !!! grazie al 'azzo come diceva Keynes... ovviamente...se fingi che non esista il mercato finanziario e che l'economia funzioni come nei libri per cui fai una simulazione di cinque anni in avanti salti tutti i problemi pratici....Ma che bello eh... Ehi.. il problema è il panico nei primi giorni !!! E questo arriva perchè tutta Londra (intesa come piazza finanziaria) vede il cambio della nuova lira muoversi (verso il marco) intorno al-50%, da 1,26$ attuali noi andiamo a 0,80$ e la Germani forse 1,70$... Ma guarda anche solo il "trend" storico da quando esistono i cambi flessibili (1971), cosa ti dice ? da 1000 lire andrai a 1,600 probabilmente #ALLEGATO_1# Chiaro che se esci dall'euro e non tagli le tasse forse va diversamente, perchè se lasci l'economia stagnante l'impatto finanziario su inflazione, tassi e deficit estero è minore. Ma se esci dall'euro e aumenti i deficit di 100 miliardi per uscire veramente dalla depressione, allora avrai tassi di interesse all'8% e costo del debito pubblico che raddoppia, crash dei BTP e delle banche con loro, a mano che Bankitalia non stampi moneta e compri BTP a mani basse ... a quel punto il cambio va giù che è una bellezza, più di quello del Giappone che ha fatto un -40%... e quindi devi avere un piano per mettere controlli ai capitali e nazionalizzare banche...(cristo, l'economista della LePen, Sapir, lo dice per la Francia che è più robusta di noi) Se fingi invece come si fa all'università che svalutiamo del -10% verso dollaro e del -20% verso marco, (a medio termine, perchè studiando l'esempio del 1992 e inserendo parametri nella regressione...) chiaro che non ci sono problemi...ma grazie ... Comunque va dato atto al convegno di aver fatto intervenire due che lo contraddicono molto bravi. Subito dopo Bagnai, arriva un italiano anziano molto efficace e chiarissimo che insegna ad Oxford, ^Andrea Boltho#http://www.magd.ox.ac.uk/member-of-staff/andrea-boltho/^., che parla subito dopo di lui e fa un quadro invece realistico dello sconquasso (^dal minuto 2:40 in poi#https://www.youtube.com/watch?v=hSo9E4ohG7o^). L'intervento di Andrea Boltho è corretto nello spiegare il ritorno alla lira, ascolta quello! Anche l'altro subito dopo, ^Francesco Lippi (dal minuto 3:00 in poi)#https://www.youtube.com/watch?v=hSo9E4ohG7o^, critica tecnicamente Bagnai in modo corretto sulla simulazione del ritorno alla lira "indolore" che il prof. immagina. E' curioso che inviti due altri professori, Andrea Boltho e Francesco Lippi che lo contraddicono in modo amichevole, ma molto efficace. Uno che ascolta bene Bagnai e poi questi due parlare si convince che l'uscita dall'Euro è uno sconquasso e penserebbe che Bagnai avendoli sentiti cambi il suo discorso...Non so l'effetto finale sul pubblico perchè non ho ascoltato l'intera sessione, ma questi due interventi di Boltho e Lippi ti dicono in sostanza che può peggiorare sicuramente le cose "nel breve periodo". Solo che in un paese già in depressione non vorresti peggiorare ancora... Il difetto di Boltho e Lippi è che non hanno idee su cosa fare, ragionano in termini di produttività e dicono che l'Italia non è produttiva e fa un poco schifo...e dobbiamo suicidarci come paese 2) Bagnai #F_START# size=3 color=blue #F_MID#dice che se aumentiamo i deficit pubblici all'interno dell'euro in modo da ridurre le tasse... non serve!#F_END# E perchè mai ? perchè andiamo poi in deficit con l'estero avendo l'euro... (^"...se aumentassimo il deficit pubblico (per ridurre le tasse...) distruggeremmo l'unica cosa buona che ha fatto Monti, mettere a posto i conti con l'estero..")#https://www.youtube.com/watch?v=hSo9E4ohG7o^ Cioè continua a non capire che i deficit esteri all'interno dell'euro sono l'unico problema che NON esiste, grazie al modo in cui funzionano i pagamenti in euro tra banche e banche centrali. Come dice Mosler sembra che gli economisti non capiscano i meccanismi monetari e bancari. Qui davanti ad altri economisti che non obiettano dice che tornare alla lira è la condizione necessaria per avere "spazio fiscale", cioè aumentare la domanda (ridurre le tasse, aumentare la spesa) e insomma fare qualunque cosa per l'economia. Se all'interno dell'Euro si sforasse il limite del deficit del 3%, ad esempio facendo un deficit del 10% o più che consenta di ridurre le tasse, questo non farebbe lo stesso aumentare la domanda alla fine. Cioè, anche se per un miracolo di Lourdes la UE consentisse ad un deficit pubblico italiano molto maggiore, magari facendolo finanziare dalla BCE, lo stesso non servirebbe. Perchè ? Perchè per Bagnai andresti in deficit con l'estero, di bilancia commerciale.... Sì, certo che aumentare la domanda all'interno dell'euro manda la bilancia commerciale dell'Italia in deficit. E allora ? Bagnai non capisce come funziona il meccanismo dei pagamenti nella UE, diciamo che come quasi tutti gli economisti non presta attenzione ai meccanismi monetari tra banche e banche centrali. Come ho spiegato tante volte, se hai dei deficit esteri in un paese dell'eurozona gli altri sono obbligati automaticamente a finanziarglielo tramite crediti ad esempio dalla Bundesbank alla Banca d'Italia, il meccanismo chiamato "Target2" Il problema non è tanto che il ritorno alla Lira è guidato da Grillo, Salvini e Meloni, quanto che gli esperti che dovrebbero guidarli sono fuori dal mondo

cosa dice l'economista anti-Euro numero uno in Francia - GZ  

  By: GZ on Lunedì 10 Novembre 2014 02:36

C'è un ^articolo appena messo fuori dall'economista anti-Euro numero uno in Francia, Jacques Sapir#http://russeurope.hypotheses.org^, che è il braccio destro della LePen nei dibattiti televisivi. Sapir spiega come funzionerà l'uscita dall'Euro dal punto di vista della Francia. In sintesi dice che per la Francia la svalutazione sarebbe del 20-25%, per l'Italia del 25-30% e ovviamente il suo discorso è lineare: il nord-europa è più competitivo, il sud-Europa è sopravvalutato, con un cambio bloccato come quello dell'Euro, di un 20% o 30%, a seconda dei paesi. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Se svaluti di un 20% (per la Francia), adatti la valuta alla situazione reale del paese. Voler fare il contrario, adattare un intera nazione come la Francia ad un valore monetario come quello del cambio è follia. #F_END# (questo concetto è in Keynes, Friedman e in qualunque economista serio di sinistra e di destra, oltre ad essere elementare e facile da capire per tutti...Quelli di voi che si arrampicano sugli specchi per negarlo devono prendere ripetizioni di economia elementare, quella che insegnano all'istituto per ragionieri...) E l'inflazione ? Sapir fa dei calcoli e conclude: "^la baisse du pouvoir d’achat serait donc de 100/105,58 soit de 5,3%" #http://russeurope.hypotheses.org/3006^, per la Francia. Per l'Italia non lo indica, ma in base al numero di inflazione che calcola per la Francia, tenendo conto che stima una svalutazione più elevata di un 5-10% per noi, traslando come fa lui l'effetto del cambio, si viene fuori con un inflazione del 7% circa per l'Italia se torna alla Lira (inizialmente, poi Sapir stima che per la Francia si riduca al 4%, quindi diciamo un punto in meno anche per noi ?...) Bene. Italia e Francia sono i due paesi che possono uscire dall'euro, in cui i sondaggi anti-euro superano il 40% (con l'Italia nell'ultimo mese che mostra sondaggi con più anti-euro che anti-lira....). Spagna, Grecia e Portogallo no, perchè questi sono paesi che hanno anche beneficiato dell'euro nei primi otto anni e si sentono più deboli e vulnerabili (e lo sono). Come funzionerà allora ? 1) Se l'Italia esce anche la Francia automaticamente esce e viceversa. E se escono loro, si sgretola l'euro, al massimo rimane un "euro-marco" per cinque o sei paesi intorno alla Germania. 2) E' improbabile come immagina qualcuno che Spagna, Italia, Francia, Portogallo e Grecia rompano l'euro per riformare un "euro-sud" tra loro. 3) ti ritrovi Lira (o Franco) da una parte e Marco dall'altra. Non Lira da una parte e Euro dall'altra. Di quanto si svaluterà la Lira ? In media, verso dollaro dice Sapir di un 25%-30%. E verso Marco ? (fa molta differenza di quale valuta di riferimento parli) Nel caso della svalutazione verso la Germania il problema è se il "neo-marco" salga dagli 1,26$ attuale a 1,80$ o a 1,90$ o 2,0$ cioè si svaluterà VERAMENTE MOLTO...Se leggi il Financial Times vedi che i report delle banche d'affari tipicamente indicano : Lira sugli 0,80$ e Marco sui 1,70$ o 1,80$ Quindi in questo scenario puoi aprire un conto a Londra e basta e comprarci marchi NOTA BENE! Sapir NON si preoccupa minimamente del rialzo dei tassi di interesse per la Francia in seguito al ritorno al franco. Ma sai perchè ? Perchè, dice che dato anche tutti gli altri paesi del sud-europa uscirebbero assieme alla Francia dall'euro il loro debito che è di 3,500 mld circa verrebbe sconquassato e quello francese che è di circa 1,500 mld per confronto verrebbe comprato!! Giustamente Sapir fa un analisi comparativa e relativa... e dice: ehi... se usciamo tutti dall'euro va là che la gente vende i titoli spagnoli e italiani e compra un poco i nostri....

Podemos e M5S: è giusto giocare tutto sul ritorno alla Lira ? - GZ  

  By: GZ on Lunedì 10 Novembre 2014 02:10

Da quando la nuova strategia del M5S è l'uscita dall'Euro, il blog di Grillo pubblica tutti i giorni ^lunghi articoli di economia più del Sole24ore#http://www.beppegrillo.it/2014/11/euro_viaggio_senza_ritorno_fuoridalleuro.html#commenti^. A giudicare da una scorsa ai commenti questi discorsi passano sopra la testa del pubblico del blog che preferisce parlare ancora della casta o altre cose, ma non è colpa della gente perchè i discorsi che pubblica sono un poco farraginosi, troppi concetti e troppe cose assieme, cambiano spesso di tono e non hanno una logica chiara. Per compensare la difficoltà di spiegare come far funzionare l'economia si è scelto un slogan chiaro:"ritorno alla lira" che quello lo capiscono tutti. Il M5S stando ai sondaggi è sceso al 20% e per ora la strategia del ritorno alla lira non lo risolleva, mentre ad esempio fa notizia che in Spagna ^un partito creato meno di un anno fa (nel gennaio 2014) sulla scia degli "indignados", Podemos è arrivato nell'ultimo sondaggio al 27%#http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/03/spagna-sondaggio-el-pais-podemos-partito-degli-indignados-1-partito/1189135/^ e supera sia centro-sinistra (PSOE) che centro-destra (popolari). "Podemos" ed un poco simile al M5S prima maniera perchè ha come tema centrale la "casta", la corruzione e le ruberie dei politici e dell'elite finanziaria. Per il resto è però "alla Chavez" (reprimere l'evasione, nazionalizzare banche, utilities, telecomunicazioni ed energia, redistribuire la ricchezza, colpire le multinazionali, reddito garantito, sì all'immigrazione...). Dal punto di vista economico Podemos NON parla mai dell'euro e dice solo genericamente che la BCE dovrebbe finanziare deficit e spesa pubblica per tutti. Cioè ^è infantile dal punto di vista economico#http://podemos.info/wordpress/wp-content/uploads/2014/05/Programa-Podemos.pdf^ (lo ha fondato un prof di 35 anni di insegnava corsi su "cinema e politica"). Ma essendo nuovo di zecca, avendo trovato un leader che sa parlare e dibattere ed essendo sincero e radicale e nel denunciare ruberie e privilegi e chiedere il socialismo prende un quarto dei voti In Italia nemmeno SEL è "alla Chavez" come Podemos, anche perchè SEL è in mano a vecchi arnesi della politica come Vendola e in pratica fa da sponda al PD nei momenti critici, mentre Podemos è fatto da gente che non è mai stata in politica, come il M5S Il successo di Podemos (e di Syriza in Grecia) nei sondaggi mostra che dei movimenti nuovi, messi su da gente che non sia mai stata in politica e con programmi radicali, possono sfondare facilmente nel sud-europa, se solo trovano un leader che sappia parlare. Dubito però che arrivino molto oltre il 25%, e che possano governare perchè si propongono come alternativa radicale e quindi non si possono alleare alla vecchia sinistra pena perdita di credibilità. Inoltre sono un poco comunisti "alla Chavez", evitano di parlare di euro, BCE, debito pubblico (o ne parlano in modo infantile) e parlano di economia in modo infantile per cui la gente anziana e gli imprenditori non si fidano di loro Fa bene quindi il M5S a cercare di spostarsi su un piano di discorso più serio, parlando di economia, di euro, di debito pubblico, di imprese e in sostanza alla fine ora a giocare tutto sul ritorno alla Lira ? Giocare tutto sul radicalismo ti fa andare verso Chavez, cioè slogan tutti su "corruzione-casta" e poi "giustizia sociale", "redistribuzione del reddito", diciamo un poco veterocomunista in Italia funziona meno che in Grecia o Spagna Da noi le tasse sono molto più soffocanti, la spesa pubblica è più alta e il partito che ha governato di più sia a livello locale che nazionale negli ultimi 30 anni si chiamava "comunista" per cui c'è la percezione che la ricetta statalista non funzioni tanto. Inoltre da noi c'è veramente un tessuto di industria medio piccola importante che viene distrutto e un alternativa vagamente comunista non ispira come la ricetta giusta per resuscitarla In Italia devi veramente convincere la maggioranza che sei in grado di far funzionare l'economia. Per ora, per mancanza di alternative gli italiani scelgono puramente andando per esclusione e Renzi, Padoan con il sostegno di Draghi della casta europea (che promette fantomatici aiuti) sono ancora vincenti...

I concetti base per poter discutere - GZ  

  By: GZ on Sabato 08 Novembre 2014 18:37

#F_START# size=3 color=red #F_MID#[Alert: questo post richiede tre cose: i) un QI almeno medio (da 100 in su), ii) un livello di istruzione in qualche modo corrispondente, iii) un minimo di cinque minuti di attenzione] #F_END# dai vosti post tradeoscar e hobi una persona normale anche laureata non capisce cosa vogliate dire Il problema di fondo è che è difficile spiegare #F_START# size=3 color=blue #F_MID#la differenza tra denaro vero, quello che crea lo stato e denaro fittizio o debito, quello che creano le banche#F_END# e che però i privati cittadini e le imprese usano per il 95% Oscar ad esempio continua a ragionare come se occorra che gente che ha soldi finanzi lo stato #i# ("..."la moneta NON SI DEVE CREARE PER COPRIRE I BUCHI DEL BILANCIO STATALE ma per ATTIVARE PROCESSI PRODUTTIVI CHE LASCINO QUALCOSA NELLA SOCIETA'..")#/i#. Oscar, oggi è un giorno importante della tua vita. Oggi ti viene spiegato che #F_START# size=3 color=blue #F_MID#in realtà i "buchi del bilancio statale" sono la moneta vera#F_END# . I soldi con cui "li copri", cioè compri dei titoli pubblici invece cosa sono ? Al 95% conti bancari giusto ? Ma alla tua età dovresti sapere, specie dopo questa crisi finanziaria, che non ci sono veramente soldi in banca Ma anche ragionando in genere basta pensare che sono proprio definiti legalmente e contabilmente come "passività" per le banche. Ora se uno ha delle passività, cioè debiti, cioè soldi che deve ripagare, questi soldi sono sicuri per chi glieli ha prestati se questo ha appunto riserve o capitale a sufficienza in caso di bisogno. Ma le banche tengono un 7-8%, al massimo, di soldi veri a fronte delle passività (conti di clienti e altro debito) per cui in realtà #F_START# size=3 color=blue #F_MID#i soldi in banca esistono solo fino a quando non c'è una crisi finanziaria seria#F_END# . Quando scoppia una crisi grossa le banche gridano "aiuto aiuto..." e chiamano in soccorso lo stato, non è vero ? Quindi #F_START# size=3 color=blue #F_MID#i conti bancari sono moneta per il cliente, ma in realtà funzionano come tale solo perchè sono garantiti dallo stato#F_END#. Tanto è vero che prima che questo desse garanzie dirette e indirette sui soldi in banca e sulle banche stesse, queste una volta fallivano di colpo perchè la gente correva agli sportelli a prendere i soldi... La cruda e vera realtà è che nel sistema finanziario attuale i soldi veri sono: a) i #b# contanti#/b# che hai in tasca b) le #b# "riserve" delle banche#/b# , cioè i loro conti presso la banca Centrale che sono soldi che questa "crea" dal niente e c) #b# i titoli di stato#/b# !!! Questa è la "Base Monetaria" vera, cioè i soldi veri. Tu dirai che i titoli di stato è debito che va ripagato. Giusto, ma lo stato ha il potere di ripagarlo perchè tramite la Banca Centrale può creare moneta (a meno di non aderire all'eurozona e perdere il controllo della Banca d'Italia come abbiamo fatto in Italia...). E sai come la crea la moneta la Banca Centrale per statuto ? Comprando titoli di stato e mettendoli nel suo bilancio all'attivo. E al passivo cosa ci scrive ? Ci scrive "riserve" cioè mi sono indebitata, o un passivo e lo chiamo "riserve". E da dove le trova ? Le crea digitando i numeri nel computer... (per legge, in tutti i paesi, da un secolo circa) #F_START# size=3 color=blue #F_MID#I conti bancari invece sono "passività", cioè debito delle banche (verso i clienti...)#F_END# , ma le banche NON hanno la possibilità di creare moneta dello stato, solo di creare credito. E le banche operano con un capitale ridicolo, prima della crisi del 3% e oggi del 6-7%. Il resto sono passività. Per cui in caso di bisogno in realtà, come si è poi visto negli ultimi sei anni, quando molti chiedono soldi, o li spostano all'estero o semplicemente quando hanno perdite sul capitale le banche devono ricorrere allo stato, cioè alla Banca Centrale, che è l'unica che può veramente pagare sempre. E come fa ? Creando moneta. E come la crea ? Comprando titoli di stato che paga appunto addebitandosi qualunque cifra che vuole. OK. Siamo arrivati tutti fino qui ? Bene, allora passiamo alla seconda parte che è più standard, la trovi anche nei testi di economia, ma se la fai precedere dal ragionamento appena visto la comprendi finalmente perchè nei testi di economia sembra una cosa tecnica noiosa e nessuno ci fa mai caso. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Il "QE" o Quantitative Easing o Alleggerimento Quantitativo è una attività che le banche centrali fanno da circa.... 100 anni...#F_END# . Si chiamava una volta "operazioni di mercato aperto". La differenza è che prima lo facevano per pochi miliardi e poi rivendevano i titoli comprati. Oggi ne comprano per 1,000 o 3,000 miliardi e non li rivendono. Ma si tratta sempre di creazione e distruzione di denaro. Quello vero, quello dello stato. Con il QE si tratta dello stesso meccanismo che la Banca Centrale, per statuto, in tutti i paesi del mondo, da un secolo utilizza ogni anno: la Banca Centrale compra titoli di qualche genere sul mercato. E coma paga ? Non usa soldi che ha già o del contribuente, ma li crea sul momento. E come li compra però li può anche vendere. Ogni Banca Centrale al mondo tiene sempre dei titoli di stato da vendere e ovviamente li deve anche comprare per poterli avere da vendere. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#A cosa serve che la Banca Centrale compri e venda titoli sul mercato ? A controllare i tassi di interesse#F_END# . Le Banche Centrali non fissano infatti i tassi di interesse che le banche fanno pagare o che lo stato paga. I tassi di interesse fluttuano in base alla domanda e all'offerta in teoria. Le banche centrali hanno solo il potere di fissare il tasso di interesse a cui prestano alle banche in caso queste ne abbiano bisogno, cioè il costo delle "riserve". Ma questo meccanismo non è sufficiente per influenzare i tassi di interesse nell'economia. Perchè le banche se ne possono infischiare quando c'è un boom ed è facile prestare ed è facile avere depositi di clienti e c'è abbondanza di liquidità. In questa situazione tipicamente le banche non hanno quasi bisogno di rivolgersi alla Banca Centrale dato che la loro stessa attività di espansione del credito genera nuova moneta in abbondanza che poi a sua volta ritorna loro... #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Come fa allora una Banca Centrale a frenare un espansione del credito ? Si mette a vendere titoli finanziari, titoli di stato#F_END# di solito. In questo modo le "riserve" delle banche si riducono. Le riserve delle banche sono la moneta dello stato che le banche tengono di riserva, presso la Banca Centrale. Tu dirai, ma le banche non sono mica obbligate a comprare i titoli di stato che la Banca Centrale si mette a vendere. Certo, ma non ha importanza, se questa si mette a vendere titoli di stato sul mercato qualcuno li compra, ad un prezzo ovviamente man mano più basso e questo però automaticamente riduce le riserve della banche Cioè : la Banca Centrale si mette a vendere BTP sul mercato. Qualcuno ovviamente glieli compra (basta che abbassi man mano il prezzo...). Questo qualcuno ha un conto presso una banca, in cui ad esempio ha 1 milione di euro come saldo. Comprando 1 milione di BTP questo saldo si azzera e viene sostituito da 1 milione di BTP. Ma cosa succede nel bilancio della banca ? Il saldo di 1 milione di euro del cliente per la banca compariva al passivo, era una passività, soldi che doveva pagare su richiesta. Ma ad ogni passività corrisponde un attività e il corrispettivo era 1 milione di "riserve" all'attivo del suo bilancio. Quando questo milione sparisce e al suo posto compaiono BTP nel conto del cliente spariscono anche le riserve di 1 milione. Di conseguenza, #F_START# size=3 color=blue #F_MID#quando la Banca Centrale vende titoli di stato sul mercato, a chiunque li venda, il risultato è che le "riserve", "il denaro vero" delle banche si riduce#F_END# . E ad un certo punto le banche sono costrette a pagare di più per queste "riserve" (denaro vero!). E quindi i tassi di interesse nell'economia finalmente salgono, come appunto desidera la Banca Centrale. Bene. Oggi però come si sa da sei anni circa le Banche Centrali hanno solo il problema opposto, quello di ridurre i tassi e di conseguenza non si sognano di vendere titoli e ridurre le riserve. Anzi, per la prima volta in un secolo di storia si sono messe a comprare titoli pubblici sul mercato in modo sistematico, per cifre enormi e non rivenderli. E in questo modo hanno creato migliaia di miliardi di denaro vero, "riserve"...soldi che il sistema bancario tiene presso la Banca centrale, nei suoi conti speciali presso la Banca Centrale (che solo le banche e il Tesoro possono avere) #i# (Oggi siamo arrivati in Europa al punto in cui, la Banca Centrale (BCE) dopo aver creato comprando titoli riserve nel sistema bancario per centinaia di miliardi (e in America e Giappone per migliaia di miliardi) non può aumentarle ancora comprando BTP ad esempio perchè la Germania si oppone. E non sa più cosa fare. Addirittura da agosto fa pagare le banche per tenere "riserve". Cioè oggi il denaro alle banche costa un -0,2% l'anno. Se le banche accumulano soldi nei loro conti oggi per la prima volta gli costa. Come se oggi a noi portando 100 0mila euro in banca dovessimo pagare un -0,2% l'anno. E oggi ad esempoi c'è una banca tedesca che ha cominciato a far pagare ai clienti per tenere soldi in banca oltre una certa cifra un -0,2%...)#/i# Ma alla fine perchè negli ultimi anni le Banche Centrali hanno creato tutto questo denaro, sotto forma di "riserve" per le banche ? Denaro creato comprando titoli di stato, un operazione che hanno sempre fatto ma oggi è diventata permanente ?. Perchè le banche stavano riducendo il credito, i loro bilanci e quindi riducendo la moneta che creano, che non è moneta vera perchè appunto quando riducono il credito sparisce. Il che #F_START# size=3 color=blue #F_MID#dimostra appunto che il denaro vero non è quello in banca, ma : i) il contante, ii) le riserve delle banche presso la Banca Centrale e .... iii) i titoli di stato#F_END# E se capisci questo sai anche come risolvere la crisi dell'Italia. Perchè è assurdo come si fa ora dire che per ripagare i titoli di stato si devono tirare fuori soldi dai conti bancari. I conti bancari hanno valore, 100mila in banca rimangono 100mila, solo nella misura in cui lo stato garantisce indirettamente le banche. Ma lo stato garantisce anche i titoli di stato direttamente ! #F_START# size=6 color=black #F_MID#Perchè 'azzo devi ripagare con soldi garantiti indirettamente dallo stato altri soldi garantiti direttamente dallo stato ?#F_END# Perchè anche i titoli di stato vanno inclusi nella "base monetaria" cioè sono alla fine denaro ? Si dovrebbe capire da quanto sopra, ma lasciamo parlare Mosler --- ( Fine della Prima Parte) ---- Warren Mosler: ^"Definire la “Base Moneraria” in un economia con tassi di cambio della moneta fluttuanti- La Grande Riformulazione"#http://moslereconomics.com/2013/08/14/defining-base-money-with-floating-fx-the-great-reframation/^ 14 agosto 2013 In un regime di cambi FISSI, in cui la valuta è convertibile ad un valore fisso in qualcosa d'altro (oro...) la “base monetaria” NON include i titoli di stato. In questo caso i titoli pubblici sono dei diritti sulle riserve dello Stato (oro, valuta estera, etc) che sono parte del “risparmio nazionale” come definito. Con l’attuale sistema di tassi ci cambio fluttuanti in cui la valuta NON è convertibile se non in se stessa, cioè è fatta solo di pezzi di carta o numeri di computers invece è tutto diverso In questo caso (quello in cui il mondo si trova dal 1971) i titoli di stato vanno logicamente considerati parte della “base monetaria”. Perchè quando li ripaghi non si riducono le riserve del settore pubblico (di oro, valute estere, etc). Cioè quando li ripaghi non si riduce la moneta. Vale a dire, con il sistema odierno a tassi di cambio fluttuanti, si deve definire la base monetaria come contanti + TUTTO QUELLO CHE TROVI NEL BILANCIO DELLA BANCA CENTRALE. E nel bilancio della Banca Centrale trovi sia i “conti di riserva” cioè i conti che le banche tengono presso la banca di "riserve" bancarie appunto che i “conti deposito” (i titoli emessi dal Tesoro). Nn è quindi affatto sbagliato includere ogni debito garantito dal settore pubblico, inclusi appunto titoli di stato nella base monetaria o "moneta" che circola. Ovvero, con una valuta fluttuante, la “base monetaria” può essere logicamente definita come il totale degli attivi finanziari netti nel settore non governativo. (Notare per esempio che ciò significa che il QE non altera la base monetaria come così definito, il che inoltre combacia con l’osservazione che il QE nel contesto odierno è niente più che una tassa che rimuove il reddito di interesse dell’economia) E la riduzione del deficit è la riduzione nell’incremento della base monetaria dell’economia, con i prevedibili effetti di rallentamento come noto. Il punto di questo post è “ripensare” la spesa in deficit del settore pubblico andando dal “finire in mezzo ai debiti” come sarebbe con un regime a cambio fisso, all’ “incrementare base monetaria” come è il caso nel sistema a cambi fluttuanti in cui la spesa netta nel settore pubblico incrementa il possesso da parte dell’economia di passività pubbliche, dette anche “crediti fiscali”. traduzione di Daniele Basciu originale su http://moslereconomics.com/2013/08/14/defining-base-money-with-floating-fx-the-great-reframation/

i conti bancari non sono vero denaro, mentre i Bot e i BTP sì - GZ  

  By: GZ on Venerdì 07 Novembre 2014 16:23

Bisogna ogni tanto ragionare sui concetti. 1) ci sono #F_START# size=3 color=blue #F_MID# due ostacoli oggi in Italia : le banche e il debito pubblico#F_END# che sono intrecciati tra loro. Sono i due macigni al collo dell'italia perchè sono ENORMI. Il debito pubblico consiste di #b# 2 mila mld#/b# e le banche hanno #b# 4 mila miliardi#/b# nei loro bilanci (il pil italiano è sui #b# 1500 mld#/b# ...) 2) L'Economia Italia è Soffocata dalle Tasse (#b# 750 mld#/b# ..), ma non le si riducono per non mettere in pericolo: a) i 2mila mld di debito pubblico e b) i 4mila miliardi delle banche. 3) perchè dico "i 4mila miliardi delle banche" ?#i# Please, qui leggere con attenzione...#/i# Come noto del debito pubblico che è sui 2,000 mila mld di titoli sul mercato, le banche ne hanno comprato dal 2011 per #b# 430 mld#/b# e rotti. Le banche hanno un bilancio oggi circa 4,300 mld di prestiti, impieghi ecc..all'attivo... E al passivo ? il loro bilancio è fatto di #b# 300 mld#/b# di capitale e circa #b# 4,000 mld#/b# di "passività". #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Cosa sono questi 4mila miliardi di passività nel bilancio delle banche ? Cosa sono questi 4mila miliardi di passività nel bilancio delle banche ? Cosa sono questi 4mila miliardi di passività nel bilancio delle banche ?#F_END# (ripetuto tre volte in grassetto per maggiore effetto ed evitare che ci si distragga) Sono: depositi bancari di famiglie e aziende e poi debiti che le banche hanno tra loro e sul mercato o con il pubblico (bonds bancari) o con le banche centrali, ma sono 4mila miliardi che le banche, su richiesta devono pagare, se chi ha questi soldi in banca o chi ha finanziato la banca li rivuole la banca deve trovarli e bonificarli o farli prelevare. Per fortuna nel 97% dei casi chi li muove li muove all'interno del sistema bancario italiano per cui non ci sono problemi, ma nel 2008 all'estero e nel 2011-2012 si è avuto un assaggio di cosa succede se chi finanzia le banche toglie i soldi (fondi monetari esteri o residenti italiani che spostano i soldi fuori dal sistema) Bene. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Se l'Italia fa default rimanendo nell'euro o esce dall'euro e ritorna alla lira le banche sono fritte#F_END#. O meglio dovrebbero essere nazionalizzate. E simultaneamente vanno messi controlli ai capitali. (Jacques Sapir, l'economista della LePen, lo scrive sempre...) #F_START# size=3 color=red #F_MID#Rischiare il default del sistema bancario e per salvarle doverle nazionalizzarle e mettere controlli ai capitali, nel contesto di una rottura dell'euro è UN MACELLO#F_END# LA DISCUSSIONE (quella seria) DEVE PARTIRE DA QUI. Il fatto di poter svalutare con la lira ed esportare meglio è secondario rispetto a questi problemi. Ma sembra impossibile che i professori nostrani lo comprendano per cui tocca farlo a umili trader nella campagna emiliana. A) LE BANCHE HANNO IN ITALIA CIRCA 4MILA MLD DI PASSIVITA', su una base di meno 300 mld di capitale B) un default parziale oppure una mega patrimoniale o il ritorno alla lira provocano una fuga di capitali che le fa crollare. OK ? Chiaro ? Do you understand ? Questo è il problema, non il tasso di cambio della lira !!!!!!!!!!!!!!!!!!! Bisogna che quelli di voi che conoscono Beppe Grillo e Matteo Salvini facciano loro presente questo fatto *************#F_START# size=6 color=black #F_MID# Ma Esiste una soluzione ? #F_END# **************** Sicuro, queste sono tutte finzioni contabili che lo stato può risolvere con i suoi poteri, ma deve stare attento perchè il mercato finanziario va neutralizzato per evitare che travolga i titoli pubblici italiani e le banche italiane Qual'è la soluzione ? #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Trasformare il debito pubblico a tutti gli effetti in moneta, denaro, soldi. Cosa sono i soldi oggi ? Sono un credito fiscale, qualcosa che lo stato accetta per pagare le tasse. Bisogna che lo stato emetta crediti fiscali e titoli pubblici fiscali, che accetta per pagare le tasse.#F_END# In questo modo lo stato aumenta la quantità di moneta, può nazionalizzare e ricapitalizzare le banche ed elimina il problema del debito pubblico perchè i BTP diventano denaro, qualcosa che mantiene il suo valore di 100 come il saldo nel conto bancario che vale sempre 100. E che pagano un modesto interesse, vicino a zero, come il saldo del conto bancario Da dove viene questa idea. Oltre che da Mosler anche da "Chicago", dalla teoria monetaria moderna importante, Lucas, Fama, Cochrane...che dice oggi che le banche devono avere non il 5% di capitale e 95% di debito, ma 50% di capitale e 50% di debito (o anche meno). E come fai ? Devi usare il debito pubblico come denaro. Devi considerare a tutti gli effetti il debito pubblico come denaro, denaro che paga un interesse, ma che è sicuro, perchè è sostenuto dalle tasse, dal fatto che lo stato lo accetta a 100 per le tasse. Ma prima devi spiegare alla gente (e agli esperti) che nelle banche non c'è denaro, non ci sono soldi, ma "passività". I 4mila miliardi di passività delle banche non sono denaro, nè dal punto di vista contabile nè sostanziale. L'unico vero denaro è quello che crea lo stato, come: a) banconote, b) riserve della Banca Centrale e c) debito pubblico Il modo più semplice e intuitivo di spiegarlo è che in realtà i conti bancari non sono vero denaro, mentre i Bot e i BTP sì. Devi allora trarne la logica conseguenza e legiferarlo. (chi vuole provare ad entrare in questo concetto in modo più sistematico legga ad esempio qui..^"Toward a run-free financial system" John H. Cochrane 1 April 16 2014#http://faculty.chicagobooth.edu/john.cochrane/research/papers/run_free.pdf^: pagina 26: #F_START# size=3 color=blue #F_MID#...c'è qui un concetto più profondo. Per gran parte del sistema finanziario il cash è irrilevante e il debito a breve termine è denaro... il debito del governo è la cosa più sicura e a prova di default che abbiamo ... da usare come denaro..)#F_END#

Cugini di quinto grado - GZ  

  By: GZ on Venerdì 07 Novembre 2014 13:51

I rumeni, come i greci, i kosovari e macedoni e albanesi sono stati invasi dai turchi per circa due o tre secoli e avevano subito invasioni di Unni, Tartari e Mongoli in precedenza. Oltre a portarsi via centinaia di migliaia di slavi come schiavi #i# ("slave" e "Slav" hanno la stessa radice in quasi tutte le lingue#/i# ) turchi e altri arabi, siriani e altri che militavano con i turchi si sono quindi "mescolati" con la forza con le donne rumene, albanese e greche ...e di conseguenza oggi i loro discendenti sono un poco imparentati con loro. Queste relazioni di parentela tra popolazioni da una quindicina di anni si possono però misurare con l'analisi di un campione di DNA. Il servizio a cui ho mandato il mio campione di DNA, ^23andme#https://www.23andme.com/you/relfinder/^ che appartiene alla moglie del fondatore di Google, mi indica ad esempio periodicamente dei #F_START# size=3 color=blue #F_MID#lontani parenti, cioè cugini fino al sesto grado e sono tutti di di origine europea#F_END# , nel mio caso ne noto parecchi slavi dell'Est Europa. #ALLEGATO_3# Due europei tra tra loro sono lontani cugini. Un europeo e un cinese, un europeo e un indiano americano, un europeo e un africano invece no. Un italiano di antenati italiani ha una grado di parentela, in media: 1) con altri ITALIANI (che non conosce...) di antenati italiani che va dal cugino di terzo grado a quello di quinto grado 2) con altri EUROPEI di antenati europei che va dal cugino di terzo grado a quello di sesto grado 3) con altri NON-EUROPEI invece non rilevabile #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Il grado di parentela in senso largo, cioè fino ai cugini di sesto grado, è quello che definisce gli europei#F_END#. O gli asiatici. O gli indiani. O gli africani. Tra loro. (poi ci sono aree come il medio oriente e l'asia centrale dove sono tutti più mescolati). Ma gli asiatici NON sono cugini fino al sesto grado con gli europei. Gli africani NON sono cugini fino al sesto grado con gli asiatici.... Come lo so io che non sono uno scienziato ? Perchè ripeto oggi in realtà è facilmente rilevabile se solo mandi un campione di saliva! Se ad esempio invece hai "sangue turco" o arabo (...haplogruppo tipico e prevalente in quella regione...) oggi lo rilevi in modo sempre più preciso man mano che si allargano i campioni e si affinano le tecniche di analisi del genoma. In parole povere ti trovano relazioni di lontana parentela appunto, con gente del medio oriente. Oppure non le rilevano. Ti arrivano le segnalazioni via mail (se ti interessa) ad esempio che "XY...abitante in Turchia o di cognome turco... è tuo cugino di sesto grado". #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Gli europei sono "lontani cugini" tra loro#F_END# e basta iscriversi ad un servizio di analisi genealogica del DNA per verificarlo. Così come cinesi, coreani e giapponesi sono lontani cugini tra loro. Così come i vari popoli amerindi discendenti da indiani, aztechi, maya, inca sono cugini tra loro. Così come gli africani sub-sahariani sono cugini tra loro... L'importante è però dire chiaro sempre che "le razze non esistono". Solo gli ignoranti lo pensano. Le persone istruite invece dicono che esistono relazioni di parentela fino al sesto grado che definiscono.... quello che si è sempre comunemente inteso con questo concetto ora tabù...

I piani di iniezioni di liquidità sono una finzione - GZ  

  By: GZ on Venerdì 07 Novembre 2014 12:57

I famosi interventi, programmi e piani di iniezioni di liquidità sono una finzione. Ogni volta che annunciano un nuovo programma (LTRO, taglio dei tassi, TLTRO, SMP...) il denaro nel sistema si riduce, non aumenta #i# (Ok, se la vuoi la versione sofisticata ti sciroppi qui Peter Stella in inglese, uno che era ai vertci del FMI, (^"What the ECB has done"#http://stellarconsultllc.com/blog/?p=198^) se vuoi la versione accessibile all'uomo della strada in italiano continua a leggere qui)#/i# #ALLEGATO_2# #ALLEGATO_3# #ALLEGATO_1# Qual'è il motivo per cui finirà molto male qui nella zona Euro, nonostante Draghi e soci dicano che è tutto sotto controllo ? Che negli ultimi due anni e mezzo appunto hanno solo messo in piedi un gioco di specchi, una finzione....Come nei casi precedenti i dati che lo dimostrano erano disponibili da tempo, ma il mercato (la massa di banchieri, gestori e speculatori...) fino all'ultimo spinge e spinge per guadagnare il più possibile...spinge sempre su fino al giorno che crolla... Qual'è il motivo per cui tutto il boom del credito e della finanza degli anni 2000 è finito male nel 2008 ? Che era una finzione, un imbroglio, un gioco di specchi, le cartolarizzazioni dei mutui, i derivati esotici, le mega fusioni e acquisizioni di banche ecc... nonostante all'epoca i banchieri centrali, Greenspan, King, e soci raccontassero che era tutto sotto controllo. Per diversi anni il mercato (cioè la massa di gestori, banchieri, speculatori hedge, dirigenti di mega fondi e assicurazioni e così via che maneggiano miliardi), nonostante anche nel 2006 e 2007 ci fossero in giro grafici che mostravano che era una montagna di debito con sotto niente.... fino all'ultimo hanno spinto e spinto, per guadagnare il più possibile.. ... e poi un bel giorno ...OOPS!:..Lehman, Bear Sterns, AIG, Merril Lynch, Northern Rock, RBS, Hypovereinsbank che per anni erano salite e salite di colpo si sono azzerate... Qual'è il motivo per cui il boom del credito nell'eurozona CONSENTITO E CREATO DALL'EURO, in Spagna, Irlanda, Grecia, Portogallo, negli immobili in Italia, Francia ecc.. negli anni 2000 è finito male nel 2008-2009, nonostante Trichet e soci dicessero che era tutto sotto controllo ? Che era una finzione, un imbroglio, un gioco di specchi.... ... e poi un bel giorno ...OOPS!:..il debito greco, spagnolo, portoghese, irlandese e poi italiano che per anni era salito di colpo ha le spread che esplodono e crolla... Nel gioco della finanza e del debito è ogni volta lo stesso gioco

24 mila società possono entrare in default nei prossimi mesi - GZ  

  By: GZ on Venerdì 07 Novembre 2014 01:50

Draghi a inizio 2012 ha convinto i "mercati" che non c'era rischio perchè la BCE avrebbe #F_START# size=3 color=blue #F_MID#"pompato moneta" o "iniettato liquidità" #F_END#, espressioni magiche che da anni senti sui giornali e promettono la soluzione ai problemi della società. Ma era un bluff. Guarda la differenza tra la realtà e le parole qui sotto: dal giorno famoso in cui Draghi promise che la BCE avrebbe fatto "whatever it takes" (27 luglio 2012) in realtà il suo bilancio si è ridotto di 700 mld! Il mondo della finanza è fatto di trucchi, giochi di specchi e finzioni. #ALLEGATO_2# Questa mossa di Draghi ha sfortunatamente prolungato di due anni e mezzo l'agonia, perchè ha neutralizzato la paura del default o dell'uscita dall'euro e ha consentito ai lacchè dell'Europa (Monti, Letta, Renzi e i loro alleati) di imporre l'austerità senza incontrare opposizione Il bluff di Draghi però ora non funziona più, è da settembre che ha promette di nuovo 1,000 mld di "liquidità" e il mercato in europa però è sceso e se leggi i giornali gli è andata male oggi .. Per l'Italia #F_START# size=3 color=blue #F_MID#il momento della resa dei conti si avvicina e arriva quando il mercato finanziario una mattina si sveglia e decide che l'Italia o fa un default o esce dall'euro. #F_END# Quando ? Nei prossimi mesi, ma diciamo da adesso in poi può essere in qualunque momento. Non sarà nessun evento particolare politico o finanziario a far arrivare il giorno. E' vero che il fronte del ritorno alla lira cresce e l'ultimo sondaggio (commissionato dalla UE!) Eurobarometro ha indicato che ora il 47% è contro l'euro e il 43% a favore, è la prima che accade e siamo l'unico paese europeo in cui si sta formando una maggioranza anti-euro. Questo è molto importante. Tuttavvia i politici che guidano il fronte anti-euro, Salvini, Meloni e Grillo ^non sembrano capaci di rassicurare su un ritorno alla lira#http://www.cobraf.com/forum/coolpost.php?topic_id=5067&reply_id=123569120&topicGroupID=1^ per cui non è ancora una prospettiva credibile. Arriverà prima la paura di un default sul debito e sarà semplicemente il peso crescente e inarrestabile dei fallimenti e bancarotte che ad un certo punto innescherà anche il panico finanziario. ^Dal rapporto Cerved sulle imprese appena uscito#https://area.cervedgroup.com/news/FormularioOsservitaliaPostEvento_invio.phtml^: #F_START# size=3 color=red #F_MID#"... 24 mila società ad alto rischio che potrebbero entrare in default nei prossimi mesi e che sono esposte per 71 miliardi di euro verso il sistema finanziario". .....#F_END#.... dall'inizio della crisi nel 2008 a giugno 2014 su 148 mila ne sono fallite 13mila, 5mila in procedura, 23mila liquidate. Quindi nei prossimi mesi ci sarà una valanga di default pari al 60% di tutte quelle saltate in aria nei sei anni precedenti.. #ALLEGATO_1#

E' un grande economista. Cioè non capisce un 'azzo - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 05 Novembre 2014 23:30

#F_START# size=3 color=blue #F_MID#" Rispetto agli italiani le oche moncler sono tutto sommato fortunate: vengono spennate vive solo quattro volte l'anno".#F_END# (commento da antologia) #ALLEGATO_1# "Con la legge di Stabilità, la pressione fiscale «mostra una riduzione contenuta nel 2015, passando dal 43,3% del 2014 al 43,2%, e si stabilizza al 43,6% in ciascuno degli anni 2016 e 2017». Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione alla Camera (Ansa, 4 novembre 2014)" #i# Parla il Ministro delle Finanze, prof. ordinario di Economia, dirigente del Fonto Monetario, economista OCSE... PierCarlo Padoan, quello che tutti stimano inclusi gli anti-euro...#/i# #ALLEGATO_2# #F_START# size=5 color=blue #F_MID#E' un grande economista... Cioè non capisce un 'azzo. #F_END# #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Non sa, o fa finta di non sapere pur essendo professore, che nell'economia moderna lo Stato incassa di tasse solo soldi che ha prima creato. E quindi è assurdo, ridicolo e demenziale dire che lo stato è senza soldi. Nella realtà pratica lo Stato si fa sempre accreditare i soldi dalla Banca Centrale, che li crea dal niente. Lo Stato non riceve contabilmente soldi da nessun conto bancario. Quando cioè compri un BTP lo stato non riceve materialmente, contabilmente, soldi che avevi presso la banca. Il motivo ovviamente è che spesso questi soldi NON ESISTONO. #F_END# Perchè le banche moderne operano per il 95-93% con soldi a debito, non con soldi loro e quindi i tuoi "soldi in banca" la banca li ha quasi tutti impiegati, per cui non si sa se (contabilmente) ci sarebbero quando dai un ordine di comprare BTP o altro. Per fortuna però il 98% del denaro di solito rimane a circolare all'interno del sistema bancario del paese per cui i pagamenti tra privati si compensano... Ma quando compri titoli pubblici è diverso, contabilmente i soldi escono dal sistema bancario e vanno sul conto dello stato. Di conseguenza lo stato, in tutti i paesi moderni, si fa accreditare sul suo conto presso la Banca Centrale i soldi che deve spendere e la Banca Centrale li crea "dal niente" e glieli accredita (e per far quadrare la contabilità segna nel suo passivo una voce apposita: "riserve"). Qual'è il senso di tutti questi giri contabili ? Che il denaro vero è come dice Ray Dalio un 5% del totale e il resto è debito e il sistema sta in piedi solo perchè si ha fiducia, si suppone, che in caso di bisogno lo stato crei denaro fresco e lo fornisca. E avendo questa fiducia non lo si richiede quasi mai. Ho impiegato un anno a scrivere ^il libro per Hoepli#http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^ perchè ho controllato queste cose cinquanta volte. Avevo sempre paura di avere preso una cantonata, è una storia così incredibile che pensi la prima volta che la impari che sia una bufala. Ma poi piano piano leggendo documenti, libri, papers, articoli sia di cento sanni fa che di oggi ti convinci che funziona così. Cioè che il denaro nell'economia moderna è una finzione, un "trucco contabile basato sulla fiducia". Fiducia in cosa ? Nelle banche, di cui hai fiducia solo nella misura in cui hai fiducia che siano sostenute dallo stato a loro volta. Quindi alla fine il denaro è una convenzione, una finzione contabile, dei numeri che appaiono nei conti bancari di cui si ha fiducia solo perchè si pensa che alla fine in ogni caso lo stato possa stampare lui il denaro necessario e fornirlo alle banche. #F_START# size=4 color=BLUE #F_MID#MA DA QUESTO DERIVA CHE E' ASSURDO, RIDICOLO, DEMENZIALE PARLARE DI UNO STATO CHE RIMANGA SENZA SOLDI. Come invece fanno dal mattino alla sera sui giornali i "grandi economisti" come il buon Padoan#F_END# ----------------- (^dal capitolo 24#http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^) ...Nel sistema monetario attuale, quando lo stato spende o quando vende titoli di stato, non usa moneta come quella che utilizzano i privati, ma quella della Banca Centrale, una moneta di cui il 99% dei cittadini non ha mai sentore perché non circola tra loro, ma di cui si è cominciato a parlare sui giornali da quando c’è stata la crisi finanziaria e le banche centrali ne hanno creato per 9mila miliardi di dollari. Anche se le leggi attuali impongono allo stato di indebitarsi sul mercato quando ha un deficit, dal punto di vista contabile invece quando vende titoli di stato riceve un accredito dalla Banca Centrale, con denaro che lei stessa crea “dal niente” (chiamato “riserve”). E viceversa, quando lo stato spende, la Banca Centrale addebita il suo conto e crea un accredito per la banca in cui viene depositato l’assegno del governo. Quando il governo vende titoli di stato la Banca Centrale presta riserve alle banche e quando lo stato spende le vengono restituite. Il fatto che nel sistema attuale, dal punto di vista operativo, quando il governo vende titoli di stato riceve denaro che la Banca Centrale ha creato appositamente può sembrare un dettaglio di contabilità, perché alla fine chi ha comprato ad es 1000 di BTP vede un addebito di 1000 e il conto dello stato presso la Banca Centrale aumenta di 1000. Ma se compri titoli di stato usando soldi che hai sul tuo conto, perché la banca deve simultaneamente riceverne dalla Banca Centrale ? Warren Mosler e molti altri assieme a lui (di recente anche l’ex numero due del Tesoro sotto Clinton, nonchè CEO di alcune grandi banche, Frank Newman, in un paio di libri) spiegano che questo riflette il fatto che lo stato usa moneta creata da lui stesso. Quando si compra un BTP inviando un bonifico si immagina che la banca trasferisca l’importo esistente nel conto ad un conto dello stato, come per ogni altro pagamento. In realtà il Tesoro riceve i soldi dalla Banca Centrale, la quale accredita da una parte l’importo allo stato e dall’altra parte però accredita anche lo stesso importo alla banca. Hai una moltiplicazione contabile, chi ha comprato BTP li trova nel conto deposito, mentre il suo conto corrente si riduce di 100, lo stato riceve un accredito di 100 nel suo conto presso la banca centrale e si è indebitato di 100, ma appare anche un saldo di 100 nel bilancio della banca come prestito della banca centrale. Quello che succede è che la Banca Centrale interviene creando un deposito per lo stato e un prestito per la banca, per cui in effetti operativamente è lei che finanzia la vendita di BTP. I soldi non vengono dalla Banca per conto del cliente, ma dalla Banca Centrale, e quando lo stato poi spende i soldi ricevuti la banca restituisce il prestito di riserve alla Banca Centrale. Questo è come funziona operativamente il finanziamento dello stato quando vende titoli di stato in tutti i paesi. Non stiamo parlando qui di una “teoria” monetaria, ma di una descrizione del meccanismo reale, operativo e contabile, di come gli stati nella realtà si finanziano da decenni, ed è basato sulla moneta della banca centrale, cioè dello stato. In questo senso quindi si può affermare che lo stato si finanzia con soldi che lui stesso crea (tramite la banca centrale che è parte del settore statale).....

Miserie di cui non ci si deve occupare - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 05 Novembre 2014 01:04

Nota: ^Nicola Rossi è professore ordinario#http://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Rossi^, in cattedra ed è stato in diversi governi come consigliere del Presidente del Consiglio. #i# da Dagospia "...Se quindici anni fa avessi voluto incontrare il prof. Nicola Rossi l’avrei trovato a Palazzo Chigi a fianco dell’allora premier, Max D’Alema, di cui era consigliere economico. Oggi invece Rossi, per tre legislature parlamentare Pds-Pd, mi dà appuntamento nella sede milanese dell’Istituto Bruno Leoni (Ibl), areopago liberista, di cui fino a poco fa è stato presidente. «Da diessino a liberale. Dov’è il trucco, prof?», chiedo. «Ho fatto un errore», risponde placidamente Rossi. «Ho creduto che la sinistra potesse aprirsi alla cultura liberale, che è la mia. Sbagliavo e mi sono dimesso nel 2011 da senatore del Pd, tornando alla cattedra di Economia politica a Tor Vergata». L’atmosfera è accattivante. Nella sala grande siedono diversi stagisti. Ambosessi, tra i venti e i trent’anni, hanno le teste chine sui ponderosi trattati dei loro idoli intellettuali von Hayek, von Mises, Popper ecc. Aldilà del corridoio ha una stanza sua - invasa di libri e tre computer - Alberto Mingardi. Se uno non sapesse che Mingardi è il direttore generale e cofondatore del think thank, lo scambierebbe per uno dei giovanetti che, in preda a manie di grandezza, ha voluto una stanza per sé. Mingardi, trentatreenne, è infatti un loro coetaneo che avendo pubblicato il suo primo libro a diciannove anni, seguito da molti altri, è un prodigio da così tanti anni da essere il più decrepito dei precoci. ^Tra il fumo dei cervelli, giungiamo all’ultima fucina, quella di Oscar Giannino#http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/paese-mutande-nicola-rossi-dalemiano-pentito-renzi-pericolo-87933.htm^. La sua testa con barbetta sbuca dietro il computer e ci sorride festoso. Intavola immediatamente con Rossi una discussione su Pier Carlo Padoan, il ministro dell’Economia. Il tema è: come ha potuto Padoan fare una Legge di Stabilità tanto scombiccherata da sembrare l’opera di un politico (vedi Renzi) invece che di un tecnico di valore?I due, confabulando in modo complicatissimo, concludono che Padoan è un tipo diplomatico che cerca la strada meno impervia di convivere col premier. Inoltre pur soffrendo per le spericolate ingerenze di Renzi, esita a minacciare le pur desiderate dimissioni per non allarmare i mercati.. ^Si fa strada l’idea di uscire dall’euro. (Ride) «Miserie di cui non ci si deve occupare. Sarebbe una catastrofe. Chi chiede l’uscita, non dice ciò che accadrebbe: energia più cara del cinquanta per cento, tassi di interesse doppi, risparmi in fumo. Resteremmo fuori dai mercati per anni, come ha testimoniato sull’Economist il governatore della Banca centrale argentina, Mario Blejer, concludendo: “Non ci pensate nemmeno”».#http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/paese-mutande-nicola-rossi-dalemiano-pentito-renzi-pericolo-87933.htm^ #/i# ^Il prezzo della benzina è per il 60% fatto di tasse#http://www.gazzetta.it/Passione-Motori/Auto/01-03-2014/benzina-gasolio-carburanti-costo-prezzo-tasse-accise-iva-aumenti-cgia-mestre-80151865449.shtml^, poi ci sono altri costi vari di trasporto e commerciali per cui il greggio conta per meno del 20% sul costo alla pompa, diciamo 0,2 centesimi di euro per semplificare e arrotondare. Perchè la benzina aumenti del 50% occorrebbe che il costo del greggio aumentasse da 80 dollari al barile attuali a circa 400 dollari in modo che da 0,20 il costo del greggio nel litro di benzina andasse a 1 euro, a causa della svalutazione, portando quindi il litro di benzina sui 3 euro (+50% come dice il prof. Rossi). Quindi #F_START# size=3 color=blue #F_MID#il prof. immagina una svalutazione della lira che faccia salire il petrolio da 80 a 400 dollari, ovvero che il tasso di cambio da 1,25 dollari per 1 euro si vada 0,25 dollari per 1 lire. Le stime sulla svalutazione delle banche d'affari sono sugli 0,80, nel caso peggiore.... #F_END# In aggiunta, tra manutenzione, assicurazione, parcheggi, pedaggi e carburante, un’auto di media cilindrata “consuma” ogni anno sui 4.500 euro, mentre il costo medio in benzina è inferiore ai 2 mila euro l'anno, sui cui il greggio pesa per circa 200 euro. Quindi nel costo del trasporto di una famiglia di diciamo 4500 euro l'anno il greggio pesa per 200 euro...anche una svalutazione del -50% costerebbe 100 euro l'anno su 4500 euro di cui almeno 2,500 sono tasse.. Se parliamo comunque del PIL italiano il petrolio importato conta per 40 miliardi circa... su 1550 mld... le tasse 760 mld... #i# Battere i pugni a Bruxelles? «Renzi lo minaccia da mesi. Poi, richiamati sulla Legge di stabilità, versiamo altri quattro miliardi di riserve che dovevano servire a tagliare le tasse. Invece di alzare la voce, dovremmo rispettare le regole, schierarci con la Germania, anziché con i Paesi meno virtuosi e pretendere che i 300 miliardi di investimenti Ue promessi da Juncker vadano solo a chi ha i conti in ordine, escludendo gli altri. Se è vero che siamo un Paese leader, come dice Renzi, il Paese leader è quello che chiede agli altri di rispettare le regole». Si possono diminuire le imposte? «Sì, aggredendo la spesa pubblica. Ci sono interi settori da cui lo Stato deve ritirarsi. Tutti i risparmi saranno poi utilizzati per diminuire le tasse». Tra i tagli, lei vuole anche quelli delle pensioni. «Lo Stato non deve mai mancare di parola e la retroattività è odiosa. I tagli alle pensioni riguardano quindi il futuro. Ma se fossero stati fatti vent’anni fa, oggi ci sarebbe più giustizia generazionale». Lei che farebbe subito? «Creerei, accanto alle banche, canali non bancari per finanziare le imprese: facilitazioni per l’emissione di obbligazioni e cose così. Frenerei la voracità del fisco con la riduzione della spesa pubblica. Incentiverei la formazione dei giovani». Che c’è dopo Renzi? «Un altro presidente del consiglio. In politica, le alternative ci sono sempre. È l’opposizione che dovrebbe essere pronta. Tu non ce la fai? Ci siamo noi. L’attuale assenza di opposizione del centrodestra è il più grave dei suoi fallimenti». Non teme che, a furia di immigrazione, il figlio di suo figlio diventi domani Ahmar, Rossi in arabo? «L’immigrazione indiscriminata non va bene. Vorrei da noi ingegneri indiani, che non vedo. Dovremmo essere una società attrattiva che accoglie ciò che è utile per sé». #/i# #F_START# size=3 color=black #F_MID# Gli ingegneri italiani sono disoccupati e li vuoi sostituire con ingegneri indiani...la crisi la risolvi con facilitazioni per cambiali... schierarci con la Germania....tagliare la spesa... l'euro è sacro altrimenti la benzina sale del 50%...con la lira risparmi in fumo... ...Nei mille anni e più in cui gli stati italiani e poi l'Italia unita hanno avuto sempre loro monete, non "una moneta unica" di tutta l'europa, come avranno mai fatto ad accumulare le ricchezze di cui vedi traccia nei palazzi e arte di cui è coperta l'Italia da Venezia, Roma, Firenze, Ferrara a Mantova a Palermo ?.... Ora, la violenza è sempre sbagliata e non porta a niente, lo insegnano anche alle elementari ai bambini....sicuro... lo sappiamo...però non si insegna anche Darwin e la lotta per la sopravvivenza della specie...come fa una specie a liberarsi di questa gente...#F_END#

L'Euro è servito a creare un esplosione di debito - GZ  

  By: GZ on Martedì 04 Novembre 2014 21:20

#ALLEGATO_2# Da quando Grillo ha "svoltato" contro l'Euro è la terza volta che mi accorgo di un grafico di una mia presentazione (o articolo o del libro, non ricordo dove l'ho messo) ^appare oggi sul Blog#http://www.beppegrillo.it/2014/11/come_cambia_il_debito_pubblico_fuoridalleuro.html^ Questo era un grafico della presentazione di Yoram Gutgeld per Renzi in cui avevo modificato la dicitura. #ALLEGATO_3# Spero che continuino e ne suggerisco un altro e nuovo. Questo è il totale dei bond, obbligazioni, titoli di reddito fisso sia pubblici che societari nel mondo, il famigerato "Bond Market". E' triplicato in venti anni da 32 mila a quasi 100mila miliardi di dollari. Ok, forse questo lo si è sentito un poco dire che il debito è triplicato nell'ultima generazione. Ma guarda bene: il grafico è diviso in tre, America, Emergenti ed Europa+Giappone. L'are che ha aumentato di più il debito è l'ultima e il boom del debito è stato da quando è stato lanciato l'Euro. Se fai due conti a spanne noti che #F_START# size=3 color=red #F_MID#da quando c'è l'Euro i titoli di debito sul mercato ("bonds") sono aumentati di circa 21-22mila miliardi.#F_END# (in Europa, nel mondo di altri 25mila circa..) #ALLEGATO_1# #i# (due conti: In Giappone ed Europa dal 2000 i bonds da 19mila sono esplosi a 48mila miliardi, cioè di 28mila miliardi. Diciamo che circa 3/4 dell'aumento è stato in Europa e parliamo di un aumento di più di 21 mila miliardi in più. L'Euro ha funzionato come un meccanismo per creare debito! la quantità di bonds è passata da circa 13 mila (3/4 di 19mila) a circa 37mila (3/4 di 48 mila)#/i# L'elite globale che oggi governa quasi tutti i paesi è composta da persone con QI elevato, (perlmeno per l'economia e la finanza) Pensa un attimo: dai tempi del trattato di Maastricht in poi hanno venduto l'Euro come un modo per controllare deficit e il debito, ma guarda la realtà: nessuna area del mondo ha aumentato il debito quanto l'Europa e da quando c'è l'Euro. Hanno sommerso l'Europa di debiti, le famiglie, le imprese, le banche europee stesse e poi dal 2008, per salvare le banche anche gli stati. E intanto raccontavano la palla della #/i# BCE che è severa e vigila perchè gli stati non si indebitino#/i# .... Le palle che hanno raccontato... sono dei geni! Hanno studiato, riflettono e pianificano quello che fannno, guardano avanti....e la mettono in quel posto ad un intero continente La verità dell'Euro è che è un meccanismo dell'elite finanziaria globale per riempire il mondo di debito. Perchè una volta che la gente è bella indebitata poi la tieni per le palle e poi da questi 100mila miliardi di bonds incassi migliaia di miliardi di interessi e di capital gain... Perchè #F_START# size=3 color=blue #F_MID#i bonds sono oggetti che producono un reddito "in your sleep" come dicevano nell'800#F_END# quando denunciavano la rendita finanziaria. I famosi "mercati" sono solo del debito, denaro che produce altro denaro con gli interessi mentre dormi

Come funzionerà l'Uscita dall'Euro (secondo il M5S e nella realtà) - GZ  

  By: GZ on Lunedì 03 Novembre 2014 03:28

Il livello dei commenti sull'economia che appaiono sul Blog di Grillo è migliorato di colpo e ^l'Uscita dall'Euro viene presentata in modo informato#http://www.beppegrillo.it/2014/11/euro_fact_checking2_fuoridalleuro.html^. Ma non in modo convincente. Per essere convincenti bisognerebbe non fare finta che non rischia la fuga di capitali e il crac del sistema bancario. Scrivere che la svalutazione sarà del -20%, farà aumentare la domanda tramite l'export risolvendo la crisi copiando da Bagnai e Borghi, espone il fianco a facili obiezioni. E quando ci saranno dibattiti seri li perdi e se arrivassi ad un referendum lo perdi. Scrivere come fa il Blog di Grillo #F_START# size=2 color=DARKmagenta #F_MID#: (domanda) "...7. Lo spread si impennerebbe e gli interessi sul debito aumenterebbero di molto ?. (risposta) Con la Banca d'Italia prestatore di ultima istanza i tassi sarebbero calmierati dalla Banca stessa che potrebbe in ogni momento decidere di comprare debito se i tassi aumentassero oltre una certa cifra...."#F_END# #F_START# size=3 color=blue #F_MID# è una pietosa bugia #F_END# . La verità è che i tassi di interesse sui titoli pubblici possono salire dal 2% al 7 o 8% (per compensare il rischio di cambio...) e per evitare quindi che il costo del debito pubblico triplichi la Banca d'Italia dovrà comprare lei centinaia di miliardi di BTP (impedendo così ai tassi di salire). Come la Banca Centrale del Giappone. Ehi.. se persino ai giapponesi tocca farlo figurarsi se non toccherà farlo a noi italiani ! (non siamo mica l'America) Fin qui però andiamo ancora bene, non ci sarebbe niente di male se Bankitalia imitasse i giapponesi. Solo non facciamoci compatire liquidando in tre rige la cosa dicendo che basterà, come scrivono sul Blog di Grillo oggi scopiazzando dai prof anti-euro, che "sarà sufficiente che Banca d'Italia abbia questo potere". #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Questo vale per gli USA o per l'Eurozona nel suo insieme, per paesi come l'Italia o persino il Giappone OCCORRERA' "STAMPARE MONETA" E TANTA E RICOMPRARE TONNELLATE DI BTP. #F_END# . Perchè il mercato finanziario non tratterà l'Italia come tratta gli USA caro Blog di Grillo e cari professori, il mercato finanziario è bastardo e vorrà mettere alla prova questo paese semi-distrutto dall'austerità, noto per il suo malgoverno e propensioni inflazionistiche del passato che dopo 15 anni ritorna alla Lira. Il mercato finanziario attaccherà l'Italia. E Banca d'Italia dovrà difenderla comprando tonnellate di BTP. Alla BCE è bastato il bluff perchè aveva dietro un PIl di 10mila miliardi di tutta l'Europa. Con noi il bluff non basterà. OK. Andiamo avanti. Se monetizzi i deficit il tasso di cambio, ceteris paribus, scende rispetto ai paesi che non lo fanno. Niente di male, ripeto, ma qui ora attenzione che arriviamo al guaio. Perchè il tasso di canbio della Lira scenderà non solo del 20& "fisiologico" che calcolano i prof come Bagnai, ma molto di più a causa appunto di questo. Cosa è successo allo Yen negli ultimi due anni, ad esempio ? Si è svalutato da 100 a 140 yen (da maggio 2012). E se prendi da quando è stato istituito l'Euro nel 2000 lo Yen era a 90-95 per 1 euro e si è arrivati anche a 150-160 yen per 1 euro. Perchè appunto i giapponesi hanno monetizzato il deficit pubblico per un importo pari al 20% e rotti del PIL e in Eurozona invece, causa il veto dei tedeschi, non si è monetizzato quasi niente (per soli 200 mld che sono un 2% del PIL). il Giappone, ad esempio, è un paese molto più robusto economicamente dell'Italia (enormi riserve di valuta estera, disoccupazione al 3,5%, debito estero minimo e il 97% del debito pubblico in mano a giapponesi) e lo stesso ha svalutato di più del -40%. Se l'Italia facesse anche lei una politica di acquisto di titoli di stato per centinaia di miliardi da parte della Banca d'Italia, si svaluterà forse del 40% anche lei e forse l'oscillazione sarà anche maggiore, del 50%. E parliamo rispetto a dollaro. I professori coem Bagnai dicono che, anche se ci fosse un oscillazione maggiore del 20% fisiologico che ipotizzano, sarebbe temporanea e poi ci si assesterebbe intorno al 20% (che riflette il differenziale di inflzione cumulato dal 2000 ecc..)... Questo perchè non capiscono come funziona il mercato globale, dove il cambio dipende dai movimenti di capitale e quando i capitali si muovono in modo massiccio i sistemi bancari saltano, specie in paesi che devono convertire tutto da una valuta all'altra... Rispetto al marco e valute del nord europa lo scenario probabile è che la Lira scenda dai 125 attuali sotto la parità del 2000, cioè sotto 89 centesimi, diciamo almeno a 80 e che il Marco salga da 125 attuali a 180. Quindi chi mette ad esempio 125 mila euro in marchi o euro-marchi si ritroverebbe 180 mila e chi li lasciasse in lire se ne ritroverebbe 80 mila (espressi in dollari). Ora, le famiglie normali di lavoratori che spendono e guadagnano in Italia possono anche ignorare questo crac della nuova valuta rispetto al marco, ma ci sono: 1) le Banche, 2) Le Aziende con presenza all'estero e 3) la famiglie benestanti (con qualche milione di euro). Ad esempio su 4 mila miliardi di ricchezza finanziaria delle famiglie #F_START# size=3 color=blue #F_MID#è possibile che 1,00 miliardi si rifugino all'estero e IN POCHI GIORNI. E molte banche e imprese a dimensione internazionale possono avere o temere sconquassi e quindi le imprese spostare la liquidità su banche estere. E le Banche, in conseguenza della fuga di capitali, falliscono tutte o quasi#F_END# #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Perchè non è successo nel settembre 1992, quando la Lira si sganciò dal marco e dal "serpente europeo" ? Perchè la Lira non aveva cessato di esistere ! I conti bancari erano tutti in Lire e bastò semplicemente una telefonata di Banca d'Italia il lunedì mattina al suo desk forex che smettesse di comprare Lire perchè il cambio si svalutasse in due minuti e tutto fosse finito. Oggi si parla di ridenominare in modo forzato tutte le passività e attività delle banche e tutto il circolante. BISOGNA PIANTARLA DI USARE L'ESEMPIO DEL 1992 PER SPIEGARE IL RITORNO ALLA LIRA! #F_END# Bene, anzi male. Se si è seguito fino qui si è compreso allora che : a) Banca d'Italia dovrà creare centinaia di miliardi di lire e usarli per comprare lei tutti i BTP facendo in pratica scomparire il mercato dei BTP, b) la svalutazione di conseguenza non sarà del -20%, ma forse del 60% rispetto al marco, almeno inizialmente c) questa prospettiva provocherà IL PANICO e la fuga di capitali e il crac del sistema bancario d) il sistema bancario italiano dovrò essere istantaneamente salvato, molte banche nazionalizzate, dovranno essere messi controlli ai capitali....e dovrà essere fatto al volo pena la paralisi totale Con questo uscire dall'Euro sarà un disastro ed è meglio rimanerci ? No, affatto, è necessario che prima o poi l'Euro si sgretoli e succederà comunque prima o poi. Ma devi essere realistico quando spieghi come funzionerà il ritorno alla Lira. E se descrivi uno scenario realistico (probabile certo, perchè niente è sicuro in economia) allora ti accorgi anche che devi presentare un piano di uscita credibile ed adeguato ad uno scenario reale come questo. Perchè altrimenti la gente darà retta a chi invece descrive lo scenario di cui sopra (per spaventarla) e dato che è probabile, perderai ad esempio il referendum (senza contare che occorrono due anni per arrivarci). --- #i#(Blog di Grillo) Molti commenti richiedono delle precisazioni sui post dedicati all'uscita dall'euro. Da oggi ne vengono pubblicati periodicamente alcuni con le risposte. 1. Cosa sarebbe successo se non fossimo entrati nello SME? I Paesi che fanno parte dell'Unione Europea e non hanno adottato l'euro sono cresciute di più Non entrando nello SME e poi nell’Euro saremmo cresciuti di più. Prova ne sia il fatto che i migliori anni di crescita negli ultimi 20 anni si sono avuti dopo la temporanea uscita dallo SME nel 1992 quando svalutammo la Lira. La crescita dei Paesi dell'eurozona (in blu) e dei Paesi UE che non hanno adottato l'euro (in rosso) dal 2007 al 2014 - fonte Eurostat crescita_ue.jpg 2. Perché calcolare la decrescita dal 1997 e non dal 2002 quando è entrato l'euro? Perché dal 97 il cambio era già fisso e solo nel 2002 è entrata in circolo la moneta unica 3. Il problema primario per le aziende è la pressione fiscale non l'euro (questo è risultato dalle risposte del sondaggio sulle imprese). Euro e imposizione fiscale sono strettamente correlati. Con l'euro lo Stato non può stampare moneta e quindi si può agire solo in due modi: - Più tasse: diminuzione competitività con le imprese europee e internazionali. Imprese che falliscono, delocalizzano e crollo del PIL - Più debito pubblico: quindi aumento debito e interessi crescenti a scapito degli investimenti 4. Sarebbe meglio far cambiare le regole europee e Trattati che uscire dall'euro. La richiesta di rinegozionare i Trattati è parte del nostro programma per il parlamento europeo. La risposta del Parlamento Europeo è stata ignorare ogni nostra proposta e in seguito di non concederci nemmeno le cariche nelle Commissioni (presidenze e vicepresidenze) a cui avremmo avuto diritto come gruppo, creando un pericoloso precedente per la democraticità del Parlamento stesso che diventa di fatto un governissimo europeo tra destra e sinistra escludendo le altre voci. Se di Fiscal Compact e Eurobond non si può parlare è necessario riprenderci la nostra sovranità monetaria 5. Se dovremo chiedere agli altri di finanziarci il problema rimarrà. L'Italia ha un avanzo primario positivo per cui l'unico motivo puo' chiedere di essere finanziata è per pagare gli interessi sul debito pubblico esistente che sarebbe ridenominato nella nuova valuta e quindi i crediti dei Paesi esteri sarebbero svalutati del 30% circa nell'arco di un anno. Lo spread sarà tenuto sotto controllo dal fatto di avere la Banca d'Italia come prestatore di ultima istanza che quindi calmiererà i tassi. Inoltre con l’Italia che torna a crescere con la sua sovranità monetaria il mercato non avrà problemi a finanziare il nostro debito perché ciò che guida i rendimenti sui titoli pubblici è prima di tutto la sostenibilità del debito 6. La svalutazione della moneta è come fare una patrimoniale del 20%. L'euro è stato svalutato del 10% rispetto al dollaro durante l'estate 2014, ma nessuno ha visto il suo patrimonio decurtato o la sua capacità di spesa limitata. Questo perchè se la moneta che si possiede è quella usata dove si vive il suo valore rispetto ad altre valute non è importante per la spesa corrente. L’unico caso di similitudine tra sovranità monetaria a patrimoniale è qualora il ritorno alla lira avesse forti impatti sull’inflazione che andassero ad erodere il potere d’acquisto. Questo non sarà il caso perché in Italia oggi soffriamo del problema opposto, la deflazione. Un po’ di inflazione non può che far bene alla sostenibilità del nostro debito pubblco. 7. Lo spread si impennerebbe e gli interessi sul debito aumenterebbero di molto. Con la Banca d'Italia prestatore di ultima istanza i tassi sarebbero calmierati dalla Banca stessa che potrebbe in ogni momento decidere di comprare debito se i tassi aumentassero oltre una certa cifra. 8. L'uscita dall'euro corrisponde ad un default. Default vuol dire non rispettare gli impegni presi per il debito. Il 94% del nostro debito pubblico è sotto legge italiana e quindi verrebbe ridefinito nella nuova valuta nazionale. 9. L'uscita dall'euro via referendum é troppo lunga, bisogna farlo in un altro modo o non farlo affatto. Se un problema richiede una soluzione lunga è meglio partire il prima possibile. Altri modi per uscire possono essere adottati solo dal Governo. 10. Con le percentuali del Movimento 5 Stelle alle elezioni non si riuscirà a vincere il referendum. Il referendum sarà votato da tutti gli italiani indipendentemente dalla formazione politica che hanno sostenuto con l'ultimo voto e gli ultimi sondaggi indicano che già oggi la maggioranza degli italiani vuole uscire. Non a caso rappresentanti di tutte le forze politiche si stanno esprimendo in questo senso, anche quelli delle formazioni politiche dove erano presenti più persone pro-euro fino allo scorso anno come il PD dove persone come Cuperlo e Fassina si stanno ricredendo. 11. Perché fare una legge di iniziativa popolare per indire il referendum quando i Parlamentari 5 Stelle potrebbero proporla direttamente in Parlamento? L'iniziativa di legge popolare permette di far sapere al Parlamento che non é una sola forza politica che vuole il referendum per l'uscita dall'euro, ma i cittadini italiani che hanno votato tutte le forze politiche. I rappresentanti delle altre forze politiche non potranno quindi ignorare la richiesta come una dell'opposizione perché se già oggi i sondaggi dicono che gli italiani che vorrebbero uscire dall'euro sono la maggioranza, se si aggiungono anche coloro che non sono convinti, ma ritengono giusto che siano i cittadini a scegliere tramite un referendum, sono numeri non ignorabili da qualunque forza politica. Inoltre la raccolta firme servirà anche a sensibilizzare le persone che ancora non conoscono il problema a fondo. 12. Se l'azienda ha ricavi nella nuova lira e i costi delle importazioni che usa per fare i suoi prodotti aumentano, l'impresa guadagnerà di meno. Quando il cambio si riallinea ai fondamentali di un Paese, l'economia riparte e le imprese ripartono, come é successo in Italia nel 1992. Il costo variabile di produzione più rilevante è in molti casi quello del lavoro, che normalmente si allinea all'inflazione importata con un certo ritardo. Se il Paese svaluta del 20%, gli acquirenti esteri ricevono uno sconto del 20% subito e quindi ricominciano a comprare incrementando il fatturato delle aziende. Per l'impresa, invece i costi non aumentano subito e molto meno del 20% dato che la componente di import sul costo del venduto é di norma minoritaria (in particolare rispetto al costo del lavoro). La svalutazione del cambio (svalutazione esterna) ha effetti uniformi su tutti i cittadini (ugualmente colpiti dall'eventuale inflazione importata) e rilancia la domanda estera. La svalutazione del salario (svalutazione interna, quella che il Governo sta proponendo con il Job Act) colpisce solo i salariati e uccide la domanda interna. Naturalmente un governo indirizzato dalle banche preferisce la svalutazione interna. #/i#

I tassi di cambio e i tassi di interesse - GZ  

  By: GZ on Sabato 01 Novembre 2014 12:40

dipende... la Russia ha alzato i tassi al 9% e rotti, ma l'inflazione ufficiale è all'8% e rotti per cui i tassi reali sono in realtà bassi, in Italia l'inflazione è -0,2% e i tassi di interesse che lo stato paga in media sono il 4% e rotti e le imprese e le famiglie dal 3% in su per cui il denaro in realtà è molto caro da noi. I discorso sulla "liquidità che inietta la BCE" sono tutte balle, il denaro costa molto caro oggi (se appunto consideri l'inflazione negativa) Il programmatore di questo sito passa da un anno metà del suo tempo in #b# Turchia#/b# , uno mio amico che si era messo a fare trading perchè nel suo settore (ceramiche) c'era poco lavoro ora è di nuovo in attività in Turchia, il famoso ^chef Massimo Bottura#http://ristoranteitalia.com.tr/^ che è qui di Modena lo sento dire che sta aprendo ristoranti a Istanbul. Questo per dire che la Turchia è uno dei paesi dove l'economia tira di più al mondo oggi. E la Turchia ad esempio da anni abbassa i tassi di interesse anche quando il cambio della lira turca scende, lascia che l'inflazione salga e il cambio si svaluti. I tassi di interesse in Turchia sono NEGATIVI del -5% circa, cioè l'inflazione è 5% più alta dei tassi che fissa la Banca Centrale Il #b# Brasile#/b# invece ha appena alzato i tassi di interesse oltre il 13%, più della Russia, dopo l'elezione perchè teme l'inflazione e che il cambio frani come quello del rublo...(l'inflazione è sotto il 7% per cui è folle che in Brasile si tengano i tassi di interesse sul 13%, cioè, al contrario della Turchia li tengono otto punti percentuali sopra l'inflazione! infatti è l'unico paese emergente in recessione...) Il #b# Giappone#/b# appunto, come si è appena visto, negli ultimi due anni ha svalutato del 40% contro euro e del 50% contro dollaro e la sua politica ufficiale è far svalutare lo Yen. Tiene i tassi allo 0%, i bond a 10 anni pagano 0,45% e l'inflazione è ora sul 2% per cui i tassi reali sono negativi La #b# Svezia#/b# ha appena tagliato a zero i tassi di interesse perchè l'inflazione è ora sottozero, anche se il cambio della Krona svedese è piuttosto debole, cioè la sua politica ufficiale è far svalutare il cambio La #b# Svizzera#/b# da tre anni stampa franchi svizzeri come Banca Centrale li usa per comprare Euro, in modo da far scendere il cambio del Franco (più precisamente di tenerlo agganciato all'euro) e lo stesso l'inflazione è zero La #b# Nuova Zelanda#/b# sta cercando di spingere in basso e con successo il suo cambio, con il governatore che fa dichiarazioni su dichiarazioni contro il dollaro Neozelandese... L'economia dei tassi di cambio è complicata, dire due stupidaggini e sempre quelle su un forum è innanzitutto noioso perchè sono sempre quelle due frasi e poi non serve ad un tubo Quello che conta però per l'#b# Italia#/b# è che l'euro d quando è stato creato nel 2000, quotando inizialmente sui 90 centesimi sul dollaro, è in media salito del 40% contro dollaro, del 30% contro sterlina e del 50% contro Yen. Dato che l'Euro è la valuta dell'Italia, quindi ne consegue che #F_START# size=6 color=BLUE #F_MID#la valuta dell'Italia in media è salita del 40% contro dollaro, del 30% contro sterlina del 50% contro Yen e QUESTO E' ASSOLUTAMENTE DEMENZIALE#F_END# Nei confronti della Germania, l'ultimo studio che ho visto sul Financial Times che citava non so quale ricerca è che fatto 100 il cambio attuale dell'Euro se si rompesse la Lira andrebbe a 80 e il marco andrebbe a 190

i Giapponesi sono intelligenti. Gli Italiani sono coglioni. - GZ  

  By: GZ on Venerdì 31 Ottobre 2014 11:29

Questa notte si è verificato un piccolo evento storico: in Giappone ogni mese il governo emette 50 miliardi di titoli di stato e da oggi ne fa comprare alla Banca Centrale per 60 miliardi. Cioè i giapponesi dimostrano nella pratica che il debito pubblico è una finzione. (October 31, 2014 5:24 ^"BoJ stuns investors by expanding monetary easing programme"#http://www.ft.com/intl/cms/s/0/a8706cfe-60bc-11e4-894b-00144feabdc0.html?siteedition=intl#axzz3Hfs4yrCp^) La Banca Centrale del Giappone ha aumentato a 6,600 miliardi di yen (che sono circa 60 miliardi di euro) al mese e quasi 700 miliardi di euro l'anno gli acquisti di titoli di stato. Da inizio anno ne comprava per 50 miliardi al mese e ora è salita a 60 miliardi al mese Avendo come noto un debito pubblico doppio dell'Italia pari al 200% e rotti del PIL e mantenendo un ampio deficit annuale, lo stato giapponese deve emettere circa 50 miliardi al mese di titoli di stato. Ma se ne fotte, giustamente. Perchè in altre parole la Banca Centrale non solo finanzia lei tutto il deficit e si compra tutti i titoli di stato in scadenza, ma da oggi si è messa anche a ricomprare quelli che circolano In parole povere i giapponesi dimostrano, in modo macroscopico e plateale, a tutto il mondo che il DEBITO PUBBLICO NON E' VERO DEBITO, E' UNA PARTITA DI GIRO TRA GOVERNO E BANCA CENTRALE, CHE LO STATO COSI' COME LO EMETTE SE LO PUO' RICOMPRARE Conseguenze terribili di questo "stampare moneta" ? L'inflazione in Giappone è tra l'1% e l'1,5% e la disoccupazione al 3,5%. Nella foto_ la disoccupazione che queste politiche dissennate di stampa di moneta hanno portato, pari al 3.5% #ALLEGATO_1# I giapponesi monetizzano tutto il deficit pubblico e in più si ricomprano il debito pubblico esistente. I Giapponesi sono intelligenti. Gli Italiani finanziano tutto il deficit sul mercato finanziario pagando interessi reali oltre il 4% l'anno e si ammazzano di tasse per pagarli. Gli Italiani sono coglioni. ---- dal Financial Times di oggi --- #i# ...The bank has committed to buying Y6.6tn of bonds of up to five years’ maturity each month, for example – more than the Y5.5tn issued by the finance ministry. “Maybe the BoJ will deny it, but this is complete monetisation,” said Yusuke Ikawa, a debt strategist at UBS in Tokyo....#/i#